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L'EVENTO

L’associazione sportiva dilettantistica “Ultra” in collaborazione con i comuni di Venzone, Gemona del Friuli, Montenars e Artegna, con il supporto del progetto “Sportland” organizza per domenica 15 maggio 2016 la terza edizione del “Trail 3 Castelli”, trekking in montagna non competitivo in semi-autosufficienza con percorso in ambiente alpino.

Il tragitto avrà una lunghezza di circa 50 km e un dislivello positivo di circa 3.500 metri.

Per la partecipazione alla corsa si consiglia di avere già esperienza di montagna, assoluta assenza di vertigini, ottimo allenamento, abbigliamento adeguato ad una temperatura che può andare da 0° a +30° gradi oltre alla necessaria idoneità fisica.

Il percorso del Trail dei 3 castelli è classificato con il bollino rosso: EE Itinerario per escursionisti esperti. Itinerario che richiede la capacità di muoversi su terreni particolari, tracce o sentieri impervi o infidi (pendii con affioramenti rocciosi o detritici), talora esposti.

Per il solo percorso di 50 Km si segnala che nella salita al M.te Chiampon ci sono dei brevi tratti attrezzati con difficoltà alpinistiche classificabili come I° grado. L’intera salita inoltre risulta essere esposta. Si raccomanda di avere già esperienza maturata in ambienti montani e l’assoluta mancanza di vertigini.

Nella discesa dal M.te Chiampon è possibile che il primo tratto si presenti ancora innevato. Si consiglia nel caso di presenza di neve l’utilizzo dei ramponcini.

Durante il percorso saranno attraversate alcune strade il cui traffico non è chiuso al transito degli autoveicoli. Nei tratti stradali e negli attraversamenti i partecipanti dovranno rispettare il codice della strada anche se in presenza di personale addetto alla segnalazione.

 

Il percorso del trekking Trail dei 3 castelli 2016 seguirà il seguente itinerario:

Venzone, Rivoli Bianchi, Sella S. Agnese, torrente Vegliato, Gemona, Castello di Gemona, Sentiero “dai 500”, Zuc de Cros, Iouf, Montenars, Troi “des cascades”, Castello di Ravistagno, Artegna, Castello di Artegna, Sentiero monte Faeit, monte Campeon, Roccolo, monte Cuarnan, malga Cuarnan, sella Foredor, monte Chiampon, stavoli Scric, Ledis, torrente Venzonassa, Chiesa S. Antonio abate, Venzone.

 

[Fonte Sito internet http://www.trail3castelli.com]

TRAIL 3 CASTELLI 2016: UNA SPLENDIDA FESTA TRAIL MACCHIATA DAL DOLORE (IL RACCONTO DI NAZARENO)

(Fonte sito Runningforum.it)

 

