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Glory Trail 2015 (Distanza 50 km, D+ 2500 m)

LA STORIA (Fonte sito http://www.glorytrail.it)

Novembre 1917 Monte Grappa. Le truppe italiane in ritirata, si assestarono sulla nuova linea difensiva, mentre incombeva l’avanzata degli austro- tedeschi, che avevano sfondato a Caporetto. In quei frangenti, molti soldati transitarono con i propri reparti, passando vicino ai loro paesi. Non c’era tempo per fermarsi, un saluto e via. Ma al calar della sera, con un permesso sulla parola, molti soldati scesero a trovare i loro familiari, ma c’era poco tempo, bisognava correre!
E con il cuore che batteva forte, giù per i pendii e i boschi, per passare poche ore con i propri cari, per un’ora d’amore fuggente forse l’ultima, prima di morire fermando gli invasori. E poi il ritorno: salite in corsa, per tornare in tempo mantenendo la parola, magari con del cibo per i compagni rimasti. Correre per amare, correre per lottare, correre per la gloria.

  • Giovanni Rech, di Seren del Grappa, padre di 3 bambine, fece la sua ultima corsa verso il monte Tomatico, dopo aver trascorso la notte in famiglia. Apri per primo il fuoco contro gli austriaci, morendo poi sotto la croce gettando indietro le bombe a mano avversarie.

  • Celeste Spadarotto di Quero, scenderà al paese a salutare i genitori. Sopravvissuto alla guerra, tornerà trovando il paese distrutto ed entrambi i genitori morti.

  • Vincenzo Colognese di Montebelluna, medaglia d’argento, morto mentre correva lungo le trincee del Monte Valderoa, a soccorrere e rincuorare i compagni feriti.

Fu la l’ultima corsa per tanti soldati. Senza distinzione oggi li ricordiamo.
Correre per lo slancio di un assalto, per portare ordini importanti o un compagno ferito, correre per salvarsi, correre per scrivere la Storia.
E tu oggi che corri per sentirti vivo, e il tuo sudore bagna erba e rocce , ricordati di loro, che qui hanno versato il loro sangue.
Senti battere il cuore, che oggi è quello di ogni nazione che qui un tempo ha combattuto. Corri oggi, tu che sei libero!

 

I PERCORSI DELLA MEMORIA
Alla luce dell’anniversario del Centenario, il Trail attraverserà alcune delle località che in qualche modo sono state toccate dagli eventi bellici della Grande Guerra.

  • Monte Palon:  uno dei punti cardine della difesa da parte dell’artiglieria italiana. Grazie al paziente lavoro di recupero da parte del Gruppo Alpini di Possagno, si possono oggi visitare oltre un km di postazioni in caverna e in trincea.

  • Cima Grappa: dall’autunno del 1917 – dopo la ritirata di Caporetto – fino alla fine della guerra, fu baluardo della difesa italiana, insieme al fiume Piave; per il Feltrino “l’an de la fan” (l’anno della fame). Il sacrario di vetta raccoglie i resti di 23 mila morti, tra italiani ed austroungarici.

  • Strada delle Meate (monte Boccaor): suggestivo e panoramico tracciato della “strada di arroccamento” che consentiva il rifornimento di armi, munizioni e viveri alle prime linee italiane, lungo un ardito percorso protetto al fuoco nemico.

  • Monte Pertica: montagna martoriata dai continui rovesciamenti di fronte durante la battaglia finale della grande guerra (dal 24 al 31 si contarono nei reparti italiani impegnati nella zona del grappa ben 24 mila perdite, tra morti e feriti); nella sola giornata del 28 ottobre la cima del monte Pertica fu conquistata e riconquistata per 7 volte e persa 6; si dice che a causa dei colpi di artiglieria delle due fazioni la quota della vetta si sia abbassata di 7 m.

IL RACCONTO DELLA GARA DI NAZARENO

(Fonte sito Runningforum.it)

 

