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104 KM DEL DESERTO DEL NAMIB

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"Come ho già scritto da ragazzo avevo due sogni la maratona di NY e una gara nel deserto.
Dopo aver fatto la gara di Barcellona, decido che ormai sia giunto il momento di tornare nel mio vero elemento le corse in montagna e finalemente togliermi la soddisfazione del Deserto.
Così ricevuto il placet familiare da mia moglie, mi iscrivo alla 104km del deserto del Namib. La scelta è caduta per due motivi su questa gara, il primo logistico a Dicembre (nel 2010 l'organizzazione ha spostato la gara nel periodo estivo per la Namibia quindi per noi inverno pieno) ho meno problemi di lavoro, il secondo è legato al debutto in una gara nel deserto, chi avesse voglia di cimentarsi per la prima volta in una gara a tappe questa è l'ideale, giusto chilometraggio e la notte si dorme in un lodge, visto che la gara si svolge all'interno del parco ed è vietato pernottare all'interno del parco.
La preparazione fila via liscia e senza particolari problemi, se non quello di essere preso per grullo correndo con lo zaino sulle spalle alle 13 in pieno agosto, ma è anche vero che è l'unico modo per testare il caldo considerando che dovrò gareggiare ad oltre 45° gradi.
Nella programmazione infilo un paio di trail corti uno di 21 e l'altro di 33km, entrambi chiusi nei primi 25 posti. Se ad una preparazione che fila liscia ci abbinate le parole confortanti di un muso di queste gare, come il mio amico Checco Galanzino, vi potete immaginare come sono arrivato caricato a pallettoni al via della gara.
Così, parto da Pisa direzione Francoforte la temperatura esterna è di 3° e mi immagino boia che colpo di caldo piglio appena atterro in Africa con oltre 45°, ma lo sbalzo sarà ancora più grosso visto che a Francoforte sotto una fitta nevicata si stanno toccando i -14°.
Dopo esserci ritrovati col resto dei concorrenti e col resto dell'organizzazione partiamo in direzione della capitale della Namibia, dove attereremo dopo 14ore di volo. Come esci dall'aereo ti pigli uno schiaffo di caldo secco da far lacrimare gli occhi, ma il morale è troppo alto per abbattermi per così poco. Giunto alla dogana, l'agente del metaldetector mi manda all'ispezione vera e propria, vogliono vedere cosa ho dentro la valigia, entro in una stanza dove ad attendermi c'è un energumeno di 175cm e almeno 140kg di peso , mi dimenticavo di dirivi che l'energumeno è di sesso femminile.  , mi chiede gentilmente di aprire la valigia, ma sono talmente rincoglionito e rintronato che... dimentico la combinazione e così per 10 minuti tento in tutti i modi di aprire la valigia, la poliziotta si inizia ad infastidire  ecco lo sapevo ora mi allenta una pizza e mi manda ko , dopo altri 3/4' la vedo allungarsi sopra il banco appoggiandosi sopra la mia valigia ohi! ohi! penso tra me e me, la prego non infierisca un colpo secco qui alla base del collo e mi getti in un fosso... macché si era allungata solo per verificare che non ci fossero colleghi in giro, mi indica l'uscita e mi sbatte fuori.  
Fuori ad attendermi oltre il caldo allucinante, ci sono 4 camion 4x4, attrezzati per il trasporto persone che dovranno portarci dopo 5 ore di viaggio su piste polverose e piene di buche al nostro compo base. I camion sono alti potenti polverosi e invece di sparare aria condizionata ti sparano sabbia, nel vero senso della parola tanto che per tutto il viaggio mi sono tenuto il Buff su naso e bocca.

Il paesaggio è maestoso, incredibile qui senti veramente il mal d'Africa, la Namibia è 4 volte l'Italia ed ha solo 1 milione e mezzo di abitanti fate voi... dopo una sosta di mezz'ora in un paesino disperso nel nulla giungiamo finalmente a destinazione. Prendo possesso della camera, mi cambio e vado a correre mezzora solo mezzora ma devo sciogliere i muscoli da un viaggio massacrante.
Il giorno dopo abbiamo il briefing ed il controllo materiali, il candidato alla vittoria finale è il mio amico Stefano Ruzza ma io sono sicuro che posso arrivare sul podio o almeno tra i primi 7. Sono troppo eccitato troppo poco lucido, per rendermi conto che questa gara non ti da modo di recuperare se sbagli la prima tappa, 104km divisi in 4 giorni con tappe da 14-25-42-23km se sbagli la prima hai già perso il treno. 

