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GARE E ALLENAMENTI PARTICOLARI DELL'ANNO 2022
PARTE 1 di 1

Mara Roma

MARATONA DI ROMA - ROMA - 07/03/2022

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ARTICOLO SULL'EVENTO

Si è tenuta questa mattina (07/03/2022 ND) la 'Acea Run Rome The Marathon' che quest'anno è tornata ad accogliere nella Capitale anche una folta presenza di runner stranieri, circa la metà degli undicimila partecipanti, su un percorso unico al mondo. I top runner hanno corso con i pettorali con i colori della bandiera della pace.

La gara si è conclusa con l'etiope Fikre Bekele Tefera che ha fatto registrare il nuovo primato della corsa chiudendo la competizione in 2h06:48. Mentre tra le donne la prima classificata è l'etiope Sechale Dalasa Adugna con il record personale di 2h26:09.

La corsa è iniziata alle 8.30, con partenza e arrivo su via dei Fori Imperiali, e gli atleti hanno percorso i 42,195 chilometri disegnati tra le Terme di Caracalla, la Basilica di San Paolo, la Piramide Cestia, il Circo Massimo, l'Isola Tiberina, Castel Sant'Angelo, la Basilica di San Pietro, il Foro Italico, Ponte Milvio, la Moschea, l'Auditorium, piazza del Popolo e piazza di Spagna. Per i 'podisti' della domenica e gli amanti della camminata è stata organizzata anche la 'Stracittadina Fun Race' di 5 km.

Nella categoria maschile c'è il nuovo primato della corsa con il successo dell'etiope Fikre Bekele Tefera in 2h06:48. Dopo tredici anni cade il limite del keniano Benjamin Kiptoo (2h07:17) stabilito nel 2009. Il momento decisivo a un paio di chilometri dal traguardo dei Fori Imperiali, sui sampietrini dell'ultimo tratto, quando il vincitore ha allungato nei confronti del connazionale Tadesse Mamo Temechachu, secondo con il personale di 2h07:04. Terzo posto in 2h07:16 per il marocchino Othmane El Goumri, favorito della vigilia, autore di un attacco che sfilaccia il gruppo dopo un'ora e mezza prima di rimanere staccato al 39esimo chilometro, ma in tutto nove atleti scendono sotto le due ore e dieci minuti.

Doppietta dell'Etiopia che si aggiudica anche la prova femminile. È un assolo trionfale per Sechale Dalasa Adugna, al comando in solitaria per oltre metà gara, realizzando il record personale di 2h26:09 nonostante una flessione nella parte finale. Completano il podio la keniana Gladys Kiptoo, 2h28:45 al debutto sulla distanza dei 42,195 chilometri, e l'altra etiope Nedi Tedelech Bekele (2h31:01 PB). In chiave italiana, il primo al traguardo è il romano Luca Parisi (Atl. La Sbarra), dodicesimo nella competizione maschile in 2h20:40, mentre in quella femminile chiude ottava Paola Salvatori (Us Roma 83) con il tempo di 2h49:17. [Fonte SkyTg24]

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LA MIA GARA

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Parte I - La storia
Quando nel lontano 2010, dopo aver visto il servizio in TV, ho deciso che avrei partecipato alla Maratona di Roma, mai avrei immaginato che ci avrei impiegato 12 anni affinchè ciò succedesse.
Fino ad allora correvo qualche giorno giusto in estate, giusto per prepararmi un po' per le partite di calcetto estivo, senza alcuna conoscenza sulla corsa e con pura ignoranza specifica.
Nel 2010 mi sono quindi iscritto a Running Forum e da lì mi si è aperto un nuovo mondo: scarpe, vestiario, programmazione allenamenti, alimentazione, tutto cose fino ad allora per me sconosciute.
E così mi sono messo sotto, con lo studio e con gli allenamenti, perchè per riuscire a correre una maratona non potevo certo continuare ad allenarmi a casaccio e con una media di 100 km all'anno.
Ma neanche dopo 2 mesi ecco già il primo infortunio: una infiammazione alla caviglia che ha già bloccato i miei sogni di maratoneta e che mi ha fatto fermare per quasi 2 anni.
A febbraio 2012 ricomincio a correre, partecipo alla mia prima gara (anche se non competitiva) ma a giugno mi fermo di nuovo: pubalgia.
Altro stop, stavolta di quasi 7 mesi, e via a ricominciare a gennaio 2013.
Stavolta cerco di fare le cose ancora meglio e programmo tutte le fasi di allenamento anche a lungo termine. So che è difficile che succeda ma non voglio più fermarmi per infortunio. O almeno voglio ridurre al minimo il rischio.
Il mio obiettivo è sempre correre Roma, ma stavolta voglio prima fare esperienza su gare minori. Nel 2013 correrò per 1700 km facendo 13 gare, mentre nel successivo 2014 i km saranno 2650 e le gare ben 17.
Si, mi sento pronto per riprogrammare Roma e me la pongo come obiettivo per la primavera del 2015.
Tutto va più o meno liscio fino ad un mese prima della gara (con tanto di PB a Napoli sulla mezza), quando arriva la fascita plantare. Era tutto fatto, iscrizione, voli e albergo prenotati, ma anche stavolta devo rinunciare. Vado però lo stesso a Roma e assisto affascinato agli atleti che attraversano le vie di Roma, tra cui il nostro Giorgio Calcaterra che quell'anno la maratona l'ha corsa ben due volte.
Curo la fascite, 2 mesi di stop e mi arriva un altro infortunio: uno strappo al bicipite femorale sinistro o qualcosa di simile.
In autunno del 2015 ricomincio a correre, stavolta pensando solo a ritrovare la forma dei giorni migliori.
Nel 2016 la svolta: mi innamoro dei trail e della corsa in montagna. Inizio a correre in natura e sogno di partecipare a qualche ultratrail. Gli allenamento di qualità diventano molto rari e li sostituisco con un aumento dei chilometri mensili e con qualche corsa lunga in montagna. Ormai le gare per me sono solo allenamenti finalizzati a migliorare nei trail. Vedo la maratona solo come un lungo stradale per durare di più anche nei trail.
Nel 2019 il mio sogno si realizza: partecipo al Cortina Trail e mi godo le fantastiche dolomiti.
A fine anno però Roma ritorna nella mia testa e mi iscrivo alla gara che si terrà a marzo 2020. Voglio correrla ma senza prepararla particolarmente (come ho già fatto con quella di Messina l'anno prima), perchè il mio obiettivo sono sempre glu ultratrail. Stavolta non sono però gli infortuni a fermarmi ma il Covid-19 che fa rimandare l'evento a scelta o a settembre del 2021 o a marzo 2022.
Sono intenzionato a farlo a settembre ma ecco che a maggio arriva di nuovo la pubalgia a farmi compagnia, stavolta ben diffusa tra adduttore sinistro, destro e inguine. Seguono 3 mesi di allenamenti ridotti alternati da settimane di stop completo, poi 4 mesi senza corsa, 4 visite specialistiche, diverse terapie e scarsi risultati ottenuti. E naturalmente la maratona a settembre per me è saltata.

Parte II - Il ritorno alla corsa
Il 5 gennaio 2022, dopo l'ennesima terapia, ricominicio a correre: 2 km di corsa in circa 13 minuti e tanto dolore sia all'inguine sia agli adduttori, soprattutto al sinistro. Ma non voglio fermarmi e corro 3 volte a settimana, aumentando pian piano la durata degli allenamenti e notando che i dolori via via calano di intensità. Nel mese di gennaio riesco a correre 71 km totali (a gennaio dell'anno prima ne ho corsi 105 in una settimana...) con allenamento più lungo di 7 km.
Mi arriva un'email della Maratona di Roma che mi ricorda che entro poco tempo devo decidere se confermare la mia iscrizione in sospeso dal 2020 e prendo la folle decisione di confermare la mia partecipazione.
Inizio quindi una programmazione di 2 mesi scarsi che dovrebbe portarmi quasi da zero a 42 km: è un'idea fuori da ogni ragionevolezza e ad alto rischio infortunio sia per il brusco aumento chilometrico sia perchè ancora la pubalgia ce l'ho, ma ho bisogno di un obiettivo per dare una svolta alle mie corse e per ritornare ad avere la tranquillità mentale che mi è mancata in questi ultimi 9 mesi.
Il 4 febbraio ritorno a fare 10 km e il 13 febbraio i 21: la pubalgia durante la fase di corsa mi da poco fastidio e lo fa soprattutto nei tratti in salita e discesa. Cerco quindi di correre il più in piano possibile e programmo il mio primo lungo di 30 km a Cosenza/Rende in modo da avere poco dislivello. Lo faccio con la compagnia e il supporto dei miei compagni di squadra il 27 febbraio, esattamente ad un mese dalla maratona, e per fortuna va bene. Lo termino sfinito ma a parte qualche dolore in alcuni momenti riesco a tenere a bada la pubalgia. Discorso diverso nel post corsa in cui tornano i dolori ma devo sopportarli.
Il secondo e ultimo lungo è in programma dopo 2 settimane (quindi a meno 2 dalla mara) e sempre in zona Cosenza/Rende e ancora insieme ai compagni di squadra. Faccio di nuovo 30 km ma stavolta finisco il lungo in progressione.
Ormai sono certo che la maratona di Roma sono in grado di terminarla in un tempo "accettabile" perchè pur correndone solo 30 km e camminandone 12, riuscirei a finirla entro 5 ore.

