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L'EVENTO

La Südtirol Ultra Skyrace è una gara di corsa estrema in montagna che si svolge in Alto Adige lungo l’alta via “Hufeisentour” nelle Alpi Sarentine con il via e il traguardo a Bolzano. L’alta via “Hufeisentour” è un sentiero escursionistico per cui “normalmente” si impiegano tra tre e cinque tappe giornaliere. I concorrenti più veloci completano il tracciato di 121 chilometri e 7554 metri di dislivello in meno di 19 ore. Tutti gli atleti devono percorrere determinati tratti del percorso entro limiti di tempo prefissati. Il traguardo va raggiunto entro un tempo massimo di 40 ore.

Gli atleti partono da Piazza Walther nel centro di Bolzano, capoluogo della provincia. Poi si sale sul Renon e attraverso la Forcella Sarentina per poi raggiungere la Cappella della Croce di Lazfons, il luogo di pellegrinaggio più alto d’Europa. La gara prosegue quindi per il Rifugio Forcella Vallaga fino al Passo Pennes. Qui gli atleti si trovano circa a metà percorso. Si continua su stretti sentieri con salite ripide e veloci discese attraversando il Giogo di Frane, la Valle di Sopramonte (Oberberg), quindi la Valle di Sottomonte, l’Alpler Nieder fino al Rifugio di Punta Cervina (Hirzerhütte). E da lì si prosegue verso il punto più alto della corsa, il Giogo Piatto (2.698 m) sotto la Punta Cervina (Hirzer), che con i suoi 2.781 m è la montagna più alta delle Alpi Sarentine. I concorrenti dovranno quindi affrontare la lunga discesa passando per il Lago di San Pancrazio (Kratzberger See) fino al Rifugio Merano. Da lì proseguiranno con un lungo saliscendi passando accanto agli Omini di Pietra (Stoanerne Mandln), il Giogo di San Genesio (Jenesier Jöchl) e attraverso l’altopiano del Salto fino al paese di San Genesio. La corsa si conclude con una discesa impegnativa che passa da Castel Rafenstein per raggiungere il traguardo sui prati del Talvera a Bolzano.

[Fonte Sito http://www.suedtirol-ultraskyrace.it]

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// LUNGHEZZA: 121 km
// DISLIVELLO: 7.554 m
// PARTENZA: Venerdì 29 luglio 2016 - ore 20.00, Bolzano
// ARRIVO: Domenica 31 luglio 2016 - ore 12.00, Bolzano, prati del Talvera
// DURATA DELLA GARA: 40 ore

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IL RACCONTO DI NAZARENO (Fonte sito Runningforum.it)

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SUEDTIROL ULTRASKYRACE 2016: CHIUSO IL GIRO 3 ANNI DOPO...MANCAVA POCO CHE NON CE LA FACESSI! (1°PARTE)
Suedtirol-Sueditirol...sono sempre stato legato a queste terre. Un pò per un intrinseco piacere nel sentire l'accento estremamente marcato delle sue genti, che si sentono più tedesche degli austriaci. Un pò perchè Alto Adige è montagna, da sempre per me. Dai campiscuola di una vita fa, quando correre fra le rocce non mi passava nemmeno per l'anticamera del cervello. Un pò per la sua durezza, schietta e semplice. La vedi nei solchi delle mani dei suoi pastori sugli alpeggi di alta montagna, la percepisci sui sentieri più difficili e impervi, la scorgi fra gli occhi beffardi degli organizzatori di una gara unica, semplicemente durissima e che da 3 anni speravo di rifare, principalmente per chiudere il conto in sospeso.
Non mi sono mai ritirato in un'Ultra, parto sempre con l'idea di farcela, che se il risultato va a quel paese, si passa al cosiddetto piano "B", cioè finirla onorevolmente, ma chiudere il giro. Cosa che per cause di forza maggiore era già successo alla LUT di quest'anno.
Ma torniamo, in Suedtirol. Per me più di una gara, un ritorno alle origini del mio amore verso la montagna. La Val Pusteria non è poi così lontana, ma la gara si fa sulla Hufeisentour, in Val Sarentino. Posti fantastici, selvaggi, zero asfalto se non all'inizio e alla fine. Gara molto alta in termini di quota media. 3 anni fa presi una decisione folle, mi iscrissi al primo vero Ultra Trail della mia carriera con nessuna reale esperienza in materia, zero preparazione tecnica e soprattutto nessuna gara intermedia di avvicinamento. Corse tante gare corte, una maratona e un Ultra Trail autogestito in modalità turistica. Insomma oltre 120 km e circa 8000 metri di dislivello durissimo, perchè?? Solo per una questione endemica, che a parole è difficile da spiegare. Ho voglia di un'impresa, anche se non so bene come ce la possa fare. Mi sento "pronto", ma in realtà è pura utopia. Incredibile, ma passo in qualche maniera con largo anticipo tutti i cancelli, mantenendomi a metà classifica. Inizio a capire che lo spirito Trail fa per me, stringo amicizie "di viaggio" con altri trailer e condivido difficoltà e impegno con loro.
Ci fermiamo ad Hirzer Huette per rifocillarci e riposare. Ripartiamo fra tuoni, fulmini, pioggia battente e grandine. L'organizzazione blocca la gara e non ci fa più ripartire. Mancano meno di 40 km e c'era tutto il tempo per chiuderla.
3 anni dopo, tante gare, tanti km e dislivelli percorsi in giro per l'Europa, diverse soddisfazioni, trovo l'occasione per tornare. Mi sento pronto. Nonostante una 170 (Istria), una 100 su strada (Passatore) e una 120 (LUT), tutte un mese dopo l'altro, voglio metterla in programma.
Ci siamo, passano i giorni, ritrovo brillantezza, mancano sempre meno giorni...arriviamo all'ultima settimana di luglio.
