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WESTERN STATES ENDURANCE RUN 2013

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Introduzione

La Western States Endurance Run, o più brevemente Western States 100, o anche WS100, è una competizione sportiva di ultratrail che si svolge fra le montagne della Sierra Nevada in California sulla distanza di 100 miglia (circa 161 km). È una della più antiche competizioni di ultratrail, considerata anche una delle più prestigiose.

Il luogo della partenza è nella Squaw Valley, presso lo Squaw Valley Ski Resort, nello Stato della California; l'arrivo ad Auburn, sempre California, per una lunghezza totale di 100 miglia. Il percorso sale dalla Squaw Valley (6200 piedi s.l.m., pari a 1900 metri) fino all'Emigrant Pass (8750 piedi, cioè 2681 metri), con una salita ripida di 2550 piedi nelle prime 4.5 miglia. Seguendo poi l'antico sentiero usato dai cercatori di oro e argento della prima metà del XIX secolo, il tracciato devia a ovest attraversando varie cime e canyon, salendo complessivamente per altri 15540 piedi e scendendo per 22970 prima di raggiungere Auburn. Il dislivello positivo complessivo è quindi di 18090 piedi (5500 metri), quello negativo di 22970 piedi (7000 metri).
Non pochi tratti del percorso sono accessibili soltanto a piedi o a cavallo. Le condizioni meteorologiche sono estremamente variabili, con possibilità di neve nelle zone più alte, e temperature che possono superare i 40 °C nelle vallate. Circa 1500 volontari sono distribuiti lungo il percorso, che prevede diversi check-point.
La competizione è annuale e prende il via alle 5:00 del sabato dell'ultimo fine settimana di giugno. Il tempo limite per rientrare in classifica è di 30h, cioè l'orario massimo di arrivo è entro le 11:00 della domenica seguente.
Coloro che completano la gara entro il tempo massimo vengono premiati con una fibbia in argento che riporta, inciso a mano, il logo della competizione.

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Inizialmente la WS100 era una gara equestre, nota come Tevis Cup "100 Miles - One Day", nata nel 1955 per provare che un cavallo poteva completare il percorso in meno di un giorno. Nel 1974 un veterano della corsa in montagna, Gordy Ainsleigh, si unì ai cavalli per provare che anche un uomo poteva completare il medesimo percorso in un giorno: Ainsleigh giunse al traguardo dopo 23h42'.
Negli anni successivi altri corridori si cimentarono nella corsa insieme ai cavalli, e così nel 1977 fu indetta la prima Western States Endurance Run, riservata ai soli corridori a piedi: vi parteciparono 14 uomini, di cui soltanto 3 riuscirono a raggiungere l'arrivo; il primo, Andy Gonzales, stabilì così il primo record in 22h57'.

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Il record maschile attuale appartiene a Timothy Olson, con 14h46'44'', tempo stabilito nell'edizione del 2012. Il record femminile è detenuto da Ellie Greenwood, con 16h47'19'', ottenuto nel 2012. Il corridore più giovane ad aver vinto la competizione è Kilian Jornet (24 anni) con un tempo di 15h34'24'', ottenuto nel 2011. Il corridore più anziano ad aver partecipato è Ray Piva (più di 70 anni) che nel 1998 chiuse in 28h09'24''.

IL RACCONTO DI BUSSINO

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PARTE I

"Dopo aver concluso la CCC, il mio cervello parte per la California diresione Western States ed ancora non è tornato indietro.
Siamo a settembre ed io vivo in maniera maniacale la data del 1 novembre apertura delle iscrizioni alla WS. Le iscrizioni verranno fatte on-line tramite il sito UltraSignup e teoricamente non conta iscriversi il primo giorno o l'ultimo tanto tutti finiremo all'interno di un urna da cui usciranno i nomi degli aventi diritto, ma per me non conta, voglio essere il primo ad iscrivermi così già due giorni prima espleto tutte le formalità di registrazione sul sito incaricato alle iscrizioni, non mi resta che attendere l'apertura ed il gioco è fatto.

Vi risparmio le menate davanti al pc, da vero maniaco sta di fatto che riesco ad iscrivermi per primo, così per i trenta giorni successivi ogni 20' faccio ricaricar la pagina delle iscrizioni per vedere quanti saremo a prendere parte al sorteggio, sperando che non ci siano altri italiani, questo perché da regolamento della gara gli organizzatori puntano ad avere almeno 50 stranieri sui 400 partecipanti che prendono sempre il via, e se dall'urna il numero di 50 non viene raggiunto scelgono loro d'ufficio chi prendere e di conseguenza anche un eventuale autocandidatura può essere presa in considerazione.
Immaginatevi voi le mie reazioni :ncomment: :bastone: :frusta quando di volta in volta e per un totale di quattro volte, vedo apparire il nome di un'altro italiano.

E così tra sogni, calcoli statistici e seghe mentali di ogni genere arriviamo finalemente alla faditica data dell'8 dicembre e al sorteggio. Mentalmente sono sempre stato convinto che sarei stato sorteggiato, ma le possibilità di essere preso con una volta sola il nome nell'urna non è certo delle più rosee. Si perché una cosa non vi ho detto, è che per partecipare alla Western non basta finire una delle gare riconosciute valide dagli organizzatori nel periodo da novembre 2012 a novembre 2013, non basta dover passare dalle forche caudine del sorteggio, ma a seconda di quanti anni è che ci provi, il tuo nome viene inserito nell'urna 1/2/3/4 volte, quindi in realtà quando abbiamo fatto il sorteggio è stato come se con me gli iscritti fossero 6400 e non i 2200 reali.