Parte I

"Partecipare alla prima edizione del Glory è stata una decisione presa con un mix di ponderatezza e emotività...mi spiego: è molto facile che nelle prime edizioni delle Ultra (e non solo...) si possano trovare incongruenze e difficoltà organizzative, ma la data dell'8/8 era una data perfetta per mettere su un'ultima gara abb lunga in preparazione dell'UTMB. In aggiunta amici trailer hanno da subito iniziato a iscriversi, il percorso che in parte conoscevo, è impegnativo e suggestivo...e poi da alpino non potevo proprio dir di no a una gara commemorativa in ricordo di quei giovanissimi alpini che hanno scritto pagine di storia eroica con il loro sacrificio.
Mi studio il percorso un po' appena il giorno prima e dopo una mattinata e primo pomeriggio densi di impegni, partiamo nel tardo pomeriggio...voglia di svegliarmi alle 4.30 il giorno dopo per partire da Belluno proprio non c'è e allora mi faccio lasciare al Patronato di Fener, per passare la notte lì, munito del mio inseparabile sacco a pelo saluto Marta che se ne va a dormire nel suo lettuccio una quarantina di km più in là e passo una notte dormicchiando tranquillo...l'indomani mattina, mi risveglio assieme una decina di persone e la cosa che più mi colpisce è che siamo equamente divisi tra uomini e donne...vicino a me ha passato la notte (entrando alle 22 passate a luci spente non sapevo chi fossero gli altri) nientepopodimeno che un mito vivente delle Ultra, la mitica Natalina, la saluto e scambiamo due chiacchiere...
Non so se imbastire lo zainetto o correre con marsupio e giacca da tenere legata o in mano...vincerà ahimè la seconda, e sarà una scelta sbagliata
Prendo il pettorale, in mezzo alla massa trovo conoscenti e amici, ci fermiamo a parlare un po', ho mangiato poco stamattina, appena due barrette, ma mi sento in forze...poco prima della partenza trovo Elvis e subito dopo Massimo, con cui condividerò l'esperienza dell'UTMB...saluto tutti e senza quasi accorgermene, sono dietro la start line, in seconda fila, la prima la lascio alla mitica Natalina...
Countdown e si parte! Mi metto subito nel primo gruppo di testa, davanti a noi per il primo mezzo km delle moto da trial, che ci affumicano i polmoni
Parto concentrato e a buon ritmo, supero un po' di gente e mi ritrovo terzo, davanti a me solo il primo staffettista e Max Andolfato, non molto distante da me...la giacca cade e mi tocca tenerla in mano, fa niente, continuo nella mia ascesa e mantengo la concentrazione sulla gara...usciamo dai primi 4k di single track e arriviamo sul sentiero delle Malghe che porta verso il Monte Palon...sull'asfalto mi faccio prendere da Caverzan e un altro atleta che è con lui, nel frattempo il primo staffettista l'abbiamo superato e un lungagnone che correva tutte, ma proprio tutte le salite, è davanti, sono terzo assieme agli altri due...in discesa li tengo bene e poi arrivati al nono km, partiamo per l'ultimo pezzo duro prima di arrivare in cima...il tratto finale del Palon è erboso e boscoso, la prima ora di gara ha piovigginato e le scarpe fanno fatica a non scivolare sull'erba fradicia...resto incollato al duo Caverzan e amico (che poi verso il trentesimo riprendo e poi si ritirerà) e saliamo regolari...arriviamo sotto la zona delle trincee e mentre sopraggiungono di gran lena Mirko Miotto e Camilli, mi faccio superare, e continuo del mio passo, arriviamo su un piccolissimo tratto in discesa e li risupero ma un infingarda radice o pietra bagnata, sotto l'erba fradicia, mi fa volare... cado una volta, cado subito una seconda volta mentre mi rialzo, mi chiedono come sto, gli dico bene, anche se dal ginocchio a metà polpaccio, la mia gamba dx sembra una cartina geografica di tagli...
Proseguo, mi faccio superare dal primo dei staffettisti che con i bastoni sul duro va veramente forte e arrivo al primo checkpoint sul Monte Palon...mi lavo le ferite aiutandomi con gli spugnaggi, bevo qualcosa e riparto...fa male, ma non ci penso, focalizzo la mia attenzione su quelle trincee, sul signore vestito da alpino in uniforme storica, dalla statua dell'alpino e da tutta la grandiosità dell'operato di quei ragazzi che un centinaio di anni fa erano qui a soffrire e combattere..."

 

