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L'EVENTO

La Lavaredo Ultra Trail è una delle competizioni più importanti in Italia che si svolge in Trentino. 

La corsa è un trail duro che prevede 119 km complessivi e 5.800 metri di dislivello positivo che in genere gli atleti completano in circa 20 ore; duro, ma non durissimo come il Tòr des Gèants, con i suoi 330 km e 24mila metri di dislivello. La cornice è da favola, con il percorso che si snoda attorno al panorama iconico delle Tre Cime di Lavaredo, tra valli e boschi, e raggiunge un'altitudine massima di 2400 metri. Partecipano 1300 iscritti, a cui si aggiungono altri 2mila atleti che corrono le gare 'minor' come la Cortina Trail (47 km per 2650 m di dislivello) e la Cortina Skyrace (20 km per 1.000 m di dislivello).

Con la crescita del turismo leisure, la Lavaredo Ultra trail può essere l'occasione per godersi i panorami delle Dolomiti concedendosi anche un po' di sport attivo, tenendo Cortina come punto di riferimento. La cittadina bellunese infatti ospita le celebrazioni del decennale dell'evento, con un piccolo expo dedicato al tema dell'outdoor, aree ristoro, incontri con atleti disponibili a dare suggerimenti sulla corsa in montagna, escursioni nei dintorni accompagnati da alpinisti come Tamara Lunger e momenti di storytelling sulla montagna con la runner Fernanda Maciel. Insomma una festa  a base di montagna e sport. [Fonte Sito Quotidiano.net]

LUT 2016: IL RACCONTO DI NAZARENO (Fonte sito Runningforum.it)

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LUT 2016: UN SOGNO CHE DIVENTA INCUBO E POI RESILIENZA (1° PARTE)
Ebbene si, la LUT, o meglio dire la Lavaredo Ultra Trail, è uno dei miei decantati 4-5 veri obiettivi stagionali.
Gara magnifica di 119 km e circa 6000m di dislivello positivo, non ha certo bisogno di particolari presentazioni. Una competizione di altissimo livello, con un parterre de roi che ogni hanno si dilata a dismisura. Da alcuni anni fa parte dell'Ultra Trail World Tour come gara ufficiale del circuito e questo la rende ancor più ambita e sotto la lente di ingrandimento dei media, degli sponsor e dei magazine del settore.
La LUT è un viaggio a forma di ali, in cui buttarsi a capofitto sfiorando montagne leggendarie, fra cui le fantastiche Tre Cime, da cui la gara prende ovviamente il nome. Corsa atipica fra le XL, con una prima parte molto semplice e corribile e una seconda più tecnica e dura.
La mia LUT 2016 parte il martedì sera, si non il venerdì alle 23. Perchè? Perchè, una sfiga che non avrei potuto in alcun modo si abbatte su di me proprio mentre mi spara la penultima uscitina pre-LUT, martedì 22. Mi sento caldo, troppo accaldato, il cuore batte troppo forte per un allenamento di Urban Trail, in più l'intestino dà fastidi...dimmi di no, dimmi di no. E invece. E invece, a nemmeno 3 giorni dalla gara tanto sognata, una bella influenza intestinale, con attacchi di colite e febbre mi si pianta addosso.
Entro giovedì almeno mi sfebbro e parto speranzoso. Il venerdì preparatorio alla gara, cerco di stare tranquillo, di non pensarci, non prendo nulla e spero che sia tutto passato. Pranzo leggero, preparo tutto il fardello di borsa e zaino e materiale da portare in quel di Cortina e si parte.
Il fastidio più grande è dettato dalla condizione atletica, semplicemente super, peccato che il corpo non sia disposto a farmela tirar fuori senza intoppi...io e Marta e una nostra amica partiamo in tranquillità apparente alla volta di Cortina. i soci Rigo e Gabry son già in perlustrazione da un pò, arrivo a Cortina per le 17.30 circa e mi lancio dentro il Palaghiaccio per il ritiro pettorale. Incontro Luca Moro, Enrico il mio compagno di team che farà il Cortina e altri amici del mondo trail ('na big family insomma... ). Passati i controlli e preso il pettorale, ritrovo fra gli stand Gabry, parecchio emozionato e le ragazze che sono già uscite dall'expo...ci mettiamo a ragionare su cosa mangiare, bere, aperitivare nel frattempo...ci sono oltre 4 ore ancora alla partenza e bisogna riempirle. In fatti le riempiamo inizialmente di birra, la birreria che sta esattamente dietro alla zona partenza/arrivo della gara è la meta. Mentre si finisce il birrone si paventa un Rigo già affardellato e pronto, ma come?
Proprio lui che si prepara all'ultimo e che a posto del Garmin utilizza strane scritte/geroglifici a penna che lo rendono superman da autoincitamento... vuol dire che sente la pressione da prima over 100k.
Ci diamo appuntamento al pasta party, intanto perdiamo Gabry che non si sente benissimo e va a fare un ritiro spiritualfisico in macchina.
Il tempo passa, in men che non si dica siamo già alle 20 e passa, entro le 21 bisogna consegnare il sacco per Cimabanche, azz devo affrettarmi!
Mi incremo, mi vesto, mi sistemo, mi affardello lo zaino, sistemo il cibo di scorta, riempio la sacca di metà gara, ci siamo!