Paolo, l'amico che avevo preparato già in precedenti occasioni per altre gare, era in una forma spettacolare per la 69k. Ma un infortunio a pochi giorni dalla competizione lo tiene fuori dalla gara, verrà su con la sua ragazza per farsi un giro, seguire la gara e se possibile farmi assistenza.
Con me e Marta in macchina ci sono anche Paolo e la Fede, quindi. E rischiamo di arrivare fin troppo tardi, per via di una deviazione fra Veneto e Trentino. Arriviamo poco prima delle 18, la partenza è fissata per 20 da Walter Platz. Ovviamente, ci sono delle difficoltà per trovare il ritiro pacchi gara, visto che gli altoatesini non la fanno facile nemmeno prima di cominciare. Che 3 anni prima era alla partenza. Stavolta e sui prati del Talvera. Il caldo afoso di Bozen si scaglia su di me, cerco di raccogliere le mie convinzioni e proseguo lungo il fiume, gli altri mi seguono al piccolo trotto. Intanto manca poco più di un'ora e mezza allo start
Incontro alcuni tizi che provengono dal pasta party pregara e mi dicono che sto andando nel verso giusto. Con me una ragazza che correrà la marathon del giorno dopo, in ansia per non riuscire a trovare il luogo. Chiamo gli altri dicendo che la direzione è corretta e riesco a pigliare il pettorale giusto giusto alle 18.30.
Saluto Luca Moro e Mauro Manenti, trailer di valore conosciuti in primo luogo al Bericus e dopo che Paolo prende il pacco gara di un terzo amico iscritto ma non pervenuto, mi metto subito all'opera di preparazione.
Mi cambio, mi incremo, mi affardello: i miei rituali di ogni pre-Ultra vengono rispettati! Preparo con Marta la borsa di metà gara che troverò a Passo Pennes. Intanto mangiucchio una barretta e parlo con Luca. La decisione è di provare a farla assieme...lascio le borse di metà e fine gara nei camion preposti e ci incamminiamo verso il centro di Bozen, dove parte la gara. In una fontana mi approvvigiono d'acqua e si parte...entriamo in centro sotto lo sguardo stupito di tanta gente, un turista di passaggio mi chiede dove stiamo andando e gli dico il tipo di gara...sbalordito ci fa un in bocca al lupo.
Entriamo in una Walter Platz quasi gremita, Luca passa subito i controlli, io resto con Marta ancora per un pò. Vorrei bermi un caffè, ma negativo, posso accontentarmi con qualche sorso di Coca Cola, le macchine del caffè son già ben che pulite da un pezzo...
Saluto Marta, Paolo e Fede, passo i controlli con un pò di suspense, visto che il roadbook lo avevo lasciato nel pacco gara, lo recupero e mi appresto a raggiungere la linea di partenza.
Vedo Daniel Jung, Luca Ambrosini, Marco De Salvador e il favorito nr. 1 alla vigilia, Peter Kienzl.
Con il i primi due e il quarto, ci accomuna la scelta dei bastoni Curvè...
Dopo qualche minuto è già ora di countdown, dopo che Guenther Gross, l'organizzatore della gara, scambia due parole con Daniel, arriva il momento.
Ci siamo. 3 anni dopo. Via!!!
Dopo le prime curve fra due ali di folla ci avviciniamo alla prima salita di giornata/serata. Il Corno di Renon è sopra le nostre teste, pronto ad attenderci dopo 19 km e ben 2100 metri di dislivello positivo. Una delle partenze più dure al mondo in gare di Ultra Trail, non c'è che dire...

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SUEDTIROL ULTRASKYRACE 2016: CHIUSO IL GIRO 3 ANNI DOPO...MANCAVA POCO CHE NON CE LA FACESSI! (2°PARTE)
La voglia di andare su forte è tanta. Voglio capire quanto io sia migliorato in questi 3 anni...la salita per i primi km è su ripidissimo asfalto con punte al 30%, le gambe girano a meraviglia e mi metto con Daniel, Marco De Salvador e Marco Pozza, nel gruppetto davanti. Appena dopo un quarto d'ora, il ritmo imposto da Daniel è davvero incredibile. Con i bastoncini va su che è uno spettacolo...idealmente lo saluto e resto con gli altri due...dopo un pò veniamo affiancati e superati da un omone grosso e tirato con un tatuaggio su una spalla...è Eugen Innerkofler, lo saluto e gli chiedo come sta...dice bene, io gli dico che quest'anno Utmb nada, lui invece ci dovrebbe andare.
Intanto Kienzl mi è ancora dietro, sono passati ormai più di 40 minuti e finalmente siamo su sentieri battuti che si inerpicano a strappi inframezzati da tratti in piano. Anche i due Marco stanno andando forte e mi staccano un pò...sul tratto di ciottoli, Kienzl si vede quanto forte sia e mi prende con facilità, lo faccio passare e gli dico: "Questo è il tuo!"
Continuo con il mio passo...penso che il primo ristoro sia a Rittner Horn, invece ne hanno organizzato uno a OberBozen in zona Edelweiss...vengo affiancato da un altro atleta che tenta di passarmi, ma non demordo...sono sesto o settimo al momento e non voglio demordere...una rampa di asfalto con due piccole ali di tifosi ai lati segna l'imminente arrivo al primo ristoro, dopo circa 8 km. Mi scrollo di dosso il tipo vestito in bianco azzurro che arriva pochi secondi dopo di me al ristoro e si siede stremato saluto la gente ferma fuori dal ristoro, mangio qualche pezzo di banana, bevo un paio di bibite, fra cui Coca Cola e mi incammino...mentre sto entrando sul sentiero di gara che passa fra delle case, vedo Eugen, fermo che parla al cellulare. Gli chiedo come sta e lui mi dice bene ma con un ghigno...presagisco un brutto infortunio...avanzo e sono quinto ora...mentre la luce del sole si fa sempre più fioca, mi metto a scherzare con una coppia di anziani, anticipandoli nel saluto e chiedendo loro come stanno, i signori stanno al gioco e sorridendo mi incitano, ovviamente tutto rigorosamente in deutch.