 

1° TAPPA
Passo la giornata in camera, cercando di concentrarmi e riposare, ma in realtà mi sto fondendo il cervello pensando al percorso a quello che ci hanno detto alla riunione: si parte dal lodge seguiamo la pista verso le rocce che vediamo in lontananza lì al tramonto il sole le colorerà di un rosso fuoco e sarà uno spettacolo della natura.
Manca un ora alla partenza mi cambio e vado al punto di ritrovo. 

Ho speso un botto in abbigliamento tecnico, ho due maglie del XBionc che ha detta di tutti sono perfette per mantenere la temperatura con questi caldi ed una della Raidlight (meno male che avevo anche questa). Sono concentrato qualche sorriso agli amici, ma la mia tensione si taglia con un grissino, manco fossi un tonno. Ci siamo ecco lo start partiti, il cuore pompa come la caldaia di una locomotiva, ca**o ma quanto è peso il terreno, vi avevano detto che era una pista quindi il terreno doveva essere battuto, macché è sabbia sabbia soffice sembra di correre in spiaggia ma il passo che sto facendo non è quello corretto, da qui a metà percorso è tutto un falso piano in leggera salita con la sabbia che ti appesantisce e le cosce che bruciano, sono partito troppo forte ho sbagliato inizio a pagare pegno e a metà percorso sono in piena crisi. Sono arrabbiato deluso incazzato, ma mi concentro devo tenere botta e limitare i danni, finalmente uso la testa e penso ai consigli di Checco, se il terreno è soffice cerca di galleggiare non andare solo di potenza, corri vicino alle piante il terreno grazie alle radici è più compatto.

Così quando il percorso inizia ad andare in discesa inizio a correre tra le piante della savana, il passo si regolarizza ma il danno è già fatto, così chiudo le mie fatiche al 14°posto in classifica provvisoria (ma a correre veramente saremo 60/70 non di più), a cena ci confrontiamo, gli amici di Pesaro che avevano già fatto di queste gare mi dicono vedi? come allenamento dovevi solo correre km e km non conta fare qualità (ricordatevi queste parole, per dar retta ai discorsi poi ho perso un anno e mezzo per ritrovare le mie doti ma questo lo scoprirete con i prossimi racconti), rientro in camera mi butto a letto voglio dormire e sfogare l'incazzatura, domattina alle 6 parte la seconda tappa e devo recuperare il tempo perso."