Saluto le ragazze e vado al Palaghiaccio e mentre sto consegnando il mio pacco, babammm si sprigiona in tutta la sua fragorosa potenza un violento acquazzone estivo, contornato da simpatici lampi e fulmini e una ventazza fredda...
Al pasta party mi butto in tavolata con Rigo, Pollo e Fede Boifava, si scherza e si parla delle loro gare di casa (Ultrabericus e TDH) e ovviamente di LUT. Tutti guardiamo affannosamente le previsioni meteo, guardiamo un decina di siti contemporaneamente per avere un'accurata media di riferimento poi lo stesso Simone Brogioni viene da noi a dirci che dobbiamo stare tranquilli, che l'acquazzone andrà scemando verso mezzanotte...
Dopo il pasto, lascio Rigo confabulare con i suoi e poi va non so dove...io inizio con le pause c...bagno...chiamo Marta e mi dice che sono a cenare finalmente in pizzeria, in zona partenza...
Cerco di riposare, ma faccio fatica a stare tranquillo...arrivano le 22 e sbaracco dalla tendopoli di trailer e mentre saluto Raffaele e altri trailer, mi avventuro sotto la pioggia battente per raggiungere la pizzeria dove mi aspettano le ragazze, nel mentre saluto un gruppetto di RF che aspetta la partenza della gara...arrivo nella terrazza della pizzeria pronto da gara, la gente sorride, capisce che sono dei Ultramatti che di lì a poco si metterà in cammino per circa 120 km fra le Dolomiti Saluto un gruppetto di ragazzi francesi incrociati prima in birreria che mi guardano sorpresi conciato in questo modo...aspetto di uscire dal ristorante e poi dopo foto e saluti di rito mi immetto nella folla...stupido io che non c'ho pensato! 1500 partenti in questo imbuto, la maggior parte delle persone si sono messe in blocco già da un botto...io mi devo accontentare di partire poco dopo la metà del plotone, la paura di far male a qualcuno è grande, se parto a correre, qua ne faccio fuori qualcuno penso...
Il tempo vola e mentre mi organizzo mentalmente come attaccare la prima salita, si parte!
Sto bene, fra due ali di folla supero un gran numero di atleti, vedo di non essere stato l'unico a partire dietro...man mano che passa il primo km su asfalto vedo gambe sempre più vascolarizzate e tornite...supero le top donne, Pè, Borzani, Follador...e sulla prima vera rampa di gara affianco Marco Pajusco, lo prendo come punto di riferimento per un bel pò...superiamo Fede Boifava e siamo a far gruppetto nientepopodimeno che con Marco Bethaz, Mike Foote e Rory Bosio...mi rendo conto di avere una forma spaziale, sto faticando zero, ma sto correndo davvero bene ...sui continui tornanti sulla forestale che ci porta verso Passo Prosporcora, le sensazioni sono ottime...tanto da superare altra gente, Rory compresa...un tipo con dei cosciali inconfondibili fa elastico con me, sull'ultima rampa prima di scollinare il passo, perdo di vista Marco e resto nel gruppetto...scolliniamo e sopra di noi un cielo che si va pian piano a dipanare, con le sue stelle che pian piano escono a far capolino...sotto un bosco di conifere che ci riempie di odori...su questo tratto semi pianeggiante, uno del gruppo si ferma a far pipì e manca poco che mi faccia sbagliare strada...su questo tratto cerco di mantenere un buon passo ma con le ridotte...siamo a 45' di gara e manca una vita...sulla prima discesa vado forte inizialmente, poi mi faccio staccare da una decina di atleti, irrettito dalle frontali potentissime dietro che fanno ombra...
Fra questi c'è Rory che mi riprende e vengo letteralmente colpito dalle sue gambe. Uniche per forma e vascolarizzazione nell'universo trail femminile la risaluto e vado dritto, fra un pò si torna a salire...ma mentre metabolizzo la prima discesa e sto metabolizzando la seconda salita di giornata/nottata, capisco che qualcosa non va, inizio a sentire tirare l'addome, dolori profondi che danno un fastidio boia si fanno all'orizzonte e come se non bastasse una simpatica sensazione di stimolo dall'altra parte fa capolino...spero sia solo una sensazione, una sensazione passeggera...


LUT 2016: UN SOGNO CHE DIVENTA INCUBO E POI RESILIENZA, PRIMA ESPIAZIONE (2° PARTE)
La sensazione non è affatto leggera, si insinua sempre più pesante nella mia testa. quasi da non godermi questa nottata fra i boschi dolomitici.
