top of page

L'EVENTO

La Matterhorn Ultraks-Trail è una competizione di trail running che si tiene ogni anno a Zermatt, in Svizzera. Si è svolta per la prima volta sabato 24 agosto 2013 e quest’anno si svolgerà nei giorni di venerdì 19 e sabato 20 agosto. Questa gara meravigliosa offre ai concorrenti l’opportunità di cimentarsi in una sfida personale e di misurare la propria prestazione contro altri concorrenti in un setting unico di alta montagna. Consente anche ai corridori di gareggiare in un luogo ricco di emozioni e di storia.

La gara richiede una combinazione di velocità e tecnica, per poter affrontare la salita a 3,100m sul Gornergrat, che offre una vista incredibile sul Cervino, la montagna più fotografata al mondo.

Zermatt stessa è un’icona svizzera. Circondata da 38 imponenti vette alpine di oltre 4.000 m, è senza dubbio il luogo ideale per un concorso che mira a stabilire un nuovo standard nel Trail Running attirando il maggior numero di concorrenti e spettatori.

// LUNGHEZZA: 48 km
// DISLIVELLO +: 3.600 m
// PARTENZA: 19 agosto 2016
// ARRIVO: 20 agosto 2016
// TEMPO LIMITE: 11 ore

IL RACCONTO DI NAZARENO (Fonte sito Runningforum.it)