Parte III - La gara
Finita la parte della preparazione atletica, avrei dovuto godermi le ultime due settimane di avvicinamento alla gara facendo solo allenamenti di scarico. Invece prima due colleghi positivi e poi un compagno di classe di mia figlia, mi hanno fatto temere il peggio fino all'ultimo giorno. Il tutto accompagnato anche da mal di gola e raffreddore persistente (solo di notte però) che mi hanno fatto compagnia nell'ultima settimana pre gara fino alla notte di sabato. Poi sono improvvisamente spariti.
Arrivo con la mia famiglia in treno a Roma venerdì sera e sabato mattina vado a ritirare pacco gara e pettorale. Nella metro mi si incolla un inglese che deve partecipare alla gara e che non si riesce ad orientare e insieme arrivamo al Salone delle Fontane. Dopo un po' di fila prendiamo il tutto e torniamo in senso inverso diretti nuovamente verso il centro di Roma. Ripensandoci a posteriori avrei dovuto camminare di meno in questa fase e sfruttare di più la metro di cui avevo pure già pagato l'abbonamento per 48 ore, perchè tra la tratta B&B - Fermata Metro Colosseo A/R e quella tra Fermata Magliana e Salone delle Fontane A/R già ho percorso oltre 5 km di cammino.
Tornato al B&B riparto con la famiglia in giro per Roma e, sempre a piedi, la attraverso tutta, portando alla sera il totale di passi a circa 28.500. Le gambi effettivamente mi fanno un po' male e capisco di aver esagerato (in alcuni tratti ho anche portato in braccio mia figlia che giustamente era stanca del tanto cammino), ma ormai è tardi per i ripensamenti. E poi non si può passare da Roma senza visitarla tutta.
La mattina della gara mi sveglio verso le 6:30 e mi preparo con calma che tanto ho già tutto sistemato dalla sera prima. Visto che porta una temperatura minima di 13°C ho deciso di non portarmi indumenti pesanti e la sacca in cui lasciarli in zona partenza, in modo da accelerare i tempi del pre e del post gara. Anche come abbigliamento di gara lascio perdere manicotti e fascia per la testa, lasciando come accessori solo la mantalla del forum come scaldacollo e il cappello per il sole. Per proteggermi dal freddo mattutino uso un impermeabile "cinese" che butterò all'ultimo momento prima di partire.
Esco verso le 7:20 a piedi dal B&B e alle 7:30 sono davanti al Colosseo. Qua trovo una fila lunghissima per l'accesso nell'area gara e capisco che non riuscirò ad arrivare in tempo al raduno del forum a cui tanto tenevo. Impiegherò circa 40' ad arrivare dall'inizio fila alla fermata Metro Colosseo dove era in programma il ritrovo, ma al mio arrivo ormai i ragazzi sono già andati via.
Dopo essermi posizionato in griglia e aver ascoltato con una certa emozione l'inno di Mameli, ecco partire le varie onde a distanza di qualche minuto, di cui la mia alle 8:42.
Parto col solito passo di corsa lenta con cui ho fatto l'ultimo lungo e tutto procede regolare fino al ristoro del 25° km. Qua, dopo essermi fermato velocemente per andare in bagno, riprendo a correre e sento le gambe durissime come due pezzi di legno, sicuramente merito della lunga camminata del giorno precedente. Erano forse 15-20 km che aspettavo di trovare un bagno chimico consono sul percorso, perchè all'inizio ce ne erano tanti ma poi si sono ridotti sempre di più fino a trovarne al massimo 1 o 2 vicino alcuni ristori. Ed erano pure troppo affollati per fermarsi a fare una cosa veloce.
Aggiungo che avendo deciso di prendermela comoda, ad ogni ristoro ho sempre preso qualcosa da bere (acqua e sali) o da mangiare (pezzi di arance o banane) e che anche prima della partenza avevo bevuto acqua e sali per scongiurare il pericolo crampi. Ma non è bastato.
Durante la gara corro anche affiancato per qualche chilometro col mio compagno di squadra Luca (mi pare anche nel passaggio davanti alla Basilica di San Pietro), ma poi lui prosegue per la sua andatura mentre io continuo a fermarmi a bere mangiare.
Dal 25° in avanti ho fatto qualche passo in più di cammino alternato alla corsa, soprattutto nei pressi dei ristori dove invece di bere/mangiare in corsa mi sono proprio fermato a consumare.
Arrivati alla "salita" del 30° ho inizialmente camminato e poi corso, scollinando appunto di corsa l'ultimo tratto. Ho poi anche preso il gel che era nel pacco gara (un sapore schifoso per me ma non ne prendo mai gel quindi non so gli altri come sono...).
Poi qualche km di corsa approfittando della discesa e poi al 34° ecco arrivare un crampo alla gamba sinistra, stavolta non dovuto di certo a mancanza di sali che li ho bevuti sin da prima della gara e poi ad ogni ristoro. E così anche se avrei potuto correre lentamente forse fino alla fine, ogni tanto il crampo mi fa fermare, faccio un po' di stretching e via di nuovo di corsa. Il crampo è arrivato allo stesso punto in cui mi era venuto al UTLF dell'anno scorso, ma mentre allora lo avevo sottovalutato e l'ho fatto arrivare nella sua massima intensità tanto da bloccarmi completamente per diverso tempo, stavolta mi sono fermato prima, anticipando sempre il suo ritorno di fiamma.
E poi eccomi nei chilometri finali. Via del Corso, Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, Piazza Navona, Corso Vittorio Emanuele, Via del Plebiscito... mi sembra di correre in un sogno tra due ali di gente al di là delle transenne che ti incitano e alcune volte ti chiamano per nome. Corro il più possibile e porto il crampo al limite, poi mi fermo, stendo la gamba, faccio qualche passo di cammino e riparto. A circa 6-700 metri dal traguardo mi passano due pacer coi palloncini grigi delle 4h 20' e in un ultimo lampo di energia aumento il passo, li supero e taglio il traguardo qualche metro prima di loro.
E' finita... anzi, è già finita. Mi sembra che il tempo sia volato in questa gara e che mai mi sia annoiato. Era forse da troppo tempo che non gareggiavo e che non correvo con il traguardo da raggiungere come obiettivo. Dicevano che la parte in periferia del percorso è brutta, ma a me è piaciuta pure e mi ha fatto apprezzare ancora di più il momento del rientro nel centro cittadino.
Dopo il traguardo mi danno freddamente in mano la medaglia imbustata e la mascherina chirurgica (regole Covid) che indosso in automatico ma che tolgo dopo qualche secondo perchè siamo all'aperto e a notevole distanza gli uni dagli altri. Poi passo dal tavolo dove danno i teli termici e mi reco meccanicamente al punto di ritiro del ristoro post gara dove mi danno una busta chiusa con roba dentro.
Cerco un posto libero a terra dove sedermi e avviso mia moglie che ho finito, che tutto è andato bene e che tra un po' torno da loro.
Scarto la medaglia, la osservo e me la metto al collo. Non ho fame ma mangio comunque un pacco di biscotti del pacco gara e la frutta secca, accompagnandoli con una bottiglia d'acqua.
Poi mi rialzo, mi avvolgo per bene nel telo termico e mi incammino per i quasi 2 km che mi separano dal B&B...
Riguardo al mio infortunio, ho sentito fastidio nei primi km all'adduttore sinistro e poi ogni tanto dopo il 30° all'inguine, ma tutto sommato non mi ha dato problemi per fortuna.
Commento sulla gara: di eventi così grandi ne ho fatti pochi, quindi non ho chissà che metri di paragone. Molto bella la partenza con la moltitudine di corridori, gli inni, gli speaker. Solo circa il 50% dei runner con la mascherina indossata e questo è una cosa che non mi è piaciuta visto che eravamo attaccati l'un l'altro. Favoloso attraversare Roma di corsa e spettacolari il passaggio a San Pietro, a piazza del Popolo e nei corsi in cui le persone dietro le transenne ti incitavano chiamandoti per nome o dandoti il cinque.
In conclusione dopo tanti anni di tentativi adesso posso dirlo: Roma, finalmente ti ho conquistata!