Per l'8 dicembre decidiamo con mia moglia di passare il fine settimana ai Mercatini di Natale di Bolzano, quindi vi potete immaginare come ero teso nelle ore antecedenti al sorteggio, mia moglie che mi consoce fin troppo bene, ad un certo punto con la scusa della Greta mi fa tornare in albergo, ma in realtà lo fa per me in questo modo posso collegarmi in Streeaming sul cellulare e assistere al sorteggio in diretta.

Inizia il sorteggio, dall'urna usciranno solo 275 nomi, gli altri partecipanti per raggiungere il numero fatidico di 400 iscritti vengono scelti con parametri diversi, per farvi capire i primi 10uomini e le prime 10donne dell'edizione precedente.

Continuo a guardare lo scermo, continuo a verificare l'elenco che viene aggiornato in tempo reale, non c'è nulla da fare ne io ne nessuno degli altri Italiani veniene estratto.

Come detto gli Amercani hanno stabilito il numero di 50 stranieri presenti al via, e siccome ne mancano 33, io faccio quello che mi era stato suggerito ho inviato immediatamente la mail (già pronta da due giorni) dove in toni molto pacati chiedo di essere preso in considerazione qual'ora volessero per motivi di internazionalizzare al gara prender degli stranieri d'ufficio.

Sono abbastanza abbattuto, non vorrei dormire ma cosa devo fare? niente così mi infilo a letto... alle tre di notte la Greta si sveglia, la prendo in colo e provo a farla riaddormentare, per puro caso noto la lucina lampeggiante sul cellulare ho un messaggio... come una falena attratta dalla luce mi dirigo verso quel puntino luminoso lo guardo ho una strana sensazione, faccio scorrere il dito sul displei e leggo:

Messaggio privato su FB da Parte di Piero Sisti: ALBERTO TI HANNO PRESOOOOOOO!!! lì per lì penso ad uno scherzo, poi guardo il link e vedo che effettiivamente il mio nome è presente sulla lista dei partecipanti. Penso che sia merito della mail, ma quando guardo nella posta elettronica e confronto gli orari di pubblicazione dell'elenco e quella di lettura della mail mi accorgo che hanno una differenza di più di due ore, infatti la lista definitiva è stata pubblicata 2' dopo la chiusura del sorteggio (avevano già stabilito che prendere nel caso non fosse stato sorteggiato), ulteriore conferma l'ho avuta con la mail di risposta da parte del direttore di gara, che mi ringraziava ma mi diceva lei era già stato accettato d'ufficio.
Sono quasi le sei del mattino ed io sono lì con mia figlia che mi dorme in collo e con mia moglie nel letto.... non riesco a dormire aspetto che si svegli Costanza e le dico "Prepara le Valigie che andiamo in California"

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PARTE II

"E così mi hanno preso, riuscirò a coronare il mio sogno di fare la Western States, per prima cosa espleto tutte quelle che sono le formalità previste dal regolamento, non ultima quella di svolgere almeno 8h di volontariato per il mantenimento dei sentieri di montagna o per aver svolto servizio in occasione di manifestazioni sportive. E siccome faccio parte della Banda dei Malandrini A.s.d. che organizza il Trail del Malandrino, da questo punto di vista sono coperto.

Ora non resta che puntare alla mitica Fibbia d’Argento.

Per riuscire ad ottenerla non devo fare altro che finire le mie fatiche sotto le 24h.
Ma in realtà ho l’ambizione di chiudere la gara tra le 18 e le 20h così mi metto a tavolino e programmo la mia preparazione. Prendo contatti con BlackMagic che tra l’altro oltre ad essere un amico è anchel’atleta che ha appena stabilito la miglior prestazione di un Italiano alla WS, proprio con l’edizione 2012.
Da BlackMagic mi faccio soprattutto spiegare che tipo di condizioni troverò e quali sono le zone che lui ha utilizzato per fare il cambio indumenti. Alla WS, infatti possiamo lasciare fino ad 11 sacche in zone pre-assegnate dove all’interno possiamo mettere tutto quello che riteniamo necessario.
Grazie ai consigli di BlackMagic, decido come impostare la mia preparazione:

Sarà divisa in due blocchi da tre mesi l’una ed improntati a fase differenti:
• La prima sarà improntata ad aumentare il fondo e a potenziare la tecnica, soprattutto dovrò tener presente che la gara prevede un dislivello negativo di quasi 8000 metri mentre quello positivo non arriverà ai 7000, di conseguenza devo fare tanti allenamenti anche con oltre 1000 di dislivello negativo in pochi km, da questo punto di vista sono fortunato visto che vivo ai piedi di Monte Morello e che in 7,5km sviluppa 1000md+ e 1000md-, quindi sono tranquillo
• La seconda parte di preparazione invece sarà con le giuste modifiche, più similare come tempistiche ad una maratona.

Tra i tanti aiuti ricevuti da BalckMagic ho quello di prendere contatto con Chris Perillo, che in occasione della gara di Black ha svolto la mansione di Pacer. Purtroppo Chris ha già promesso di aiutare una sua amica, ma siccome in America far parte di una Crew o esser il Pacer in occasione di gare importanti è un grande onore, ecco che mi mette in contatto con Curt Casazza, il quale oltre ad avere un personale di 2h40 in maratona oltre ad essere un fantastico ultramaratoneta, è anche una persona speciale con lui stringerò una bella amicizia che durante la gara si consoliderà proprio nel momento del bisogno.

Per quanto riguarda i Pacer il regolamento è estremamente rigido nello spiegare cosa possono o non possono fare, solo se lo vivi come una missione puoi sobbarcarti km e km di allenamento ore e ore di fatica anche fino a svolgere allenamenti da 80km solo per permettere all’atleta che stanno accompagnando di raggiungere il proprio obbiettivo. Guardate che a parte la soddisfazione personale non hanno nessun tipo di riconoscimento, nemmeno la medaglia di finisher anzi se è per questo non hanno nemmeno il diritto di tagliare il traguardo ma vengono incanalati a 50m dal traguardo in un uscita secondaria.

