top of page

L'EVENTO

Penyagolosa Trails® CSP è una gara di ultratrail con un dislivello totale positivo di 5,439 metri e negativo di 4,227 metri. Si parte da livello del mare e si arriva al Santuario di Sant Joan de Penyagolosa. La gara attraversa Castellón, Borriol, Villlafamés, Les Useres, Lucena, Atzeneta, Benafigos, Culla, Xodos, Villahermosa e Vistabella.

Richiede semi autosufficienza e ha un tempo limite per terminare la gara di 28 ore. 

​

IL RACCONTO DI NAZARENO (Fonte sito Runningforum.it)

​

PENYAGOLOSA CSP: IN SPAGNA L'IMPRESA SARA' GIA' FINIRLA...(1°PARTE)


Una gara in Spagna, dopo anni di trail e Ultra, finalmente.
Paolino e Fede si trasferiscono in pianta stabile da fine 2016 a Barcellona e allora nasce l'idea "gara in Spagna".
la gara deve collimare con gli impegni di ognuno e se possibile stare dentro un ponte o week end di festa.
Scorrendo il programma gare, vediamo che una gara del nuovo Ultra trail World tour, praticamente la coppa del mondo di Ultra trail, cade il 22/4, è una gara blasonata che conosco di nome, attraverso anche il lavoro divulgativo di Lucas Boix, trailer spagnolo che conosco da anni che è nel comitato organizzativo castellonense.
Allora io e Paolino ci iscriviamo al sorteggio e proprio poco prima di Natale, arrivano i risultati...entrambi estratti!
Certo la gara cade appena due settimane dopo l'Istria. Non ho ancora mai corso due over 100k in appena due settimane. Sarà la prima volta.
Passano i mesi, Paolo è molto impegnato con il lavoro e non riesce a mettere volume nei suoi allenamenti. Perde un pò di fiducia, quando si ritira UTBCN (Ultra trail di Barcellona 70k) mentre sta correndo davanti e allora pensa di spostare l'iscrizione dall CSP (116k) alla MIM (63k), ma l'organizzazione non accetta cambi di gara. A questo punto prende il rimborso e decide di farmi da assistente! Che bella responsabilità per il sottoscritto
Fervono i preparativi, le gambe stanno abbastanza bene, ma...non posso sapere come reagiranno dopo la scorpacciata di km e D+ istriani.
La sera prima prepariamo tutto, io e Marta ripassiamo i vari passaggi da fare prima di arrivare a destinazione. Partenza nel pomeriggio e poi da Venezia Marco Polo diretti verso Barcellona...arriviamo in serata e poi dopo navetta e taxi, a destinazione.
Fra meno di un giorno correrò fra i colli valenciani...l'indomani un bel giro a Barcellona e dopo pranzo partiamo destinazione Castellòn via macchina. Ci mettiamo parecchio, ma verso le 19 siamo là.
Non sono riuscito a riposare...capisco che sarà dura con il sonno stasera!
Preso il pacco gara in una piazzetta nel centro storico addobbata a festa, andiamo a cenare, ormai sono le 20 passate e il tempo non è dalla nostra.
Troviamo un ristorante gestito da una coppia brasiliano-italiana, che fa tapas decisamente "fusion"...mangio tanto forse troppo...soprattutto il polpo alla griglia, mi resta parecchio sullo stomaco, altro che patatas bravas...
Riprendiamo la macchina e dopo un pò di tribolazione arriviamo nel piazzale del centro sportivo universitario dove parte la gara. Mi cambio, affardello la borsa per la base vita (Culla 70k) e andiamo verso la partenza. L'Istria mi ha lasciato in dote un risentimento allo psoas iliaco che cerco di tener a bada come posso...
Portata la borsa per Culla e per l'arrivo di San Joan de Penyagolosa, mi scaldo un pochino, supero i controlli ed entro sulla start line...vedo tante facce nuove e qualcuna nota...Francesca Canepa, Fulvio Dapit e ancora seminascosti Ose e Timothy Olson...abbraccio Lucas Boix e scambio due parole con lui...intanto saluto Marta, Fede e Paolino...c'è gran fermento, lo speaker ufficiale della gara è un gran personaggio del mondo del trail spagnolo, speaker anche in gare come Transgrancanaria e Zegama-Aizkorri...ma mentre sta esaltando folla e atleti, il gonfiabile della partenza per pochi secondi perde contatto con il generatore e si sgonfia...mentre ridiamo, viene subito ripristinato e nel giro di un minuto siamo pronti per la "salida"...e via!