data: 27/03/2022
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distanza: 42,195 km 
dislivello: 127 m
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n° finisher: 5488 competitivi (8391 totali)
mia posizione: 3338° tra i competitivi e 4974° tra i totali
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tempo:       Vittorio    4:19:10    (6'09''/km)

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Vincitore:  TEFERA FIKRE BEKELE        2:06:48   (3'00''/km)          

Vincitrice: ADUGNA SECHALE DALASA  2:26:09   (3'28''/km)

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Taranto HM 22

TARANTO HALF MARATHON - TARANTO (TA) - 24/04/2022

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ARTICOLO SULL'EVENTO

Non disponibile

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LA MIA GARA

E dopo 4 anni ritorno a fare una mezza maratona! La gara è andata ben diversamente da come mi aspettavo, ma ho messo altra esperienza in cascina e un'altra medaglia l'ho portata a casa.
Non facendo allenamenti di qualità, ero curioso di mettermi alla prova sui 21 km, distanza mia preferita su cui andare "veloci", per avere un ritmo di riferimento. E nell'unico test fatto qualche settimana prima, un medio di 18 km alla media 4'48''/km, ero convinto di potermi assestare su questi ritmi anche in gara.
E così è stato nella prima parte dell'evento, ma poi sono crollato.
Il problema che più mi affligeva sulla partecipazione a questa gara era la logistica sia per la distanza da casa per andare e tornare in giornata sia per il parcheggio in zona partenza. Ma alla fine mi sono forzato e ho deciso di andare, in particolare dopo che mi hanno risposto dalla società organizzatrice che si poteva parcheggiare su Viale Virgilio che era proprio sul percorso di gara.
Parto da casa alle 5:23, con 7 minuti in anticipo rispetto alla tabella di marcia. E per fortuna, perchè altrimenti la gara non l'avrei fatta! La sveglia l'avevo messa alle 5 ma naturalmente alle 4:10 i miei occhi erano già spalancati.
Arrivo a Taranto dopo 2h30' e al primo tabellone che vedo leggo che su Viale Virgilio c'è il divieto di sosta. Addio sogno di parcheggiare vicino. Attraverso parte del percorso di gara e guardo sulle vie laterali ma niente parcheggi disponibili. Dopo oltre due chilometri vedo finalmente uno spiazzo adibito ad area parcheggio (forse del condominio...) e mi ci butto. Sono le 8 e qualche minuto, mi metto lo zaino in spalla e mi dirigo in zona partenza per il ritiro del pettorale e del pacco gara.
Impiego circa 20' per arrivarci perchè il tragitto è di circa 2.3 km, perdo altri 5 minuti per il ritiro e mi dirigo di nuovo verso la macchina. Ci arrivo stavolta in meno di 20' perchè capisco che è tardissimo, mi cambio al volo, mi spillo il pettorale alla maglia e si fanno le 8:45.
Faccio un riscaldamento in super progressione e arrivo in griglia alle 8:59, stanco e sudato come se avessi appena finito la gara.
Per fortuna c'è l'Inno di Mameli e riesco a riposare qualche minuto e a riprendere fiato.  Alle 9:03 la gara inizia.
Sono molto indietro e davanti a me vanno pianissimo, così nei primi chilometri mi tocca fare continui slalom tra le persone per riuscire a trovare spazio e mettermi alla mia andatura.
Ma vedo in lontananza il palloncino verde del pacer dell'1h45' e voglio stargli davanti. Quando riesco a superarlo mi rendo conto che forse sono andato un po' troppo veloce ma mi assesto sulla mia andatura prefissata e non sembro avere particolari problemi.
La prima parte della gara è la più bella perchè si attraversa la vecchia Taranto, con le sue strade strette e la sua popolazione più caratteristica. Si percorrono i ponti che passano sul mare ed un piacere correre guardarsi intorno e ammirare una città tutta sviluppata sul mare.
Al 6° km si torna a passare dal gonfiabile della partenza e da qui in poi restano solo lunghi rettilinei in mezzo al nulla, senza persone sul percorso ad eccezionale dei punti occupati dagli organizzatori e dalla protezione civile a presidio degli incroci.
Fino al 13° km riesco a correre al passo auspicato ma poi mi rendo conto che la fine è vicina.
Unica eccezione al noioso percorso è rappresentanta dal passaggio nella zona della Marina Militare, in via straordinaria aperta agli atleti. Nei circa 3 km nella zona militare lo sguardo non può essere non rivolto alle grandiosi navi della Marina presenti e ai pochi soldati schierati sotto il sole a sorvegliare il posto.
Già all'interno della zona militare le mie gambe cedono e sono costretto a camminare un po'. Riprendo poi a correre ma ormai le gambe e la testa non mi supportano più. Il forte caldo (per i miei canoni almeno) che non riesco a mitificare con l'acqua che ad ogni ristoro mi butto sulla testa, i lunghissimi e desolati saliscendi rettilinei, la sempre presente puzza di raffineria, il dolore ad entrambi bicipiti femorali che mi fa presagire che forzando potrebbero arrivare i crampi. Tutto ciò di certo non aiuta il mio stato d'animo.
Ringrazio tutti gli atleti e i membri dell'organizzazioni che mi dicono che è quasi finita e di non mollare, ma stavolta ho ceduto e ormai cerco solo di trascinarmi al traguardo e non rischiare inutilmente di stancarmi ancora di più.
Riesco a correre più a lungo solo nelle ultima centinaia di metri prima dell'arrivo, ma poco importa.
Mi mettono la medagli al collo, mi prendo due banane, una bottiglia d'acqua e una di succo di frutta e mi vado a rifocillare sullo splendido piazzale della Rotonda, con vista sul mare sottostante.
E poi mi faccio di nuovo a piedi i 2,3 km che mi separano dalla macchina...
Un'altra gara l'ho portata a termine, un'altra medaglia conquistata, un'altra città esplorata attraverso la corsa... non mi resta che rientrare alla base e programmare (meglio) le prossime sfide.

data: 24/04/2022
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distanza: 21,097 km 
dislivello: 170 m
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n° finisher: 629
mia posizione: 304°
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tempo:       Vittorio    1:48:47    (5'09''/km)

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Vincitore:  LOLKURRARU Lengen   1:06:52   (3'10''/km)          

Vincitrice: YAREMCHUK Sofiia       1:13:12   (3'28''/km)

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Panoramica Lam '22

PANORAMICA DI PRIMAVERA - LAMEZIA TERME (CZ) - 22/05/2022

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ARTICOLO SULL'EVENTO (Fonte Correre.org)

Il centro della città di Lamezia Terme è stato protagonista di una mattinata di sport e cultura grazie alla quarta edizione della “Panoramica di Primavera”, manifestazione organizzata dall' Asd Run For Nicholas Green con il suo presidente Pietro Gatto in collaborazione con la Fidal Calabria e il suo presidente Vincenzo Caira, con la libertas regionale con il suo Presidente Santino Mineo, con la Violetta Club e l’infaticabile maestro Lino Piricò e con l'Unione Nazionale Veterani dello Sport
La gara di circa 10 km è valida come Campionato Regionale di società master corsa su strada Fidal, Campionato Nazionale Libertas Sport categorie Master di Corsa su Strada, Campionato Regionale UNVS categorie Master di Corsa su Strada e si è disputata su un percorso collinare che ha esaltato le bellezze naturali, il Golfo e la Piana della cittadina.
I Concorrenti e la giuria si sono ritrovati presso Corso Numistrano di Lamezia Terme, dove alle 9:00 è stato dato il via alle gare giovanili dalle categorie esordienti fino a ragazzi e successivamente, prima della partenza della gara clou, si è vissuto un momento molto atteso e molto toccante, ovvero il ricordo del Sovraintendente Capo Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, assassinati dalla mafia il 4 Gennaio del 1992, con la deposizione di un cuscino di alloro davanti alla lapide alla loro memoria su corso Numistrano,la Panoramica, infatti è stata dedicata ai due coniugi.
Alla 10:20 è stato dato il via alla gara agonistica e i circa 150 atleti professionisti, insieme a tutti gli altri della non competitiva si sono lanciati con forza e passione nella loro avventura. La gara è partita dallo scenario ben preparato di corso Numistrano e si è snodata verso la collina per poi riscendere e dare così vita a un percorso altalenante e abbastanza duro. Dopo circa mezz'ora i giudici e tutto il pubblico si sono preparati ad accogliere gli atleti al traguardo e quando il cronometro segnava il tempo di 35:28 è arrivato il primo atleta, Salvatore Curcio della Marathon Cosenza, seguito da Francesco Curia della polisportiva Magna Grecia 36:15, terzo si è classificato Michelangeo Spingola della Corricastrovillari che ha fermato il cronometro a 36:49; da segnalare il ritorno alle competizioni dell’atleta della Ionica Running, Mustapha Habchi che è arrivato sesto assoluto con il tempo di 38:28.
La gara femminile ha visto tagliare per prima il traguardo all'atleta della Kos Running Maria Carmela Nardi che ha fermato il cronometro a 50:00, seconda si è pizzata Francesca Buccinà della Martesana Corse 51:18, terza Lisa Sorrenti dell’Atl. Isaura Valle dell’Irno 51:28.