Il mio sogno è come detto quello di chiudere la WS tra le 18 e le 20h questo vuol dire ritmi sostenuti ed una alimentazione impeccabile come impeccabile dovrà essere la mia idratazione.

Così ogni uscita è studiata, ogni allenamento è monitorato, ricorro spesso al mio amico e fisioterapista Claudio Maggi per far si che il mio fisico sia sempre al meglio. Grazie alla dott. Molinari nutrizionista sportiva gestisco al meglio le fasi alimentari, non sto lasciando niente di intentato e niente al caso.

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Ma come sempre tutto può essere migliorato e rivisto, infatti per l’edizione che sto preparando mi sono accorto che devo aggiungere alcuni allenamenti da 35/40km ed almeno un paio di gare in più per gestire al meglio il passo di gara.

Per il 2013 invece ho deciso che non voglio fare gare, nel 2012 ne ho fatte troppe e ne avevo le scatole piene, e non posso arrivare a fare 160km con la nausea da gara. Quindi l’unica gara che metto in calendario ma solo per testare il passo è il Passatore ad un mese esatto dalla WS, ma non tutto solo i primi 70km quindi fino al traguardo intermedio di Marradi.

 

Il clima è impietoso, pioggia e freddo ma devo comunque cercare di stare tra il passo del 6’45 al km ed il 7’30 al km per poter appunto stare tra le fatidiche 18/20h. Il passo che riesco a tenere è ottimo e mi conferma che la preparazione è stata fatta bene infatti arriverò a Marradi in 7h00’11” che corrisponde alla media del 6’27 al km, quindi più forte del passo migliore previsto.

Qualcuno si domanderà perché 70km e non finire il Passatore, visto che 100km ad un mese dalla gara possiamo paragonarli ai 33 nelle maratone. Presto detto, perché il dispendio energetico non è lo stesso, a livello muscolare i microtraumi sono molto superiori, ed il rischio che il mio neuroma di Morton si infiammi visto il terreno duro diventano delle motivazioni più che valide.

Dopo 15 giorni mi faccio l’ultima vera uscita di 18km in montagna in compagnia di Claudio, sono talmente soddisfatto del lavoro svolto che l’allenamento vola via veloce

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PARTE III

Atterro a San Francisco, prendo la macchina a noleggio e mi dirigo al mio albergo ad Auburn dove per i prossimi sei giorni soggiornerò,
Il caldo si fa sentire subito, soprattutto perché da noi l’estate è tremendamente in ritardo viste le continue piogge, così tra una birra e un panino ne approfitto per fare una corsetta tanto per testare le gambe col caldo. Le sensazioni non sono male ma le gambe le sento un po’ fiacche per via del caldo.


I primi giorni scorrono un po’ monotoni, anche perché la cittadina è tranquilla ma anonima a parte qualche piccolo aspetto caratteristico, le persone sono affabili e gentili e tutte sono entusiaste quando accenno che mi trovo lì per la WS, a giro però non c’è nulla che possa far intuire che da lì a 3 giorni si svolgerà la principale gara del luogo, nemmeno al campo di atletica dove finiranno le mie fatiche c’è il ben che minimo segnale della manifestazione. Le uniche notizie le danno i giornali.

Probabilmente avrei dovuto andare direttamente alla Squaw Valley e fare campo base a Tahoe city.

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Comunque la scelta ormai è stata fatta quindi aspettiamo venerdì mattina per trasferirci. Nel frattempo ho potuto incontrare Curt che è venuto a trovarmi all’albergo, tra il poco inglese mio e lo 0 Francese suo riusciamo comunque a stabilire la mia strategia di gara grazie a Google Traslate. Che personaggio Curt si è sobbarcato 2 h di macchina per venirmi a conoscere e parlare della gara, portando con se le sue due figlie.

E’ venerdì mattina mi trasferisco al villaggio olimpico della Squaw Valley dove ritirerò il mio pettorale e dove espleterò tutte le formalità mediche.

 

Compilo l’ennesima scheda e vado al controllo medico, il dottore, mi misura la pressione, mi pesa con in dosso la maglia, i pantaloncini e le scarpe, così una volta stabiliti i miei parametri medici mi marchiano posizionando il Braccialetto, qui non si scherza con la disidratazione puoi avere i migliori riscontri medici durante le visite ma se durante la gara, non rientri nei loro standard puoi dire addio alla gara, qui non è un certificato medico fatto una volta l'anno che stabilisce la tua idoneità, qui ogni 10 miglia verrò sottoposta al controllo del peso da parte dei dottori e se non rientro nei loro parametri ciao ciao gara, lungo il percorso ci saranno circa 12 squadre da 3 medici l'una che zaino in spalla si sorbarcheranno circa 10 miglia a team per essere a disposizione dei concorrenti lungo il percorso, ci saranno 11 postazioni mediche fisse, facendo due conti abbiamo lungo il percorso tra medici e paramedici circa 200 persone praticamente 1 dottore ogni 2 corridori.

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Dopo aver fatto i controlli del caso, ed aver comunicato la marca delle scarpe e delle calze con cui correrò, finalmente vado al ritiro pettorale e a ritirare il pacco gara, che devo dire vista la sua scarsità mi delude un po’, in fondo cosa mi hanno dato? Una borsa fighissima della Montrail (che si è fregata subito mia moglie adducendo delle scuse che ancora stento a comprendere) una felpa, una tesa per il sole, una tazza col logo della gara, una borraccia della GU, integratori di vario tipo sempre della GU, una maglietta in cotone, una maglia tecnica, due rotoli di nastro per le fasciature, una giacca antivento, un peluche raffigurante il leone di montagna simbolo della gara, ed una borraccia da escursione da 750 della camelbak, oltre al chip e al pettorale.