"La decisione di farla, l'ho presa si e no 3 giorni prima dell'evento. Dopo che il socio Cesko, in fase depressiva post-infortunio mi aveva espresso tutto il suo malumore per non poterla correre nonostante l'invito dell'ASD Ultra, l'organizzazione di questa magnifica gara.
Successivamente, ho contattato il buon Luca, gran persona e ottimo organizzatore, per caldeggiare il "nostro" Carletto Salvetti come uno dei top runner e non ha esitato a dirmi subito di si...si era addirittura accesa la speranza di un possibile super-scontro tra tutti o quasi i top italiani della distanza (UltraSky Short), ma poi non se n'è fatto nulla...io intanto mi becco un'inverosimile sindrome influenzale a maggio inoltrato, che mi toglie voce, forze e voglia di vivere...e mancano appena 8-9 giorni
Riesco a stringere i denti e a tirar fuori qualcosa dagli allenamenti...e soprattutto cerco di velocizzare i tempi di recupero...inizio a sentirmi di nuovo abbastanza bene e allora, solo 4 giorni prima della gara, scrivo a Luca della mia voglia di esserci. Combiniamo con l'iscrizione, unico tasto ancora da risolvere è dove alloggiare...la gara parte alle 7 e voglia di svegliarmi a ore impossibili non ce n'è, devo arrivare il sabato pomeriggio...fra contatti, telefonate a manetta e prove e riprove, qualcosa forse ho trovato...dopo l'arrivo nello splendido borgo di Venzone, che io rimembravo solo per la presenza del poligono esterno e della caserma ai tempi di quand'ero un alpino, faccio due passi dentro le mura...il clima è umido e fresco, butta pioggia ad intermittenza. Chiamo i contatti che mi avevano dato mezze disponibilità e dopo una serie di tribolazioni, trovo posto nella locanda attaccata alla piazza principale a due passi dalla partenza/arrivo. Lascio i bagagli e riposo un pò, nel pomeriggio poi passo a prendere il pettorale.
Non trovo in quel momento Luca, saluto chi conosco in zona e poi passo alla gelateria/pasticceria in centro piazza a rifocillarmi...la gente continua a passare al ritiro pacchi gara/pettorali...facce note, altre no, vedo un folto gruppetto di austriaci che ha colonizzato uno dei bar in piazza, vedo l'amico Ricky con cui scambio due chiacchiere e nel frattempo è arrivata ora di approvvigionarmi di alcune cose utili (dentifricio e qualcosa da bere e da mangiare per il mattino della gara...), dopo aver fatto il tour del pittoresco micro market situato nel borgo storico, torno ai pettorali dove c'è vita! Saluto Luca, il favorito Stefano Fantuz e la sua allegra ciurma con cui scambio chiacchiere trail davanti una birra media...aspetto che Carlo e morosa tornino per andare a cena assieme...il clima disteso e di festa in questa cornice folcloristicamente unica, regala belle sensazioni. Dopo una bella cena con piatti tipici e tanto bel dialogo arriva ora di andare a nanna. Saluto i ragazzi e torno nella mia stanza, non prima di aver sorpreso la titolare dell'albergo chiedermi se ero io quello nella foto della c.i. lasciata nella hall, siccome senza barba e con sono proprio due persone diverse
Dopo qualche preparativo notturno per la gara, mi butto a letto, sveglia puntata per 5.45 del mattino...e dopo qualche microsonno di qualche ora, uno dietro l'altro, arriva l'ora di svegliarsi...colazione lasciata fuori dalla stanza dalla gentilissima titolare e velocemente consumata, preparativi ok, affardello lo zaino, mi chippo la scarpa, cremaggi e affini ok, pettorale idem...ancora qualche ritocco e poi a 20 minuti dallo start scendo in piazza.
Saluto gli altri runner che conosco ad uno ad uno, qualche foto...due minutini di riscaldamento appena, giusto per non partire freddo e già siamo al countdown! Mi metto dietro con Carlo, Stefano, il fortissimo austriaco Stefan Schmoelzer, la sorpresa su queste distanze, il giovane Tiziano Moia, la mia bestia nera del Bericus, Ivan Zufferli, la sempre sorriddentissima Cristiana Follador, un altro reduce dell'Istria come Denis Treu...il livello c'è, il tempo ci sta graziando...il mattino si presenta sereno con nuvole leggere sulle cime...si parte!
Si parte si...in testa ho il viaggio che si sta sparando Cesko in bici da Trieste a Venzone,per fare il reportage della gara per ST, passando tutti i paesi anche i più improbabili...
Parto dietro i primi 5 e fuori dalle mura, i ritmi sono già assurdi, il primo km io lo passo abbondantemente sotto i 4', ma chi mi sta davanti andrà a 3'40" almeno ...dopo un tratto ondulato su strada asfaltata che attraversa un abitato di villette, prendiamo una strada bianca, sento qualcuno dietro di me è il grande Fabrizio Puntel, uno dei maggiori interpreti italiani del mondo delle Skyrace, nonostante i suoi 46 anni ancora molto forte, restiamo assieme fino a che il sentiero si inerpica in un boschetto fitto fra Rivoli Bianchi e San Agnese, gli esclamo: "Ammazza che forte son partiti..."
Dopo poco più di 3k e già oltre 200 D+ sono passati appena 14' dallo start... La gara inizia a entrare nel vivo, Fabrizio lo lascio dopo lo scollinamento e mi ritrovo, superato un bel pratone, con dietro un altro atleta, uno della combriccola di forti austriaci, anche lui a canna...gli chiedo da dove viene, mi dice Villach e restiamo un pò assieme, in una pietraia sbaglio orientamento e mi stacca un pò, ma lo tengo sempre a vista, il sentiero è davvero molto bello, fino a questo punto di fango ce n'è poco o nulla...saliamo bene la collina che successivamente porta a un discesone sopra una Gemona illuminata dalla luce mattutina, sulla strada alcune persone a incitarci e a indicarci dove passare...scendo bene e mi ritrovo in pochi minuti in centro storico, a poche centinaia di metri il castello di Gemona, a fare da cornice, nel quarantennale del terremoto del '76, si nota la grandezza di un popolo da come prontamente si è rialzato e a finemente ricostruito, senza dimenticare...arrivo sulle scalette che danno al primo ristoro, qualche fotografo, saluto Luca che mi incita e gli dico che la sto prendendo tranquilla per farla in progressione, passo il primo check point ottavo e dietro di me si presenta la sagoma nera con pelata dell'ottimo Ivan Zufferli, che mi affianca...saliamo assieme sul Troi dei 500, tenendo sempre a vista l'austriaco...una lunghissima e ripida carraia, con scalini in legno, che si inerpica fino a quasi 1000m di altitudine, insomma da Gemona alla cima 7-800 D+ in pochi km...alterno corsa a camminata, all'inizio resto con Ivan, poi lui inizia a correre tutta la salita e lo tengo a vista, poco davanti a lui l'austriaco che sale costante con i bastoncini...il Troi dei 500 è bello rigoglioso e ombrato e la vista panoramica sarà una lieta scoperta solo dopo lo scollinamento del Zuc de Cros, che non tarda ad arrivare, dopo oltre 12 kilometri e oltre 1000 D+ il ritmo è ancora ottimo, poco sopra i 6' a km...il tratto successivo è davvero "gustoso" il panorama che si espande verso tutta la valle si spinge verso Udine e oltre, una meraviglia...il sentiero è bello corribile e continua in una serie di saliscendi più o meno impegnativi, sono partito con la bottiglietta in mano e una borraccia di scorta da mezzo litro piena dentro lo zaino, come da regolamento, in salita vedo scendere un runner non in gara che si butta in discesa, ci salutiamo...bevo i miei sali annacquati e addento la prima metà di barretta di giornata...i km vanno via svelti, iniziano ad intravedersi case e segni di civiltà umane...in discesa passo Montenars e dopo una leggera salita, che mi fa intravedere che il fango prima o poi si presenterà, arriva una discesa ripidissima e fangosissima, quelle che proprio non so leggere e non so correre, mi faccio prendere dall'altoatesino Richard Wenin e lo lascio passare e verso la fine della discesa, lascio che anche il grande Enrico Viola, mi superi, a 13 giorni da una cento (il Passatore) un infortunio non sarebbe ideale...riparto forte appena il grado di ripidità diventa piacevole e passato il castello di Ravistagno, dopo una discesa su asfalto e una bella rampa, mi butto in discesa verso il secondo ristoro, l'agriturismo Tulin. Mi fermo poco a mangiare il consueto mix di frutta, arance e banane e poi bevo un paio di cose, saluto e ringrazio e mentre arriva un altro runner, riparto...entro in un sentiero bellissimo e particolarmente scivoloso, il Troi des cascades, che porta il suo nome, proprio perchè costeggia un fiume che in un preciso punto del suo percorso cade a picco, formando delle cascate di innegabile bellezza...stacco l'atleta che mi era arrivato dietro al ristoro appena passato, nonostante in salita lui sfrutti i bastoncini e mi trovo su un tratto impervio, scivoloso e fangoso...dopo un bivio proseguo dritto per un bel pò, fra la vegetazione incontro il duo austriaco-altoatesino che mi dice che abbiamo sbagliato strada da parecchio ormai...in qua vedo venire anche Enrico Viola, anche lui in errore...scendiamo su quel maledetto bivio, dopo che un folto gruppetto, con Denis Treu e Adriano Garlato, ci ha raggiunto, a conti fatti ho perso un bel pò di minuti, avendo fatto un km in più..."