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LA MIA GARA

In un periodo con poche gare interessanti, scelgo di partecipare alla Panoramica di Primavera che si corre ogni anno a Lamezia Terme. Il percorso è molto divertente in quanto è caratterizzato da una prima parte in cui si sale dal centro di Lamezia Terme verso la parte alta e dal successivo ritorno al centro attraverso la strada provinciale composta da tratti ripida discesa.
Alle 8:15 arrivo a Lamezia, parcheggio e raggiungo i miei compagni di squadra, per quello che per me il primo incontro ufficiale. Siamo un bel numero di atleti per essere una squadra neo formata e l'affiatamento non manca in quanto il grosso del gruppo è insieme da anni.
Dopo i saluti di rito, iniziamo il riscaldamento nei pressi della partenza e intorno alle 10:25 la gara inizia.
Per fortuna la giornata è nuvolosa perchè essendoci alle 8 già 22°C il meteo non faceva presagire bene.
Il primo tratto è più o meno in piano e lo corro in modalità controllo, già concentrandomi sulla lunga e ripida salita che a breve dovrò affrontare. I compagni di squadra Carmine, Valerio e Mirko mi sono davanti, ma cerco di tenere il mio ritmo senza cercare di raggiungerli, per evitare di sprecare energia in strappetti che sono energicamente molto dispendiosi.
Più si va avanti più la salita diventa ripida, ma per fortuna le gambe sembrano aver recuperato dai 30 km di corsa in montagna di 7 giorni e salgo senza problemi, rifiatando nei brevi tratti in cui la salita si attenua. Recupero prima Mirko (che si era anche dovuto fermare per un pit stop) e poi Carmine. Infine, raggiungo Valerio con quale faccio l'ultimo tratto di salita e poi tutta la discesa. Anche in questa fase non spingo al massimo perchè so che finito il tratto in discesa, c'è ad aspettarmi l'ultimo km in leggera salita, via via più ripida man mano che ci si avvicina al traguardo.
Già dai primi metri del cambio di pendenza sento le gambe non rispondermi bene, ma non appena raggiungo il tratto più in piano riesco ad acquisire un certo ritmo che porta a raggiungere e sorpassare almeno 3 atleti che avevo davanti.
Raggiungo così il rettilineo del traguardo da solo, senza nessuno alle spalle che possa soffiarmi la posizione e nessuno davanti da riuscire più a raggiungere, e posso così godermi l'arrivo in controllo.
Chiudo la gara con una media di 4'40''/km, leggermente più alta di quella tenuta nel 2019 (4'36''/km) ma allora ero molto più allenato e soprattutto non provenivo da un periodo lungo di fermo come quello dello scorso anno.
Dopo questa ottima (per i miei canoni) prestazione e contento di aver rivisto i miei amici, e con la nostra unica ragazza in squadra che arriva prima assoluta tra le donne, posso quindi tornarmene felice a casa e puntare ai prossimi obiettivi (trail finalmente!).

data: 22/05/2022
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distanza: 10 km 
dislivello: 238 m
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n° finisher: 151
mia posizione: 61°
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tempo:       Vittorio    46:43    (4'40''/km)

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Vincitore:  Salvatore CURCIO         35:28  (3'33''/km)    

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Vincitrice: Maria Carmela NARDI    55:00   (5'00''/km)

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Sila 2022

SILA TRAIL RUNNING - CAMIGLIATELLO SILANO (CS) - 12/06/2022

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ARTICOLO SULL'EVENTO 

NON DISPONIBILE

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LA MIA GARA

Il desiderio di partecipare a questa gara era molto forte in quanto lo scorso anno ad ottobre, quando si è svolta la prima edizione, ero infortunato e completamente fermo. Non essendoci eventi del genere in Calabria, per fare una gara di trail di solito sono costretto a fare centinaia di km in macchina per riuscire a parteciparvi. Stavolta quindi l'occasione di correre così vicino a casa è veramente un'opportunità da non sprecare.
Avendo ricominciato a correre a gennaio, la preparazione è stata fino ad ora sempre come una rincorsa, col dubbio che il minimo imprevisto potesse farmi saltare tutto quello che avevo in programma. E visto che inizialmente fare trail mi creava dolore sia all'inguine sia all'adduttore sinistro, la mia serie di allenamenti specifici è stata la seguente: il 5 aprile 3 km in montagna; il 16 aprile 16,5 km; il 1° maggio 23 km; il 15 maggio 30,5 km e infine il 29 maggio 36 km. Soli 5 allenamenti in montagna con dislivello e pure molto ravvicinati, ma non avevo alternativa.
Alla settimana arrivo con due problematiche: 1. le mie gambe sono stanchissime come mai mi è successo negli ultimi mesi; 2. la gara lunga della Sila rischia di saltare a causa dell'impossibilità di ripulire il percorso in alcuni tratti.
Dopo il primo allenamento fatto il martedì prima della gara di 7 km, capisco che non è cosa e riduco gli altri due allenamenti previsti a 5 km e con andature bassissime, ma le gambe restano sempre costantemente stanche. Per fortuna all'ultimo allenamento del venerdì le sento un po' meglio, quindi confido che per domenica possano migliorare ancora e magari rigenerarsi (come effettivamente poi è accaduto).
Per quanto riguarda i problemi sulla gara lunga, solo l'ultimo giorno utile per le iscrizioni ho la certezza che la gara si svolga, ma invece di fare il giro lungo da 45 km hanno deciso di farci percorrere due volte il percorso della corta da 23 km. Questo mentalmente ha il contro che sai già che da ogni punto dovrai ripassare, ma d'altra parte almeno al secondo giro conosci già i punti critici e sai meglio come gestirti e come non perderti nel bosco (ma questo per alcuni atleti non è stato vero come spiegherò più avanti).

Ma andiamo al giorno della gara. Mi alzo con calma, faccio una bella colazione e alle 8 sono già sul posto. Soluto i conoscenti e inizio a chiedere info sul percorso a chi l'ha fatta l'anno passato. Trovo una temperatura di 13°C che mi fa riflettere sul partire in t-shirt o con antivento, in considerazione del fatto che alcuni tratti li farò camminando e nel fitto bosco, arrivando fino ad oltre 1.700 m di quota.
Alla fine opto per correre in t-shirt, ma mi porto dietro nello zaino sia una maglia termica a maniche corte sia uno smanicato antivento. In caso il clima cambi qualcosa di più caldo potrà essermi molto utile.