MATTERHORN ULTRAKS 2016...46K (E PIU') DINNANZI A SUA MAESTA' IL CERVINO (1° PARTE)
Ci sono cime che racchiudono un mix di fascino, straordinaria bellezza, famigerati passati. Prima di essere conquistate o in un certo qual modo violate, queste montagne hanno lasciato dietro di loro una scia di vite spezzate e sogni non realizzati. Fra queste vette leggendarie, sicuramente il Cervino o Matterhorn sul versante svizzero, è una della più affascinanti. Il corno che staglia dai 3000m arrivando a toccare quota 4478 lo rende una delle montagne perfette, un simbolo dell'alpinismo e non solo. Il suo nome porta alla memoria le imprese dell'alpinismo classico, passando per il mito di Walter Bonatti, per poi in tempi più recenti legarsi a nomi quali Hervè Barmasse, Ueli Steck e ovviamente Kilian Jornet Burgada.
La nostra trasferta a Zermatt è stata confezionata con largo anticipo. Già ad inizio anno iscrizioni e quant'altro erano state portate avanti.
Insomma gara da team in calendario, fra il vertical, la 16k, la 30k e la 46k, ovviamente vado di Ultra!  
So già che arriverò all'appuntamento ancora stanco da 4 mesi consecutivi con almeno una 100k o più al mese. Ma non mi turba, cercherò di fare il mio meglio, anche se la gara non rispecchia così tanto le mie caratteristiche.
Arrivano i giorni prima della gara, messaggi su whatsapp a manetta e poco dopo ferragosto torno a Trieste per approntare armi e bagagli e partire il 18 mattina con il pulmino nuovo della società. Ci siamo tutti o quasi, divisi fra pumino e una macchina, dobbiamo recuperare la primadonna della truppa, Riccardo Sterni, ex C.S. Esercito, vicecampione mondiale juniores di corsa in montagna e campione europeo assoluto di staffetta sempre di corsa in montagna…quello che doveva essere uno degli eredi del Dega si è perso un po’ per strada, ma la stoffa c’è la sempre  . Anche se visto il poco allenamento e il fatto di essere abbastanza piantato in discesa, gli ha fatto scegliere il circa km verticale in programma venerdì 19 (circa 3 km con 700m di D+). Lo passiamo a prendere in quel di San Donà e l’atteggiamento da campione alla yankee style fa sorridere tutti. Procediamo veloci verso la Svizzera e con un paio di pause nel mezzo, nel primo pomeriggio siamo nel Verbano. Ci fermiamo in zona Domodossola per fare ancora un po’ di spesa, soprattutto frutta, verdura e yogurt e si riparte. Passato il confine, si sale velocemente verso Simplon e nel giro di qualche ora dopo aver passato Briga e Sankt Niklaus, e attraversato già splendide montagne che vanno dai 3200 ai 4100, arriviamo a Taesch. Qui lasceremo il pulmino e proseguiremo sulla teleferica Taesch-Zermatt per arrivare a destinazione. Una pausa in birreria a vedere il finale della gara di triathlon olimpico, dove i fratelli Brownlee non hanno rivali. E si riparte  !
Siamo stracolmi di qualsiasi vivanda immaginabile oltre ai bagagli personali, sembriamo dei profughi in cerca della terra promessa…e fra una megaborsa di cibo, qualche confezione d’acqua e le immancabili birre, ci apprestiamo a prendere la teleferica. Il viaggio dura poco e in men che non si dica, siamo in centro paese a Zermatt. Appesantiti da tutto il carico, come degli sherpa fra un campo base e l’altro, ce la ridiamo e fra flotte di turisti, molto spesso esotici (cinesi, giapponesi ed indiani in gran quantità)  , che ci guardano stupiti, ci avviciniamo al residence dove abbiamo gli appartamenti. Il corno del Matterhorn inizia a far capolino sopra le nostre teste, una di quelle viste che ammireresti centinaia di migliaia di volte senza mai stancarti.
La nostra ciurma conta in totale dieci persone (più lo sponsor che arriverà il giorno dopo e alloggerà altrove). Emanuele e Riccardo fanno la gara corta del semi vertical, io e Francesco facciamo la lunga e Corrado farà la 30k. Nell’altra stanza quella ribattezzata “cucina e famiglia”, Davide e Serena master competitivi che fanno la 30k, accompagnati da loro figlia Sofia, Enrico che fa la 30k e il ds del team, Federica. Qui ci ritroviamo per mangiare a pranzo e a cena tutti assieme.
Fra giri sui sentieri e in paese e risate, dopo un venerdì mattina di camminata perlustrativa, scocca l’ora della gara corta, in questo caso di contorno, con circa un centinaio di partenti e dal livello decisamente bassino, ma con una decina di atleti di assoluto valore. Riccardo si piazza secondo ed Emanuele sesto.