"Sulla discesa costantemente scivolosa, ognuno di noi rischia di farsi male...dopo le cascate troviamo alcune persone dell'organizzazione che ci sostengono e ci esortano a fare attenzione...la verdissima vegetazione a far da cornice a uno spettacolare corso d'acqua che accarezza con le sue curve costantemente il sentiero...lascio passare Enrico e un altro e mi ritrovo con Adriano e qualcun altro a tener duro su questo infido single track...usciamo sollevati dal sentiero e sulla strada asfaltata, salutiamo gente e dico a Luca e a Lara dell'organizzazione che ci siamo persi almeno in 5 sul bivio che dava al Troi...mi indicano dove andare...e rischio di sbagliarmi nuovamente, mentre cerco di prendere il mio ritmo...passiamo il centro di Artegna e appena passiamo il municipio, all'altezza del castello, metto il turbo...km abbondantemente sotto i 4' e ciao a tutti, sulla rampa successiva, ne riprendo 3, fra cui Denis Treu (che mi aveva passato mentre mi ero perso) e Enrico...passata una casera, inizia la salita tecnica verso il monte Fait...qui darò il meglio di me in questa gara...imboccato il sentiero che porta alla cima del Fait, inizio ad aumentare il ritmo, passo da camminata in spinta a corsa, anche sul difficile e ripido, il sentiero e ciottoloso e fangoso e pieno di radici, non facile da spingerci sopra...l'unico a tenersi in vista dietro di me è Enrico, che mentre ingurgito la seconda metà della barretta, si avvicina a me. Buttata giù, inizio a spingere con forza e degli altri non sento più le voci, ne i ticchettii dei bastoncini...scollinato il monte inizia una bella carraia facile, con tratti in falsopiano ma tendenzialmente in discesa...qui macino km veloci e in poco tempo, sono al ristoro di Roccolo e come kilometraggio ho passato abbondantemente la metà di gara...anche se so che in realtà la gara comincerà ora...al ristoro saluto una delle ragazze dell'organizzazione che mi dice che sono undicesimo, opps decimo, visto che al ristoro ribecco il tipo che era dietro di me al ristoro a Ravistagno e che non mi aveva avvisato che stavo sbagliando strada sul bivio del Troi des cascades...lo saluto e gli chiedo perchè non l'abbia fatto...lui mi dice che stavo andando troppo forte...intanto finisco di mangiare la mia razione di frutta, un pò di Coca-Cola, riempio di sali annacquati la bottiglietta e dopo ancora un bicchiere riparto...nel mentre arriva in spinta un atleta che a prima vista non riconosco, ma poi capisco chi è...è Gabriele Gallo, ottimo runner veneto. Scendo giù per una strada asfaltata e dopo poco imbocco il sentiero che gradualmente porta alla cima del Monte Cuarnan...il primo tratto è dissestato ma corribile...continuo a correre bene e nel mentre mi alimento, sulla salita ripida che porta alla parte alta del monte, sento avvicinarsi qualcuno ed è proprio Gabriele...dopo alcuni minuti mi raggiunge e assieme continuiamo per un bel pò...prima di raggiungere la parte della cresta, su un single track suggestivo veniamo superati dai primi due della corta, la 30k, niente di meno che Nicola Giovanelli e Marco Marcuzzi a darsi battaglia a distanza abbastanza ristretta, subito dopo mi fermo per fare pipì e Gabriele mi distanzia...sulla salita che dà in cresta lo rivedo vicino a me...e pian piano lo raggiungo...una serie di tornantini infiniti, ci passa in discesa una ragazza che ci dice che manca davvero poco alla cresta...l'aria è umidissima, la visibilità non è più ottimale, ci sono molte nubi in quota. Arriviamo in cresta e qui Gabriele alza il ritmo e nel giro di alcune centinaia di metri non lo vedo più...la cresta è molto esposta, non facilissima da correre nonostante in alcuni tratti sia in discesa...sull'ultima rampa sento le voci della gente che sta aspettando in cima dove c'è il tumulo e la croce, li saluto e fra la gente c'è anche un fantastico cagnone...inizia la discesa verso Malga Cuarnan...sono passati da un bel pò i 30 km e il dislivello positivo sulle gambe ormai è tra i 2000 e i 2500m...la prima parte di discesa è bella, passo la forcella Foredor dove assiepati su un bivacco un bel gruppetto di persone che mi salutano e mi incitano, la seconda è infida, estremamente scivolosa e fangosa, rischio di cadere diverse volte e infine una volta cado, senza conseguenze...il tratto è molto ripido e dopo tutto quel dislivello positivo appena messo sulle gambe è devastante...riesco a scendere con cautela e arrivo sulla carraia che porta alla malga...saluto un pò di gente e passo il check point in undicesima posizione.
Qui mi fermo qualche minuto a bere e a mangiare frutta a manetta, riempio nuovamente la bottiglietta e dopo qualche chiacchiera e aver avuto indicazioni di dove passare, riparto, c'è subito un bivio fra il percorso della 30k e quello della 50k...dopo un bel pratone in salita che cammino, inizia una bella discesa e torno a correre, ma non sarà per molto, visto che di lì a breve inizia il tratto di alpine running, una vera e propria arrampicata con l'ausilio anche delle mani, sul passo della Signorina, che porta alla cima del monte Chiampon...altro che Signorina, di signorine nemmeno l'ombra, invece inizio a vedere le madonne ...sento caldo e la ripidità della salita è davvero da coefficiente elevato di difficoltà!
Sento le voci dei volontari del soccorso alpino incitare il passaggio di chi è davanti a me, è in mezzo ce n'è uno con tanto di campanaccio pronto a scuotertelo in faccia...quest'arrampicata non finisce più, faccio un pò fatica a tirarmi su con una mano mezza occupata dalla bottiglia e rischio che mi cada, ma poi la salvo da un capitombolo di diverse centinaia di metri e torno a salire...dopo un pezzo attrezzato con cavi di metallo, dove la vista a strapiombo può mettere certi brividi, la vista di qualche grifone mi indica che la cima non dev'essere poi così lontana...passo ancora dei volontari che mi dicono che manca poco e che il pezzo di arrampicata sta per finire. Mentre mi inerpico sull'ultima parte, vedo dietro, a poco da me un altro runner e in fondo la prima donna, Cristiana Follador, che sta salendo come un caterpillar...arrivo in cima frastornato e memore di quello che mi hanno detto, in discesa ci dovrebbe essere neve, ma non so quanta...un volontario mi indica dove passare e dopo un piccolo ghiaione, mi aggrappo