Alle 9 circa parte la gara, con 7 atleti della lunga e una ventina della 23 km. La cortissima di 9 km inizierà dopo. 
Prima di partire ho imparato a memoria l'altimetria del percorso, che peraltro è abbastanza semplice, in modo da regolarmi un po' su cosa mi aspetta nei vari tratti e dosare le energie. I primi 3 km sono tutti in salita con una pendenza che quasi sempre mi permette di correre e li faccio insieme ad un gruppetto di atleti della 23 km, tra cui l'amico Kamel e due ragazze pugliesi. A fine salita il gruppetto resta indietro e così proseguo da solo. Ho già il dubbio che stia andando troppo forte, avendo lasciato dietro atleti della 23 km, ma non sto forzando minimanente quindi proseguo.
Poco dopo il 3° km, si esce dal bosco e si giunge sulle piste da sci, dove c'è la salita più ripida del percorso: in 500 metri ben 90 m di dislivello (pendenza quindi al 18%). Sono ancora fresco e la salita non mi pesa, ma penso che al secondo giro invece potrebbe andare diversamente. 
Una volta raggiunto e superato il rifugio dove arriva la cabinovia su Monte Curcio, si inizia a scendere fino a raggiungere il primo punto di ristoro poco prima del 5° km. Qua saluto i volontari, bevo dell'acqua e riparto. Proprio in questo punto vengo incredibilmente riconosciuto e fotografato da un ex collega universitario di mia moglie. 
Nel corso della gara ad ogni ristoro non mi fermerò mai per più di 20-30 secondi: avendo portato nello zaino sia sali da bere sia cibo da mangiare non ho bisogno di perdere tempo ai ristori ufficiali, che peraltro sono perfettamente organizzati con acqua, sali, coca cola, frutta e dolci. E sempre tutti molto gentili, scherzosi e con parole di incoraggiamento.
Non vedo concorrenti davanti a me all'orizzonte e vado avanti con la mia andatura, senza mai forzare. La discesa è quasi continua fino al 10° km, dopo aver attraversato punti molto spettacolari e vari fastidiosi acquitrini. Uno dell'organizzazione mi dice che sono 6°C nella mia gara (ossia penultimo...). Non che abbia chissà che ambizioni cronometriche o di classifica, ma la notizia un po' mi demoralizza perchè pur non andando tanto forte comunque ho dietro di me parecchi della gara breve quindi mi aspettavo una posizione mogliore.
Nel frattempo ho raggiunto un concorrente pugliese della 23 km col quale proseguiamo insieme. Il mio compagno di avventura mi dice che fa trail in tutta Italia e che ha fatto 8 gare trail in 10 mesi, ma a vederlo non si direbbe. Nella discesa, ne ripida ne tecnica, mi si attacca a ruota e ad un certo punto finisce rovinosamente a terra, atterrando con la testa a pochi cm da due grosse pietre. Mi giro e torno indietro ad aiutarlo ad alzarsi e proseguiamo.
Dal 10° km inizia la lunga salita che durerà fino al 17° km. C'è un punto di ristoro dove bevo acqua, afferro una banana al volo e riparto di corsa. Il pugliese è qualche decina di metri più avanti di me e, alla prima biforcazione del sentiero, invece di seguire la freccia gialla del percorso che va a destra, segue quelle escursionistiche bianche e va a sinistra. Lo chiamo e gli indico la strada giusta, così proseguiamo di nuovo insieme. 
Dopo i primi 4 km di salita abbastanza soft e quasi sempre corribile, si arriva al sentiero dello Spirito Santo che va fatto al passo. Non è una salita ripida come quella delle piste da sci, ma comunque è lunga e non ha per me senso correrla, visto che dovrò ripassarci per il secondo giro. In questo tratto incontriamo e sorpassiamo due ragazzi della gara lunga, che si erano fermati a fare stretching.
Dopo essere passati nuovamente al rifugio di Monte Curcio, al 17° km inizia la discesa, abbastanza ripida nel prima tratto tant'è che ho il timore che il pugliese che mi sta sempre dietro possa cadere e scivolarmi addosso. Con la scusa di andare in bagno, mi fermo e lo faccio andare avanti, ma dopo pochi secondi lo raggiungo di nuovo e si ferma per lasciarmi guidare l'ormai consolidato duo.
Dal 19° km inizia un tratto abbastanza corribile per un paio di km, dopo i quali i concorrenti della gara breve avranno solo discesa fino al traguardo. Dico quindi al mio compagno di avventura di accelerare perchè io devo dosare le energie mentre lui ormai può spremerle al massimo. E così va avanti mentre io procedo di passo lento, venendo raggiunto e superato dai due concorrenti della lunga che avevo passato sullo Spirito Santo. E sono quindi di nuovo sesto.
Neanche il tempo di godere della solitudine che vedo che il mio ex compagno di corsa ha sbagliato di nuovo strada. Insieme agli altri due lo chiamiamo e gli indichiamo la retta via...
Usciamo di nuovo all'aperto sulla pista da sci, ma la attraversiamo e entriamo subito nel bosco dall'altra parte. 
Arriviamo quindi la 21° km e con mia sorpresa invece di riscendere fino al traguardo e risalire per il secondo giro, a noi della lunga ci fanno andare direttamente su. Mi faccio quindi un rapido calcolo mentale e arrivo alla conclusione che il giro lungo non sarà più tra 45 e 46 km ma tra 42 e 43. Meno fatica da fare ok, ma un po' mi dispiacerebbe non superare la canonica distanza della maratona.
Comunque ricomincio a salire con davanti a me, a qualche centinaio di metri, i due ragazzi della lunga (il 4° e il 5° in classifica). Loro hanno i bastoni e riescono a salire meglio, nei tratti in piano però cerco di correre in modo da riavvicinarmi e non perderli di vista. 
Riesco di nuovo all'aperto sulle pista da sci e mi appare davanti nuovamente il muro affrontato all'andata. Quando inizio ad arrampiarmi uno dei due ragazzi è a metà salita mentre l'altro è quasi in cima. Procedo più lentamente del primo giro e respiro con la bocca aperta, tant'è che una mosca mi entra in bocca e me la sento bloccata in gola. Capendo che non riuscirò più a sputarla fuori, bevo un bel po' di sali e la mando giù. Proteine gratis.
Vado avanti passo dopo passo e quando vedo quello davanti a me fermarsi a rifiatare lo faccio anche io. Lui mi incita a non mollare e io gli rispondo che è tutto ok. Effettivamente sto bene e mentalmente so già che dopo questa salita il grosso è fatto.
Arrivati di nuovo in cima a Monte Curcio, ricomincio a correre, cosa che invece non fa il ragazzo che mi era davanti. Così quando inizia la discesa lo sorpasso e lo perdo di vista. Ora sono quinto.
Arrivo di nuovo al punto ristoro di Monte Curcio e trovo l'altro ragazzo che mi era davanti steso a terra a riposarsi. Ci scambio qualche parola, mi dice che sta bene e che vuole solo avvertire casa che è tutto ok (se ricordo bene...). 
Bevo la solita acqua e rifiuto il panino con carne che mi vogliono offrire al ristoro, dicendo loro che se continuano a tentarmi mi fermo a mangiare e non riparto più. Riparto e sono in quarta posizione.
Continuo a scendere e incontro un punto di controllo con la Jeep dalla guardia di finanza. Chiedo quello davanti a me a quanto è e mi dicono che è troppo lontano per raggiungerlo. Non che io ne avessi la velleità, ma comunque volevo averne un'idea.
Scendo quasi sempre di corsa, mi bagno nuovamente i piedi nello gelido fiume Neto (impossibile superarlo senza metterci dentro i piedi), e al 30° km, finita la discesa, bevo l'acqua al solito ristoro e prendo una mezza banana da mangiare in corsa. Mi dicono che quello davanti è a circa 3 minuti, anche se io continuo a non vedere nessuno all'orizzonte.
Ricomincio a salire e alcuni tratti che al primo giro facevo di corsa mi rendo conto che li faccio camminando. La salita però è lunga 7 km e non posso rischiare di avere crisi che mi costringano a fermarsi, quindi vado al minimo dei giri.
Attorno al 32-33° km vedo un atleta davanti a me. E' un tratto in piano e io lo sto facendo di corsa, mentre il ragazzo cammina a fatica. Lo saluto e gli chiedo che è successo. Mi dice che ha avuto crisi di stomaco e che è in difficiltà. Gli offro qualcosa da mangiare ma mi dice che ha lo stomaco chiuso, quindi lo saluto e proseguo per la mia strada. E sono incrediblmente terzo.
Inizio a sentire dei dolorini muscolari alle gambe che mi fanno prospettare l'incubo dei crampi e cerco di non forzare più. Anche nei tratti in piani alterno la camminata alla corsa.
Arrivato al Sentiero dello Spirito Santo vedo davanti a me a 2-300 metri il secondo in classifica. Mi sembra in difficoltà, ma data la distanza non ne sono certo. E tanto oltre che andare avanti al passo non potrei fare comunque vista la salita ripida. Lo vedo però che si allontana sempre più e quando arrivo a fine salita nei pressi del solito ristoro del Monte Curcio mi ha seminato.
Al ristoro prendo un po' d'acqua e i volontari mi dicono che quello davanti a me si era perso e che se accelero lo raggiungo pure. Io però smentisco le loro ambiziose teorie perchè mi sono reso conto che il secondo è nettamente più forte di me e che se non si fosse perso a quell'ora sarebbe già al traguardo. 
Riparto nuovamente, faccio gli ultimi 6-700 m di salita e inizio la ripida discesa. Faccio un po' di fatica a controllare le gambe all'inizio, ma pian piano si sbloccano e riesco a correre regolarmente. 
Intorno al 38° km rivedo il secondo. Il tratto è in piano ma io ormai proseguo più camminando che correndo. Lo vedo arrivare da fuori pista, tagliando dall'alto il sentiero del tracciato, e invece di imbeccare il percorso giusto, lo taglia e scende diritto verso valle. Lo chiamo e gli indico la direzione da seguire, lui mi fa un cenno e riparte nel verso giusto. Ha un altro motore rispetto a me e lo perdo di nuovo subito di vista. Stavolta lo rivedrò solo al traguardo.
Poco dopo il 40° km finisce il tratto più o meno in piano, nel quale avrei potuto correre di più, ma la paura dei crampi mi fa andare piano. 
C'è quindi la discesa finale fino al traguardo, alternata da qualche breve tratto in piano, che nella mia testa pensavo di fare tutta di corsa, ma che in realtà dovrò fare sempre alternando corsa e cammino. Mi rimetto a correre definitivamente solo in vista del traguardo, quando sono sicuro di riuscire ad arrivarci correndo, dato che c'è l'ultima difficoltà del traguardo in salita.
Sento lo speaker annunciarmi e dice che sono il penultimo atleta (come penultimo? dovrebbero essercene 4 dietro di me...) e poi aggiunge che sono anche il terzo assoluto. Allora si che i conti mi tornano. 
Vedo tante facce conosciute ad aspettarmi al traguardo e sono contentissimo di aver portato a casa questa gara. L'amico Marco mi riprende col telefono e mi incita fino alla fine.
Chiudo la gara in 6 ore e 4 minuti, un tempo insperato per me alla partenza, tant'è che avevo detto agli organizzatori che avrei sicuramente sforato il tempo limite fissato in 6h30'. Totale km finali poco più di 42. 
Il terzo concorrente alla fine è riuscito a darmi oltre 6 minuti nei pochi chilometri finali (e se non si fosse più volte perso me ne avrebbe dati molti di più...), mentre quello dopo di me era nel frattempo uscito dalla crisi e mi è arrivato alle spalle di circa 3 minuti. 
Neanche il tempo di guardarmi in giro e ricevere la congratulazioni dei presenti che mi dicono che devo salire sul podio per la premiazione. Riesco a bere al ristoro una bibita al caffè e subito mi fanno salire sul terzo gradino del podio. Con le gambe stanche stare su quel trabiccolo mi fa pensare agli esercizi che facevo sulla balance board della Decathlon. Faccio fatica a stare in equilibrio su quel coso che si muove, ma poi chiamano gli altri due, ci danno i premi e ci facciamo le foto di rito.
Sul più bello il primo arrivato apre lo spumante e pensa bene di annaffiare tutti noi altri. Il contatto tra lo spumante e i miei occhi mi provoca un bruciore terribile e con gli occhi chiusi riesco a malapena ad arrivare al tavolo del ristoro per chiedere alla gentile volontaria dell'acqua per lavarmi la faccia... 
Tornatami la vista, ritorno verso il podio per raccogliere i premi a me riservati (due bottiglie di vino, della pasta, un barattoli di marmellata e uno di nduja, degli integratori sportivi, una birra artigianale locale, delle cialde di caffè e di sicuro qualche altra cosa che adesso mi sfugge). 
Vado verso la macchina per cambiarmi e mentro lo faccio vedo passare il quarto classificato. Lo saluto e mi racconta della sua magica ripresa negli ultimi chilometri. Poi mi chiede un passaggio fino a Cosenza, cosa a cui io subito acconsento, trascorrendo quindi parte del rientro a casa continuando mentalmente e piacevolemnte a ripercorrere i sentieri che durante la giornata abbiamo fisicamente attraversato.