Facciamo quasi un giro completo di pista e poi ci buttiamo su strada...il mio riferimento è Pablo Criado, grande atleta che conosco bene e che ho avuto la fortuna di battere al Cro Magnon 2015.
Partiamo bene, ci scambiamo due parole, gli dico che sono reduce dai 171k dell'Istria come Francesca e mi dice che sono pazzo...uno che ha fatto 3 volte fra i primi 5 al Tor mi dice che sono pazzo?!
Intanto dopo una salita su asfalto e un successivo tratto in discesa dove vedo all'opera il grande Timothy con le sue frequenze elevatissime e passi piccoli, raggiungiamo la prima strada bianca di nottata. Il primo pezzo è facile, sale in maniera irregolare fra strappetti leggeri e altri più decisi. Per arrivare a Borriol dobbiamo fare un giretto easy...anche se ogni tanto le rocce sono infide, ci sono rocce levigate simil porfido che non avevo mai visto da nessuna parte, formano dei canaloni che zigzagano sulla traccia del sentiero...arrivati in cima alla collina sopra Castellòn, le luci della città ci sorridono...prendo una mezza storta su una roccia e nella successiva discesa tecnica mi lascio sfilare da un gruppetto, devo ancora trovare confidenza con questo tipo di terreno, poi farlo di notte è doppiamente più difficile...anche Pablo mi supera, ma successivamente su un tratto in carraia facile lo riprendo come molti altri, fra cui Gemma Arenas e Maria Mercedes Pila...passiamo un sottopasso che poi ci porta su una rampa in asfalto...sento urla e incitamenti, siamo a Borriol! 8k in poco più di 42' e ci siamo...fra due ali di folla festanti, mi fermo un millisecondo per bere e mangiare un pezzo di banana e riparto sulla discesa dentro il cuore del paese...fa caldo ma si sta bene, prendiamo la parte alta del paese e risaliamo,
riprendo subito un altro gruppetto di atleti e la salita la faccio quasi tutta con un duo davanti, due spagnoli uno più basso con pantaloncini corti e senza bastoncini, l'altro alto con pantaloni a 3/4 e "bastonato"...saliamo facili e ci si accoda anche qualcun altro...fanno un pò di tappo, ma nonostante ciò si corre facile...la vegetazione è brulla, fatta di arbusti per lo più, il fondo non è particolarmente difficile e dopo aver imboccato un incrocio, facciamo un pò di strada asfaltata mista strada bianca...il tratto è molto veloce e corribile...qui prendo margine e riprendo altre persone, sarò attorno la trentesima posizione, i cartelli kilometrici che si susseguono sono un pò discordanti ed infatti prima vengono quella della MIM che passa due km prima circa a quelli della CSP, quindi ogni volta che passiamo un cartello dobbiamo aspettare quello successivo.
Passati i 15k della nostra gara, passiamo un tratto boscoso più piacevole per i piedi che il duro asfalto, mi trovo con un tipo con pettorale basso (2000 e qualcosa, i pettorali della lunga partivano dal 2001) e sto con lui per un bel pezzo, poi ne becchiamo ancora alcuni, un lungagnone e altri due, tutta gente che corre all'apparenza parecchio forte.
Il tratto è boscoso in discesa e con addirittura un inaspettato guado in una terra così arida, finisce e il bosco si dirada, la carraia sassata si allarga e non è più single track, passiamo diversi che ci indicano sempre che siamo in un area protetta, su sentieri bollati e protetti...ok, finalmente dopo aver passato i nostri 20 km (dopo quelli della MIM ovviamente), il sentiero torna a salire...la collinetta si fa ripida a strappi, si corre ancora facile e dopo alcuni mangiabevi, vedo discesa...mi fiondo come un pazzo su una bella discesa veloce in carraia...sento rumori, tamburi, applausi...un enorme gorilla che non capisco se gonfiabile o in legno a capeggiare sul ristoro, fornito di tutto. Metto giù qualcosa e poi mi avvicino alle bevande per prendere Pepsi e acqua...mi si avvicina Lucas che mi intima di tranquillizzarmi, dicendo che sto andando fortino, sono passati 23,5k e oltre 1050 D+, in circa 2h20'...sapendo che ho le ore "contate" sfrutto quanto posso gli dico.