alla corda messa sulla discesa ripida innevata...in un momento mi gelo, mi si gelano mani e piedi...scendo come un sacco di patate e lascio passare il runner e Cristina...la neve e moooolto più copiosa di quanto potessi immaginare, andiamo sui 20 cm abbondanti, in più è neve ghiacciata, gelida (e siamo il 15 maggio...) mi trovo impreparato e in più le mie Roclite 243 non tengono per niente sulla neve...vado giù lentamente e nel frattempo arrivano Adriano Garlato e Enrico Viola, che lascio sfilare impotente, dicendogli che sono completamente bloccato con i piedi ghiacciati...cerco di scuotermi...finalmente vedo il sentiero più praticabile, ancora un runner mi sorpassa, ma questo lo punto e mi metto in testa di riprenderlo...in discesa torno a correre e mi riavvicino a lui...arriviamo al ristoro minimal di Stavoli Scric e io dopo un attimo riparto subito e lo lascio sul posto...sulla discesa successiva lo distanzio, lui mi chiede quanti km abbiamo fatto, io gli dico circa una quarantina...inizio ad aumentare il ritmo e dopo una breve radura nel bosco, in cui una famiglia possiede una casera e si cucca il passaggio di ogni atleta, arrivo nei pressi di un rifugio dove due buonanime mi chiedono se voglio del thè caldo, io li ringrazio ma non accetto perchè mi sono appena fermato al ristoro della gara...per qualche kilometro siamo soltanto io e il bosco, il tratto e abbastanza duro e pietroso con una sequela di guadi da fare che mi spezzano il ritmo, in più inizia a gocciolare anche se non pesantemente...dopo un pò inizia anche a piovere più forte e perdo di concentrazione...arrivo sul torrente Venzonassa e qui due ragazzi dell'organizzazione mi chiedono scherzosamente se voglio favorire con il cibo che stanno grigliando e mi indicano dove devo passare, visto che non trovo nessun appiglio, dopo un pò decido di mettere i piedi in ammollo...nel frattempo sopraggiungono addirittura il runner di prima, due austriaci e la seconda donna, la forte svizzera Sophie Andrey...mi supera uno degli austriaci armato di bastoncini, lo riprendo e lo risupero, la pioggia non cade più...inizia il pezzo di sentiero esposto sulla Venzonassa e qui mi esalto, aumento di nuovo e prendo un bel vantaggio...superato il ponte arrivo sulla salita a tornanti che dà all'ultimo mini ristoro...la paura e farsi prendere dall'austriaco che in salita ha i bastoni...ma dove posso accenno un pò di corsa e nel breve giro di un decina di minuti, sono a metà del monte Plauris.
Al ristoro addento un pezzo di mela, bevo un pò di Coca-Cola e riparto...incontro due ragazze a cui chiedo quanta salita abbia ancora e mi indicano, l'ultima cima di giornata vedo un fotografo sul percorso e il tratto fino a lui lo corro volentieri, visto che il grado di ripidità è ancora accettabile...entrato in bosco inizia una serpentina di tornanti decisamente ripidi...da lontano sento il ticchettio di bastoni, prendo l'ultimo gel di giornata (oggi addirittura due, uno mignon e uno normale...) e mi inerpico al meglio che posso su questa salita, cercando di spingere...la gente che incontro mi dice che manca poco, che manca sempre meno...alla fine vedo un ragazzo dell'organizzazione che mi dice che è praticamente finita e che dopo un piccolo tratto scivoloso, avrò solo discesa, prima facile, poi più dura...finalmente ci siamo, inizio la discesa e prendo un bel ritmo, che ogni tanto si spezza per via di qualche roccia esposta, in mezzo al single track...continuo a tenere un bel passo, anche se non spingo più di tanto...me la godo, la discesa si fa tecnica e dopo che una piccola icona fa da spartiacque su un bivio, si fa tecnica e scivolosa, un mix di rocce bagnate e fango...passo indenne quest'ultimo tratto e vedo sotto di me le prime baite sopra Venzone...in men che non si dica, scendo giù e arrivo dietro le mura...chiedo a una signora quanto manca e lei mi dice che mancano si e no 500 metri alle mura...sulla strada saluto Cristiana che è già arrivata da un pò e mi immetto dentro le mura, in 7h37' concludo il mio viaggetto, che alla fine è di 48 km circa e oltre 3700 metri di D+ e un attimo dopo Cesko mi porge una birra di benvenuto...nel frattempo si avvicina Marta che mi è venuta a vedere all'arrivo nonostante mi avesse detto di no...un buon quindicesimo posto con un buon tempo, sono soddisfatto anche perchè non sono al meglio e sto ancora recuperando dall'Istria...fra sorrisi, impressioni e ristoro post gara, vado a farmi la doccia...qui incontro un pò tutti e si fa un sacco di bar sport...fatto è che faccio aspettare troppo Marta, che giustamente si arrabbia...inizio a sentire da alcuni della corta, che ci sono stati fulmini e una breve grandinata in quota sul Cuarnan...cosa che fortunatamente io non ho patito. Io e Marta andiamo a rifocillarci e finiamo in tempo per arrivare alle premiazioni. Aspetto le premiazioni assolute, della corta prima e della lunga poi...faccio una bella foto al buon Carletto che di lì a poco riparte con la sua ragazza verso Bergamo...io aspetto le premiazioni del campionato assoluto regionale di Ultrasky della Fisky, che forse qualcosa ho portato a casa...è infatti un terzo posto di categoria lo acchiappo... medaglietta al collo, mi bevo un'altra birra e mi mangio la pasta del pasta party, saluto tutti, fra cui il buon Cesko che deve tornare a Trieste in bici...infine un caffè in amicizia con il buon Ricky, con consorte e cani al seguito e poi si riparte verso casa...tanti sorrisi, birre, fatica, montagna...ma in serata arriva una di quelle notizie che non vorresti mai leggere nè sentire. Un runner della 30k, Mario Pantanali, 43 anni proveniente dalla provincia di Vicenza, è stato colpito da un fulmine, rimanendo folgorato e successivamente caduto, sulla cresta del Monte Cuarnan...purtroppo non c'è stato nulla da fare, l'hanno ritrovato in serata, già privo di vita. Poteva succedere dovunque e ovunque in montagna, ma in questo caso è successo proprio nel bel mezzo di una festa. Nessuna responsabilità da parte dell'organizzazione, solo tragica e infame fatalità. Ciao Mario, non ci siamo conosciuti di persona, ma ogni volta che calcherò sentieri scoscesi di montagna, rimarrai nei miei pensieri...già due settimane dopo, fra Firenze e Faenza, in un contesto decisamente diverso, mi sei stato vicino..."