data: 12/06/2022
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distanza: 42,03 km
dislivello: 1.628 m
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n° iscritti: 7
n° finisher: 4
mia posizione: 3°
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tempo:     Vittorio                 6h 04' 23''  (8'40''/km)

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Vincitore:  Vincenzo Petrelli    5h 05' 08''  (7'16''/km)    

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Savuto 22

SAVUTO TRAIL - ROGLIANO (CS) - 03/07/2022

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LA MIA GARA

Come secondo trail stagionale scelgo di fare quello che sulla carta rappresenta la mia gara di casa, visto che la partenza si svolge a soli 20' di macchina da dove abito. Il Savuto Trail si corre appunto nel territorio comunale di Rogliano ed è organizzato dalla mia ex società podistica che attualmente si chiama Asd Sport 360 (fino allo scorso anno ASD Dojo Running). Il tracciato ad anello è stato creato invece dal campione di corsa in montagna Pino Buffone sui suoi quotidiani percorsi di allenamento e, conoscendolo, di sicuro sarà molto tecnico, nervoso e senza alcun metro in piano.
Arrivo sul posto intorno alle 8, parcheggio e vado a ritirare il pacco gara. Incontro e saluto qualche amico e inizio subito a chiedere informazioni sul percorso perchè, per quanto la zona sia molto vicina a casa mia, per me è perfettamente sconosciuta.
Mi dicono che le pendenze sono molto elevate e che alcuni tratti sono pericolosi, quindi che occorre fare molta attenzione. Tra i tanti chiedo anche allo stesso Pino che trovo molto carico e pronto a dare battaglia per la vittoria. Lui mi da preziose indicazioni e mi conferma la durezza del trail. Basti pensare che gli 800 m di dislivello positivo previsti in questa gara da 12 km, in Sila erano spalmanti su un giro da 23 km...
Faccio un paio di chilometri di riscaldamento e poi mi schiero in area partenza, tra i circa 80 partecipanti alla competitiva. 
Partiti dal centro storico di Rogliano, attraversiamo Corso Umberto per circa 200 metri e poi ci buttiamo sulla destra su una ripida discesa su strada in cemento, la Discesa Clausi. La partenza è molto veloce ma cerco di trattenermi il più possibile perchè l'impatto sul cemento è parecchio violento per tendini e articolazioni e non voglio rischiare di infortunarmi. Mi passa qualcuno ma so già (anzi, lo spero) che una parte di questi li riprenderò in salita.
Non sono trascorsi neanche 700 m dalla partenza che già troviamo la salita della Chiesa Maria Santissima delle Grazie che dura circa 700 metri. 
Poi si scende nuovamente, lasciando finalmente la strada in asfalto/cemento. Si corre per lo più su sentieri sterrati molto stretti e sale e scende continuamente. Gli spazi sono veramente esigui ed è molto difficile sorpassare chi ti sta davanti se non si sposta volontariamente.
Mi accodo ad un paio di atleti e mi metto al loro passo. In discesa potrei forse andare più forte di loro, ma tra i continui saliscendi la velocità di crociera mi sta bene, pur rendendomi conto che gli altri che ci stavano davanti ormai hanno preso il largo.
Intorno al 4° chilometro troviamo in seria difficoltà, a causa del percorso sconnesso con fondo in pietre mobile, la fortissima Francesca Paone la quale ci lascia giustamente passare e che subito perdiamo di vista dietro di noi.  
Arrivati in prossimità delle Cascate di Cannavina (che però non vediamo) troviamo un paio di salite molto ripide che io cammino. Intorno a questo punto credo che attraversiamo anche un antico ponte romano che passa sul fiume Savuto.
Dopo si inizia a scendere, costeggiando il fiume Savuto dall'altro lato, ma ogni tanto qualche breve e ripida salita ci ricorda di non rilassarci troppo. E infatti intorno al 7° km, poco prima del guado del fiume, troviamo prima una salita ripida e poi una pericolossima discesa con materiale completamente instabile e franoso, tant'è che vedo cadere (per fortuna senza alcun danno) quasi tutti gli atleti che sono davanti o dietro di me. 
Arrivo al guado del Fiume Savuto, punto più basso del tracciato coi suoi 406 m s.l.m., insieme ad un ragazzo della Corricastrovillari. Qua troviamo un gruppo di tifosi scatenati che oltre al fornirci sali e acqua ci incitano alla grande.
Abbiamo percorso circa 7,5 km ma negli ultimi 4,5 rimasti occorre tornare su in paese e mancano tante centinaia di metri di dislivello.
Il sole batte forte sulla testa e rimpiango di non aver portato dietro il cappellino, ma continuo a bagnarmi la testa con l'acqua fornita ai ristori e spero di evitare almeno un'insolazione.
Si sale per 500 m e poi finalmente la pendenza si addolcisce un po', permettendomi di correre. Nel frattempo parlo col ragazzo che corre con me il quale mi dice che la gara di trail che si terrà a settembre a Serra San Bruno è molto pià corribile e regolare di questa.
Al km 9 troviamo un tratto abbastanza corribile ma dopo un po' riprendo a camminare lasciando proseguire il ragazzo da solo. Fa troppo caldo per i miei gusti e non riesco a fare di più.
Poco prima del 10° di nuovo una ripida e lunga salita mi attende. Vedo un cimitero sopra la mia testa e mi illudo che si tratti di quello di Rogliano. Se così fosse, arrivati fin lì poi si tratterebbe solo di scendere fino al traguardo. Ma successivamnte purtroppo capisco che invece si trattava del cimitero di Marzi, ubicato ad una quota ben più bassa di quella di Rogliano e che quindi la salita non terminerà se non al traguardo...
Si ritorna a salire e lo si fa su strada cementata o asfaltata e per di più sempre sotto il sole cocente. Vengo raggiungo da un atleta della Marathon Cosenza e passo qualche minuto a parlare con lui mentre oltrepassiamo l'ultimo ristoro e raggiungiamo poi le prime abitazioni a sud di Rogliano. 
Raggiungiamo anche il ragazzo della Corricastrovillari che ci era davanti e facciamo qualche centinaia di metri di corsa insieme. Quando passiamo vicino alle scuole e chiediamo quando dura ancora la salita, ci dicono di resistere altri 500 metri. Peccato che un chilometro prima ci avessero detto la stessa cosa...
Dopo un po' lascio andare i due compagni di corsa e torno nella modalità cammino perchè non ho voglia di sforzarmi ulteriormente. Mi raggiunge e sorpassa anche Francesca Paone, che su asfalto torna ad andare ai suoi ritmi consueti che sono ben diversi dai miei.
Poi capisco di essere arrivato nei pressi dell'anfiteatro e mi rimetto a correre, ma quando sotto le indicazioni delle due volontarie o vigilesse giro a sinitra, mi ritrovo davanti la ripida salitina che costeggia appunto l'anfiteatro e il camminare torna d'obbligo.
Passo sotto un caratteristico arco nel centro storico e sbuco in una piazzetta. Mi rimetto a correre sperando che le salite siano finite, invece giro l'angolo e mi ritrovo quella del Duomo che cammino nuovamente.
Poi vedo altri runner dietro di me che si avvicinano e mi rimetto a correre, stavolta andando in progressione fino al traguardo che taglio in 31esima posizione su 69 atleti arrivati. Avevo indicativamente pensato di metterci intorno ad 1h30' per finire questa gara e avendola completata in 1h26' sembrerebbe un qualcosa di positivo. Ma in realtà sono un po' deluso perchè avrei potuto andare più forte in discesa e perchè, essendomi appunto risparmiato in discesa, nella lunga salita finale avrei dovuto correre di più e camminare di meno. 
Lascio il chip, mangio una banana e due dolci e poi via di corsa verso la macchina. La mia bimba mi sta aspettando perchè oggi è la giornata del suo saggio di danza!