Si ritorna a correre sul naturale, su una bella forestale che fa da apripista in mezzo a una foresta incantevole...c'è ancora luce, ma per precauzione la accendo. Un tipo su un motorino con il figlioletto dietro mi fa per un attimo da lepre, questi km passano svelti, il ginocchio sinistro inizia a pizzicare, ma non ci penso, fra un pò non darà più fastidio...finita la forestale facile, si torna per un frangente su strada, vedo una frontale avvicinarsi dietro di me...chi caspita sarà??
Alcuni supporters sono assiepati sull'inizio della rampa che conduce al sentiero che porta al Corno di Renon e che costeggia le ultime strutture ricettive della zona...smetto di correre e con non poche difficoltà (ho i bastoncini con me che tengo sempre in mano e ho le mani maledettamente sudate...) cerco di aprire una barretta sfiziosa che tra un tentativo e l'altro riesco ad addentare, ne mangio metà intanto e la tiro giù a sorsate...intanto la luce dietro di me ha preso sembianze umane e mi sta alle calcagna, quando riprendo a correre su alcuni tornanti, trovo un pianoro con fettucce messe un pò alla buona per non dire altro...una va verso l'interno del bosco e la seguo...con me anche l'inseguitore e sbagliamo!
Facciamo qualche centinaio di metri e poi ritorniamo al punto di prima, dove la forestale si alza verso il cielo...alcune frontali ci stanno raggiungendo e torniamo a correre...torniamo ad avere un pò di vantaggio su quelli dietro, nel frattempo, dopo un piccolo tratto di falsopiano, proprio nel punto dove c'è una stazione della seggiovia del Renon, la nebbia fa capolino. Nel giro di pochi minuti sembra di essere in Val Padana a dicembre nel cuore della notte e non a duemila metri o quasi in piena estate...la visibilità e ridotta a pochi metri ormai, il sentiero prosegue su una carraia per poche centinaia di metri, dove Patrick, il ragazzo che ora mi precede, si sta perdendo, lo richiamo con un urlo e lo riporto sul sentiero che dopo un breve tratto di single track, finisce in un lungo lastricato di scalini in pietra, che sembrano non finire mai grazie alla nebbia. Alterno corsa a camminata e sto bene, intravedo delle luci fioche vicine a me. Ma proprio mentre ormai mi sento già al ristoro, mi ritrovo davanti un rifugio. E' talmente avvolto dalla nebbia, che penso che il ristoro sia ospitato lì dentro. tavola ancora imbandita, bicchieri sparsi, bastoncini appoggiati al muro...ma di anima viva nemmeno l'ombra. Ho sbagliato! imprecando esco dal rifugio e a poche decine di metri passo il check point, dopo 2h45'.
Scherzo sull'accaduto con la gente al ristoro...mi fermo qualche minuto e al lumicino arriva il gruppetto che era dietro. Fra cui Luca Moro. Qua su fa un freddo cane e dopo un bel pò di frutta e qualche bibita, mi scaldo con del thè caldo. Parlo un pò con Luca e scendiamo assieme...rischiamo di perderci per la nebbia su un incrocio e sempre più dura capire dove passano le balise...passiamo un recinto dove una mandria di splendidi cavalli Haflinger galoppa a gran velocità, ma ci fanno passare.
Troviamo altra gente dispersa che non sa bene dove sia, poi avanziamo in tre, io, Luca e un altro runner che continua a chiedere quanto dura sarà dopo, la nebbia continua a rendere difficilissimo questo tratto...dopo alcune rampe fra blocchi di granito, passiamo un punto pieno di guadi fangosi, a decine...mi ricordo che di qui a poco, c'è una lunga salita ripida che finisce con un pezzo attrezzato, ed infatti dopo un pò arriva la famigerata rampa con punte ripidissime, quella che porta a Sarner Scharte e dietro intravedo luci che spuntano dalle rocce...Luca prende un pò di anticipo e arrivato sul pezzo attrezzato non lo vedo più. Resto con l'altro runner, dietro di me. Cerchiamo la strada giusta ma non la troviamo. Troviamo un altro runner che ci indica dove seguire le balise...intanto si torna a scendere e sulla discesa vedo anche un Marco De Salvador che si è perso nella nebbia da un bel pò...proseguo con il runner che si era perso prima di me per un bel pò come riferimento ottico...dopo un tratto con scalini di pietra che avevo memorizzato dalla edizione di 3 anni prima, arriviamo au un signle track abbastanza tecnico ma comunque corribile...metto il turbo per un pò e arrivo al ristoro del trentesimo a Totenkirchl con facilità. Mi fermo a mangiare frutta e a bere, a bere molto e a riempire le boraccette. Ribecco altri due-tre runners al ristoro, fra cui un Luca Ambrosini in gran spolvero che arriva un pò dopo, ma riparte prima di me...saluto tutti e riparto. Mi ricordo che questo è un altro dai tratti assolutamente corribili. Dove puntare a correrlo tutto e bene. Dopo una breve salita su un pratone, arriva un tratto di discesa ripida su un sigle track a bordo di un recinto. Mi ricordo duri parecchio...ma sono migliorato in discesa e nel giro di poco, mi riporto sulla carrareccia principale. Qui è un piacere correre...i km passano veloci, mentre giro al curva, capisco che un bel pò di frontali dietro di me stanno facendo lo stesso mio percorso...passo un primo rifugio e poi la strada bianca torna a salire nuovamente. A strappi...si finisce in un single track erboso e bagnato che passa in mezzo ai pascoli. Le mucche non destano particolare interesse al mio passaggio e fra una cacca e l'altra zigzagando procedo su questo single track che a un certo punto è invaso dalla nebbia. Di nuovo. Fortunatamente il tratto nebbioso non dura moltissimo e dopo un pò la visibilità torna ad essere accettabile. Ho bevuto un bel pò delle mie risorse idriche delle mie borraccette., finalmente dopo aver visto da un pò la segnaletica per Latzfonser Kreuz, dopo un tratto di falsopiano dove vedo una macchina parcheggiata nel nulla, scorgo i tornanti che si susseguono per raggiungere il check point, li salgo con convinzione e passo il check point del quasi 40°km dopo 6h19'. Con me al ristoro c'è un trailer slovacco che va fortissimo in discesa, Andrej Feik. Anche qui, mangio un sacco di frutta e bevo a più non posso, Cola compresa. i volontari del ristoro offrono crostata che a malincuore non addento...ho già la bocca bell'impastata!