Dopo qualche minuto lascio il bellissimo ristoro di La Bassa de les Oronetes e mi rimetto a correre, esco ancora su carraia e poi di nuovo su asfalto, prima di prendere un sentiero terroso misto argilla...e mi chiedo cosa sarà di questa gara...sto bene, ma mi sembra troppo facile fino ad adesso...intanto mollo un pò il ritmo, come consigliato da Lucas, tengo una discreta gamba e vado avanti di buon passo...sotto un cielo tempestato di stelle luminosissime...

 

 

PENYAGOLOSA CSP: IN SPAGNA L'IMPRESA SARA' GIA' FINIRLA...(2°PARTE E ULTIMA, L'OBLIO)

PI km successivi sono veloci...anche troppo...inizio a farmi sfilare da qualcuno... su una piccola pietraia mi raggiungono la grande Gemma Arenas e un atleta spagnolo che corre con lei, subito dopo Pablo Criado, con cui scambio due parole, lui mi dice: "Vieni dai", io gli dico che mollo un pò come consigliato da Lucas...su una salita stradale mi prende un lungagnone pelato e l'altra grande favorita Maria Mercedes Pila...io proseguo del mio ritmo...i km passano veloci, mi ritrovo da solo in mezzo ad arbusti affilati, in mezzo a boscaglia rada...il silenzio del bosco, unico, pe giunta in una gara così affollata.
In questo tratto c'è poca salita, si sale costantemente e dolcemente...nella penombra vedo un pittoresco e bellissimo paesino, passo un stradina dissestata e poi mi metto sull'antica strada di ciottoli, prendo un atleta visibilmente in crisi e sulla salita do un paio di sorsate di Pepsi-acqua...la salita per arrivare al ristoro, dentro al paese, è bella ripida...il cuore del paese è illuminato, siamo ai 32,5k circa a Les Useres...mi fermo un pò al ristoro, mangio frutta, delle gelatine e bevo un pò...però sento freddo...intanto passano un paio di atleti, io mi fermo sulle sedie del bar al centro del paese e mi metto la giacca, iniziamo a salire...riparto e in un bivio, su un pickup saluto Lucas...si riparte su strada e finito il paese si sale su sentiero ghiaioso misto roccia...le stelle sono sempre più luminose, salgo ancora abbastanza bene, ma ho lo stomaco in crisi, non riesco a digerire la cena...e mi sento stanco, mi sento stanco...che fare? Passato il cartello dei 35k e scollinata la prima salita, c'è un rudere dietro al muretto che costeggia il sentiero, prima di decidere di fermarmi faccio passare un gruppetto capeggiato da Francesca Canepa, che saluto...mi metto la sveglia, fa freddo, estraggo la coperta termica e mi metto giù...cerco di chiudere gli occhi, anche se faccio fatica, il cielo è come tempestato di diamanti, uno spettacolo!
Mi metto la sveglia a 20'...sento le decine di atleti che mi stanno passando, ma mi dico chissene...non fa nulla, è ancora lunga e non so, per la prima volta, che ne sarà di me...mi rialzo, faccio pipì...tolta la coperta termica, sento freddo...la appallottolo alla buona e mi rimetto su lo zaino...la luce della mia frontale assieme alla luce rossa di emergenza da mettere sullo zaino, mi dicono di muovermi.
Avrò perso una buona quarantina di posizioni e torno sul sentiero di gara. Corro alternando camminata veloce sulla salita...intanto saluto la volta celeste e nel mentre scorgo sempre più frontali fra di me, sia davanti sia dietro...scollino la collina brulla e pietrosa e scendo veloce sulla discesa semi tecnica che si estende subito dopo. Prendo velocità subito e supero qualche atleta.
Ormai non siamo lontani dal ristoro di Torroselles...ed infatti il sentiero si apre tutto in un attimo, supero un altro pò di atleti e ne sento uno, anzi una alle calcagna che va forte...saliamo sulla collinetta che porta al folcloristico e pittoresco castelletto di Torroselles quasi sempre correndo...ormai ci siamo, il volontario mi fa alzare la giacca per leggere il chip e io guardo chi mi ha preso...un'icona dell'Ultra trail mondiale, Ildiko Wermescher.