Stacco un pò la testa, faccio un pò di tira e molla con gli stessi atleti, le stesse facce illuminate da un pò...la salita che sto attaccando è piuttosto facile da correre, pendenze che raramente superano l'8-10%, vedo intanto delle luci che stagliano all'orizzonte...strano se fosse già il primo ristoro (16-17° km), è passata un'ora e quarto circa dall'inizio del viaggio...in realtà man mano che mi avvicino, capisco che è il primo dei punti "visita" della LUT, dove tifosi, parenti e amici vengono a vedere e a sostenere gli atleti, mentre iniziano i rintocchi dei campanacci e le luci sono sempre più frequenti, Gabry mi affianca e lo saluto, al contempo anche Fede Boifava, stranamente per lei, armata di bastoni, fa lo stesso...entriamo in questo splendido imbuto di gente ululante, saluto, come capita, tutti quanti e usciamo dalla zona di Podestagno velocemente. Mi immetto in una splendida forestale, in discesa recupero posizioni, riprendo Gabry, ma ora lo stimolo si fa pesantissimo e i dolori non sono sostenibili, mi fermo dietro un albero al lato del sentiero e la faccio 2 volte. Mi passano una quindicina-ventina di atleti ...riparto arrabbiato e dopo un leggero saliscendi, finalmente capisco di essere al ristoro. E' passata circa 1h45' dallo start. Qui ritrovo entrambi i soci, Gabry e Rigo superstar, intenti a nutrirsi, li saluto e gli informo delle mie appena cominciate disavventure color marrone ...bevo un pò di thè e altri liquidi, inizio a rifocillarmi con la frutta e poco dopo riparto. Riparto anche prima di loro. Mentre esco dal Rifugio Ospitale, affianco una super Lisa Borzani, la vedo in gran forma, sulla salita successiva al ristoro stiamo assieme per un bel pò, le gambe girano piuttosto bene le dico, lei corre anche il ripido più ripido però e di lì a poco la lascio avanzare...nel frattempo prendo alcuni atleti, fra cui uno, armato di bastoni, cosciali della Montura e immancabile maglietta dell'Alpstation. E' Mirko Miotto, che mi chiede dove sono i miei soci. Gli dico che di lì a poco torneranno su e infatti, nel breve spazio di alcuni minuti, mi affianca prima Rigo e poi Gabry. Il primo corre facile tutto e lo lascio andare, invece Mirko e Gabry, raggiungono la Borzani e per un pò fanno trenino, che essendo a 30-40 metri da me, prendo come riferimento. Gabry è impressionato da come sta andando Lisa e come potrei biasimarlo...
Intanto, fra tira e molla e qualche sorpasso subìto da qualche atleta con bastoni, ne riprendo alcuni, far cui uno bardato di giallo e nero. Era uno di quelli che mi aveva passato precedentemente, sulla prima discesa di nottata, a gran velocità. E' Max Gostoli, buon atleta del vicentino che conosco dalle condivise in buona parte, ultime due edizioni dell'Ultrabericus.
Mi dice che non ha più voglia di correre, che arrivato a Federavecchia al 33° si ritira, cerco di rincuorarlo, lui mi racconta del buon percorso di avvicinamento alla gara (un bel terzo posto all'Alpago Trail e altro ancora), che oggi ha corso per un bel pezzo con il grande Ivano Molin e forse (ma chissà? ) ha un pò esagerato, poi mi parla del mio carso, che conosce bene visto che si è fatto un gran bel pò di giri mentre veniva a trovare quella che sarebbe diventata sua moglie, di stanza a Trieste all'università...il carso si, sento le mie amate pietre sotto i piedi, per un attimo non sono a fare la Lut ma a fare un giro carsico in notturna e questo mi dà forza...intanto stiamo assieme, sembra di essere quasi soli, con la luna lucentissima che fa capolino far le nuvole e le ombre della foresta, la Val Padeòn di notte in tutta la sua oscurata bellezza. Non passiamo nè ci facciamo passare quasi da nessuno, sennonchè sull'ultima rampa che porta alla Forcella Son Forca, veniamo presi da un gruppetto, fra cui una donna che corre come un caterpillar, la grande Uxue, che va a velocità inaudite su questa distesa di sassi...dopo un tratto di discesa boscosa in cui io e Max ci alterniamo, si arriva al famoso Passo Tre Croci, illuminato e gremito di gente, una mini curva da stadio su un passo dolomitico! fra la gente che mi sostiene, c'è un amico che non vedevo da un pò, il grande Tiziano Toppan (che si rivelerà fondamentale nel corso di tutta la mia gara), lo saluto e ci ributtiamo nel bosco su un bel tratto erboso, bello bagnato. sento qualche atleta che ci è dietro, su un tratto boscoso e viscido con un piccolo passaggio su neve, ci passa una Francesca Canepa che ha fretta (di ritirarsi?)...passato questo tratto, sento un pò tirare i polpacci e anche i bicipiti femorali, ma soprattutto anche se non ci penso, la combo stimolo e dolori addominali non molla mai...su una discesa ripida con radici e pietre, mi faccio staccare per un pò da Max e vengo ripreso dal gruppetto dietro, fra cui una graziosa e minuta Fernanda Maciel, con tatuaggio su coscia che spunta dal gonnellino fucsia...va giù come un treno...sono passati circa 30 km e un bel pò di D+, normale che ci sia la prima flessioncina di giornata, ma agli altri vedo che non è così prendo la mira di un asiatico che riprendo facile in discesa e nello spazio di pochi minuti sono su un saliscendi recintato che staglia nel bosco, vengo superato sulla discesa da Luca Moro, ci salutiamo e c'è un viavai di gente della madonna...prendo come riferimento Riccardo de Gaetano e arrivo a Federavecchia, in poco più di 3h e mezza...ritrovo Gabry e Max. Quest'ultimo mi fa l'in bocca al lupo e se ne va, esco con Gabry dal ristoro, dopo essermi rifocillato un bel pò...usciti dal carnaio, inizia una nuova salita, saluto Gabry (che deve correre il più possibile in salita, visto che in discesa a problemi di stabilità e non riesce a spingere) e mi metto al mio passo.
La salita la corricchio e la cammino, anche qui un bel viavai, intanto i dolori addominali si fanno sempre più forti...