A questo punto non devo fare altro che consegnare le 4 sacche con altrettanti cambi da farmi trovare lungo il percorso, e godermi il resto della giornata prima di andare a Tahoe City per cenare e dormire.

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Ci siamo domattina alle 5 prenderà il via la 40° edizione della Western States 100 miles endurance run.

PARTE IV

Sono le due di notte, mi alzo mi vesto prendo la colazione e mangio mentre in macchina mi sposto da Tahoe city alla squaw Valley.

Qui prima di colazione effettuo il primo dei 10 controlli medici previsti in gara, vale a dire controllo del peso zaino escluso.

http://www.wser.org/course/aid-stations/ qui trovate tutti gli altri controlli medici, i cancelli orari, dove possono e come possono arrivare le crew, da che miglio possono entrare in gioco i Pacer e dove eventualmente essere sostituiti, quando nel racconto inizierò a parlare di Curt vi spiegherò quello che può o non può fare un pacer.

Siamo a 2000 metri dobbiamo andare a 2700 poi da lì in poi la gara si svilupperà principalmente in discesa con strappi in salita lunghi e pesanti, alla fin fine fa 6800m di dislivello positivo in pochi cattivissimi muri.

Una piccola curiosità, in merito alla cartina che troverete nel link che vi ho dato, la cartina va letta da destra a sinistra, non è stata inserita male, è che in America si tende a lasciare in alterati i punti cardinali di conseguenza visto che la partenza si trova a nord est rispetto all’arrivo la cartina mantiene questa visualizzazione, stessa cosa per il profilo altimetrico riportato sulla medaglia di finisher.

Ma torniamo alla gara ho deciso di utilizzare sei su undici zone cambio a disposizione (probabilmente da qualche parte ho erroneamente scritto 4 o 5) e precisamente le stesse che ha utilizzato Blackmagic tra parentesi troverete le sue motivazioni:
Red Star Ridge (se sei partito con i guanti o maglietta maniche lunghe puoi cambiarti e lascire la roba di troppo nella sacca)
Robinson Flat (un paio di calze e crema da applicare)
Last Chance (prima di entrare nei canyon sali e/o alimenti)
Michigan Bluff (calze e cura piedi, evita di farlo a Foresthill che c’è casino e perdi solo tempo)
Rucky Chuck Far (dopo l’attraversamento del fiume cambio calze e/o scarpe, ci metti anche maglietta maniche lunghe o comunque cambio per la notte)
Auburn Lake Trail (alimenti di conforto e qualcosa che ti resusciti e porti fino in fondo)

Ho deciso di partire in maglietta e manicotti o copri braccia come dir si voglia, a già anche i manicotti fanno parte del pacco gara, ma come avrò fatto a dimenticarmi dei manicotti era talmente scarso il pacco gara, l’abbigliamento scelto è quello della icebreaker sponsor tecnico del Kutt, capi in lana merinos, capi che si sono rivelati fantastici proprio per combattere il caldo.

Ormai ci siamo mancano 10 minuti alla partenza, c’è il mondo a vederci partire la pista da sci è tutta illuminata a giorno, centinaia di persone sia delle crew ma anche semplici curiosi si sono dipanati per tutta la lunghezza dei primi 7km che ci porteranno a quota 2700m. Come detto i primi 700metri di dislivello positivo li bruci a freddo. Decido di partire con calma non ho intenzione di sprecare più energie del dovuto.

Via si parte la confusione è assordante la gente incita, fotografa, filma, hai voglia a dire parto piano, farlo ti sembra di fare un torto a quelle persone che non hanno dormito per venirti a vedere.
Comunque si non mi faccio fregare, almeno non più di tanto, prendo il mio ritmo non voglio fare strappi, quando la pendenza sale mi metto a camminare, con un bel passo spinto (di solito non lì uso ma alla WS, è vietato utilizzare i bastoncini)inizia già ad albeggiare, mi trovo in coda intorno a me le prime tre donne in classifica spingono decise, ci siamo scolliniamo e ci facciamo subito la prima discesa, al controllo dovrei essere transitato 70mo ma non ricordo potrebbe essere anche centesimo, sta di fatto che sto facendo il ritmo che mi sono imposto.

La prima discesa è larga ha una discreta pendenza ma è molto poco tecnica, lascio girare le gambe ma quando deve succedere l’imprevisto succede, la gara per cui mi sono preparato 6 mesi, per cui ho deciso di non fare gare nel periodo gennaio/giugno, la gara che attendo da 3 anni sta per finire nel cesso dopo solo 12 km. Perché quando uno è coglione non può che meritarsi di farsi male come mi è successo...

Come stavo dicendo la strada è larga bianca pulita non ci sono imprevisti o menate, non è una discesa tecnica, io che riesco in discese piene di pietre, radici ed ogni tipo di ostacoli ad andare a 4’ al km, sto per farmi male nel salotto di casa e nel modo più idiota possibile.
Siamo al 12°km la strada liscia come il culo di un bebè svolta verso destra, stringo la curva ma la punta del mio piede destro entra nell’asola della stringa del piede sinistro, il ginocchio si gira ed io volo in quella posizione con tutto il mio peso proprio sul ginocchio.
Arrivano due ragazzi mi chiedono se tutto è ok e ricevuto il mio gesto proseguono la loro corsa, mi alzo mi rimetto a correre, a parte tre stupidi graffi sto bene, così riprendo a viaggiare al mio ritmo. Mentre corro mi maledico, io che le stringhe le tengo molto corte proprio in questa gara dovevo fare questa cazzata?