2° TAPPA

"Suona la sveglia sono le 4'30 del mattino, mi lavo mi vesto e vado a fare colazione, gli occhi sono abbottonati un po' su tutti i volti ma non sul mio, io sono sveglio e reattivo, ma in fondo io dormo molto poco quindi problemi da questo punto di vista non ce ne sono.
Dopo la colazione via tutti sulle jeep che ci porteranno all'interno del parco, da qui percorrendo strade bianche ed un canyon ritorneremo fino al lodege e all'arrivo. 
Ci siamo! si parte  la strada per il primo tratto è dura compatta e veloce, mi metto col primo gruppo e tengo il mio passo, sto coperto, le sensazioni sono buone non sto commettendo l'errore di ieri, passano i km il gruppo si allunga si sfalda i primi tre sono troppo forti scappano in progressione, ma il più forte di tutti come immaginavo è Stefano Ruzza che vincerà tutte e 4 le tappe. Quando li vedo allungare decido di tenere il mio ritmo non mi faccio condizionare, il sali scendi sta per finire tra poco entriamo nel canyon e li si decide il destino della tappa.
Il percorso è regolarmente balisato ogni 200 metri trovi o una targa per terra o una baniera infilata nella sabbia, quindi non c'è pericolo, prima di entrare nel Canyon c'è l'unico ristoro a metà gara, già! perché non vi ho detto che l'organizzazione ha stabilito un solo ristoro per le tre tappe più corte e due per la maratona, anche se i vari controlli hanno comunque delle bottiglie d'acqua per sicurezza. 
Sto bene, ho bevuto regolarmente e non sto patendo troppo il caldo, la scelta di buttare la maglia della Xbionic ed utilizzare quella della Raidlight è stata la scelta migliore, anche se è a maniche lunghe pesa zero e mi lascia respirare. 
Come stavo dicendo sono talmente lanciato che il ristoro praticamente non lo guardo (ma è sbagliata come regola, quando hai pochi ristori e ci sono 45° bisogna sempre avere l'acqua con se), dopo 200m vedo la bandiera e dietro quella sacca di sabbia si entra nel Canyon Alto 5m e largo 12, nel periodo delle piogge qui è tutto allagato, punto deciso la bandiera passo sopra la sacca di sabbia e la percorro in tutta la sua lunghezza ma mentre il piede sinistro tocca già le pietre del Canyon, il destro ancora nella sabbia scivolae si infila tra tue rocce ed il ginocchio subisce una leggera torsione. Non gli do peso e vado per la mia strada, sono 4° e sto tenendo un buon ritmo.
Il Canyon è caldo non soffia un filo di vento, il fondo è sassoso essendo il letto di un fiume in secca  oramai sono quasi alla fine di questo Budello, inizio a salire le scalette le gambe da un po' si sono leggermente indurite ma sto bene, esco dal canyon e prendo la strada sterrata sulla sinistra, mancano 4/5 km alla fine della tappa il momento più duro, in tre mi riprendono stanno meglio e scappano via, in poco tempo guadagnano quei 400m che non riprenderò più, ormai mancano 3 km alla fine sono abbastanza soddisfatto ma non volevo essere ripreso   , ecco il bivio si gira a destra lungo la strada asfaltata, si all'interno del parco c'è una striscia di 50km di asfalto, non trovi un metro di asfalto per km e km e proprio all'interno del parco Nazionale l'asfalto?, ma in questo caso serve proprio per proteggere il parco, incredibile è? Il motivo è presto detto, il parco è costituito dalle dune più alte del mondo e sono di colore rosso rame, ma i tanti turisti che vengono a visitarle a forza di alzare la polvere bianca della strada stavano sciupando il colore naturale delle dune, con questi 50km di asfalto hanno salvato le dune. 
Ma! torniamo a noi, ormai ci siamo giro a destra ed entro sull'asfalto 2 km e mezzo ed è finita. il caldo che si alza dalla strada è però insopportabile 45° sono quelli dell'aria l'asfalto sarà 80° ed il calore che emana non saprei dire, così faccio la cosa più logica che mi viene in mente, mi metto a corre sul bordo strada dove almeno i gradi sono 45°. Mentre viaggio arriva alle mie spalle il mio amico Marcello, ca**o come va', mi guarda lo incito, gli dico di andare, provo a cambiare passo e a seguirlo, macchè è da matti provarci viaggia come un treno manca meno di un 1 km e mezzoa e nel giro di 600 m il mio amico recupera i 400m che mi separavano dal terzetto davanti a me. Siamo dentro il lodge mancano 250m entriamo nel tratto di sabbia che ieri mi ha fregato e finisco la tappa, ottavo posso essere contento, invece no! sono settimo perché il mio amico non ha mai finito la tappa, questo perché com'è entrato nel lodge ha sbagliato bivio e dopo soli 4 metri è crollato a terra disidratato, quando sono passato io lo stavano già soccorrendo ma visto che era dietro una macchina non l'avevo visto. Per le 5 ore successive Marcello è stato attaccato ad una flebo che l'ha rimesso in piedi, ho scoperto dopo che quando mi aveva sorpassato il suo cervello era già in tilt non connetteva e per questo non mi aveva risposto ma mi aveva semplicemente guardato con lo sguardo perso nel vuoto, perché era un automa ed il suo cervello stava eseguendo l'ultimo imput ricevuto, correre.
Sono contento ho ripreso 5 posizioni sono 9 va già meglio. Domani c'è la maratona e lì posso recuperare qualche posizione oggi sono contento... 
Dopo un paio d'ore sento però che il ginocchio destro all'altezza del collaterale manda degli strani segnali, domattina sarà il caso di fasciarlo......"