data: 03/07/2022
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distanza: 12 km
dislivello: 764 m
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n° finisher: 67
mia posizione: 31°
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tempo:     Vittorio                    1h 26' 31''  (7'12''/km)

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Vincitore: Antonino Maggisano        56' 06''   (4'40''/km)  

Vincitrice: Valentina Maiolino     1h 18' 35''     (6'32''/km)    

Pollino 22

POLLINO NATIONAL PARK TRAIL - SAN SEVERINO LUCANO (PZ) - 10/07/2022

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LA MIA GARA

Le gare che si svolgono nel Parco Nazionale del Pollino sono, insieme a quella di Cortina, sicuramente quelle più spettacolari a cui io abbia partecipato. I luoghi di gara sono scomodi da raggiungere sia per la distanza da casa sia per le strade spesso a limite della percorribilità, ma i luoghi attraversati di corsa ripagano sempre di tutte queste negatività.
Parto da casa alle 6, dopo poche ore di sonno e con soli 15 minuti di margine rispetto alla chiusura del ritiro pettorali, ma conosco la strada dallo scorso anno e sono sicuro di farcela. Porto con me i miei genitori, ai quali lo scorso anno avevo promesso che alla prima occasione utile gli avrei fatto visitare lo splendido posto dove è ubicata la partenza, ossia il Santuario della Madonna del Pollino.
Alle 8:30, come da programma, arrivo sul posto. Parcheggio, vado a ritirare il pettorale, mi preparo e mi dirigo in zona partenza, dopo aver detto ai miei che impieghero per tornare circa 3 ore dallo start. Ci sono 14° C ma decido comunque di correre in t-shirt. In caso di freddo ho lo smanicato nello zaino.
Dopo il breve in bocca al lupo del sindaco di San Severino, il briefing di un responsabile tecnico della società organizzatrice e la benedizione del prete locale, alle 9:19 la gara si avvia. Anzi, le gare, visto che quest'anno gli uomini under 60 faranno la lunga da oltre 22 km e le donne e gli over 60 la breve da 16 km.
Si parte davanti alla statua della Madonna e subito si arriva alla prima salitina ripida che porta al parcheggio delle auto, poi si passa sotto il gonfiabile dove avverrà l'arrivo e quindi si inizia a scendere nel viottolo stretto scavato tra le rocce, con il burrone alla nostra destra.
Per fortuna mi sono messo nella prima parte del gruppo dei partenti, perchè qua ci si incolonna e per un paio di chilometri si procede quasi sempre in fila indiana per cui è facile perdere tempo senza poter andare avanti col proprio ritmo.
Nonostante il mio accorgimento è difficile prendere un buon ritmo, tra concorrenti, sentieri stretti, pietre e salite che spesso irrompono nel nostro percorso. Ma studiando l'altimetria so che i primi 8-9 km sono "facili" quindi non mi interessa forzare e fare sorpassi azzardati a chi mi sta davanti. Attendo invece il momento giusto per farlo e riduco al minimo il dispendio di energie per sorpassare magari qualcuno più lento o che è partito troppo veloce.
Gran parte di questi primi chilometri li faccio con un ragazzo vestito di nero e una ragazza alla quale i volontari spesso dicono che si trova in terza posizione tra le donne.
Dopo i primi 2-3 chilometri e una salitina che fa la selezione, restiamo appunto in 3 e così proseguiamo per circa altri 3-4 km. Davanti c'è il ragazzo vestito di nero, dietro la ragazza e infine io a chiudere il gruppetto, che si allunga nei tratti corribili e si accorcia nei tratti più impervi, dove riesco a sopperire ai loro ritmi. Ad un certo punto, corribile e senza ostacoli, la ragazza finisce a terra, fortunatamente senza conseguenze. La aiuto a rialzarsi e ripartiamo fino alla biforcazione dei due tracciati dove noi della lunga viriamo a sinistra e la ragazza prosegue sulla destra.
Inizia una discesa abbastanza corribile di circa 1,5 km, ove bisogna fare attenzione solo a qualche radice che fuoriesce dal terreno. Il ragazzo di nero mi stacca e io ne approfitto per una pausa pipì che, per quanto veloce, mi fa raggiungere da un gruppetto di 5-6 atleti. Riesco a stare loro davanti fino a fine della discesa ma quando si ricomincia a salire mi superano tutti. 
Quando però arriviamo al km 10,5 dove è ubicato il centro di sci di fondo di Terranova del Pollino, sede di partenza della gara fino ad un paio di anni fa, il gruppetto l'ho superato tutto. Anzi, siccome al ristoro non mi fermo proprio, supero anche un altro gruppetto di atleti che era lì fermo a rifocillarsi.
Da questo momento so che si inizia a salire sul serio, perchè dai circa 1.500 m di altitudine del centro sciistico si passa ai circa 2.000 di Serra di Crispo, punto più alto del percorso, per un totale di 7 km che sono quasi tutti di salita, che diventa sempre più ripida man mano che ci si avvicina alla cima.
Pur facendo le salite quasi tutte camminando continuo a recuperare posizioni. Sorpasso anche diverse donne della gara breve, col percorso delle quali ci siamo ricongiunti. Mi sento bene ma non conoscendo il nuovo percorso voglio conservarmi le energie per spingere quando si inizia scendere. Più si sale e più i paesaggi diventano spettacolari: compaiono intorno a noi i pini loricati e ovunque si guardi i panorami sono mozzafiato, con tanto di incontri con mandrie di cavalli selvaggi e di mucche al pascolo.
Solo quando arrivo in cima capisco che stiamo facendo il percorso dello scorso anno ma al contrario e lo dico agli altri corridori che mi sono vicini. Ammiro come se fosse la prima volta i secolari pini loricati che mi circondano e continuo a salire, superando diversi atleti. Si lamento che sono stanchi di salire mentre per me è un vero piacere trovarmi in quel paradiso naturalistico e non avverto alcuna stanchezza. La parte in cima, a ciglio strapiombo, non riuscirei mai a farla in modalità trekking perchè soffro di vertigini ma, come mi succede sempre in gara, vado avanti senza problemi.
Quando si inizia a scendere il percorso è molto tecnico perchè ripido e ricco di pietre ma io in questo tipo di ambiente mi ritrovo perfettamente e vorrei anche accelerare, ma raggiungo sempre qualcuno che mi sta davanti e devo tenere il freno tirato. Devo però dire che tutti coloro che ho raggiunto nei vari tratti impervi della gara si sono sempre spostati per lasciarmi passare, con molta sportività e come io stesso faccio quando sento qualcuno arrivare da dietro che ne ha più di me.
Il ragazzo vestito di nero mi sta sempre davanti, è l'unico che non sono ancora riuscito a superare di quelli che ho visto correre davanti a me. Nel tratto tecnico ci avviciniamo ad un altro atleta con una folta chioma nera, ma quando le pietre finiscono, intorno al 18° km, ci stacca e lo perdiamo di vista. 
Per circa un chilometro e mezzo il ragazzo di nero mi sta davanti, corriamo veloci su una larga strada sterrata ma non abbastanza tanto che sento dietro di noi le voci di un gruppo di atleti che si sta avvicinando. Così, nonostante senta un leggero mal di pancia che non mi fa ben sperare, spingo sull'acceleratore e sorpasso il mio compagno di gara. 
Uscito dal bosco c'è un breve tratto in salita. Vedo in cima alla collinetta l'atleta con la chioma nera e mi pongo come obiettivo quello di raggiungerlo. Faccio quasi tutta la salita correndo e nel breve tratto di cammino mi giro per guardare chi mi segue e non vedo nessuno vicino. Ottimo!
Si ricomincia a scendere e mi avvicino sempre più al ragazzo che mi precede. Superiamo insieme altri atleti sia della gara lunga che della gara breve e poi, dopo l'ennesima discesa tecnica in cui vorrei superarlo ma non riesco perchè non c'è lo spazio di farlo in sicurezza, lo passo. 
Ormai manca poco e continuo a correre quasi sempre, nonostante ci siano delle salitine brevi ma dure. Supero un paio di atleti completamente cotti e finalmente arrivo all'ultimo tratto tra le rocce che mi porterà al traguardo. Penso di non riuscire più a recuperare qualcuno, invece proprio nell'ultimo sentiero tra le rocce supero un'altra donna e negli ultimi 100 m un ragazzo della mia gara. 
Corro addirittura l'ultimissima salita che porta al gonfiabile, che oltrepasso dopo 2h58'35'' dall'inizio della gara, chiudendo in 54a posizione su 124 finisher della gara lunga (quindi solo uomini under 60). 
Mi sono goduto questa gara al massimo, dal primo all'ultimo chilometro. L'unione dei percorsi delle gare passate e il fare alcuni tratti in senso inverso mi ha fatto apprezzare ancora di più le bellezze che il Parco Nazionale del Pollino offre ai suoi visitatori. Forse avrei potuto dare qualcosa di più, ma di sicuro avrei avuto meno tempo e voglia di godermi lo spettacolo che mi circondava. Quindi va benissimo così. E poi tra circa 5 ore avrà un'altra gara, quindi meglio aver conservato un po' di energia per il resto della giornata.