T3C 2018

TRAIL 3 CASTELLI 2018: LA FINE DELL’INCUBO E L’INIZIO DEL DEFINITIVO SALTO DI QUALITA’? (IL RACCONTO DI NAZARENO)

(Fonte sito Runningforum.it)

 

"Parto con questo racconto, aprendo una parentesi.
Sono stupidamente, esageratamente cocciuto, fino all’autolesionismo, quando c’è qualcosa che veramente mi prende nel profondo. La passione per la corsa, l’ultra trail, l’ultra running è sicuramente una di queste cose.
A fine aprile 2017, ho un’avvisaglia. Fra l’Istria e la Penyagolosa, ho un piccolo infortunio fastidioso. Mi si è infiammata la zona pubica e dell’interno coscia sx. Non ci faccio particolarmente caso e dopo la gara in Spagna, il problema rientra. Resta in parte silente, poi dopo la durissima VUT di fine agosto, si ripresenta, in tutta la sua sintomatologia. Tengo duro, perché nel frattempo, idiota che non sono altro, ho già stilato un bel calendario di gare per la parte finale del 2017. Settembre si rivela fastidioso ma in parte fruttifero e riesco a fare un buon mese di allenamento. Mi trovo ad inizio ottobre, dove all’Euromarathon trail, riesco a chiudere finalmente fra i primi 10, complice anche qualche defezione eccellente, ma conscio del fatto che oltre ad aver fatto una discreta gara, ho stretto i denti, nonostante fossero soltanto 26 km e 1100m D+.
La forma è discreta, ma l’infiammazione allo psoas iliaco è ormai acuta e cronica. Nel mirino ho principalmente la Verona Marathon, che quest’anno fa anche campionato italiano di maratona.
Arrivo al Gevero, con diverse incognite e sfighe, ma riesco a fare comunque la mia gara. Peccato che una segnalazione di percorso sbagliata, nella nebbia, mi faccia perdere tutto quello che di buono avevo fatto nei 40 km precedenti, di cui 20 almeno, a metà servizio.
Arrivo a Verona in buona forma, ma con il contachilometri limitato. So già che a un determinato punto della gara, lo psoas inizierà a mordere e a farmi male. Ed infatti prima parte ok, poi dal trentesimo km inizia un calvario che dura per diversi km. Ciononostante, riesco a chiudere quella maratona 52 secondi dopo le 3h. Fare una Mara a 4’17” di media, con una gamba e mezza, non è poi così banale…La Cavalcata Carsica, primo amore targato trail running, oltre alla classica boutade fra chi fa un percorso e chi un altro, mi regala una gara in sofferenza, con una seconda parte in preda a i dolori e una chiusura in piena crisi esistenziale in 5h15’. A Barcellona, voglio sparare le ultime cartucce. Peccato che oltre all’infortunio, ormai cronico, mi venga a bussare alla porta anche l’influenza, che prendo in maniera lieve, ma che comunque mi debilita. In mezzo ad un inedito freddo cane catalano, riesco a malapena a fare poco più di 110 km in 12h. Mi fermo a metà gara, perché dolorante e febbricitante, non ne ho proprio più. Stringo i denti, perché a breve c’è l’occasione Ipertrail. Poi mi prometto di mollare per un po’. All’Ipertrail, tornano delle buone sensazioni, corro sempre davanti (ma d’altronde eravamo poche decine fra singoli e team) e devo fermarmi al 130° e sul podio virtuale, solo perché il gps è ormai senza traccia e un compagno di avventura sta male, devo dargli una mano. Ma l’Ipertrail più che una gara, è un’esperienza, che mi arricchisce e mi fa toccare delle corde introspettive quasi sconosciute. Invece di mollare, trovo stimoli nuovi. E riesco a mettere insieme un buon mese e mezzo di allenamenti.
Mi ritrovo a marzo, invitato alla gara locale che è il mio spauracchio, di cui non cito il nome (l’unica gara locale fra i trail corti, in cui non sono mai riuscito a fare fra i primi 10-15). Sfighe che imperversano e una giornata no, mi relegano attorno la trentesima piazza. Arriva il Bericus e sono in buona forma. Nei giorni prima ha piovuto, ma non penso ci possa essere troppo fango. Faccio un errore da pivello, ed invece di usare materiali idonei per il liquame berico, mi infilo ai piedi un paio di Mantra a fine corsa. I primi 30 km tengo bene, sui miei ritmi da 6h45’-50’ finale, ma al 30° cado dieci volte in pochi minuti, capisco che non è il caso di rischiare la pelle e rallento in modalità scarico. Chiudo in 7h37’ tanto per far parte della festa.
Stringo i denti ancora , c’è l’Istria a poche settimane. Escursione termica folle fra giorno e notte = crisi di stomaco. Ma nonostante tutto, infortunio compreso, non mollo e con un bel finale, porto a casa la terza 100 Miles di fila in 28h alto, che mi soddisfa parecchio, viste le difficoltà.
E’ ora di staccare un po’. Faccio appena 150 km di mantenimento in 4 settimane e finalmente inizio a sfiammarmi. Poi 2 settimane di buon allenamento con 80-90 km settimanali e tanto D+. Ed ecco che siamo già alla settimana della 3 Castelli.

