I3​CORRIGLIONIStorie di corsa
Escursioni 2016
MONTE COCUZZO - 31/07/2016
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SCHEDA TECNICA
Difficoltà: T
Altitudini: min 1202 m / max 1504 m
Dislivello: 398 m in salita / 403 m in discesa
Lunghezza percorso: 5,70 km
Tempo A/R: 1h 30'
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RESOCONTO
Dopo mesi di astinenza dalla montagna finalmente ho deciso di ricominciare a dedicare del tempo anche alle escursioni.
Come prima meta ho scelto il Monte Cocuzzo, montagna di facile ascesa che ho visitato varie volte nel corso della mia vita, sin da quando ero bambino.
Il percorso è molto semplice in quanto la strada porta direttamente fino in cima, anche se per alcuni tratti è impraticabile per un mezzo che non sia fuoristrada. La strada carrabile che invece porta fino alle pendici del monte è sconnesa, piena di buche, a tratti sterrata, tanto da far impiegare circa un'ora di auto per percorrere circa 30 km.
Ritornando all'escursione, arrivo poco dopo le 8 all'area attrezzata ai piedi del Monte Cocuzzo, parcheggio l'auto e mi preparo alla salita. La mia attrezzature consiste in scarpe da trail, macchina fotografica, telefonino (che in pratica è inutile in quanto non c'è campo in tutta la zona) e zaina da trail, contenente una borracica con mezzo litro d'acqua, uno smanicato antivento e un gel energetico.
Alle 8:13 inizio la salita, percorrendo la strada a lunghi tratti asfaltata che percorrere tutto il lato nord della montagna. Durante il percorso faccio diverse soste fotografiche e visionando i vari luoghi mi riaffiorano alla mente ricordi delle escursioni fatte nei lontani anni passati.
Vado avanti a passo lento, senza incontrare anima viva, tranne un numeroso gregge di pecore con cani al seguito in uno dei piani sottostanti alla montagna e uno stormo di sei corvi che sorvola il mio percorso.
La qualità della strada è ottima da percorrere a piedi e potrei andare anche a passo più spedito, ma la mia intenzione è quella di godermi il più possibile della pace che regna in questi luoghi.
Continuo a salire fino ad uno dei punti panoramici e qui mi godo uno spettacolo fantastico: la coltre di nubi ad una quota di 6-700 m ricopre tutto il circondario e da essa sbucano le alte cime calabre. Vedo a nord le vette del massiccio del Pollino, ad est il Monte Scuro della Sila e a sud il Monte Reventino. Ad ovest purtroppo non vedo il mare, appunto coperto dal fitto strato di nubi.
Continuo a salire fino ad arrivare in prossimità dei rifugi e qui purtroppo mi blocco: per raggiungere la cima della montagna, su cui in pratica sono ubicati i rifugi, devo percorrere un breve tratto di sentiero, ma è molto stretto, ripido e sui due lati vi sono solo delle staccionate in legno (a tratti anche con pezzi mancanti) che separano la via dalle due pareti quasi a strapiombo.
Mi viene il solito attacco di vertigini, le gambe iniziano a tremare, il cuore a battere forte e il respiro diventa affannoso.
Mi prendo qualche minuto per ambientarmi e piano piano mi avvio a percorrere l'ultimo tratto, memore di essere già riuscito a superare queste difficoltà nel corso della mia ultima visita sul posto.
E così arrivo in cima dopo quasi un'ora di cammino, mi godo il panorama e faccio qualche foto da tutti i versanti. Peccato per il frastuono che viene da una delle casupole presenti in cima... rovina un po' la pace del posto.
Ricomincio a scendere e finalmente incontro altre persone che salgono verso la splendida cima: un ciclista in mtb (che però la porta a mano perchè dice che sulle pietre le ruote non riescono ad avere presa), un uomo di mezz'eta in salita solitaria e un gruppo di escursionisti organizzati.
Dopo 20 minuti circa di discesa concludo il mio breve viaggio nei pressi della mia macchina e, non contento, mi cambio e mi faccio una corsetta nel sottobosco circostante per circa 5 km, godendo dell'aria fresca e pulita del luogo.
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