Dopo la discesa ci siamo nuovamente attestati sui 2000metri di quota, e per circa 25 miglia rimarremo a questa altezza, il panorama è da urlo.

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Il mangia e bevi che devo affrontare non creano problemi, sto viaggiando al ritmo prefissato anche se l’uggia che sento al ginocchio è che si è presentata dopo un paio di km dalla caduta è ancora presente.

Siamo a circa 12 miglia di gara la strada è veramente un autostrada rispetto a quelle a cui siamo abituati

Il caldo inizia già a farsi sentire, bere è la regola principale, con cadenza chirurgica bevo e mi nutro, però un errore l’ho commesso, ho deciso di un portare la borraccia a mano ne lo zaino con i due porta borracce sugli spallacci, ma mi rendo conto solo ora che sto già bevendo come un cammello, di conseguenza la borraccia laterale finirà che l’ho praticamente in mano fissa.

Al 16 miglio ho il primo ristoro comprensivo del cambio, a 400m dal ristoro da sola nel bosco c’è una volontaria che radio alla mano comunica il mio pettorale scandendolo chiaramente due-sei-due, lì per lì lo ritengo il controllo del passaggio, invece è la massima espressione di efficienza che possono dare gli Americani in questo tipo di gare, infatti come arrivo al ristoro mi vengono incontro due ragazze che avranno tra il si e il no 16 anni, la prima mi chiede di darle le borracce per riempirle, io decido di far mettere acqua in una e acqua e ghiaccio nell’altra, in quella di solo acqua metterò io successivamente i sali minerali in compressa, la seconda ragazzina invece mi corre in contro con la mia sacca, ecco il perché la prima è posta a 400m dal ristoro è lì per comunicare chi sta arrivando in maniera che, i volontari verifichino l'eventuale presenza della sacca e la consegnino immediatamente al concorrente, che a questo punto non deve fare altro che mangiare al ristoro, cambiarsi gli indumenti, mentre i volontari fanno tutto il resto.

Le miglia scorrono veloci, anche se devo dire che il ginocchio inizia a dare problemi la mia media è leggermente calata ma resto ancora nei tempi fissati.

Manca poco al 30mo miglio Robinson Flat (un paio di calze e crema da applicare).

Come detto in precedenza siamo al trentesimo miglio e qui avuta la conferma del tipo di terreno opto di applicare la mia prima strategia, via le scarpe da trail si indossano quelle da strada decisamente più reattive che mi dovrebbero permettere una spinta maggiore. Fatto il cambio ho modo di ammirare anche le tante persone che sono venute a vedere il nostro passaggio, tutti attrezzati con prodotti da campeggio, si godono il sabato in piena libertà incitando i partecipanti.

Ma dopo il ristoro, tutto cambia, quella che era una semplice uggia al muro che si presenta al 31 miglio è fiammata, il dolore diventa pesante subito inizio a zoppicare, praticamente alla seconda vera salita il ginocchio ha reagito alla caduta. Inizio a camminare ci metto una vita ad arrivare al controllo successivo, tanto che a casa molti avevano già ipotizzato il mio ritiro non vedendomi arrivare.

Al ristoro arrivo distrutto, i volontari mi chiedono di dove sono e quando rispondo Firenze, c’è poco da fare la loro invidia è palpabile. Mangio una marea di cocomero (anguria per il resto d’Italia) di popone (melone per il resto d’Italia) bevo e riparto, la sosta mi ha fatto bene, ed i discesa non sento troppo dolore, così riesco a macinare nuovamente il mio ritmo anche se sono notevolmente in dietro nella tabella di marcia, sono ancora in corsa per le 20h, ma dovrò stringere i denti.

All’ennesima salita il ginocchio presenta il conto sotto forma di dolore, tra l’altro mi rendo conto che in realtà in discesa non sento dolore solo perché ho cambiato la mia impostazione di corsa, ma sicuramente sarà il mio piede sinistro ad avere la peggio se non faccio qualcosa.

Il ginocchio si sta gonfiando, le fitte mi fanno maledire la mia stupidità. Per ora non mi ritiro, il dolore si sopporta e quindi si punta dritti al prossimo controllo medico.