Intanto tutti coloro che sono impegnati l’indomani mattina alle gare dell’Ultraks vanno a prendersi il pettorale. Pacco gara pressochè identici fra tutte le gare e ce ne torniamo a casa in tempo per guardare un po’ di Olimpiadi. Intanto, mi faccio una mezz’oretta scarsa di corsetta sul lungo fiume, giusto riattivare le gambe. Torno a casa giusto in tempo per vedere l’impresa dell’Italvolley in semifinale sugli Usa.
La sera prima della gara, fra emozioni, preparativi e clima da camerata passa veloce. La partenza per me e Francesco è segnata alle 7.30, per tutti gli altri alle 8.45. Ovviamente io mi sveglio con grande calma, dopo tutti quanti o quasi. Mi preparo, incremo, mi vesto con dovizia e poi preparo la belt, a cui lego attorno il sacchetto in cui sta la giacca impermeabile (che sarà utilissima), manicotti sopra le braccia, bastoncini Curvè in mano e via.
Mi scaldo per arrivare alla partenza e dopo cinque minuti dietro la linea di partenza, in cui faccio un paio di chiacchiere con Elisa Desco, si parte! Il livello della gara è molto alto, facendo parte delle World Skyrunner Series, è una gara decisamente importante e con runner forti provenienti da mezzo mondo. Sicuramente stare fra i 50 e i 100 e i mio obiettivo, se poi arrivo qualcosina sopra ancora meglio, ma non sarà per niente facile. Di questa gara l’unica incognita per me è l’altitudine. E’ una gara molto “alta”, in circa 48 km e 3600m abbondanti di dislivello positivo, il percorso sale molte volte sopra i 2500 e tocca l’apice sul Gornegrat a 3130. I primi km in paese passano veloci, ci portiamo sulla diretta che porta Sunnegga e fra salite dal 20 al 30% a pezzi di falsopiano veloce, in poco più di 6k ci spariamo già circa 700 D+. I primi km ho preso come riferimento Elisa, ma che sul dritto non vedo più, resto dentro a un gruppetto misto, con una forte runner catalana davanti. I paesaggi forestali che si scorgono sono magnifici e la giornata volge al bello per il momento. Il percorso cambia costante tipologia di terreno, da carraia, a single track a roccia viva…arrivo a Sunnegga dentro a un gruppone di un decina buona di atleti, fra di loro un lungagnone sui 40, tiratissimo e vestito di azzurro, che rivedrò spesso…Dopo il primo ristoro,che prendo alla sveltissima, per un paio di km il sentiero scende in picchiata e qui riesco a superare un paio di atleti…ma la discesa dura troppo poco…inizia una lunga lunghissima salita per il Gornegrat  , in 5-6 km quasi 1200m di dislivello positivo. Siamo a 2300-2400 e si corre ancora con facilità nei tratti meno duri, successivamente sarà (almeno per me sempre più dura). Mi faccio superare da alcuni atleti, fra cui il tizio vestito di azzurro e alcune altre facce che vedrò nel proseguo della gara, un asiatico australiano con maglietta verde di nome Daniel e niente addosso (pazzo!), un trailer vestito di bianco dal passo svelto e con scarpe semistradali (abbastanza pazzo pure lui…) e altra gente ancora. La salita verso il Gornegrat ci porta a vedere il Matterhorn in tutte le angolazioni e in tutta la sua sconvolgente bellezza. Il fondo viscido delle pietre però ci fa spesso guardare perterra, dove mettere i piedi…inizio a sentire la pesantezza nei passi in quota. Ormai siamo vicino ai 3000 e si fanno sentire. Mi superano due forti runner, una delle quali accompagnate da un pacer d’eccezione. Costeggiato un laghetto, il Gornegratsee per l’appunto, iniziamo a salire, prima dolcemente, dove abbozzo un po’ di corsa e poi durissimamente sullo strappo finale che porta a una fortezza fra i ghiacciai perenni, il Gornegrat per l’appunto. Mi passo e ripasso con un runner vestito in total black e uno con maglia rossa, un buon runner ticinese, Carlo Bonetti. Dopo un centino di D+ racchiuso si e no in 300 metri di terriccio morbido e pietra, arriviamo in cresta. Fa un freddo boia e l’altitudine mi sta dando alla testa, corricchio e dietro coloro che mi precedono faccio il giro fra un gruppetto di sostenitori, fra cui alcuni italiani che mi sostengono. Da sopra vedo questa costruzione incredibile, in stile “Fortezza fra le nevi”, roba alla Golden Eye o quasi. Scendo verso il ristoro e dopo qualche scaletta di metallo, sotto una ventazza gelida, ci arrivo. Sono passate circa 2h15’ di gara per 15k scarsi  …certo ci siamo sparati già quasi 2000 D+. Bevo alla rinfusa un po’ di cose e non trovando il thè, anche un bicchiere di brodo…inizio a scendere e le gambe iniziano a sentire un che di fatica…intanto il cielo si inizia ad offuscare…