Anche se ha passato i cinquant'anni da poco, la signora è in forma spaziale e ne dimostra minimo 10 in meno.
Mi fermo mangiucchiando e bevendo di qua e là e riempiendo le borracce. Inizio a trovare sempre più frutta secca/candita ai ristori...oltre all'ananas ci sono anche fragole (o lamponi?) canditi, strabuoni.
Riparto ristorato e dopo una breve ripida salita, si percorre una lunga e amena carrareccia in mezzo al nulla. Un nulla illuminato solamente dalla luna.
Riprendo un gruppetto di atleti, in questi momenti sto davvero bene...faccio buona velocità e dopo un pò di mangiabevi, prendo una strada bella ripida in discesa, a tratti asfaltata a tratti bianca...i 45k sono vicini...la prendo in piena e poi ritornato in una zona boscosa, trovo un'antica strada a ciottoli, tutti dissestati in leggera salita...cerco di correrla tutta e alla fine, mi fermo fra la vegetazione per una meritata pausa popò ...mentre mi riprendono coloro che ho superato, li risupero a loro volta, scherzando un pò. Il sentiero è facile e ormai pianeggiante, vedo il paese di Atzeneta del Maestrat che si apre davanti ai miei occhi...scendo su asfalto e vengo colpito dalle case caratteristiche del luogo, davvero splendide di notte...una signora mi indica di scendere verso la piazza centrale dove c'è il ristoro e mi metto a correre...arrivato, km 48 circa con 2000m D+ in 6h nette nonostante la pausa...mi fermo a mangiare qualcosa e bevo un pò di brodo per scaldarmi. Talmente tanto caldo che non lo finisco. In piazza c'è anche un maxi schermo con le immagini delle edizioni precedenti della gara, il paesino è davvero addobbato a festa. Saluto todos e vado...mi trovo con altri atleti perso in dei vicoli, poi ritroviamo la strada giusta di gara (era un'unica via dal paese che poteva essere raggiunta da varie calli), facendo diverse centinaia di metri in più...le prime luci dell'alba fioche, si insinuano nel buio...un atleta davanti a me si ferma per una pausa pipì davanti il cimitero.
Inizia un lungo pezzo veloce e pieno di falsipiani...passiamo i 50k e le sensazioni sono ancora buone...vado bene, sono in mezzo ad un bel gruppetto...ormai la luce fioca dell’alba sta facendo capolino. In mezzo alla campagna valenciana, una lunga carraia si alza gradualmente, fino ad arrivare ad un piccolo altopiano, ancora uno strappo duro, spengo la frontale e dopo un paio di brusche discese, inizia una parte ostica, in mezzo al greto di un torrente in secca.
Non è ancora così chiaro per veder così bene e infatti il tratto è ostico oltre che per le difficoltà del terreno, anche per la visibilità non idilliaca. Gli arbusti fitti e le rocce spigolose per un bel po’ sono compagni inseparabili di viaggio. Ma dopo un piccolo passaggio su strada bianca, la carraia si espande e si alza gradualmente, si inasprisce e si fa bella sassata…intanto sulla sinistra si scorge un piccolo borgo caratteristico piantato sulla parete. Penso sia Benafigos invece vedendolo superare capisco che non è così…intanto perdo un po’ di smalto, supero il cartello dei 55k e contemporaneamente mi faccio riprendere e superare da alcuni atleti…il sentiero di gara si inerpica su un single track che fa alcuni tornanti, si sale abbastanza sul duro, poi si riapre e sulla radura circostante la vista è fantastica…vedo case e insegne in lontananza…si ci siamo, Benafigo’ sembra così vicina ed invece dopo aver concluso la carraia, inizia il tratto in salita su asfalto, con una spinta di orgoglio supero un paio di atleti che mi stavano superando e dopo aver salutato la gente del luogo, fra cui un gruppetto di donne urlanti, salgo delle scale ripidissime che mi portano alla piazza principale e al ristoro…7h45’ circa di gara, 58,5k di gara e circa 2700m D+…al ristoro bevo del tè caldo e mangio un po’ di frutta fresca e candita…resto il tempo necessario per rifocillarmi e sentire le urla dello speaker, poi riparto. Passo davanti alla farmacia del paese (un comune di poco più di 200 abitanti) che sembra un buco spazio temporale che mi porta indietro di 40 anni…scendo la prima curva mentre sto ancora mangiando e bevendo, mi fermo un attimo a fare stretching e riprendo a correre…ben convinto…infatti nel breve spazio di qualche km supero più di qualche atleta e dopo un po’ di asfalto, ritornano gli amati single track, anche un filino tecnici, immersi nella foresta con radici e roccette varie da far da corollario.