3° TAPPA

"Vi è mai capitato di guardare il cielo e rimanere rapiti dalla sua immensità? Vi è mai capitato di sentire prima del via di una gara di qualunque sia la distanza la tensione e la gioia di farne parte? Beh! se vi è capitato prendete quelle sensazioni abbinatele insieme e moltiplicatele all'infinito... 
Questo, è quello che ho provato alla partenza della 3 tappa della 104km della Namibia, già le notti precedenti avevo ammirato il cielo splendido della Namibia che ti rapisce e non ti rimanda più indietro, ma oggi è immenso. Come già detto stiamo svolgendo questa gara in piena estate Africana, quindi gli organizzatori hanno scelto per motivi di sicurezza di dare il via della 3 tappa la più lunga delle 4, alle 5 del mattino, il rischio di colpi di calore per chi finirà la propria fatica nel primo pomeriggio sotto il sol leone ad oltre 50° è troppo alto.
Così alle 3 e 1/2 siamo a fare colazione visto che dal Lodge alla partenza della tappa ci vuole 1h di jeep, a dieci alle 4 tutti pronti si parte direzione Il cuore del Parco del Desert Namib....
Lo sbalzo di temperatura rispetto al giorno è notevole, ma niente che non possa essere superato con delle coperte.
Durante il viaggio rimugino sulla scelta fatta di non fasciarmi il ginocchio, il dolore rispetto alla conclusione della tappa precedente è aumentato leggermente così prima di andare a letto, mi ero ripromesso di fasciarmelo prima della terza tappa in maniera da proteggerlo durante la gara. Ma la fasciatura non mi esaltava, premetto che sono abituato a fare fasciature di tutti i tipi quindi il dubbio non era nella qualità della fasciatura che mi ero fatto, ma sul fatto che potesse darmi fastidio col caldo, così visto che il dolore era minimo ho tolto tutto e sono andato alla jeep. Come stavo dicendo, il dubbio però mi continuava a frullare in testa, perché la sensazione era quella che avrei dovuto proteggere il ginocchio.
Dopo un ora di macchina, arriviamo al punto della partenza e mentre è tutto intorno a me è buoi anche i fari delle jeep, resto lì come un bambino nel paese delle meraviglie. Il Cielo della Namibia regala la più grande e fantastica distesa di stelle che abbia mai visto, sono rapito guardo quel calendoscopio di puntini bianchi (so che il calendoscopio non può essere solo di un colore, ma non riesco a descriverne la bellezza) e sono in pace con me stesso, inizio a pensare, tra poco partirò per la maratona nel silenzio Affricano e sotto questo cielo.... Mamma mia....!!!