I giorni passano veloci ed eccoci a fare i preparativi per andar su a Venzone, fra alcune delle montagne di casa, in uno dei borghi più belli d’Italia. Affardellato lo zaino e preparate le borse, partiamo. Arriviamo al B&B dove abbiamo la sistemazione. Parlo con la titolare e la figlia della gara, ci accordiamo per la colazione. Ma sotto c’è un gran baccano. Attaccata alla struttura, c’è un ristorante grill e pizzeria, che fa da sede di un motoraduno locale. Decidiamo di mangiar lì a cena e troviamo Inchi e Matteo (che saranno le scope della lunga l’indomani mattina), ci aggiungiamo a loro e fra racconti di gare, aneddoti e sogni, la pizza e la birra volano via.
Dormo pochino, sveglia 5.45 che fa male. Dopo i vari preparativi e la colazione, scendo per arrivare in centro paese e recuperare il pettorale. Zona pettorali rinnovata e nascondo il pacco gara nella loggia visto che non so dove metterlo…intanto metto su il pettorale e saluto un bel po’ di compagni di viaggio. Da Adriano ad Enrico Viola, da Ivan Zufferli a Cristiana Follador. Poi c’è Massimo, che dopo una lunga pausa per problemi cardiaci, ritorna alle gare. A lui va il mio in bocca al lupo speciale. Mentre siamo in fase finale di punzonatura, si paventa anche il favorito di giornata, Fulvio Dapit.

Amo questa gara, pur essendo la più tecnica e dura che abbiamo in regione (il nostro piccolo “Kima” autoctono), riesco ad intrepretarla abbastanza bene. Sono amico del creatore ed organizzatore della corsa e ormai sono affezionato all’evento…non si può mancare!

Lo speaker passa in microfono a Luca Brollo, per l’appunto l’organizzatore della gara, che oltre a farci un augurio di buona gara speciale, non dimentica la tragedia di 2 anni prima e chi purtroppo non c’è più fisicamente tra noi, il buon Mario…e dopo qualche minuto, partiamo! Dapit e Piller Hofer fin dal primo km pestano fortissimo sui saliscendi stradali. E vengono affiancati da Zarnik e Ivan Zufferli. Io resto un po’ dietro, con Massimo ed Enrico, mentre passiamo l’abitato di Rivoli Bianchi. Passiamo questi primi km ed inizia lo sterrato. Su il primo passaggio sul greto sul fiume, ci saluta Luca che vuole godersi i primi km della sua gara live. Dopo il bivio con le altre 2 gare (la 25k e la 15k), inizia il tratto in bosco, dietro di noi non rinviene Enrico, bensì un Guerri, particolarmente “agguerrito”. Finita la prima salita su un tratto di pratone dove Enrico ci è davanti, anche Massimo con un piccolo taglia curva mi supera, ma non ci faccio caso. Dopo la successiva discesa, si torna nuovamente a salire. Qui mi prende il gruppetto che ci tallonava, composto da 4 unità, fra cui Posocco, un tizio in cosciali grigio neri e maglia nera, Jack Barbacetto e un giovane austriaco con canotta verde. Mi metto dietro di loro ed inizia una nuova salita dura ed irregolare su pietraia, con tratti duri e tratti leggeri. Inframezzo corsa a camminata, poi il percorso volge a destra per ritornare sul sentiero panoramico tipico della gara, che sorvola Gemona. Sul tratto di saliscendi, mi prendono il “vecchio terribile” Ezio Poiana e Claudio Camerotto, resto con loro e poi sulla discesona per arrivare in centro paese li lascio dietro. Dopo il tratto nel bel centro cittadino gemonese con castello compreso e dopo il passaggio in galleria, ci immettiamo sul Troi dai 500. Sentiero non tecnico ma duro per le salite aspre e sempre irregolari. Si cammina al 70% e si corricchia al 30%. La giornata è piacevole e qualche goccia di pioggia era venuta giù prima della partenza, ma ora il meteo è praticamente perfetto…anche se fa già un bel caldino! Il Troi dai 500, sale in un fitto bosco, verdissimo. Il sentiero è piuttosto largo e un pò sassoso, alternando tratti da sentiero semplice a tratti con scalette in pietra. Sulla parte finale, eccoli riavvicinarsi, Ezio e Claudio. Davanti a noi vediamo un bel gruppetto… torniamo a correre appena inizia il lungo mangia&bevi in cresta. Una mamma e un bimbo, a bordo sentiero ci salutano e ci incitano, noi ringraziamo, proseguendo su questo sentiero che ogni tanto si inerpica e ogni tanto scende. Tratti roccia, tratti di fango, qualche guado. Rientriamo per qualche km nel fitto bosco, intanto parlottiamo a vicenda. Ezio e Claudio in particolare, farfugliano continuamente. Si corre abbastanza bene, perdo contatto con loro, quando faccio un pezzettino in più su una curva non segnalata ad hoc, lì vedo ancora a pochi passi da me…finalmente si apre il bosco, in fondo vedo la croce in legno, sono sul Zuc de Cros per l’appunto, che segna la fine del tratto in cresta e l’inizio di una tortuosa e ripidissima discesa, quasi sempre fangosa. Dopo un tratto corribile, inizia una selva di tronchi caduti, che assieme a una finissima palta e un sacco di foglie cadute e radici, sancisce l’inizio di una discesa da “bestemmia”…riesco a corricchiarla quasi tutta e uscito dal bosco, proseguo per il tratto stradale che picchia in discesa per un po’ e poi risale. Siamo a Montenars e di lì a poco raggiungeremo il primo ristoro della gara, adibito nel piazzale dell’agriturismo Tulin. Dopo un tratto di rientro in bosco, con ponticello da superare e punto foto (cioè due volontari impegnati a far foto in un punto strategico) , si ritorna su strada per prendere la salitina che porta al ristoro. Dietro di me c’è qualcuno. Vedo spuntare due persone. Intanto al ristoro saluto Ezio e Claudio che ripartono e arriva poco dopo di me, Francesco Forniz, oggi in grande spolvero e un ragazzo in maglia verde e cappellino bianco. Bevo diversi bicchieri di liquidi, addento della frutta e riparto: fa già un botto caldo!