Non so che fare, intanto non ci penso...nel frattempo ci immettiamo su un sentiero ripido, bello bagnato e viscido...sono un pò frastornato fra la notte, i casini intestinali e la bagarre, mentre passo un guado che forma un pozzangherone di fangazza, sento arrivare da dietro qualcuno...anzi qualcuna, è una esplosiva Cristiana Follador, mentre evito la pozzanghera, prendo la scossa sul recinto a bordo sentiero, per alcuni secondi sembra di essere in un'altra dimensione resto un pò con la Cri, poi sulla salita successiva di cemento la saluto, ho delle fitte troppo pesanti, devo fermarmi...la rifaccio altre due volte, dietro una conifera instabile che si butta a strapiombo sulla strada...e finito di fare tutto, anch'io cado a strapiombo fra mille improperi...mi riprendo, intanto un gruppetto di 5-6 unità mi ha superato. Corro e cammino, finito il tratto asfaltato, mi ritrovo di nuovo su una bella forestale, che in teoria porta facilmente al lago di Misurina...sul primo tratto faccio un pò di tira e molla con un lungagnone che cammina soltanto, ma va che è una meraviglia e un atleta che conosco bene come movenze, è il grande Luca Guerini, uno de più forti e continui ultra trailer italiani sulle distanze XL. Mi avvicendo con lui per un bel pò, il sentiero continua in un continuo saliscendi...ma dopo un tratto corribilissimo, inizia a far presenza sempre più costante, una serie di valanghe di palta marrone per giunta belle alte...non so come prendere le misure a sta roba...purtroppo perdo quell'ottimo "treno" di Guerini, che con esperienza e bravura con i bastoni si divincola con facilità...in questi 2-3 km che sembrano interminabili, vengo superato da un bel pò di gente, fra cui una Yulia Baykova che rischia di infilzarmi con i suoi bastoncini, ma con il suo scusa con tanto di sorriso viene subito perdonata...soffro, non solo per il fango, ma per la condizione di fatica + influenza intestinale in atto che mi porto dietro...rimango solo, vedo le luci delle frontali di chi mi ha superato, sempre più lontane...un tipo dell'organizzazione mi dice che il brutto e praticamente finito...il suo praticamente si fa strada, quando sul fango viscido di questo single track manca poco che mi ammazzi...le mie Altra Superior sul fango vanno poco e lo sapevo...scendo finalmente fuori da sto mondo di fango e arrivo sulla sponda del lago di Misurina...c'è gente anche qua, che incita, li ringrazio...ne mancano ancora 80 mi dico...siamo appena a un terzo di gara

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LUT 2016: UN SOGNO CHE DIVENTA INCUBO E POI RESILIENZA, SECONDA ESPIAZIONE (3° PARTE)
Le luci fioche dei supporters illuminano le sponde del lago, io intanto mi rituffo mentalmente in gara, penso alle gambe della Bosio, a tutti quelli/e con cui ho condiviso parti piccole e grandi di questi primi 40k di LUT. Domandandomi come staranno e soprattutto a che punto del loro viaggio sono in questo preciso momento...i km sulla sponda del lago passano abbastanza veloci e appena la strada torna a salire, ritrovo Tiziano come un'illuminazione mi conforta, dicendomi che sto andando piuttosto bene e che non devo mollare...io gli rivelo i miei problemi e attacco la salita che prima è asfaltata poi si sposta su un sentierino a bordo strada, qui mi affianca un gruppetto bastonato che mi supera con facilità non sto proprio benissimo...arriviamo su un pianoro, vicino al Rifugio Lago d'Antorno che prende il nome dal laghetto che scorgo appena con gli occhi, c'è l'imbocco del sentiero che porta all'Auronzo...le montagne si fanno sempre più vicine...i primi colori dell'alba fanno capolino...sulla piccola fonte a bordo lago, indicatami da un signore dell'organizzazione, mi riempio la borraccia e mi bagno, con me anche un atleta sloveno, che appena mi vede anche lui ci si butta dentro...il bosco di Misurina era estremamente umido e la sudorazione è stata a dir poco esagerata
Dopo un ponticello in legno, il sentiero ricade nel bosco, prendo un discreto ritmo, mentre usciamo per rientrare nel bosco, su un tratto di radura lo stimolo si fa talmente forte che mi rifermo per l'ennesima volta e per altre due volte non c'è altro da fare...sono un caccapillar la cosa che mi fa più fastidio è il continuo elastico che si crea con chi mi supera mentre mi devo per forza fermare, li ripasso, poi rifermo di nuovo, poi mi ripassano...e così via non ne posso più, mi metto in testa di valutare arrivato all'Auronzo.
Fra il gruppetto che mi ha superato mentre la facevo l'ultima volta c'è Graziana Pè, inconfondibile con la sua crestina ossigenata, l'ho sempre immaginata come un atleta non più che discreta e non mi sbagliavo...nonostante avesse i bastoni e miei problemi continui, la riprendo facilmente sulla rampa pietrosa che sale ripidamente verso al pianoro prima dell'ultima rampa che porta all'Auronzo, con me uno spilungone con i bastoni che mi prende come riferimento, complice il gel preso poco prima, mi sento bene e continuo a riprendere gente...ci immettiamo sull'ultimo tratto ripido, nei tratti più dolci mi metto anche a corricchiare...l'Auronzo è vicino, aumento un pò ed eccoci, ci siamo!