PARTE V

Ho lasciato Robinson Flat, la salita che segue il ristoro, mi si pianta nel ginocchio e mi fa bestemmiare fitto fitto. La sosta per cambiare le calze e le scarpe ed il tempo trascorso a mettere la crema a piedi ed interno cosce si fa sentire, nei 48km fin qui trascorsi non mi ero fermato più di un paio di minuti a ristoro, ma questi 10’ hanno fatto affiorare in maniera indelebile il problema al ginocchio. Il cervello inizia a mandare segnali di resa, mi arrivano pensieri del tipo, a questo punto hai sballato il dolore è forte perché continuare?
La risposta è semplice, perché questa non è come le altre gare, questa è la WS perché vale la pena soffrire, perché a mia figlia ho promesso che sarebbe stata orgogliosa di me e che avrei fatto ricredere gli scettici.
E poi come faccio? A Foresthill c’è il mio pacer, c’è Curt che si è fatto veramente il culo per essere tirato a lucido per aiutarmi, mi sta aspettando e dovrà farlo per più del tempo previsto. Così stringo i denti e vado a vanti, dopo la salita torna la discesa e a questo punto si scende tanto e quando vado in discesa le gambe girano ed anche bene, passo uno o due compagni di viaggio, come fai a definire avversari delle persone che come te condividono la tua stessa passione, che come lì sorpassi ti fanno “good Job” “good job” ecco il primo guado mi butto dentro deciso rischiando di gettare un altro concorrente in acqua 
e rischiando di schiacciarne un altro che per il caldo ha deciso di farsi un bagno, ma sono lanciato visto che in discesa il ginocchio da tregua e il garmin mi rincuora, chiedo scusa e procedo, ormai il sole è alto in cielo il caldo diventa soffocante ma lungo il percorso si trovano i volontari che ti incitano, ti caricano, ti danno la forza di andare avanti. Ai ristori si trova la cosa più buona del mondo il cocomero, fresco dissetante energetico, ne infilo diversi pezzi in un sacchetto di plastica ed ogni 5 minuti ne mangio un pezzo, mamma com’è buono.
Ho quasi ripreso coraggio, alla fin fine in discesa riesco ad andare bene, anche se non sono più in linea con i miei tempi lo sono con la possibilità di portare a casa la fibbia d’argento.
Mentre corro ed arrivo al Med check di Last Chance ho il morale abbastanza alto, i volontari mi indicano il controllo medico salgo sulla bilancia mentre due ragazzi sono lì per me uno che mi tiene lo zaino mentre espleto le formalità del controllo l’altro è volato a riempirmi le borracce. La bilancia dice che il peso è perfetto ma vorrei vedere che non lo fosse come minimo ho già bevuto circa 7 litri di acqua e mangiato non meno di 1kg di anguria.
Ancora 33km ed il mio pacer potrà aiutarmi, la gara si è attestata e così i 30 e passa km che mancano a Foresthill, scorrono veloci tra un applauso e l’altro, tra semplici curiosi che si piazzano con le sdraio e il giornale della gara ad incitare tutti i corridori nome per nome. La passione che ci mette anche il pubblico è esemplare, tutti a partire dai nonni fino ad arrivare ai nipoti sono lì che incitano, e chiedono il 5 ai corridori. Emblema di questa passione il tizio che ha attaccato un mega cartello sulla fiancata della macchina, su questo cartello ci sono 400 caselle e per ogni corridore che passa lo incita e segna numero di pettorale e orario di passaggio con relativa posizione in classifica provvisoria.
Il dolore al ginocchio è contenuto, ma purtroppo non sto correndo in maniera corretta e le dita del piede sinistro danno qualche piccolo segnale negativo…
Ormai mancano veramente poco all’incontro con Curt così è giunto il momento di spiegare cosa possono o non possono fare le crew e i pacer.
Le Crew possono dare supporto logistico ai corridori, però questo supporto è regolamentato, e le zone di aiuto sono ben precise, anche nel quantitativo di persone o mezzi che possono intervenire in certe aree. A differenza di altre gare qui le crew vengono registrate, quindi eventuali errori commessi la punizione è severa squalifica immediata. Le crew sono uno spettacolo vedi persone che hanno portato di tutto veramente, vedi gli amici dei corridori con cartelli, maglie, trombe, insomma tutto che oltre a servire al loro amico fa da colore e folclore.
I Pacer, accompagnano i corridori, sono registrati ed hanno un pettorale di colore diverso ma col medesimo numero del loro atleta. Possono correre affianco o dietro il proprio assistito mai davanti a fare da lepre. Possono parlare ed incentivare il proprio atleta, ma non possono dare nessun aiuto fisico, portare lo zaino o le borracce, non possono dare da bere al proprio assistito. Pena la squalifica immediata, ai ristori possono solo mangiare bere e riempire le proprie borracce o la vescica, ma non possono utilizzare i cambi degli atleti.
Se il proprio assistito si ritira, il pacer non può proseguire sul percorso di gara, possono eventualmente aggregarsi ad un altro corridore, cambiando il pettorale.
Come avrete già capito, i Pacer sono persone dal cuore grande soprattutto se considerate che spesso non conoscono nemmeno chi vanno ad accompagnare.
Eccomi a Bath Road manca 1miglio e ½ a Foresthill, ma Curt ha sfruttato il regolamento e mi è venuto in contro a piedi fino a qui. Lo saluto, sono giù di morale gli spiego che sono caduto che il ginocchio mi fa male, ma che per ora ho intenzione di continuare.
Dopo 5 minuti di pausa riparto camminando, Curt è accanto a me mi dice che a Foresthill c’è la sua famiglia che è venuta a fare il tifo per me.
Il dolore si attenua un po’, ma quello che si riempie di nuove energie e voglia di finire la gara è il mio cuore, quando vedo venirmi in contro le figlie di Curt insieme alla madre, tutte e tre indossano la maglia della Nazionale Italiana di calcio, mi incitano corrono accanto a me per 2 o 300 metri, ci fanno le foto, io sorrido ora ho un motivo in più per finire questa gara, ho i miei tifosi personali lungo il percorso.
Il dolore è scomparso all’improvviso, lo dico a Curt ed inizio ad aumentare il mio ritmo, in questa fase il garmin dice che sto correndo a 6’ al km, sono già tre/quattro km ca**o se il dolore è passato posso veramente provarci, mancano 64km e non è detta l’ultima parola.

PARTE VI

La gara entra nel vivo, ho ancora 40 miglia da fare, ma i km in questa fase scorrono bene il dolore è sotto controllo la compagnia di Curt aiuta e l’effetto tifosi è ancora preponderante….

In più dopo Foresthill il lungo tratto in discesa aiuta e non poco. Ma il problema al ginocchio è reale quindi alla prima salita, le speranze di riuscire a stare nelle 24h si affievolisce ulteriormente perché non riesco a correre e quindi devo camminare.