Lo splendido rifugio con tanto di chiesetta della croce di Latzfons è poco visibile, si scorge appena nella penombra notturna...saluto la gente al ristoro e riparto, dopo un tratto infido su scalette che escono dal rifugio, inizio ad intravedere cosa mi aspetta...

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SUEDTIROL ULTRASKYRACE 2016: CHIUSO IL GIRO 3 ANNI DOPO...MANCAVA POCO CHE NON CE LA FACESSI! (3° PARTE)
Quello che sta arrivando è un inferno di pietra. E non sto scherzando, 11 km e circa 700 metri di dislivello positivo (per giunta notturni...) su lastre di granito appuntite, molto spesso mosse e bagnate, il rischio di farsi male ad ogni passo è decisamente elevato...
Appena mi capacito della durezza del percorso, rischio di inforcare con un bastoncino in mezzo a questi pietroni, tanto belli quanto cattivi. Feik vola su queste pietre incredibilmente...io lo lascio e dopo quasi 7 ore di gara vengo ripreso da due simpatici trailer dal passo sicuro e svelto, sono gli inseparabili fortissimi trailer valtellinesi Mauro Manenti e Fabio Bongio, mi affiancano e Mauro mi saluta con un bravo...li faccio passare e gli dico di fare attenzione a dove mettono i piedi, perchè questo è il pezzo più duro di tutta la gara...nel giro di pochi minuti noto soltanto il riverbero di luce delle loro frontali...le mie inov-8 su ste lastre sono inoffensive, non riesco ad aggredire queste pietre che ad ogni passo mi devastano i piedi. Per oltre 40 km mi sonno mantenuto stabile fra i primi 10, inizio a fare qualche calcolo...ma quando penso di godermi questo anomalo pezzo di viaggio, quasi marziano visto il paesaggio, vedo una frontale che procede lenta lenta...è Luca, mi avvicino, lo prendo e gli chiedo come sta...mi dice che non sta bene, forse ha esagerato un pò prima e ora si sente senza energie. Lo conforto e decido di proseguire assieme a lui, ci facciamo forza, anche se le due ore e mezzo circa che passeremo in mezzo a queste pietre sembreranno non passare più.
Qualcuno si sta avvicinando...prima di arrivare a Tellerjoch, dove un paio di ragazzi del soccorso alpino ci incoraggiano, veniamo presi da un altro gruppetto...avrò perso una manciata di posizioni in meno di 10 km. In questi km, a parte qualche piccolissimo tratto, abbiamo solo camminato. Le pietre ci stanno uccidendo ma anche il freddo gelido, che in questa conca umida si ingloba senza lasciar scampo...finalmente Forcella Vallaga, il miraggio del rifugio...il cartello della gara che dice ristoro a -500m...si, corricchio per un pò e arrivo...Luca ci mette un pò di più per arrivare, intanto al ristoro becco il gruppetto che ci aveva superato poco prima di Tellerjoch. Facce stranite, gente bardata di coperte...uno dei trailer si fa "coccolare" da un organizzatore, che lo intima di andare avanti e che il prossimo anno torni a correre la 69k...eheh davvero devastante e devastati.
Mangio frutta e altro alla rinfusa...inizio ad avere freddo, freddissimo. Mi metto la manica lunga sopra quella corta e i manicotti...freddo boia, intanto chiedo del thè caldo, che sorseggio sotto le coperte, battendo i denti forte forte...nel frattempo un forte master, Luca Messina e la prima donna sono arrivati al ristoro. La prima donna riparte prima di me, io devo ripartire sennò finisco assiderato...dico a Luca Moro di partire, lui scoraggiato inizia a camminare...mi raggiunge Luca Messina e in men che non si dica perdiamo l'altro Luca, manteniamo un buon ritmo da crociera, alternando corsa a camminata nei tratti duri. Parliamo di trail, di triathlon (il signore si è sparato più di 30 ironman...), maratone, ma soprattutto di tutta la passione che unisce tutte queste "prove". Parliamo di gare lunghe eppoi di altre meno lunghe e così i km passano facili, ormai l'alba ha fatto capolino e il ritmo è soddisfacente, mi dice che in questa gara è sempre stato fra i 15 o giù di lì nelle due edizioni che ha corso, che il suo medico gli ha detto basta ma che lui continua finchè c'è da sognare e infatti dopo questa c'è un giretto attorno al Bianco...questo tratto fra Forcella Vallaga e Passo Pennes è abbastanza semplice e piuttosto corribile, la difficoltà sta nel leggere la tortuosità del percorso, che cambia rapidamente fra continui saliscendi...molti tratti erbosi e di single track, in cui incunearsi non è sempre semplicissimo...faccio i calcoli a mente su quanto tempo di vantaggio ho rispetto a 3 anni prima...anche se il percorso è cambiato e difatti la prima parte ha 3 km e diverso D+ in più...
Troviamo un pò di gente sul percorso, qualche segno che ci dice che Penser Joch non è lontano...dopo qualche asta con celletta, tipiche di questi alpeggi, vediamo il rifugio di Passo Pennes sotto i nostri occhi...dopo l'ennesimo saliscendi, arriviamo sul sentiero che poi scende in picchiata sul nastro. Luca mi dice di andare avanti, mentre lui fa pipì e avanzo...Poco dopo le 11h30' di gara sono a metà percorso...sono stanco, stranito e capisco poco o nulla. Ho lo stomaco sottosopra...