Uno speaker fuori dal ristoro farfuglia cose a cui non dò importanza e mi ficco dentro al Rifugio, sono 48k abbondanti in 6h e mezza circa mi dico...nemmeno tanto male...mi fermo a mangiare cose a caso, la frutta è ancora digeribile, poi sul banchetto vegano prendo un pò di cioccolato fondente che faccio fatica a buttar giù...sembra catrame bevo un'infinità di cose, ma soprattutto non posso dimenticare la fondina piena di thè caldo che mi sono bevuto appena entrato...tante facce note e saluto Marco Mengozzi e Roberto Bellini, che fra Ultrabericus e Passatore conosco bene come corridori...mi fermo un bel pò e spaventato dal freddo che troverò quasi quasi non vorrei più uscire...poi la ragazza del ristoro che sta sul tavolino più prossimo all'uscita, mi dice che l'acqua non c'è più e che devo approvvigionarmi fuori...passo il nastro del passaggio ed esco, ammazza che freddo!
In un attimo i dolori addominali e lo stimolo continuo ritornano come incubi in mezzo ad un bel sogno...faccio si e no mezzo km e prima di arrivare alla chiesetta, mi butto su un sentiero che scende da quello di gara e mi fermo altre due volte a svuotarmi...non ne posso più...
Marco sorride quando mi vede indaffarato e sbraitante, mi passano altri 10 e fischia atleti...ritorno prima a camminare e poi a corricchiare...arrivo al Rifugio Lavaredo e sulla rampa che porta alle Tre Cime, mi viene su un colpo di sonno a dir poco impetuoso...mi passano diversi atleti e atlete...sono ciondolante e assonnato, fra loro anche Roberto con cui scambio un saluto veloce e asettico viste le mie condizioni...l'arma magica è la Coca Cola, arrivato alla Forcella Lavaredo, mi fermo un attimo per scorgere le tre meraviglie che ahimè sono ancora troppo poco visibili...le saluto fra la foschia di primissima mattina e dopo alcune sorsate di Cola torno a correre...inizio a riprendere gente...sempre di più, prendo un paio di donne che mi avevano superato nel momento di narcolessia dopo il Lavaredo e sul tecnico rischio di ammazzarmi per scendere fra le pietre...il sentiero si fa più largo, una lunga ghiaiata sassosa che costeggia un meraviglioso torrente di montagna, in cui mi ci butterei a capofitto...non ci voglio pensare e vado giù di buon ritmo...riacquisto velocità e mi ritrovo a superare gente su uno slargo prima di un ponticello in legno...i paesaggi che si fanno via via più definiti sono stupendi...la Val della Rienza è davvero tanta roba...prima di sfiorare il lago di Landro e superare un altro gruppetto, vedo un top runner canadese in maglia rossa intento a farsi medicare...è caduto di faccia, ha un profondo taglio sull'arcata sopraccigliare
Mi dicono che è tutto ok...qui ne infilo tanti, ma proprio sul più bello dolori e stimolo si fanno sempre più accesi...dopo un tratto boscoso semi pianeggiante, arriviamo a un sottopasso che dice Cimabanche a 3 km...una signora poco prima mi ha detto 5 km alla base vita...chissà chi avrà ragione??...intanto mi dico meno 3 e proseguo nel mio superare, ma mentre supero sia Lucinda de Sousa che suo marito pacer e altra gente, mi devo fermare per l'ennesima volta dietro un albero e altre due volte a...tiro giù improperi inqualificabili, ma appena finito, ritorno subito a correre...risupero gran parte della gente che mi aveva risuperato e un tipo mi dice che un suo amico per un problema analogo si è ritirato all'Auronzo.
A benon penso...ma chi me lo fa fare??
Mi metto dietro la grande Denise Zimmermann e proseguiamo verso Cimabanche, il sentiero sbuca a bordo strada, le indicazioni bilingui che fanno capire la vicinanza all'Alto Adige...ci siamo! Superato un casolare con cane abbaiante e vecchina sostenitrice, vedo gente fuori da un tendone...ci siamo, Cimabanche 67 km circa portati a casa...qui devo cambiarmi, perchè faccio schifo...sono letteralmente fradicio di sudore e ho le gambe impastellate di fangazza from Misurina, un Tiziano angelo custode mi aiuta a cambiarmi, intanto mi fermo a parlare con lui e un Emanuele Ludovisi che ha deciso di fermarsi...mi dice che Gabry è ripartito da poco e che al Bosio ha iniziato ad avere un problema analogo al mio, che l'ha fatta rimanere a Cimabanche per più di un'ora
Mi cambio, mi metto un pò di crema solare, troppo poca si rivelerà...Tiziano mi intima di mangiare qualcosa e lo ascolto, mangio quelle macedonie pronte che si trovano ai ristori da un pò, ne mangio due e mi scolo un pò di liquidi, mi riempio le borraccette con acqua e thè, la Cola a ogni ristoro è come una molotov da mettere in borraccia, ogni volta che lo faccio, il primo km è come esplodesse da un momento all'altro...