Riparto, dopo un doveroso saluto ai volontari. Corro abbastanza bene i primi tornanti che portano dopo un km/un km e mezzo di carraia a un tratto d’asfalto in continuo saliscendi, che attraversa Borgo Plazzaris. Qui mi fermo per bagnarmi in una fontana e bere un sorso d’acqua fresca, nel frattempo, Francesco mi supera…non ci faccio caso e proseguo del mio passo. Arrivato sul pianoro di Roccolo, un volontario mi indica di scendere (me lo ricordavo dall’anno prima) per circa un km per poi riprendere il sentiero che ci porterà in cima al Monte Cuarnan. Fa sempre più caldo. Inizio la salita corricchiando ancora bene, appena s’inerpica, inizio ad andar sui con i miei curvi, spingo abbastanza bene, ma capisco che non sono ancora al 100%, due sole settimane di allenamento specifico non possono fare la differenza…intanto dietro di me, vedo muoversi qualcuno. Sul tratto boschivo (finalmente un po’ d’ombra!) che gira tutto a sinistra, si alternano tratti duri a tratti leggeri. Dietro di me, c’è il ragazzo in verde fluo che avevo visto al ristoro mentre ripartivo ed una mia vecchia conoscenza, Helmut Gartner. L’austriaco sempre vestito in biancazzurro che alle 100 Miles of Istria 2017 fece un bel pezzo di notte con me. Per poi chiudere con uno supersonico 23h…
Lo saluto e proseguiamo assieme. Dopo un pezzettino di corsa su pratone ed erba alta, tutto esposto al sole, si sale in cresta. Nel giro di un km saliamo diverse centinaia di metri di D+. Io ed Helmut ce la raccontiamo (devo rinverdire il mio appena sufficiente tedesco…) intanto Ezio, Claudio e molti altri, sono lì a poco da noi. Il primo tratto sembra finire presto, ma dopo un piccolo traverso esposto in cresta, pieno di volontari e soccorritori dell’SA con annesso cane, saliamo l’ultimo tratto che ci porta al piccolo campanile. Sembra non finire mai. Intanto al nostro gruppo, si aggregano, altri 2 austriaci e Cristiana Follador. Su questi metri di percorso, si è consumata la tragedia di 2 anni prima, un ricordo va a chi da qui non è più tornato…
Si inizia a scendere, su un sentiero abbastanza largo, ma accidentato. Passiamo il rifugio sulla destra, con viandanti che ci guardano straniti e divertiti, sostenendoci. Intanto un austriaco, Christof, mi supera saltando meglio di me tra i sassi. Ecco il ristoro, che non è più a Malga Cuarnan ma su un piano prima della discesa per la Malga. Arrivati sotto il gazebo del mi disseto con liquidi vari (acqua, Cola e tè) e mangio frutta a manetta. Arrivano gli altri austriaci, Cristiana e il ragazzo in verde fluo.
Riparto per primo e sulla carraia veloce che scende verso la Malga, mi cade un gel, lo vado a riprendere e vengo affiancato dal ragazzo verde fluo. Dopo la rampetta per la Malga, c’è un bivio molesto, dove un escursionista attento, fa da assistente improvvisato, indicando a tutti quelli della lunga di non girare subito a sinistra (percorso della 25k) ma di prendere il sentiero principale, che scende ancora un poco fino ai piedi del Chiampon. Gli dico che ha ragione e infatti di lì a poco si vedono le fettucce di gara. Mi vengono dietro sia il ragazzo che Cristiana e dopo aver passato la statua lignea di Cristo (che segna l’inizio di una vera Via Crucis…) si sale !
Fa caldo, parto controllato, davanti a noi c’è un gruppetto folto e dietro di noi, 4-5 unità. Dopo alcuni tornanti su leggera pietraia, inizia il duro durissimo. Rinvengono su Helmut e il suo compare, che faccio passare. Io resto con Cristiana, intanto il ragazzo verde fluo perde contatto. Dopo il primo costone (dove mi sparo il gel al cioccolato che prima mi era caduto), il panorama si apre meravigliosamente. Si vede di tutto, da Gemona a dx a i paesi del centro Friuli sulla sx fino a Udine. Si scorge nitidamente il corso del Tagliamento. Bando alle ciance, cammino decentemente e si sale sempre più con difficoltà. Qui i bastoncini sono praticamente inutili. Si sale con le mani, ormai questo è un primo-secondo grado di arrampicata, lo urlo anche a il ragazzo che mi sta dietro. Dopo alcuni passaggi su roccia, tutti presidiati da volontari del Soccorso alpino e dell’organizzazione, ecco il pezzo attrezzato, su tratto più esposto, su una fessura di roccia volo letteralmente fino a calpestare il sentiero un po’ più largo. Si sale ancora, abbiamo superato i 1500 (il Chiampon ne ha 1709) ed inizia il tratto finale, sto per prendere alcuni atleti ed un paio di atleti mi stanno riprendendo. In mezzo sempre Cristiana. Il tratto duro, sta finendo, ora i bastoncini tornano ad essere utili, sul pratone finale, che porta allo strappetto finale, riprendo l’atleta con i cosciali grigio neri ormai ko. Da dietro rinvengono Christof ed una new entry. Mentre sono in cresta vado verso alla croce, ma i volontari mi dicono di tornare indietro, perché si scende verso sinistra !