Inizio a sentire caldo, ma all’ombra fa freschino, decido di tenere la giacca, intanto la discesa è sempre più piacevole, vedo un paio di atleti sempre più vicini a me, cerco di prenderli, i km passano, attendo i 65k, i 60 li abbiamo passati da un pezzo…arrivano o non arrivano? Intanto attendo il salitone duro, che affronterò ancora senza bastoni, il caldo intanto si fa sentire…mi bagno la testa, bevo in continuo, mangiucchio qualcosa, ma non ho tanta fame. La salita vera inizia e anche se all’inizio spingo bene, i camminatori forti e bastonati mi prendono dopo un po’. Il monte da superare per arrivare a Culla, è davvero duro, anche il fondo e sassato e pieno di massi…salgo come riesco ed intanto perdo un po’ di posizioni…fa caldo e allora chiedo a un atleta che mi supera verso la fine della salita, quanto manchi. Mi dice che c’è ancora un bel po’ da correre dopo lo scollinamento. Ed infatti sulla rampa finale, dove due forti runner spagnole con allenatore al seguito mi affiancano, vedo Culla all’orizzonte. Bisogna salire un po’, scendere e poi salire sulla collina accanto…prendo coraggio, inizio a correre come riesco, supero le due trailer locali e mi avvicino alla rampa che porta all’incrocio per arrivare su una strada larga che porta al ristoro. C’è sempre più gente che ci incita sulla strada e infatti dopo un tratto in leggera salita, superato un bar, trovo il ristoro e Marta che mi aspetta. Sono passate da poco 10h di gara, i km in realtà sono già una settantina abbondante, e il dislivello positivo messo sulle gambe sui 3600m D+.
Mi fermo davanti al banchetto imbandito e chiedo pasta in “blanco”, oltre alla pasta un po’ di Cola per buttarla giù, intanto chiedo a Marta che mi riempia le borracce. Arrivano Fede e Paolino e mi chiedono come sto. Io penso bene, ma non ho più le gambe penso nel più recondito lato della mia mente. Si, sono partito con un dolore allo psoas che mi dava noie da qualche giorno, passato quello sono finite pian piano le risorse fisiche. Non energetiche ma fisiche. Ho finito le gambe. Una sensazione difficile da far capire. Quando fai gare molto lunghe ravvicinate fra loro, è una condizione molto facile da affrontare. L’organismo non ha ancora finito di “digerire” la mazzata precedente e tu gliene stai dando un’altra…
Finisco di cambiarmi, finisco di rifocillarmi mettendo dentro con gran piacere anche melone ed anguria e dopo poco le 10h30’ di gara riparto dalla base vita. Paolo mi accompagna un pezzettino e mi saluta…sono ripartito con i bastoncini. Non li ho usati precedentemente, innanzitutto perché non sono i miei, sono quelli che ha Paolo, per giunta prestati da un suo amico. In più sono allungabili, ma calibrati ad una determinata altezza, troppo lunghi per me. Infatti faccio una fatica boia a trovare un impugnatura efficace per usarli.
Intanto in discesa, in prossimità del cartello dei 70k, supero un atleta spagnolo che continuo a beccare e ribeccare…finalmente su carraia abbozzo una corsetta decente, la zona ora si fa semidesertica, sulla carrareccia sassata mi prende un atleta piuttosto corpulento, ma dalla corsa efficace.
Inizia la discesa tecnica per arrivare in fondo, verso il greto di un fiume in secca…lo scenario cambia rapidamente e arrivato all’inizio della salita, scorgo un paesaggio diverso e molto più rigoglioso.