Curt capisce il momento di sconforto, ma soprattutto ha capito subito che il mio problema fisico si presenta durante le salite non durante le discese, quindi mi spinge a tirare il ritmo in discesa e mi supporta mentalmente in salita, conosce così bene il percorso che di volta in volta mi spiega le 4/5miglia successive che dovremo affrontare, sembra abbia letto il libro di Trabucchi sulla resilienza “Resisto quindi sono”, in uno dei passaggi chiave il libro spiega come diventa fondamentale porsi mini obbiettivi all’interno dell’obbiettivo più grande, ecco che lo spiegarmi a piccoli tratti le difficoltà che avremmo affrontato mi ha permesso di poter concentrare le energie di volta in volta, capendo per quanto tempo dover stringere i denti e quando poter aumentare il ritmo. In aiuto di tutto questo è arrivato il mio garmin 910tx, che ha avuto la gentilezza di scaricarsi così da non potermi permettere di guardare il km che scorreva.

Inizia ad arrivare il buio e con il buio la probabilità di rallentare il proprio ritmo è abbastanza palese, però è anche vero che il buio vuol dire niente sole, e quindi dovrebbe abbassare la temperatura in maniera da poter risparmiare le energie.

Ennesimo controllo medico, ennesima conferma che nonostante i problemi fisici sto bevendo con regolarità e mi sto nutrendo correttamente. Ci siamo mentre il sole tramonta entriamo nell’ennesimo canyon, qui capisco che il fresco sarà solo una mera illusione, nel canyon la temperatura è allucinante per tutto il giorno il sole ha riscaldato la terra che ora sta compiendo il suo compito fisico di restituire tutto il suo calore, sento caldo, bevo mi nutro e zoppico che connubio perfetto. Ma nonostante questo si ci stiamo avvicinando al fiume, tra poco ci bagneremo come pulcini chiedo a Curt se per il guado hanno previsto l’utilizzo del gommone oppure troveremo la corda, questo perché a seconda delle piogge dei mesi precedenti gli organizzatori decidono di volta in volta cosa che soluzione adottare. Curt mi dice che quest’anno c’è la corda quindi bagno garantito.

Arriviamo al ristoro di Rucky Chucky Near 78°miglio, ci siamo sono le 3 di notte, e davanti a me c’è il fiume mangio e bevo ma anche qui non mi fermo più di 2 minuti. Mi affaccio sulla riva ed è uno spettacolo 100m di guado, con un canapo tirato tra le due sponde e nel mezzo ogni 3 metri un volontario che acqua alla vita tiene in tensione la corda, metto il primo piede in acqua la temperatura è fresca inizi a camminare, la luce della mia frontale illumina il tratto davanti a me, i ragazzi mi incitano good Job ma al tempo stesso mi indicano se devo stare attento al fondale, a metà del guado c’è una grossa roccia nel fondale la scavalco con la gamba destra, ma la fitta al ginocchio mi fa piegare in due così per ritrovare l’equilibrio tiro un calcio violento con l’alluce sinistro proprio sullo perone di roccia, il dolore è forte ma chi se ne frega, ancora pochi passi ed esco dal fiume.

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Saluto calorosamente il fotografo e vado mi dirigo alla zona cambio.

Qui mi cambio tutto, dalle calze alle scarpe alle mutande, mi asciugo mi do nuovamente la crema ai piedi ho fatto bene, a prevedere l’utilizzo di calze nuove ad ogni cambio perché sento subito il beneficio.
Dopo essermi cambiato, ripartire non è facile le gambe si sono indurite il dolore è molto presente, così la lunga salita la affronto con molta calma, ogni tanto provo a riprendere a correre ma il ginocchio non dice il vero. Curt è la mia anima silente mi parla mi incita, ogni tanto mi da i passaggi mi dice a che miglio siamo e che cosa mi aspetterà…

Dopo un miglio e mezzo di salita a ritmo ridicolo, finalmente le gambe ripartono, le discese le spingo le salite le affronto con più cattiveria, nel buio più assoluto il cielo stellato della California è un balsamo per il cuore, ora sono determinato, ho fatto più di 80 miglia, ¾ di gara sono ormai alle spalle, nel buio più fitto della foresta sento in lontananza la musica del prossimo ristoro, stiamo andando in discesa ed il ritmo è veramente forte ecco dietro la curva c’è il ristoro più casinista di tutta la gara la musica è a tutto volume i volontari suonano le campane, urlano, incitano lì sento le loro voci da almeno 300m di distanza tanto è forte il frastuono che fanno, dopo un po’ mi rendo conto che le luci del ristoro sono più alte di noi, questo vuol dire che c’è una salita da affrontare, eppure non sono così lontani che cavolo di salita sarà? No non è una salita è un vero muro, 30m avrà il 75% di pendenza e lì affacciati ci sono i volontari che urlano incitano, la loro carica è pura adrenalina, così mi lancio a tutta su per la pettata come per fare una ripetuta in salita non certo come se stessi facendo una 100miglia. Il ginocchio ha voluto fare la sua parte e si è esaltato niente dolore.
Una volta scollinato ecco il ristoro mi infilo in bocca l’ennesima serie di fette di anguria, sorrido batto il cinque ai presenti e ripartiamo, 100 metri e dopo 24h e 85miglia la mia vescica mi chiede di espletare le funzioni fisiologiche e siccome anche qui vige il detto chi “non piscia in compagnia o è un ladro o una spia” Curt si aggrega a me nell’annaffiare gli alberi.
Ho appena finito di ricompormi che una concorrente ci raggiunge e ci sorpassa, ripartiamo e nel giro di 400m la riprendiamo, ora non abbiamo più di 4/5m di distacco sto per superarla quando questa si ferma davanti a me si cala gli slip si accovaccia in mezzo al sentiero inizia a fare pipì, io la sorpasso mentre penso tra me e me complimenti signorina bel sellino, per decenza non mi volto e tiro a diritto, Curt che nella visuale era coperto da me non si accorge di nulla, la scena è da film comico, sento Curt che rivolgendosi alla ragazza chiede se è tutto ok, non riesco a trattenermi mi volto e vedo Curt, che prono sulla ragazza inizia a chiedere scusa perché non aveva capito che non stava male.
Se ci ripenso rido ancora, alle volte una bella risata aiuta e non poco, così le miglia successive scorro senza intoppi, oramai manca veramente poco.