Si scende su pietraia supertecnica e ripida. Infidissima…perdo leggermente contatto con Christof e la new entry, ma cerco di corricchiare tutto o quasi per quanto possibile. Dopo il tratto ripido e pietrosissimo, inizia un tratto maledetto, con fanghetta, foglie marce e radici misto pietre. Qui se si cade ci si fa un male boia, pertanto ringrazio i bastoncini che mi danno una bella mano a restare in piedi…dopo un quarto d’ora di improperi, ecco finalmente una radura e…vedo un ristoro! Mi fermo, parlando in friulano con i friulanissimi gestori del ristoro. Vogliono farmi bere vino, ma chiedo una “bire fresche” che con qualcosa di addentato nel frattempo, diventa un ottima carica. Li ringrazio e torno a correre. Finalmente riesco a spingere un po’, su un bivio rischio di sbagliar strada (lì qualcuno ci ha lasciato tanti minuti di gara), vedo le fettucce a sx e faccio la curva correttamente. Sulla discesa boscosa, sempre piena di radici e foglie, ma più larga e facile, supero un ragazzo che corre con uno zainone, ovviamente si sta facendo un giro per i capperi suoi. Proseguo di buon passo e dopo un tratto pieno di piccoli tornanti e un guadino, mi fermo a far pipì. Riparto su un trattino in salita e poi sulla successiva discesa ecco una casera, piena di gente, che mi dice che devo andar più forte…ahah ma sono abbastanza cotto! Proseguo ed ecco più in basso un altro ristorino liquido in zona Ledis. Qui bevo un po’ di liquidi, mi bagno sotto una pompa d’acqua e riparto subito, riprendo Christof e Claudio, che mi dice che Ezio è fermo per problemi fisici. Ripartiamo assieme, dopo alcuni km, iniziano i sempre più presenti guadi, su uno mi decido a farci il bagno e Claudio va avanti. Il sentiero interseca parti in off road al limite del corribile e il fiume Venzonassa, che bisogna guadare continuamente. Un volontario ad un incrocio mi offre una birra e non posso rifiutare…la bevo velocemente e lo ringrazio…intanto dopo un tratto fangoso sopra gli scogli della Venzonassa, dove saluto un gruppo di ragazzi intenti a far picnic, ecco i guadi più difficili. Sul primo perdo diversi minuti, perché volendo salvaguardare i piedi, non voglio finire in acqua. Ma il torrente e troppo largo e la corrente troppo forte, mi ci butto fin sopra le ginocchia e via…qui inizia un tratto di 4-5 larghissimi guadi in inframezzati da 2-300 metri di corsetta. Questo continuo guadare nell’acqua fresca, mi rigenera le gambe, che sento più leggere. Infatti sul tratto in salita che porta al ricovero Navis, CP e ristoro della gara, corro alternando camminata veloce. Ed eccomi a Navis, scherzando, con debacle ed errori di gestione e di percorso di alcuni, ora sono 16°. Mi fermo a bere e mangiare qualcosina e ringraziando i preziosi volontari, riprendo a camminare e poi a correre. Fino a Malga Confin, sono 8-9 km. I primi 4-5 corribili su carraia semi asfaltata e i restanti sono un mini vertical con 550m D+ in soli 2 km e poi l’ultimo tratto in cresta. Riparto con gambe ottime. Ed infatti corro quasi tutte le rampe dei km successivi. Riprendo prima del vertical (chiamato giustamente dall’organizzazione “Troi de le bestemmie 2”) sia il tipo che mi aveva passato in cresta e sia Christof. Sul tratto iniziale (dopo aver incamerato il terzo ed ultimo gel di giornata) io e Christof riusciamo anche a correre, ma dopo nemmeno un km ecco il salitone che sembra non finire mai. Christof e una decina di metri davanti a me e per tutta la salita facciamo elastico. La salita non molla quasi mai, tutta su 30%. In più fango e radici non mancano. In più il Tomtom sta per chiudersi anzitempo e proseguirò a breve senza la sua compagnia. Difatti dopo aver finalmente scollinato il tratto ripido, trovo un single track che porta a Malga Confin e il Tomtom si chiude. Christof ha preso un leggero vantaggio, ma non importa, ho buone gambe e so di riprenderlo. Dopo alcuni passaggi molto fangosi e bagnati (qui ha piovuto anche di mattina), ecco la Malga. Dopo una rampetta che costeggia lo steccato, mi saluta per nome un volontario. Siamo a 44-45 km di gara, ne mancano 8-9. Mi fermo pochissimo al ristoro. Chiedo se c’è birra ma niente, mi accontento di tè e acqua. Mangio un po’ di frutta e riparto. Davanti a me Claudio più lontano e Christof più vicino. Dopo un paio di km di mangia bevi, per arrivare alla Malga successiva, inizia la vera e propria discesa, che cerco di fare il più veloce possibile. All’inizio è molto veloce, poi tornano a far visita le pietre…sempre più sconnesse e grandi. Alcuni tratti che costeggiano la collinetta della Chiesa di Sant’Antonio Abate, sono stati scavati letteralmente dall’organizzazione. Dopo aver superato una coppia di escursionisti… sento delle voci (forse nella mia testa??) e pensando fosse qualcuno della gara aumento la velocità, supero altri escursionisti e pian piano vedo Venzone avvicinarsi, perché anche se sto andando piuttosto veloce, il sentiero non scende in picchiata per il momento. Inizia il ripido e Pam! Una bella puntata su un alluce mi fa urlare al cielo, un’unghia rotta era il minimo per oggi…proseguo la mia corsa facendo slalom fra le rocce, sempre insidiose. E Pam! Di nuovo, fuori anche l’altra unghia dell’altro alluce. Supero le scope e le retrovie della 25k, che mi incitano e non sanno bene quanto manchi all’arrivo…nel tratto pietroso e ripido che ogni tanto si inframezza a finti pianori, ecco Christof. Lo vedo affaticato, gli chiedo come sta e lui mi dice così così…un veloce e piccolo trattino in asfalto con una spettatrice indomita che prende i tempi di passaggio e a cui chiedo quanto manchi…e poi ancora pietre, sul tratto che costeggia alcune case private, faccio un bel capitombolo, ma fortunatamente cado bene e non mi faccio nulla. Chiedo a Christof se vuole chiudere assieme a me, ma non lo vedo molto convinto. Capisco il perché appena arrivati in paese, su strada perde subito contatto. Sul ponte sulla Venzonassa, decido di proseguire del mio passo e aumento un pochino, saluto un po’ di gente e dopo un rettilineo e un paio di curve…ecco l’arrivo! Lo speaker fa il mio nome e dandogli il 5, passo il nastro d’arrivo. 8h48’ e 14° assoluto per questi 53km abbondanti molto tecnici, con circa 3750m D+ (anche se sembrerebbero un po’ di più). Una buona gara, che mi soddisfa, considerando le sole 2 settimane serie di allenamento, la durezza del percorso e perché da Navis in poi ne avevo ancora tantissimo. Attendo Christof e mentre bevo un birrone con Marta al bar attaccato all’arrivo , arrivano altri 2-3 atleti, fra cui Enrico Viola, che mi era finito (a mia insaputa) dietro, sbagliando proprio su quella famigerata curva dopo il primo ristoro sotto il Chiampon in zona Stavoli Cric che lo aveva portato chissà dove. Terzo tempo breve post doccia, perché le incombenze pressano, pasta party ed altra birra. Le impressioni della gara le lascio in doccia e poi con Luca Brollo con cui mi saluto calorosamente…saluto un po’ tutti i compagni di viaggio che trovo e poi via, si riparte. Si, forse il T3C è il mio spartiacque sportivo della stagione…e dopo il tunnel si ritorna a vedere la luce, verso nuove avventure e nuovi orizzonti!

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