Esco dopo quasi 20' di pausa, salutando Tiziano e tutti gli altri, fra cui cui Plumen Cukev, l'ultrarunner bulgaro conosciuto all'Istria, anche lui in gara...sono passate poco più di 9h di gara e manca ancora un bel pò di dislivello...più che i 52 km, quello che mi spaventa di più e proprio il D+, in più il caldo anche se sono solo le 8 di mattina, si fa sentire...dopo un pò di sentiero a bordo strada, passata la SS che porta a Toblach mi immetto come da indicazioni dei volontari sul sentiero che sale verso Forcella Larosa...fa molto caldo, il sentiero che si inerpica nel bosco è davvero stupendo, prima a destra e poi a sinistra, guadi e ruscelli che scendono da ogni dove...su uno mi fermo un bel pò per lavarmi, voglio togliermi da dosso questa palta attaccaticcia...mi raggiungono alcuni atleti armati di bastoni, da qui inizia un mio piccolo tratto di vera illuminazione , decido di alternare corsa a camminata, 2' corsa e 2-3' di camminata...mi premio con sorsate di acqua e thè di tanto in tanto...supero via via un sacco di gente, arrivato in forcella, fra ciclisti e atleti della gara, supero anche il canadese sfortunato che continua imperterrito...nei pressi del bosco poco prima della discesa, un gruppo di volontari mi offre da bere, ma gli dico che sto bene così, Malga Ra Stua non è così lontana...in discesa ne supero altri 5-6 e poi sul tratto più facile altri ancora, fra di loro anche la de Sousa con suo marito...mi fermo al ristoro, sto bene ma sono accaldato, ne abbiamo 76 e qui inizia la gara...la Val Travenanzes non perdona! Al ristoro mangio frutta, mi bagno e bevo molto, riempio anche la borraccia grande, che inizio a tenere in mano costantemente e riparto dopo alcuni lunghissimi minuti, proprio con la de Sousa, supero i parcheggi e mi immetto sul sentiero...inizia l'ultima impetuosa e terribile parte...

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LUT 2016: UN SOGNO CHE DIVENTA INCUBO E POI RESILIENZA E...LA PORTO A CASA! (4° E ULTIMA PARTE)
Dopo poche decine di metri mi immetto sul sentiero. Radici e sassi irregolari da far da padroni e Lucinda cade rovinosamente dietro di me...sembra si sia fatta davvero male da come inveisce in portoghese torno indietro, la aiuto a rialzarsi e gli chiedo come stia, mi dice che si è fatta male a una mano ma riesce a proseguire...proseguo allora ed ecco la combo stimolo-dolori addominali a ripercuotersi su di me...non ci voglio pensare, ma dopo un paio di km dietro ad un albero, devo rifermarmi a scaricare per le ennesime altre due volte...mi passano in una quindicina, fra cui pure Lucinda de Sousa e suo marito pacer, loro sorridono, io sono sconsolato ormai...raccolgo le forze che mi rimangono e ritorno a correre, ora il tratto è facile, corribile con diversi saliscendi...i boschi sempre splendidi, il contorno naturalistico è sempre di primissimo ordine. La forestale è bella larga, costeggia il verde dei boschi, c'è ancora una discreta sensazione di fresco all'ombra degli alberi...intanto mi raggiunge un signore di una certa età, un lungagnone di vecchio corso, più vicino ai 60 che ai 50, ma che corre ancora forte, è l'altoatesino Rudi Schoepf. Stiamo assieme e prendiamo un discreto ritmo, appena prim che la forestale inizi a risalire, ci prende un runner all'apparenza ancora bello fresco, è Cosmin Petrut, armato di bastoni, sta facendo la gara in progressione...infatti sulla salita che porta verso Pia de Lòa, nel giro di poco non lo vediamo più...mentre io e Rudi veniamo fiancheggiati da un paio di runners (una americana o nordica con accento americano, l'altra mi pare british...) belle in spinta, arriviamo ai piedi di una casera dove ci dispensano dei liquidi...la strada è ancora molto lunga per Malga Travenanzes è quello che mi dicono...
Sono provato, non riesco a mangiare, ma soprattutto mi sento letteralmente svuotato, ma voglio proseguire ed intanto nei tratti non ombreggiati il caldo inizia a farsi sentire...finalmente inizia la salita che porta alla splendida cascata de Fanes, un pò di gente a ristorarsi e a far foto e mi ritrovo a bagnarmi e rigenerarmi per un attimo in quell'acqua meravigliosamente gelida, passo l'instabile ponticello di legno e nel tratto di single track successivo mentre stringo i denti fra corsetta e camminata, mi passano in 2-3...dopo un km e poco più mi ritrovo in uno scenario completamente diverso, il single track si fa semi pianeggiante, ora siamo io e un atleta spagnolo, soli nel nulla, il sentierino costeggia il corso del fiume, che ancora non abbiamo iniziato a guadare...alla prima occasione mi bagno e vedo l'ultima atleta del Cortina Trail, bagnarsi pure lei...proseguo per un pò, poi alterno sempre più camminata e poca corsa...i guadi sono sempre più "importanti", ormai è impossibile non bagnarsi i piedi, ormai i piedi sono distrutti e immersi nell'acqua fredda non regalano sensazioni bellissime...pian pianino, fra un guado ed un altro, un altro gruppetto sta venendo su...mi ci attacco come posso, un atleta straniero mi chiede come sto e io gli dico così così, dopo aver risalito un piccolo crinale a destra del fiume, arriviamo finalmente alla fonte, siamo a pochi metri da Malga Travenanzes, riempio la borraccia che porto a mano, mi bagno, raccolgo le ultime forze e ritorno a camminare...velocemente cambiamo versante e adesso mi ritrovo solo con un atleta bastonato leggermente indietro, che vien su bene...ritrovo fiducia, passo qualche scoppiato, passo qualcuno della corta che sta con le scope e le scope stesse...il paesaggio che si espande davanti ai miei occhi, è meraviglioso, peccato faccia un caldo boia!