Mi fermo un attimo per una pausa fisiologica e riparto. Faccio fatica a camminare con i bastoncini così lunghi, sui tratti un filino più corribili azzardo qualche passo di corsa e poi proseguo a camminare. Prima di arrivare alla fine della rampa, vengo affiancato da un trailer che anticipa un piccolo gruppetto. Dopo un po’ di mangia e bevi in salita, una lunga carraia si stringe in un single track boscoso. Qui mi rimetto davanti al gruppetto e riprendo il runner che mi aveva preso precedentemente. Il sentiero è nervoso e il santuario di Sant Bertomeu sembra non arrivare mai. Il sentiero costeggia un infinito muretto di sassi sulla destra, intanto quando si passa su un tratto scoperto da alberi, il sole inizia a picchiare. Finalmente vedo una costruzione particolare all’orizzonte…capisco che ci siamo, sto arrivando all’Ermita de Sant Bertomeu del Boi, luogo di pellegrinaggio da molti secoli. Il ristoro è nel cuore di una riserva naturale, impossibile da raggiungere in macchina. E’ gestito da volontari e volontarie tutti giovanissimi e molto disponibili, mangio frutta fresca e secca, ovviamente predilezione ai cocomeri e bevo un sacco. Mi bagno pure la testa con un boccione d’acqua e riempio le borracce. Riparto e con me c’è un lungagnone che risponde al nome di Ladislav Halasz, me lo ricordo, perché oltre a saper parlare italiano (è slovacco), ha lo stesso cognome e probabilmente è anche parente del giovane e decisamente forte Martin Halasz, atleta internazionale di buon livello. Sul drittone che parte da Sant Bertomeu, faccio fatica a correre, poi piano piano corricchio a tratti alterni, ormai capisco che le gambe non girano più o quasi. E’ una condizione in cui non mi ero mai trovato prima, non sono stanco, ma ho le gambe inesistenti. I km passano troppo lentamente, soprattutto in un tratto con dislivello non esagerato. In salita sono piantato o quasi, sul corribile stringo i denti.
Finito il primo tratto ripido, arrivo su strada asfaltata, affiancata da un nugolo di case caratteristiche, immerse nel nulla, mi metto sotto l’ombra di un albero e prendo un po’ di fresco, mi sdraio una decina-quindicina di minuti al massimo, il tempo di farmi superare da un bel po’ di gente. Molti mi chiedono come sto e io gli dicono bene, ma che ho bisogno di riposare. Un riposo più fisiologico che dovuto alla stanchezza da sforzo. Mi riprendo e rimesso zaino e ripresi i bastoncini, riparto…il tratto che mi trovo davanti e bello panoramico con montagnole e colline che stagliano sulla destra e un continuo susseguirsi di colori e diverse tipologie di terreno, dopo un tratto in salita erboso che passava un punto di appoggio del soccorso gara con tanto di gazebo (sono davvero strabenorganizzati non c’è che dire), passo una proprietà privata e poi un’altra, una carovana di escursionisti con figlioli al seguito mi saluta, e dopo una salita su sassi che porta ad una collinetta con una manciata di case sparse sopra, dove vengo affiancato da un paio di trailer spagnoli (ma che novità!) inizia un tratto piatto e molto veloce, fa caldo e bevo di continuo. Non capisco quanto manchi. Ancora un dentino con casere che a gruppi sparsi si trovano sia a sinistra sia a destra della carraia, intanto un gruppo di 4 unità con stessa identica maglietta di società mi fa da plotone di esecuzione: si lo so, sono FINITO!!!