Arrivo a metà gara in quindicesima posizione, ma pian piano alla spicciolata arrivano diversi trailers, nel frattempo, fra un pò di anguria e della Cola, ho ordinato e ricevuto della pasta al pomodoro, che faccio una fatica immane a tirar giù. Aiutandomi con i liquidi, riesco a mangiarne buona parte del piatto...ora la necessità è cambiarsi, almeno per me...inizio a tremare dal freddo, qui a Passo Pennes fa freddo, sono da poco passate le 7.30 del mattino e sudato e stanco inizio ad avere di nuovo un freddo bestia...mi cambio i vestiti che ho all'interno della sacca di metà gara, un gentilissimo signore altoatesino doc dell'organizzazione mi dà una mano nel mettere via la roba e fra vaselina e scarpe, mi dà una mano a togliere quelle ormai sfinite e fradicie e dopo una rapida incremata, facilita il mettere calzini nuovi e scarpe pulite...lo ringrazio, ormai è passata mezz'ora abbondante. Sono arrivate altre 15 persone almeno e Luca Messina, Tommaso e altri mi hanno già salutato e se ne sono ben che andati. Io sono ancora inebetito e tremolante...
Mi faccio affascinare dal tavolo dei massaggi e una fisioterapista mi copre con una coperta e mi massaggia per qualche minuto, scendo dal lettino rilassato e in parte rinvigorito...mentre mi sto approntando per ripartire, arriva Luca Moro, che aspettavo di salutare prima di riprendere il cammino. Mi dice che si ritira, ha camminato sempre negli ultimi 9 km e non se la sente di continuare. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima...
Riparto arrabbiato, più che altro perchè in oltre 40' di pausa, avrò perso una ventina di posizioni e questo mentalmente non è facile da sopportare in una mente competitiva anche se non esageratamente...
Sorpasso a velocità doppia un ragazzo che era partito un paio di minuti prima di me e mi metto in testa di correre più forte possibile questa frazione. Se togliamo 20' alla mia pausa a Passo Pennes (in media quasi tutti non si sono fermati più di 15-20'), questa frazione l'ho corsa fra i migliori...infatti i primi km li corro tutti o quasi, fino ad arrivare in forcella, dove il sentiero si apre a strapiombo e in tutta la sua durezza si scende nel Giogo di frane, una discesa terribile, ripidissima ed esposta, che aggira pietre e pietroni, appunto resti di frane...nel frattempo ho quasi ripreso un altro runner che era ripartito prima di me...cerco di scendere bene ma con cautela, mi ricordo che poi c'è da correre...infatti dopo tutto ciò, arrivo su un pratone misto pietra che approccio correndo e su un pianoro che inizia ad essere sempre più erboso...la discesa dopo, semi tecnica con pietra, ma corribile, è la mia...mi ci butto a capofitto e nel giro di pochi minuti, avvicino il runner di prima...ora siamo su una splendida forestale che costeggia un fiume, di poco in poco si vedono anche alcune case, in una di questa di queste una giovane mamma e i suoi bimbi mi salutano...passo un piccolo ponte e qui supero due atleti che stanno camminando...continuo nella mia corsa, dopo un pò la strada diventa da carraia battuta ad una simil asfalto rovinato, molto ripido...mi ci butto e passo il nastro del check point...mi dicono che il ristoro di Ebenbergalm è a circa 3-4 km...io beffardamente gli dico che c'è da correre...anche se so che ora ci sarà un pò di salita. La strada bianca taglia in due un paesaggio fantastico, in mezzo ad alpeggi e foresta...di qua e di là qualche casera e ovviamente bestiame, in questo caso mucche...la strada inizia a salire, alterno minuti di corsa ad altri di camminata...sorpasso una famigliola in modalità escursionistica e mi ritrovo a correre sempre costeggiando il fiume...arrivo ad un recinto, che rammento quanto difficile fosse da superare, ricordo che addirittura 3 anni prima, aspettai chi si trovava dietro di me per aprirlo assieme...stavolta imprecando, mentre cerco di saltarlo, capisco che di lato c'è una piccola apertura...lo apro e proseguo...il recinto si trova in questo punto per imbrigliare il bestiame all'interno del pascolo, proprio prima del recinto mi trovo a tu per tu con due splendidi vitellini che si chiedono che caspita ci facciano sti tizi che vanno su e giù per sta forestale...intanto il sentiero si porta a sinistra del fiume...proseguo il mio mezza corsa-mezzo cammino e intanto un tizio vestito di chiaro è sempre più vicino...ma mentre mi volto dietro, vedo che un tipo in canotta nera cammina velocissimo, uno degli atleti che avevo superato precedentemente...mi fermo in un abbeveratoio, dove sono appesi anche dei bicchieri, per approvvigionarmi di buonissima e freschissima acqua...vedo finalmente l'ultimo rampone prima del ristoro...supero alcuni escursionisti e mentre il tipo vestito di nero si avvicina, giro la prima curva...il cartello dice -500m al ristoro e io che pensavo di essere già arrivato!
Assieme all'inseguitore mi metto alla ricerca di sto benedetto gazebo, ancora due tornanti e ci siamo, finalmente...ritrovo altri due fuggiaschi di Penser Joch...al ristoro una signora e alcuni ragazzi molto gentili ci chiedono cosa vogliamo...io mangio l'immancabile anguria, altra frutta, bevo un bel pò di birra e di bibita isotonica gassata al limone (che roba!) ed un caffè che è una brodaglia ma che mi servirà per svegliarmi un pò...saluto la combriccola e riparto...conscio che i due "mostri" stanno per arrivare...

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SUEDTIROL ULTRASKYRACE 2016: CHIUSO IL GIRO 3 ANNI DOPO...MANCAVA POCO CHE NON CE LA FACESSI! (4° PARTE ED ULTIMA...)