Tutto è pronto, ci spostiamo sulla linea di partenza e...
Via.... il silenzio ci avvolge nessuno dei partecipanti proferisce parola anche se per il momento il ritmo è blando, sappiamo tutti che presto arriverà il caldo e che la tappa è lunga quindi in parte si sta zitti per risparmiare energie, ma sono sicuro che il vero motivo è che nessuno vuol rompere questo momento magico...
La prima parte della gara viene corsa su di una pista battuta il terreno a parte piccole sacche di sabbia è compatto e questo permette la continuità del gesto tecnico della corsa
Inizia ad albeggiare, il rosso del cielo ci fa da sfondo e mentre godo di tutto questo penso alla fortuna che ho di essere in un posto favoloso, per di più facendo quello che mi piace, tra poco più di 10 km entrerò nella parte di parco interdetta ai turisti, dove solo su autorizzazione si può accedere tutto questo mi da forza e coraggio. Come già successo nelle altre tappe il terzetto dei più forti inizia a prendere il largo in maniera costante e perentoria, io resto in compagnia dei quattro atleti che proprio ieri mi hanno preceduto di poco sulla linea del traguardo.
Il ritmo anche il nostro inizia a salire, ma il fresco aiuta ad assorbire la stanchezza e le fatiche  ci stanno per raggiungere le jeep dell'organizzazione e penso tra me e me, via toglietevi dalle scatole allungate e lasciatemi godere questo momento. 
Siamo intorno al 14° km prima di entrare nella parte del parco interdetto al pubblico, passiamo accanto alla cisterna dell'acqua qui riempo le borracce (anche se era notte, ho bevuto regolarmente piccoli sorsi ogni 5/7 minuti massimo) e via verso il cuore del parco. Il gruppo è affiatato nessuno cerca di dare strappi o scossoni al ritmo, ci alterniamo a tirare ma sempre tutti sullo stesso passo. 
Dopo altri 5/6 km finalmente abbiamo il primo vero ristoro, come detto sono solo due uno al 20° e l'altro al 30°km, riempo le borracce mangio e riparto da qui in avanti il terreno sarà costituito da savana e piccole dune, sto bene tanto che esco dal ristoro prima degli altri, e non perché voglia prendere il largo ma perché non voglio tenere le gambe troppo ferme. Come riparto però, col cambiamento del terreno molto più morbido iniziano anche i fastidi al ginocchio, il terreno inizia anche a salire e la fitta al collaterale mi da problemi, alla prima vera salita sulla sabbia intorno al 25°km mi devo fermare e camminare, il fastidio è troppo forte gli altri prendono e allungano in maniera decisa. Da qui in poi alterno corsa e camminata, e sono un po' giù di morale, però dopo altri 2/3 km la situazione si assesta il dolore sparisce e riesco a riprendere il mio ritmo.
Come arrivo al ristoro del 30°km vengo raggiunto dalla prima donna e dal marito, due spagnoli tosti che hanno esperienza in questo tipo di gare e che in tutte le tappe sono sempre andati in progressione. Quando ripartiamo hanno un ritmo migliore del mio allungano e se ne vanno. 
Entriamo in un altopiano stupendo lo sguardo si perde nell'immensità, gli spagnoli allungano decisamente ma ad un paio di km di lontananza vedo che il gruppetto dei 4 che erano stati con me fino al 25° km, pensando peccato non sono poi così lontani, però dopo un po' mi rendo conto che sto recuperando terreno, anche loro com'è successo a me in precedenza stanno alternando corsa e camminata, probabilmente stanno accusando il caldo che inizia a farsi sentire prepotentemente, sicuramente hanno bevuto troppo poco nella prima parte di gara, per di più alla cisterna io ho potuto riempire entrambe le borracce mentre loro avendo il camelbak hanno solo bevuto un bicchiere d'acqua dato dall'organizzazione (uno dei motivi perché in gara non uso mai la vescica, troppo scomoda da gestire). Così nel giro di poco recupero il terreno perso, quando sono a circa 300 400 metri da loro mi accordo che si girano e mi vedono arrivare, dei 4 però solo uno riprende a correre in maniera sostenuta, gli altri continuano nell'alternare piccolo momenti di corsa ad altri di cammino. Passano non più di 3/4 minuti e finalmente lì riprendo, chiedo come stanno e ricevuta la conferma che non hanno particolari problemi, parto all'inseguimento del loro compagno che nel frattempo ha ripreso a macinare un ritmo sostenuto. 
Il caldo è sempre più forte ed io bevo sempre di più, oramai non manca più di 2/3km alla fine ma la sete si fa sentire e non poco, mamma mia! che caldo!, rinuncio al tentativo di riprendere il fuggiasco d'avanti a me vorrebbe dire sprecare troppe energie, mentre decido di centellinare l'acqua ecco che in lontananza vedo arrivare la jeep dell'organizzazione che per motivi di sicurezza continua a fare avanti e indietro lungo il percorso, come ho scritto nei giorni passati, i mezzi hanno sempre acqua con loro proprio per non rischiare, così quando mi vedono mi passano una bottiglia bella fresca, ne scolo subito un buona parte e col l'altra riempo le borracce.
Gli ultimi km sono di sabbia di quella pesa di quella dove se non tendi a galleggiare sprofondi tanto e consumi una marea di energie.
Eccolo vedo il traguardo, sono contento felice ho fatto una splendida gara, ho usato la testa e sono contento, chiudo la tappa al 7 posto però il ginocchio ora fa male e non poco, gli ultimi 3km si sabbia aggiunti ai 39 precedenti si stanno facendo sentire sul collaterale.... si dovevo proprio fasciare questo maledetto ginocchio, speriamo bene ma per domani non sono per nulla ottimista.
Finita la tappa, mi metto sotto l'albero bevo e mangio ora voglio solo recuperare le energie.