Il sentiero si riapre di nuovo e dopo alcuni saliscendi, sempre con il sole in faccia, la strada asfaltata mi porge sullo sfondo la cartolina di Vistabella del Maestrat, dopo l’ennesima pausa pipì e una discesa che corro come posso, la strada torna a salire. Saluto la gente del paese ferma a guardare gli atleti passare e ci fanno passare in mezzo a un dedalo di stradine in salita per arrivare al ristoro. In 13h58’ sono al 90.simo km e ho messo sulle gambe circa 4500-4600m D+. Fa un caldo boia e ho nausee continue. Sto male. Alzo bandiera bianca? Col riposino sotto l’albero ho anche perso un bel po’ di posizioni…Poi vedo Marta, Fede e Paolo che si dannano per farmi rinsavire e capisco che non posso mollare. Bevo sali e mangio tantissima frutta fresca, di altro non ho voglia. Mi faccio riempire le borracce e dopo una ventina di minuti circa riparto. Paolino mi segue i primi metri e poi via, il km che corricchio fuori dal paese è fantastico. Capisco il perché del nome Vistabella, un terrazzone naturale a circa 1200m slm. Tanta roba! Mi faccio prendere da un atleta e con lui in discesa su sassi e roccette faccio un bel pezzo…ma dopo aver raggiunto la fine della parte tecnica, piena di aghifoglie bassissime scavezza caviglie, lo lascio andare…il tratto successivo è un patimento, fa caldo e non riesco a carburare, ormai il corpo dice basta. Ormai sono in combutta con me stesso. Per la prima volta in carriera, devo superare le difese totali organizzate dal mio corpo per farmi desistere dal proseguire. Ritornato in un pezzo boscoso, mi fermo in pausa meditativa per un po’, cerco di idratarmi, di nutrirmi, intanto perdo anche qui diverse posizioni, ma ora l’obiettivo tralascia ogni fine agonistico, l’obiettivo è finirla. Riprendo un po’ rifrancato, ora oltre le gambe il problema sono i piedi, hanno la nausea di correre sulle pietre. Faccio qualche trattino di corsa e poi di nuovo torno a camminare. Dopo un bel po’, torno a vedere la luce, il single track sassoso, si apre sulla mia sinistra, si scende e poi si risale, ma capisco che non manca molto a Xodos. C’è ancora una salita da fare e poi finalmente discesa…corro almeno questa decentemente e mi ritrovo in men che non si dica in paese. Un paese stracaratteristico, faccio un po’ di zigzag fra tanta gente sorridente che applaude e finalmente arrivo. I km sono poco meno di 100 e il dislivello si aggira sui 5000m D+. Faccio due calcoli fra me e me mentre mi siedo al ristoro con lo speaker che mi presenta. Non riesco granchè a mangiare, intanto dopo un po’ arrivano gli altri, nel frattempo mi sono fatto massaggiare da un massaggiatore dell’organizzazione che si occupava di quelli della lunga e faccio conoscenza del “Rata” Carlos Miguel Gallego. Già qui rischiamo di scambiarci i bastoncini (sono uguali ma più corti rispetto a quelli che mi ha prestato Paolo), in più il personaggio è l’unico dei “peregrinos” a fare la lunga. Questo ragazzo si sta sparando e anche bene, poco meno di 120 km con 5700m D+ con i sandali da pellegrino appunto!
Il tipo fuori completamente, si fuma pure un sigarillo e scambiamo due chiacchiere, gli dico che due settimane prima alla 100 miles of Istria avevo visto un americano che voleva farsi (e ce l’ha fatta) tutta la gara con i sandali…sti pazzi di trailer! Riparto molto dopo lui, che ribecco in discesa, con problemi con i sandali, gli chiedo come va e mi dice che deve risolvere il problema di un sandalo sfilacciato. Intanto riprendo a camminare sul tratto in salita in bosco che sembra non finire mai, scollino e riparto a correre…ma il caldo è opprimente…anche qua inizio a faticare sempre più, faccio fatica a concentrarmi a restare nella gara, almeno per quello che può bastare per chiuderla dignitosamente. Dopo un tratto bello corribile all’inizio di un’altra rampa dura, mi fermo su un ceppo di legno, che uso come sgabello mi butto con la testa china verso le ginocchia e mi fermo per un po’…altra gente che mi passa e alcuni che mi chiedono come sto…io dico bene e ad alcuni dico che dopo una 170 di due settimane prima, la cosa si sta facendo molto dura…riparto e dopo un tratto in cui corro a fatica sulle pietre in discesa e dopo il passaggio su quello che era il greto di un fiume, si torna presto a salire, cerco di capire ancora per quanto…si sale su una montagna verdissima, almeno riparata dal gran calore delle ore centrali e poi, dopo un lasso di tempo che sembra un’eternità si scollina. Dopo una leggera discesa, si torna a salire, mi faccio affiancare e superare da una coppia (uomo e donna) e continuo stringendo i denti. Eccolo il ristoro finalmente. Mas de Collao, km circa 105 (il cartello è dietro la curva sopra il ristoro) e chi mi aspetta seduto se non il Rata? Che ha risolto con il sandalo rotto mettendoci sopra una calza tecnica! Mi fermo a mangiare frutta candita/secca, fra cui un sacco di ananas e fragole (mai trovate da nessun altra parte) a gogo, nel frattempo vedo birra e chiedo subito un bicchiere di cerveza… intanto che mi rifocillo, Carlos se ne va e si prende i miei bastoncini (mi lascia i suoi, uguali ma un po’ più corti e quindi migliori da usare, ma pensa te…), non me ne accorgo subito. Riparto e stupidamente non mi accorgo di aver lasciato la borraccia con l’acqua sul tavolo del ristoro…ormai sono partito da oltre mezzo km e ovviamente me lo rifaccio a che al contrario…anche questa! Per non farla proprio tutta tutta, passo il filo elettrificato e da sopra la piazzola del ristoro chiedo la borraccia, me la porgono gentilissimi e con l’aiuto di un volontario ripasso indenne il filo…riparto di nuovo, con un fotografo che mi segue per farmi alcune foto…intanto ritrovo un po’ di smalto perduto e mi viene voglia di correre…riprendo pian piano un po’ di gente e sul dente successivo al tratto di sentiero veloce e in leggera discesa, ne vedo altri due, sulla discesa successiva li svernicio, se la ridono perché mi avevano visto quasi morto prima e ora in buone condizioni.