Arriviamo a Highway 49 siamo al miglio 93.5 meno di sette miglia alla conclusione, sono le 6 del mattino mi tolgo lo zaino monto sulla bilancia, ma qualcosa non va’ purtroppo tra le 5 e le 6 ho bevuto meno del previsto, ho bevuto solo mezzo litro di acqua, ma il fresco il dolore che si è attenuato mi hanno fatto pensare dai è finita, ma gli americani sul certe cose non scherzano, il medico mi tempesta di domande, nausea? Giramenti di testa? Io sto bene lo sento non ho problemi e rispondo convinto ma la paura che possano fermarmi a 7 miglia dalla fine per disidratazione mi attanaglia il cuore, penso tra me e me non doc non lo fare, il dottore mi guarda prende una bottiglia da mezzo litro di acqua e mi invita a bere, mentre bevo si rivolge a Curt invitandolo a farmi bere durante le miglia finali. Ho l’ok posso continuare, ripartiamo oramai siamo alla fine manca veramente poco, le gambe nonostante tutto girano, avanziamo entriamo in un tratto pianeggiante, sento Curt che mi dice che mancano 10km ed ipotizza che finiremo entro 7h30 del mattino. Dopo un km inizia l’ultima vera discesa, mi lancio a rotta di collo stacco il mio compagno di viaggio di una decina di metri, alla fine della discesa c’è il penultimo ristoro lo passo di gran carriera e continuo la mai fuga per la vittoria, ho un’ultima salita da affrontare le gambe sono dure ecco l’ultimo ristoro una ragazza mi viene incontro con un brocca d’acqua riempio la borraccia e via, meno di tre km inizio a forzare il ritmo supero un concorrente ma alla fin fine sta meglio di me, mi risorpassa e mi saluta eccoci, due cento metri all’entrata della pista di atletica leggera, mi infilo nel cancello lì sorridente e pronta ad incitarmi la figlia più grande di Curt, ci sono 300m di pista da fare, sugli spalti non c’è più di 300 persone (ma sono le 7 e mezza del mattino anche) spingo per quanto posso, ci sono 50 metri alla fine mi sembrano eterni, le fitte sono forti zoppico, ma sorrido, i giudici fanno uscire Curt peccato volevo tagliare il traguardo con lui.

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e mi faccio mettere la medaglia al collo. Subito dopo, ennesimo controllo del peso ma a questo giro è tutto regolare, mi appoggio alla ringhiera e faccio l’occhiolino alla moglie sorridente del mio amico.

(ho la foto del momento ma il sistema non la riconosce)

E’ finita mamma che avventura, essere riusciti a concluderla è stato più importante che fare il tempo che mi ero prefissato.
Curt arriva con le sdraio ci mettiamo a sedere ha un mega frigo con le birre in fresco nel ghiaccio, ne stappiamo una a testa e brindiamo, nel frattempo la moglie di Curt e le figlie dimostrano la passione che mettono in quello che fanno, la figlia più grande mi porta il ghiaccio per il ginocchio, la moglie di Curt col mio pettorale va a recuperare le mie sacche, incredibile l’organizzazione sono arrivato da 5’ e mi hanno già riconsegnato tutto il materiale che avevo lungo il percorso.
Unico rammarico è che non avevo capito, che c’è una postazione per andare a farsi fare le foto dopo il traguardo, peccato potevo andare a farmi la foto con Curt, ci rifaremo quest’anno.

Sono le 09, Curt mi monta in macchina e mi porta in albergo, alle 13,30 c’è la premiazione di tutti e non voglio certo arrivare in ritardo.
In albergo mi spoglio, faccio la doccia e verifico le mie condizioni fisiche:

Il ginocchio è gonfio sul collaterale. 

La caviglia destra è tutta segnata dal porta chip.

Ma quello che visivamente è messo peggio è il piede sinistro, l’alluce per via della botta nel fiume è gonfio e nel giro due 3 giorni perderò completamente l’unghia, ma anche le altre dita non sono messe bene correre per 148 km in una posizione innaturale non gli ha fatto assolutamente bene.

 

Inizia la premiazione, ed anche in questo gli americani sono unici, sotto un tendone dove si sfioreranno i 50° ci sono tutti corridori, crew, pacer, tutti presenti nessuno escluso. E le prime due persone che gli organizzatori citano non sono i vincitori, sono gli ultimi due che hanno tagliato il traguardo ed entrambi sopra le 30h, tempo limite per essere ammessi in classifica, non riceveranno la fibbia, non compariranno nella classifica finale, ma il boato di oltre 1000 persone che lì incitano non lo scorderanno mai.
Dopo di che il direttore di gara chiede a tutti i Pacer e a tutti i componenti delle Crew di alzarsi in piedi per ricevere l’applauso da parte dei corridori, perché se abbiamo finito la nostra avventura lo dobbiamo soprattutto al loro lavoro. Dopo di che iniziano le premiazioni vere e proprie, fino ad arrivare all’ultimo partecipante classificato, tra questi al n° 143 c’è Bussino ritiro la mia Fibbia ma con la testa sono già a dicembre 2013, voglio essere nell’urna e giocarmi la possibilità di tornare a giugno 2014… ma questa è un’altra storia

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