Intanto il caldo si inizia ad impossessare di me, sono da poco passate le 10.30 del mattino e il sole inizia far male...nonostante il caffè da poco bevuto, inizio a sentire sonnolenza...i primi tornanti che costeggiano i pascoli sotto all'Alpler Nieder mi sembrano così soffici...inizio a pensare che appena il sentiero inizia a farsi single track mi butto su un prato a fare un microsonno...ma stavolta resisto, anche se non sono al massimo e infatti mi raggiungono i 3 con cui ero pochi minuti prima al ristoro...fa caldo, è dura per tutti, abbiamo già 75 km e tantissimo D+ sulle gambe...i tornanti su carrareccia sono infuocati, non vedo l'ora che arrivi l'abbeveratoio prima dell'alpeggio...intanto due ragazzini di una casa mi guardano straniti ed incuriositi...mi faccio passare dagli altri che stanno andando davvero forte camminando. Finalmente dopo un bagno ristoratore nella fonticella, mi appresto a salire...il single track erboso, passa un sacco di ruscelli, i guadi sono un corollario pressochè infinito in queste gare alpine...arrivato su un pianoro, prima della rampa al 40% che porta alla cima, mi fermo a mangiare e a bere qualcosa e non sono l'unico...nel frattempo un omone attempato e prestante in maglia verde vien su a gran velocità...a scollinamento praticamente raggiunto lo faccio passare...arrivo su un single track strettissimo dove ai due lati ci sono solo crepacci, arrivo sull'ultimo tratto ripido che porta alla continuazione della cresta e alcune persone che sembrano del soccorso alpino, fanno da sentinella...da qui partono 3-400 metri folli, di alpinismo non di trail running. Si fa il giro della cresta, ma non su sentiero, bensì su una traccia appositamente messa su per la gara e segnata esclusivamente dalle balise. Sotto un bel strapiombo di diverse centinaia di metri...
Sul pezzo attrezzato ci si può tenere si e no con un braccio anche per via dei bastoni che mi occupano l'altra mano...anche lì la visione a valle fa un certo effetto...finalmente, dopo ancora un pò di su e giù si torna sul sentiero ufficiale della Hufeisentour...una famigliola sta proprio su un prato sottocresta dopo la ferrata...la saluto ed inizio la parte tecnica della discesa, fra un salto ed un altro, bella esposta...sorpasso una coppia di escursionisti...mi ricordo che fra un pò c'è un sentiero bello corribile (finalmente) che porta ad Hirzer Huette...vedo un sacco di escursionisti andare su e giù sui sentieri battuti che portano ai rifugi...ne sorpasso e ne incrocio tanti, alcuni sapendo della gara, mi incitano...ad un paio di loro quando la strada torna nuovamente a salire, chiedo loro quanto manca...mi dicono poco, al massimo una decina di minuti...torno a correre, ogni tanto cammino per una manciata di secondi, perchè le gambe sono sfasciate...finalmente le frecce indicano Hirzer e infatti nel giro di pochi minuti, la visione che verso valle era completamente coperta da una lussureggiante foresta, ora mi indica di scendere verso il rifugio...ci sono i miei amici e Marta ad attendermi...e in 17h e 58 minuti circa sono alla base vita...Paolo mi chiede come sto e gli dico bene come umore e stato generale, ma stanco...ritrovo i "fuggiaschi" che avevo recuperato fra passo Pennes ed Ebenbergalm, con uno di loro scherzo in tedesco. Questo trailer teutonico non si è mai cambiato per tutta la gara, ha sempre mantenuto la sua cannotta bianca e dei ciclista scuri...con lui ho una particolare affinità, la passione per la birra, infatti vedendo che lui ne beve una, me ne scollo una anch'io...scherzo con Paolo, Fede e Marta e chiedo che mi diano una mano per riempirmi le borraccette...intanto divoro tutta l'anguria presente sul tavolo

Dopo un pò mi prende sonno e allora, vedendo già altri trailers distesi sul prato a fare un microsonno, mi ci butto anch'io...chiedo a Marta che mi richiami dopo una ventina di minuti, sotto le mire di un fotografo e di una telecamera che stava girando uno dei video ufficiali della gara (completamente a mia insaputa...) ne passeranno invece più quaranta che trenta e finalmente mi rialzo...esco dalla base vita con Paolo che mi accompagna per una decina di minuti...poi fra le mucche dell'alpeggio sotto l'Obere Scharte inizio la mia scalata...intravedo diversi escursionisti che scendono dalla parte alta della montagna, nel frattempo un atleta che avevo intravisto al ristoro è dietro di me...manteniamo circa la stessa distanza, poi si ferma a parlare con un gruppo di suoi connazionali (svizzeri) e rallento per aspettarlo, mi ribecca e facciamo tutto il pezzo più duro su durissime lastre di pietra assieme, in un pezzo ci si può soltanto che arrampicare con le mani, lui si chiama Michi Gisler, ottimo trailer svizzero...arriviamo in un anfratto prima di raggiungere la cresta a quasi 2700 di altitudine, attrezzato e con due ragazzi del soccorso alpino...lo passiamo e ci ritroviamo su una discesa esposta, al limite della percorrenza...cerco di mantenere il suo passo ma non è semplice...si è ripreso bene dalla sua crisi, io sono ancora bello rinco...nel tratto in discesa successivo, più corribile, ma inframezzato continuamente da salitine e da massi da evitare, lo perdo...rimango solo e mentalmente per un pò perdo contatto con la gara...mi faccio raggiungere da un paio di atleti e lo scenario che si apre davanti a me è assolutamente splendido, me lo voglio godere...un laghetto alpino, il Kratzberger See, con tanto di pescicoltura in vista, sembra davvero un miraggio a queste altitudini...proprio lì mi fermo, mangio mezza barretta e bevo i sali di emergenza che ho nello zaino...poco prima un'escursionista mi aveva detto che manca un bel pò a Meraner Huette...riparto, alternando corsetta a camminata, ora il sentiero è abbastanza facile e non presenta dislivelli esagerati. In un tratto di falsopiano prendo un pò di velocità e vedo un incrocio che porta a dei rifugi con annessi impianti che mi sembrano così in alto...chiedo a due ragazzi quanto manca al Merano 