Il ristoro non è lontano, sul dente precedente c’era un casolare con annesso piazzaletto, ma non è quello giusto. E ben più in alto l’ultimo ristoro solo idrico, della gara. Finalmente, vedo bandiere, una macchina parcheggiata su una rampa e un gazebo. Mi avvicino, eccomi dico. Peccato per le posizioni perse per aver fatto un km in più, ma ci sono. Anche qui volontari gentilissimi e giovanissimi, bevo della Cola e dell’acqua che con lo stomaco completamente chiuso quasi non riesco a buttar giù…ringrazio e riparto con un volontario che mi accompagna per un po’ chiedendomi se l’anno prossimo tornerò…lo saluto e riprendo ad aumentare…ultima salita mi dico…continuo imperterrito…ma la luce tende a spegnersi nuovamente. Alla fine della salita, uno dei due che avevo superato prima, mi riprende e iniziata la discesa, mi riprendono altri atleti…faccio fatichissima a correre anche in discesa…riprendo un po’ di coraggio e dopo la carraia facile, iul sentiero torna single track boscoso. Finita la discesa, iniziano degli strappetti su roccia, vedo chi mi ha superato davanti a me e sento in lontananza la voce dello speaker, dico è finita…una fotografa mi dice che manca la massimo un km e mezzo all’arrivo, ormai i miei piedi non vogliono più correre sulle rocce e dopo un paio di tratti tecnici su massi, inizia una discesa su pietre che abbozzo appena…ma ecco finalmente qualcosa di più facile. Torna il bosco. Torno a correre. Manca un km mi dico, corri allora. Riprendo tanta gente che cammina e corricchia. L’ultimo km lo sparo a tutta, con un altro con figliolo per mano che tenta di starmi vicino ma poi svernicio…eccomi San Joan è qui. E’ ancora chiaro. Passo il nastro in 20h45’. Sicuramente una gran prova di resilienza, ormai ho smesso di correre da Sant Bertomeu. Da lì in poi è stato un delirio. Con lo speaker scherzo e dico che dopo una prima parte in buone posizioni, per finirla sono morto. Lui la sancisce, como la muerte de un italiano! Ahahah
Intanto il Rata è arrivato da un po’ e si è già dileguato, per riscambiare i bastoncini ci vorrà un bel po’, ma ci riusciremo…io sto male, faccio fatica a tirar giù il brodo a fine gara e dopo un black out elettrico, e un Oki, Paolo mi dà una mano ad andare in doccia appena la luce ritorna nel tendone. Finalmente docciato, e infagottato, prendo la mia roba e ce ne andiamo nel piazzale ad aspettare il pullman navetta che ci porta più in basso per prendere la macchina. E’ finita, in tutti i sensi. Sul pullman mangio un panino preso al ristoro di fine gara e poi arrivato in macchina, mi addormento. Mai più una cosa simile, mi dico…ahahah!
E’ stato un viaggio stupendo, bello all’inizio, ma poi terribile. Troppo faticoso non poter correre.
E ora? Ora si torna programmare follemente ma con un po’ di senno, i prossimi impegni, perché soprattutto a casa, non mi va di perdere la faccia! Da metà-fine maggio inizierà la carrellata di classiche del Triveneto e lì un minimo agguerriti bisognerà pur essere…

bottom of page