Ps. (siccome sto andando a memoria, tengo a precisare che nella seconda e terza tappa posso aver erroneamente riportato alcuni piazzamenti i maniera sbagliata, ma nell'ordine di uno o due posti in classifica di tappa, mentre il 14° posto del primo giorno così come il piazzamento finale che comunicherò domani sono certi al 100%, dico questo perché mentre sono sicuro al 90% del piazzamento della seconda tappa, a memoria mia mi sembra di essere arrivato 9° alla tappa della maratona, ma non riesco a ricordare quando mi possano aver sorpassato gli altri due visto che la gara si è svolta esattamente come l'ho appena descritta, l'unica spiegazione è che appena hanno allungato i 3 più forti anche altri due corridori abbiano allungato il ritmo, ma non mi ricordo che possa essere stato, e sul sito degli organizzatori ho solo trovato la classifica finale e non quella delle singole tappe. scusate l'imprecisione)"

4° E ULTIMA TAPPA

"Anche stamattina ci dobbiamo svegliare presto, stiamo per affrontare l'ultima tappa, per certi versi quella che dovrebbe essere la più affascinante, con i suoi 23km totali di cui 15/16 di terreno duro e compatto per poi affrontare le dune più alte del mondo e la ”Crazy Dune” la Duna più alta del mondo 300m. sarà uno spettacolo salire lungo la cresta e poi buttarsi giù dalla parete più ripida.
Le gambe sono doloranti, la fatica degli oltre 80km di terreni duri e sabbiosi si fanno sentire, ma ormai ci siamo con la tappa di oggi ci togliamo una bella soddisfazione.
Si parte e a questo giro subito molto forte, il gruppo si spacca immediatamente ed i concorrenti che nelle prime tre tappe sono sempre stati nelle prime posizioni allungano sul resto dei concorrenti
Come ho già avuto modo di dire, una gara a tappe di questo tipo non da modo di recuperare se non nella tappa della maratona eventuali errori commessi, questo perché il terreno è duro e veloce quindi i margini di distacco tra le prime posizioni non sono mai eccessivi, mentre i distacchi aumentano in maniera pesante quando devi affrontare le dune vere. 
Stiamo ormai correndo da diversi km ed il ginocchio da sempre maggiori segnali di dolore  sono sempre maggiori le coltellate che ricevo la sensazione non è buona, ecco la sabbia quella fine e pesante a livello della dinamica di corsa ho un crollo, mi stacco dagli altri abbandono la possibilità di recuperare qualche altra posizione in classifica e mi preparo anzi a cederne qualcuna. 
Le dune che si scagliano tutte intorno sono favolose, ma il dolore non mi fa godere appieno quello che sto vivendo
Ecco finalmente la prima duna, inizio a salire ma la corsa diventa caracollante il dolore ora è bello peso, ma non sarà questo a fermarmi a 5km dalla fine, arrivo al ristoro con i dolori con la rabbia ma voglio finirla.
Ci siamo sono alla base della duna più alta del mondo, mamma che spettacolo , ecco attacco la salta.... 
AHAHAHAHAH!!!!! mi accascio, il dolore è straziante e potete credermi io ho una gran bella soglia del dolore torno indietro mi fermo sul lago salato e prendo fiato, ci riprovo piede sinistro ok piede destro e via,
AHAHAHAH! ancora no non ci riesco CA**O!!! la duna è lì gli ultimi 3km e ci siamo è finita ma io non riesco ad andare avanti, proprio non riesco e come un animale in gabbia inizio a camminare nel laghetto salato alla base della duna, subito dietro la curva c'è la Jeep di controllo, non devo fare altro che tornare indietro di 400m salirci sopra e dire addio a tutto. Un passo dopo l'altro torno indietro mestamente, ho già fatto 100m ormai è finita... no non è finita non può finire così, torno indietro ci riprovo, altri 100m e sono alla base della duna e via l'attacco deciso, a questo giro è stata come una bastonata tra le costole, il dolore mi toglie il fiato cado in ginocchio e mi vengono i lucciconi, mi rialzo e abbandono mentre torno indietro verso la jeep sono un mare in tormenta, iniziano ad arrivare gli altri che chiedono si dispiacciono e proseguono. Ma ad ogni persona che trovo mi giro con la scusa di accompagnarli per qualche metro (ho ancora voglia di provarci) poi il dolore e la nuova retromarcia. Sono passati 40' sotto il sol leone con la rabbia ed ancora come un leone ferito continuo ad ammirare la sua bellezza.