2000 appunto e mi dicono ancora abbastanza...inizia la rampa per arrivare sulla prima cresta e qui mi si avvicina colui che mi farà compagnia per i prossimi 30 km finali di viaggio, Herman Verschuren. Un trailer olandese, che è in netta rimonta...e che mi fa sorridere, visto che dopo la perdita di un bastoncino, prosegue con il solo che gli è rimasto...scollinato il primo picco scendiamo nuovamente, poi di nuovo risaliamo...non si capisce dove caspita ci vogliono far girare...di nuovo discesa e poi falsopiano, lo corro tutto e stacco Herman. Arriviamo ad un altro rifugio, ma non è il Merano. Su un insegna c'è scritto Meraner Huette a oltre 1h e mezza, strabuzzo gli occhi e cerco di capire dove ci portano le balise...in realtà le balise ci portano da tutt'altra parte. Scendiamo a picco su un sentiero nuovo sassato con scalini in legno e a discreta velocità scendiamo verso quella che è la nostra meta. Arrivato sull'ultimo dedalo di curve e tornantini, mi faccio riprendere non da Herman, ma da un altro runner che, in spinta piena, mi sorpassa...arrivo alle 19 spaccate a Meraner Huette, dopo oltre 96 km di gara. Mi lavo la faccia nella fontana fuori il rifugio e mi siedo dentro al gazebo...e chi trovo?? Il tedesco con canotta bianca che mi porge un goccio di birra...proprio lui!
E pure il tipo in canotta nera...poco dopo passa il check point Herman...intanto inizio a rifocillarmi e mi faccio riempire l'armamentario...uno dei volontari del ristoro mi domanda cosa voglio di caldo e vado di zuppa di verdure bella calda...intanto il goccio di birra è caduto a terra, fortunatamente il bicchiere in vetro è rimasto sulla panca...i due buontemponi mi salutano e pure il tipo che era sceso in bomba al rifugio se n'è già andato...resto con Herman, che è seduto assieme alla moglie dalla parte opposta alla mia...mangio ancora qualcosa e saluto i ragazzini che davano una mano al ristoro, uno molto gentile mi porge un roadbook nuovo, viso che il mio si è letteralmente disintegrato nel corso della gara...
Riparto, sapendo che c'è da correre e devo correre...dopo una breve discesa, la strada torna a salire, alterno corsa a camminata e poi mi metto in testa di correre il più possibile anche se in salita...incontro qualche ciclista e qualche camminatore che mi incita con un bel "Super!", ad uno di loro chiedo quanto manca agli omini di pietra e mi dice circa mezz'ora...riparto sempre più convinto e arrivo su un pianoro invaso dalle mucche, proprio attaccate al cartello dei 100 km (anche se in realtà sono già diversi in più...) e attorno ad una di quelle croci con tre stecche orizzontali tipiche di questi luoghi, sembrano quasi ripetitori di un'energia recondita di tesliana memoria...dopo alcuni saliscendi, trovo un altro gruppo di vacche che stanno sul bivio che stringe sul sentiero per gli Omini...davanti vedo sagome che sto sempre più avvicinando...siamo al tramonto, sono da poco passate le 20 e finalmente dopo una salita mi ritrovo faccia a faccia con centinaia di tumuli di pietra dalle più disparate forme...che splendore! Mentre ci passo in mezzo e li scruto, capisco che manca poco al ristoro. Infatti dopo un tratto di discesa su pratone, inizia un tortuoso sentiero, largo ma bello dissestato...ormai i piedi non ne possono più di tutte queste pietre! Riesco a non cadere su un tratto fangoso e con pietre bagnate e per le 20.30 circa sono a Moeltner Kaser. Mentre arrivo al tavolo del ristoro, vedo che a un paio di centinaia di metri c'è Herman che sta arrivando. Intanto bevo Cola e mangio un pezzetto di cioccolato fondente e lo aspetto...riparto un pelo prima per fare una pausa pipì...ora c'è da spingere! Alcuni ciclisti di passaggio ci dicono che mancano 16-17 km all'arrivo, calcoli alla mano, le 26h sono pressochè sicure...inizio ad aumentare il ritmo e i primi km subito dopo una piccola rampa, li corro su una carraia perfetta a velocità siderali per la distanza già percorsa, sui 4' a km...inizia a fare buio, ho già la frontale sopra la fronte e attendo ancora un poco per iniziare ad illuminare...intanto ho superato un tipo fermo sul sentiero di gara, ha il pettorale ma è di un altro colore, quello della 69k...passo altre vacche e inizio un tratto di forestale sconnessa e pure fangosa. Qui la luce è fondamentale...cerco di fare più velocità possibile, intanto la frontale buona sta esaurendo la carica e tra un pò mi toccherà mettere quella di scorta...nel mentre una valanga di nubi minacciose e vento forte fanno capolino, inizio a temere un temporale imminente...arrivo sulla strada e dopo qualche centinaio di metri arrivo al ristoro dei -11/12k a Lavenna. Bevo qualcosa, saluto la gente al ristoro e seguo le loro indicazioni, ma con la frontale scadente faccio fatica a vedere le balise...anzi qui proprio non ci sono...aspetto Herman e proseguiamo assieme, questo pezzo non segnalato sul roadbook, è una lunga salita di almeno un km non ripidissima, ma che rompe il ritmo...arriviamo in una frazione del paese, sempre su questa carraia che ogni tanto si sposta su asfalto...ahimè nel giro di un lampo inizia a piovere...all'inizio non mi fermo a mettere la giacca, cosa che fa subito Herman, poi inizia a diluviare e me la metto pure io. Herman mi stacca, ma nel giro di poco lo riprendo...ora inizia l'inferno, minuto dopo minuto, la quantità di acqua, di fulmini e di lampi aumenta. La quantità di fenomeni elettrici è talmente alta che il bosco è completamente illuminato dai fulmini. In aggiunta, oltre ad essere raggelati dalla pioggia gelida e il vento, zuppi da strizzare, la carrareccia invece di scendere e basta, fa molti saliscendi che ci implicano a camminare in alcuni punti...inizio ad aver paura, due mesi e mezzo prima, a metà maggio, al Trail dei 3 Castelli, un trailer veneto impegnato nella 30, Mario Pantanali, è morto colpito da un fulmine e la situazione era decisamente molto più tranquilla...in più abbiamo i bastoncini in carbonio che fungono da ottimi conduttori...