Parte II

"Passato il Palon, mi scoraggio dietro di me si paventa il secondo gruppetto di testa, con gente tosta, tra cui spiccano Lucianone Meneghel, il plurivincitore e pluripodiato al Passatore Stefano Sartori e Stefano Burlon...in salita faccio fatica, dopo il doppio colpo ricevuto, anche psicologicamente non riesco a spingere bene...mi faccio assorbire da loro, scollinato il monte, giriamo verso una discesetta ripida e poi dopo un leggera salita, vedo una lunga discesa tecnica di pietre...mi esalto e in tre km a tutta, supero un bel po' di gente del gruppetto formatosi...poi torna la salita e sul duro stringo i denti, vedo Cima Grappa sempre più vicina e questo mi rasserena in qualche modo...
Arrivo al checkpoint del 19.o e con mio infinito stupore vedo che hai ristori non c'è praticamente nulla...qualche biscotto (una confezione appena), qualche barretta e acqua e un po' di sali, poi il nulla ...dopo circa 2h e mezza e quasi 2000 D+ già affrontati, la situazione si fa critica, fortunatamente veniamo graziati da un sole velato che esce raramente e senza far male...non so che fare, il regolamento diceva semi-autosufficienza idrico-alimentare, ma si sbagliavano e di grosso...portandomi dietro solo l'endurance belt, oltre la borraccia da 0,5l avevo una barretta e un gel di scorta, niente di più...con la forza della della disperazione mista incaxxatura, mi sparo i 5k successivi in discesa a velocità supersonica...arrivo a un pianoro, vedo a pochi metri da me chi mi precede, ma sul sentiero una signora dell'organizzazione mi offre dell'acqua, ne bevo subito diverse sorsate e mi bagno, inizia a fare caldo!
La strada torna a salire, siamo a metà gara e vedo uno staffettista che mi sta raggiungendo, gli chiedo dove potrà essere il prossimo ristoro "solido" e lui mi dice che ce ne sarà ancora uno a Fontanasecca al 34-35.o...mancano ancora 8-9k è un bel po' di dislivello, lui molto gentilmente mi offre barrette o gel, tentenno ma poi cedo e accetto un gel che risulterà salvifico...torna il duro e mi faccio passare da chi mi stava dietro, ora sono 11-12.o e frastornato, restiamo attaccati e proseguiamo in un passaggio di creste molto bello e duretto, dove il caldo e la fatica si fanno davvero sentire...ho fame e sete, sono passati 31km e non vedo l'ora di ristorarmi un po', ci passano altri due staffettisti e poi mi lascio staccare e proseguo del mio passo...scollinata l'ultima cresta, mi dicono che il ristoro è a un k e mezzo più giù...io gli chiedo se ci sarà del cibo e il tipo dell'organizzazione chiosa con un: "Si, qualcosa..." Io gli dico che una gara di 50k, se non in autonomia alimentare, deve dare qualcosa ai ristori e che per questo aspetto la gara è organizzata male...la discesa erbosa me la mangio, vedo Fontanasecca e aumento il passo per arrivarci prima possibile..."

 

Parte III

"A Fontanasecca con mio enorme stupore, sul banchetto del ristoro vedo praticamente nulla...il personale gentilissimo, principalmente femminile, mi dice che purtroppo lo sanno, ma che l'organizzazione gara a deciso di dare poco o niente ai ristori e quindi bisogna prendere quello che passa al convento
Una signora molto simpatica mi offre la sua mela, ma gli dico che mi farò bastare una barretta e un po' di sali, riempio la borraccia di acqua e riparto...camminando mentre con la bocca impastata butto giù il croccante alla frutta, mi accorgo di aver preso un fuggitivo della prima ora (quello che con Caverzan mi aveva raggiunto prima del Palon) che si sta per ritirare, sfinito e scoppiato...il tipo che sulle creste mi aveva superato x un frangente lo riprendo al ristoro, ma complessivamente al ristoro perdo almeno 5-6' e appena riparto non lo vedo più...
Si riparte su una leggera salita che apre a un paesaggio davvero molto bello e suggestivo, sullo sfondo la vallata e Seren del Grappa è ben visibile, all'arrivo mancano circa 17k...
La strada spiana, mi si accende la lampadina, la gamba non è sanissima ma in discesa vuole andare, proviamo mi dico...aumento costantemente la velocità, dopo un po' inizia un bel tratto di mangia e bevi dentro una strada forestale, supero due tronchi e poi mi riporto su di una carrareccia pietrosa, qui in discesa mi prende un altro staffettista e da qui (siamo al 37.o km) fino al 42.o facciamo strada assieme...poi è lui ad alzare bandiera bianca, sulla strada degli Eroi che porta a Seren, fa caldo e anche i minimi strappetti si fanno sentire! nel frattempo ho recuperato tutto lo svantaggio sul decimo assoluto che mi precedeva di qualche minuto dopo il ristoro, gli dico se vogliamo finirla assieme, faccio io l'andatura e in discesa andiamo facili a 4'15-20" nei primi k dopo la maratona...a 5k dalla fine dopo qualche sorso d'acqua, la penultima rampa, che al mio compagno d'avventura fa inchiodare le gambe...siamo a S.Siro e lo aspetto per i due k successivi e a -3 l'ultima vera salita di un k, dove alterno camminata e corricchiata, lui si stacca e non lo vedo più, arrivo in cima e mi immergo testa e bocca nella fontana che si materializza davanti ai miei occhi, chiedo quanto manca, mi dicono uno e mezzo solo discesa...parto e innesco la marcia arrivo nel cuore di Seren fra un bel po' di gente che applaude, con la mia giacca sempre in mano e miei tagli in bella vista, finish line da thriller con il fatto che bisognava fare il giro attorno al municipio per arrivare al nastro d'arrivo...chiudo in 5h54' e decimo assoluto (e a premio, grazie alla seconda piazza di cat. ) e soddisfatto per davvero perché non ho mollato nonostante tutto...anche all'arrivo i ristori sono semi inesistenti, peccato per davvero perché i contenuti storici, paesaggistici e agonistici, questa gara ce li ha tutti!
Dopo un bella doccia con discussione fra amici trailer, un ottimo pasta party e le premiazioni, penso che ci siamo! Il prossimo pettorale da indossare sarà a Chamonix, l'UTMB è alle porte!!!"

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