 

MATTERHORN ULTRAKS 2016...46K (E PIU') DINNANZI A SUA MAESTA' IL CERVINO (2° PARTE)

La discesa dopo un bel curvone terroso, si fa veloce veloce...prendo subito un atleta. Fra qualche anfratto tra le rocce sbuca un lungagnone vestito di rosso con i bastoni. Mi supera e lo prendo come riferimento. Percepisco la ripiditá della discesa dall'innalzamento (o forse perché sto correndo a rotta di collo...) della temperatura.
Sorpasso uno spagnolo vestito in completo black&white con sponsor e mentre la discesa inizia a diventare un po' più tecnica, faccio un paio di calcoli...rischio di cadere fra una pietra e l'altra  , imprecando capisco che mi sto facendo prendere da chi mi sta dietro, aumento il ritmo e sparo un po' di cavalli per arrivare a Riffelalp il prima possibile.
Dopo un tratto di bosco, vedo Riffelalp sotto i miei piedi, il sentiero di gara si congiunge con gli altri percorsi della 30k e della 17k, svernicio un paio di runner della 30 e passo il CP. Il ristoro è su un pianoro dove si trova un bel rifugio stracolmo di gente, splendide residenze di alta montagna a far da cornice...mi fermo due-tre minuti per ristorarmi, mangiando frutta e bevendo parecchio. Sulla curva, i supporters di giornata, Emanuele, Ricky Sterni e Federica. Ricky mi intima di ripartire, ma gli dico che devo mangiare, ho già fatto il triplo del dislivello del suo minivertical del giorno prima (e sta zitto...  )
Riparto dopo la curva in mezzo ad una selva di runner della 30k, il livello della loro gara è molto più basso e infatti nonostante abbiano corso la metà di km e di D+, ne supero a decine. Superata la bella chiesetta di montagna che butta sul sentiero di gara, superando via via sempre più gente, vedo che lo spagnolo che mi stava dietro, non si è praticamente fermato al ristoro e ora mi precede di qualche decina di metri. Supero finalmente un paio di atleti della mia gara, fra cui uno spagnolo sui 50 decisamente in giornata, tale Ignacio, che non molla di un cm.
Supero Davide, il master che corre con il nostro team e che aspetta sua moglie Serena, mentre il sentiero si innesta verso un tratto più tecnico, pieno di radici e rocce sporgenti, capisco che Davide è ripartito dietro di me. Dopo qualche minuto, con le gambe poco reattive dal D+ già accumulato, metto un piede in una buchetta fra una radice e il nulla, visto che le foglie nascondevano il piccolo vuoto...cado di sedere, fortunatamente senza conseguenze e il buon Davide e un altro runner mi danno una mano a rialzarmi. Mi rialzo, rinco alquanto, nel tratto tecnico successivo perdo un po' di pazienza e perdo qualche posizione con dei trentisti...Anche Davide rischia di farsi male, mi accerto che non si sia fatto male, dopo le imprecazioni furibonde lanciate...lil sentiero torna a farsi via via più corribile e riprendo velocità. Ci rimettiamo nel bosco e ci avviciniamo al ponte sospeso. Appena ci arriviamo, anche se gli organizzatori intimano di non correre, davanti e dietro di me lo fanno. Il ponte bascula tantissimo, faccio fatica anche a camminare e con un burrone di 200m sotto non è il massimo  
Superato il ponte, riprendo a correre, supero un paio di trentisti e arrivo al ristoro solo liquido di Furi. Siamo al km 24 e inizia la seconda parte di gara...nubi minacciose si alternano nel cielo e si fanno sempre più dense. Al ristoro mi sparo 3 bicchieri di una bibita isotonica alla menta a dir poco squisita, nel frattempo vedo Daniel Kwong fermo a farsi medicare dopo una brutta caduta e riparte con me. Qui inizia il tratto di gara per me più soddisfacente. La salita per Schwarzsee inizia con qualche goccia di pioggia, mi esalto e inizio ad andar forte sia in spinta sul ripido con i bastoncini Curvè sia nei tratti più facili con della buona corsa. Nel giro di 3-4 km supero decine di atleti, tanti trentisti ma anche diversi della lunga, riprendo il lungagnone vestito di blu di inizio gara, mi metto dietro Daniel, Ignacio e tanta altra gente...ne passo tanti e ai piedi del rifugio di Schwarzsee, riprendo anche un forte "bastonatore" come Calo Bonetti. Arriviamo assieme al ristoro organizzato dietro al rifugio. Ora piove molto forte. A quasi 2600 metri