A destra le Cime di Furcia Rossa, sul lato di gara, le Tofane iniziano a stagliarsi sopra, verso il cielo...mentre la strada continua a salire, mi sento male, ho un black out, pesante. Troppo caldo, troppa fatica, sono troppo svuotato. Ancora qualche decina di metri e mi accascio su pezzettino di semiprato fatto di arbusti, erba, muschio...bello bagnato. A pochi cm dal sentiero di gara. In una mezz'ora abbondante, mi passa un top runner di Honk Hong, una selva di runners in fase di devastazione cronica, Fede Crotti che mi vede lì e non ci crede , Marco Bidioi che nemmeno lui ci può credere. Non ci credo nemmeno io. Penso, in dormiveglia, che fino a una settimana fa, avevo uno stato di grazia che a quel punto sarei già ben dopo Passo Giau e invece...mi "raccolgo" e in un quarto d'ora camminando veloce riprendo una decina di atleti, fra cui Federico e Marco, con cui scambio un paio di chiacchiere, li passo prima di Forcella Col dei Bos, il sonnellino mi ha fatto bene, il paesaggio si fa via via sempre più lunare qui sopra, prendo in cima diversa gente ferma della corta in preda ripensamenti esistenziali...arriva la discesa, mi scatta la molla e tiro giù 2-3 km sotto i 4', sorpasso a velocità doppia diversi atleti che mi avevano visto morto stecchito e che mi ritrovano redivivo sul tacciato di gara, la faccia che fanno è tutto un programma
Gente dell'organizzazione si esalta e mi esalta, continuo a superare, poi la discesa finisce e la strada torna a salire regolare, dietro di me ho fatto terra bruciata, alterno corsa a camminata , prendo alcune donne della corta e poi altri due della Lut. Arriviamo ben sopra il Col Gallina, siamo sul primo tratto che porta in cima al Lagazuoi, dopo i ruderi, finalmente torna la discesa, sul tecnico mi ci butto e ne supero ancora qualcuno...in pochi minuti son giù e fra una selva di macchine e gente, vedo il ristoro, l'ultimo pezzetto prima del nastro lo faccio con Tiziano che mi chiede come sto, sono passate 14h49' di gara. Al rifugio vedo Marta e sua mamma aspettarmi, le saluto egli dico che mi sto riprendendo...mangio un pò di frutta, ma il solido vero non riesco a metterlo giù, ho una specie di cookie sportivo della Cliff che non riesco a mangiare se non per un pezzettino alla volta, bevo un sacco, quello si...si è pure staccato un supporto di una borraccetta, che svolazza dolorosamente sul petto...mi riempio la borraccia grande che porto mano e riparto...sono con due tipi sul tratto semi pianeggiante che porta all'Averau, uno la prende in bomba perchè ha il cambio vestiti e ristoro personalizzato sul prato. Poi con me c'è un italiano anche lui va su regolare...la strada inizia a salire, becchiamo un pò di escursionisti, un pò di gente della corta, dopo i primi strappi, la salita si fa sentire...le gambe non sono molto contente di tutto ciò, questo è l'unico tratto della corsa in cui rimpiango di non aver con me i bastoncini, che non uso praticamente mai...su un pezzo di sentiero facile, in bomba in discesa, vedo un atleta piuttosto conosciuto che si sta allenando mentre gli altri sono ancora in gara. E' Christian Modena, che mi fa i complimenti per aver resistito e mi dice che lui ha mollato già prima dell'alba all'Auronzo.
Passiamo un pezzo con un piccolo nevaio, dove mi rinfresco sotto il sole cocente, qualcuno mi passa, i bastoni qui possono fare la differenza...il rif. Averau è vicino, dopo qualche tornante ci siamo, raggiungo il mini ristoro solo liquido assieme a una donna della lunga e dopo un paio di minuti torno a correre. Il primo tratto è facile, poi vado un pò in crisi sui massi dolomitici da aggirare su e giù per arrivare...passiamo il Nuvolau e la Ra Gusela, intanto sono in crisi, faccio addirittura fatica a tenere un paio di tapascioni (spero non si offendano...) della corta che vogliono stare dentro il cancello di Passo Giau...finisce il tratto poco poco corribile e finalmente, dopo aver costeggiato una piccola costruzione, inizia il sentiero con scalinata finale che porta al ristoro e CP. Aumento il ritmo, passo un pò di gente e mi metto a idratarmi, mentre parlo con Marta e Elda, cerco di capire cosa mangiare prima del rush finale...mangio un paio di bicchieri di quelle macedonie pronte, riempio tutto, saluto e riparto...mi sono fermato abbastanza al Giau, se non voglio mollare devo ripartire!