Uso la testa e dico ad Herman di vedere se in mezzo alle baite che stiamo passando, ci siano delle luci accese...gli faccio capire che la situazione è molto seria...passano alcuni minuti interminabili in cui prego di non essere colpito. Molti fulmini ci arrivano decisamente vicini...e proprio in questo momento, una buon anima con cane e torcia in mano, ci viene incontro fuori da una casera. Ci dice se vogliamo ripararci per un pò da lui. Io gli dico di si e convinco Herman a accettare, anche lui capisce che è un'ottima idea ed entriamo. Nella luce fioca della baita, una coppia altoatesina molto gentile ci ospita e ci fa un pò asciugare...ci offrono del succo e siccome il mio telefono è scarico, il buonuomo mi presta il cellulare per chiamare Marta e sincerarla che sto bene. Non la trovo ma comunque sono tranquillo...passano 30-40' e ci prepariamo pian piano a ripartire. Dopo un pò, dopo aver salutato i generosi altoatesini torniamo a camminare e poi con le gambe dure come il legno a corricchiare...passiamo il cartello dei 115 km, il vento è così forte che ormai solo le balise attaccate allo steccato sono rimaste lì dove devono essere...arriviamo sull'asfalto e siamo immersi nel nulla...passiamo un nugolo di case con un ristorante, in mezzo al bosco non c'è anima viva...speriamo di non aver perso la traccia della gara e mentre scendiamo in picchiata, la strada si allarga e il cartello ci indica -1 a San Genesio...finalmente!
Riusciamo a capire dove passare grazie a qualche freccia rimasta impressa sulla strada e entriamo in centro al paese, vediamo l'ultimo check point e ultimo ristoro dei -5! Vediamo un trailer che zoppica vistosamente e che si è appena ritirato. Ci mettiamo sotto il gazebo e brindando con Cola e cioccolato ci fermiamo qualche minuto. Le volontarie ai ristori, ci sorridono e ringraziano il cielo. L'organizzazione era molto preoccupata per noi, visto che eravamo gli ultimi due del gruppo che era davanti e che è riuscito a passare prima dello stop temporaneo alla gara.
Ripartiamo con la frase non molto benaugurante della volontaria, che ci dice ancora 5 km terribili...dopo meno di un km facile, fra scalinate e sentiero piano, inizia un sentiero ripidissimo tutto fra il 20 e il 30% di ripidità, su pietre viscide e bagnate e con una visibilità a dir poco inesistente, nonostante le frontali vediamo poco o nulla. siamo in un bosco fittissimo...sono 2 km scarsi di puro calvario, che a parte un punto di qualche decina di metri leggermente più facile, ci ammazza fisicamente e psicologicamente, arriviamo sull'asfalto, ma anche qui si rischia di cadere, asfalto al 30% medio in discesa e per giunta bello bagnato...le ginocchia piangono...i minuti sembrano non passare più, ormai siamo quasi a mezzanotte e vediamo le luci di Bozen sotto di noi.
Rientriamo fra le case, sulle prime rampe della parte iniziale della gara ma ovviamente in senso opposto...ormai ci siamo, passiamo il cartello dei 120 km, ovviamente beffardo e fallace e finiamo su un bivio che ci porta sulla ciclabile che ci porta ai prati del Talvera...ce l'abbiamo fatta, incredibile, stavolta tutto era contro! Passiamo un parcheggio eppoi la zona del campo sportivo e degli altri impianti adiacenti...-500m all'arrivo...andremo a 4'30" ora...passiamo il ponte sul Talvera e facciamo il giro di transenna e infine passiamo il traguardo! 28h13' ed è fatta...terribile, dura, brutale con un finale thriller, sta Suedtirol mi stava per ammazzare prima di farsi conquistare! Gross si complimenta con me ed Herman, lo speaker ci presenta, sbagliando pure il mio nome e anche se è da poco passata la mezzanotte, c'è pochissima gente...tutti scappati per il maltempo! Ci sono però Marta, Paolo e Fede che si complimentano con me...Guenther Gross sorride beffardamente quando gli indico le difficoltà incontrate mentre veniva giù il finimondo. Mi chiede da dove vengo visto il cognome e mi dice Bravo...Bravi...28 oren...prendo una mela e la maglia bellissima da finisher, saluto Herman che sta cedendo dal sonno in braccia a sua moglie...saluto tutti e corro a farmi una doccia. Sto bene, indipendentemente da questo 28° posto che vuol dire poco nulla, l'ho portata a casa...ho chiuso il giro, si ho chiuso il giro. Dopo 3 anni ce l'ho fatta! Il maltempo stava per negarmi la gioia dell'arrivo ma la forza di volontà ha avuto la meglio...intanto fra ritirati e tagliati una novantina di persone non finirà la gara. Solo 64 finisher...pazzesco!
Mentre socchiudo gli occhi in macchina, mi vengono in mente tutte le difficoltà incontrate e penso che fortuna abbia avuto a poterle superare...una gara così non è da tutti...

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