Arriva l'ennesimo gruppetto di atleti, e qui qualcosa cambia uno dei ragazzi ha una fascia elastica che mi consegna la indosso e sento subito il ginocchio più stabile, via ci riproviamo la attacco ancora una volta credo sia la quarta, un passo due meglio ma poi cedo nuovamente, ha questo giro è finita veramente penso torno indietro e nella mia testa si è aperta veramente la convinzione di dire ciao a tutto. Sono a non più di 150m dalla jeep, quando ecco uno dei ragazzi con cui mi sono trovato meglio in questi giorni, non ha ambizioni di classifica è si sta godendo veramente l'ultima tappa, mi guarda e mi dice col ca**o che non la finisci, ora te vieni con me passo passo e la facciamo insieme quanto ti ci vuole ti ci vuole la finiamo questa gara. La sua voglia di aiutarmi ed il suo entusiasmo è contagioso si ci provo lo devo fare almeno un ultimo tentativo... questa volta riesco a trasformare il dolore in rabbia la rabbia in determinazione, il primo passo poi il secondo, ecco la fitta e lì le parole del mio amico dai un passo alla volta, ecco ne ho fatto un altro e poi ancora uno, inizio a prendere ritmo la sabbia è friabile pesante fai un passo in avanti e scivoli indietro quasi per la pari distanza fatta.
Il mio amico si ferma a fare delle foto, io gli dico che proseguo perché se mi fermo è finita un passo poi un altro, inizio ad ammirare il paesaggio la forza della natura, ora so che posso finire la tappa, ho circa 50m di vantaggio sul mio amico, mi giro lo ringrazio per avermi aiutato, aumento il passo inizio ad avanzare deciso, ecco sono a 100m dalla vetta, tiro fuori la Bandiera che ho fatto preparare della Fondazione Niccolo Galli (Il figlio morto in un incidente stradale del Campione della Fiorentina prima e del Milan dopo Giovanni Galli, di cui sono amico della figlia Camilla) oltre al logo della Fondazione la bandiera ha una scritta in inglese ed italiano "Corri con me nei deserti più belli del Mondo, non correre al volante". 
Come vi stavo dicendo sono a 100m dalla vetta, la rabbia che ho accumulato è impressionante così parto a tutta inizio a correre come se fosse la finale dei 100m olimpici, e mentre corro
Espongo la bandiera, ultimi 30m dalla vetta URLO URLO CON TUTTA IL FIATO CHE HO IN GOLA, URLO PER LA RABBIA DI AVER SBAGLIATO LA PRIMA TAPPA, PER NON ESSERMI FASCIATO IL GINOCCHIO ALLA TAPPA DI IERI, URLO PER LA GIOIA DI ESSERCI RIUSCITO E NON ESSERMI ARRESO
Mauro Cottone uno dei fotografi ufficiali della gara, mentre mi scatta le foto mi dice "Alberto mi fai paura, grande". Sono in testa alla duna spazio lo sguardo a destra e sinistra, mi metto di spalle alla parete che dovremo scendere e sono pronto mi do lo slancio faccio un giro di 180° e mi lancio a rotta di collo giù per la parete  (la foto non rende quello che ho fatto) in 2' sono in fondo alla duna il rumore che ha fatto la sabbia mentre correvo la discesa resterà indelebile nei miei ricordi. Corro in quello che è uno dei laghi salati più fotografati al mondo e dei più antichi con i suoi alberi neri pietrificati. Il dolore c'è ma riesco a sopportarlo sul terreno duro , ultima duna l'attacco è morbido e non mi da particolari fastidi vedo in lontananza l'arco dell'arrivo, ci sono ci sono riuscito alzo le mani al cielo prendo la mia medaglia e mi siedo....

Chiudo la gara al 17° posto assoluto, ma non mi importa volevo finirla ci sono riuscito, prima o poi ci tornerò....."
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