Questo tratto è caratterizzato da continui saliscendi prima di arrivare alla discesa di Croda di Lago. Riparto abbastanza bene sulla prima discesetta, ma poi sulla prima delle due ultime salite di giornata mi pianto, svalvolo parecchio per salire su Forcella Giau, tengo a fatica il gruppetto fatto di gente mista fra lunga e corta, fra cui una runner stramotivata sui 45 armata di bastoni, che manca poco che mi buchi una gamba...oh si, scolliniamo la forcella e inizia la discesa, qui mi scatta la molla e corro a velocità interessanti sul single track erboso che scende veloce...riprendo un sacco di gente, fra cui il tipo che era ripartito con me dal Col Gallina e un polacco che incito, dicendogli che stia con me...dopo un pezzettino in leggera discesa, inizia l'ultima vera rampa di giornata, Forcella Ambrizzola ed è fatta mi dico...ne riprendo diversi, a parte uno della Lut che passa tutti in corsa pure sullo strappo a velocità inaudite...tutti in fila indiana e arrivati in forcella, riprendo la runner italo-tedesca con cui avevo raggiunto l'Averau, mi dice che si sta sistemando le scarpe in vista dell'ultima discesa...la discesa per il Rif. Croda di Lago è una lunga ghiaiata ripida...prendo con facilità apparente una decina di atleti misti fra lunga e corta...la fatica comunque si fa sentire...pian piano il rifugio si fa sempre più grande, sempre più vicino...mi faccio forza e dopo qualche sorpasso mi ritrovo a bordo lago sulla salitina che porta al ristoro. Qui mi fermo qualche minuto più del previsto tanto per ristorarmi un pò, mi mescolo con un sacco di gente del Cortina Trail fra un banchetto e l'altro. Alcuni della Lut manco si fermano, vanno giù dritti...mi metto una "molotov" di Coca Cola sullo zaino e l'effetto per le prime centinaia di metri dalla ripartenza è da: "attenzione alla deflagrazione"...Luca Scalabrin mi supera e io gli dico vai pure...riprendo a correre, supero tanta gente ma sono solo runners del Cortina...il sentiero da facilino inizia ad essere un pò più angusto e sui tratti più fangosi e impervi, faccio fatica a superare quelli della corta che fanno un tappo allucinante...sul sentiero rivedo Gianluca Di Meo che oggi fra una crisi e l'altra se l'è presa scialla sul suo Cortina Trail. Eppoi inizia a piovere, porca miseria sono circa le 18 e inizia a piovere...mi dico no...proprio sull'agognato finale...su un tratto scivoloso faccio fatica a superare un gruppetto della corta, poi riesco a divincolarmi e superarli, nel frattempo, mi passa un forte ultrarunner bulgaro conosciuto all'Istria, Pirin Galov...i bastoni sono utili pure qua e dopo un saluto nonnlo vedo più...finalmente finisce il tratto famigerato del boscodim.... e chiedo sotto la pioggia sempre più battente, quanto manche a un tipo fuori da una casera: 5 Km! Pensavo almeno un paio in meno...inizio ad aumentare il ritmo...passo un sacco di gente, sono quasi tutti incappucciati, affardellati nelle loro giacche, ne passo davvero tanti e sono sia della lunga che della corta stavolta, tiro giù qualche sorso di Cola per festeggiare nel frattempo...sto passando diversa gente della lunga, ma non me ne rendo conto perchè non riesco a vedere i pettorali.
Solo un atleta mi riprende a -4 ed è Marco, che dice di aver una gran fretta perchè ha cominciato a piovere e deve riabbracciare la sua famiglia...mi passa, io incredulo (sto andando ampiamente sotto i 4') e continuo a correre...su uno strappetto che porta fra delle proprietà private al ristoro dei -2, passo Luca e un'infinità di altra gente della corta...la strada torna a scendere e rivedo Marco che correndo sta avvisando la moglie del suo arrivo, lo costeggio e gli chiedo se vuole finire assieme...l'ultimo 1500 lo facciamo assieme, vediamo sempre più gente, Cortina è lì con noi. Passiamo lo striscione dell'ultimo km e la gente inizia ad applaudire...ci avviciniamo al centro, un pò di salita su cui Marco preferisce camminare e poi finalmente imbocchiamo Corso Italia, gli ultimi 500m sono bellissimi, tanta gente ad incitarci, Marco prende dalle transenne sua figlia, che non è tanto propensa a stare fra le sue braccia, io gli dico che non c'è problema, lo aspetto perchè dobbiamo arrivare assieme, fra un pò di corsetta e un pò di camminata arriviamo al traguardo sorridenti...è fatta!!! 19h37', prendiamo i gilet da finisher, ci abbracciamo, ancora qualche foto con la bimba piagnucolante all'arrivo, poi riprendo Marta ed Elda, saluto un pò di gente qua e là e mentre mi siedo sotto il tendone, la pioggia battente si fa sentire sempre di più. Le mie gambe si induriscono e inizio ad aver freddo. Marta va a prendere al macchina, ho bisogno di una bella doccia calda e di mangiare qualcosa, perchè di cibo "vero" in gara non ne ho praticamente mangiato...fortunatamente i problemi intestinali sembrano passati...e in leggero dormiveglia, seduto sul sedile del passeggero, i miei pensieri vanno a cercare ciò che ho visto, ciò che ho provato. I miei amici ce l'hanno fatta e stavolta decisamente meglio di me, Rigo 16h alte e Gabry sotto le 18h. Sono stato io il tapascio cagasotto del gruppo in questa occasione
Arriveranno altri sogni, altre montagne, altre gare, ma la Lut resta la Lut. Davvero splendida.

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