di altitudine ho paura di prendere un sacco di freddo. Mi metto subito la giacca impermeabile e poi sorseggio thè caldo, mangiando delle gelatine di frutta energetiche strabuone. Finisco il mio banchetto, quando diversi trailer mi hanno già ripassato fermandosi poco o nulla. Riparto a bomba e ne riprendo dopo un pò già alcuni. Nei km di discesa frammentati da qualche piccolo dritto, mi alterno con un lungagnone super accessoriato, un ottimo runner sloveno come David Pavsič e un runner vestito tutto di nero in completo X-bionic. Dopo un tratto con diversi saliscendi, arrivo al bivio fra la 30k e la 46k e il man in black mi supera sul tratto che inizia a salire.
Qui cominciano altri 500 D+ tosti tosti e qui perdo un po' di concentrazione, il fondo viscido e il freddo si fanno sentire...faccio un po' di elastico con altri atleti che ho visto e rivisto da inizio gara praticamente. Faccio male i calcoli, penso ci sia un ristoro intermedio dopo la salita ed invece non sarà così...  sulla parte finale del rampone, quando il freddo e la nebbia dei 2500 la fanno da padrona, mi ribecca Daniel che mi supera camminando più veloce di me...chiedo ad alcuni ragazzi dell'organizzazione dov'è il ristoro e mi dicono che manca un bel po'...scollinato, inizia un tratto di falsopiano bello veloce. Ma non riesco ad ingranare la marcia ed infatti perdo ancora qualche posizione. Cerco di raschiare il fondo del barile e stringere i denti. Prendo un gel e vado avanti. Si rifà vivo Ignacio e qualche altro atleta. Finalmente vedo Trift all'orizzonte, dopo che una forte atleta spagnola mi chiede strada, mi butto giù sul discesone verso Trift.
Qui dietro di me c'è il lungagnone vestito di rosso con i bastoni che avevo superato sulla salita per Schwarzsee e che rulla le gambe come un pazzo. Arriviamo al CP assieme e mentre finisco di rigenerarmi con thè e gelatine, il lungagnone riparte...io dietro di lui con David. Qui mancano gli ultimi 8-9 km da fare in apnea. Si sale ancora un po' dal bel rifugio di Trift e mentre mi volto per veder chi c'è dietro, vedo un ragazzo di colore e un gruppetto di 3 uomini e una donna tutti spagnoli che ripartono dal ristoro. Prendo un po' di velocità e quando inizia la discesa verso Zermatt cerco di dare quello che posso...sul discesone a tornanti bello fangoso faccio un po' di fatica e il trenino spagnolo e David mi sorpassa mentre cado su una montagnola di fango. Riparto e vado avanti. Sul tratto boscoso che picchia verso il paese, mi fanno male le ginocchia. Qui un altro spagnolo mi si avvicina e mi indurisco in curva, subisco una storta e lo lascio passare. E subito dopo, mentre riparto, un crampo cattivo mi blocca e lascio passare anche il ragazzo di colore. Qui scatta l'orgoglio e sul tratto finale del sentiero che esce fra le case, supero il trailer nero e mi avvicino allo spagnolo. Saluto una madre con la figlioletta e un po' di gente assiepata sull'ultima rampa di giornata. In un attimo, dopo una discesa mi trovo in centro in paese, lo spagnolo e a pochi secondo da me, ma non riesco a prenderlo. Fra due ali di folla arrivo dopo 6h49' di viaggio e piuttosto soddisfatto. Saluto David e il trenino spagnolo e aspetto il ragazzo di colore con una stretta di mano.
Saluto i miei compagni di team che mi aspettavano e vado al ristoro di fine gara, dopo maglietta e medaglia.
Gara spettacolare e piuttosto impegnativa. Passo per l'ennesima volta il ponte sotto la chiesa e vado in appartamento per una bella doccia. Fra Olimpiadi in tv, pranzo e cena assieme e tante risate passano anche le successive ore di sabato. Un abbozzo di serata, drink con lo sponsor e poi giretto in pub assieme a Emanuele e Ricky, dove ritrovo davanti a una buona birra tanti runner che hanno condiviso con me il bel giro ai piedi del Matterhorn e arriva domenica. 
Un'ultima camminata sotto lo splendido "corno" del Cervino e addirittura una discesa di corsa e dopo pranzo si riparte! Mentre scendiamo verso la stazione della funicolare, becchiamo Peter Fill in bici che riusciamo a salutare...
Portiamo con noi una bellissima esperienza personale e di gruppo, grazie Zermatt e arrivederci maestoso Cervino! 

bottom of page