data: 10/07/2022
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distanza: 22,40 km
dislivello: 1.150 m
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n° finisher (SM - SM 55): 124
mia posizione: 54°
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tempo:     Vittorio                    2h 58' 35''  (7'58''/km)

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Vincitore: Giovanni Marchitiello  2h 08' 41''   (5'45''/km)  

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Vincitrice (gara da 16 km): Lidia Mongelli  1h 55' 18''  (7'12''/km)

Spezzano 2022

1° CALABRIA YOUNG RUNNING - SPEZZANO SILA (CS) - 10/07/2022

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LA MIA GARA

Questa gara non l'avevo messa in calendario perchè, per la breve durata e la relativa alta intensità di corsa richiesta, poco si addice alle mie qualità e preferenze podistiche. Ma per alcuni miei compagni di squadra e per parte degli sponsor rappresenta la gara di casa, pertanto decido di iscrivermi, facendo però presente ai ragazzi che la partecipazione dipenderà dalle mie condizioni post gara del Pollino.
Ma siccome dalla gara ne esco bene, non vedo alcun impedimento a partecipare.
Alle 12:45 parto dal Pollino e alle 15:15 sono a casa, dopo aver mangiato in macchina un panino. Arrivato a casa mangio qualche altra cosa, mi faccio una doccia, mi metto la canotta societaria (per fortuna ho sia la t-shirt che ho usato sul Pollino che la canotta) e il pantaloncino (riciclato dal mattino) e poco dopo le 16 riparto con moglie e figlia alla volta di Spezzano. 
Appena arrivo in paese già incontro i compagni di squadra Mirko e Luca, insieme ai quali raggiungiamo il campo di atletica sede della partenza della gara. Dopo i saluti con i vari amici presenti e le foto di rito, provo a fare qualche corsetta di riscaldamento per sciogliere le gambe un po' imballate sia per la gara mattutina sia per le già fatte 6 ore di viaggio in macchina, ma fa troppo caldo e riesco a correre solo per raggiungere più volte la fontanella presente in modo da bagnarmi viso e testa.
Prima di partire chiedo all'amico Walter informazioni sul percorso e lui me lo illustra in maniera molto precisa, indicandomi come punti critici la breve salita iniziale e quella lugna finale che diventa più ripida man mano che ci si avvicina al Convento di San Francesco. 
Dico a mia moglie che rivedremo tra 30' - 40', o anche dopo in caso di crampi, perchè non ho idea di come le gambe reagiranno in gara.
Quando la gara inizia mi posiziono nelle retrovie. Si compie prima un giro della pista di atletica e poi si esce dal cancello per iniziare la breve quanto dura salita che porta al Convento. Le gambe sono bloccate e faccio un po' di fatica a salire e anche quando inizia la discesa mi sento tutto imballato e non riesco a spingere, guardando allontanarsi gli atleti che mi precedono. Me ne faccio una ragione, non è di sicuro oggi che devo pensare a fare un buon tempo.
Corro il primo km a 5' e poi si inizia a scendere in maniera più ripida fino ad entrare nel comune di Celico per poi tornare in quello di Spezzano. Corro il secondo chilometro a 4'28'', il terzo a 4'17'' e il quarto a 4'30'', ma nonostante questo davanti a me non vedo più nessuno, tant'è che agli incroci devo fare attenzione a trovare le frecce gialle a terra che indicano la direzione da seguire.
Arrivati nel centro di Spezzano iniziano gli ultimi 2 km che sono quasi tutti di salita, dolce nella parte iniziale e molto ripida nell'ultimo tratto. 
Nel primo chilometro, nonostante la stanchezza e l'affanno dovuto a ritmi per me inconsueti, riesco a tenere ancora un ritmo discreto e recuperare una posizione, ma nell'ultimo km non ho più alcuna voglia di faticare e alterno la corsa al cammino, riperdendo la posizione che avevo acquisito. 
Arrivato in cima davanti al Convento di San Francesco mi butto a capofitto nell'ultima breve e ripida discesa, tagliando il traguardo in 30'29'' alla media 5'05''/km, un tempo inaspettato per essere la seconda gara della giornata, ma un po' mi dispiace per non averci impiegato 30'' in meno visto che scendere sotto i 30' era ampiamente alla mia portata (da riposato...). Chiudo alla 25a posizione su 44 partecipanti, donne incluse, e con la mia società sportiva sui gradini del podio a squadre.
Poi rinfresco, un po' di conversazione con gli amici e infine prenotazione in pizzeria per il recupero energetico della lunga giornata!

data: 10/07/2022
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distanza: 6,00 km
dislivello: 170 m
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n° finisher: 44
mia posizione: 25°
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tempo:     Vittorio                       30' 35''   (5'05''/km)

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Vincitore: Giovanni Monaco          22' 40''   (3'47''/km)  

Vincitrice: Annunziata Fondacaro  33' 01''   (5'30''/km)

Curinga 2022

6 ORE DI CURINGA - CURINGA (CZ) - 06/08/2022

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ARTICOLO SULL'EVENTO 

NON DISPONIBILE

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LA MIA GARA

C'è solo una gara che dalla prima volta in cui l'ho corsa ho voglia di ripeterla ogni anno: si tratta appunto della 6 ore di Curinga. Il percorso non è certo spettacolare, i paesaggi che si vedono dal tracciato non sono niente di che, non è una gara da prestazione, non ci sono grandi nome tra i partecipanti e il periodo di caldo torrido in cui si svolge di sicuro non invoglia, ma c'è qualcosa che mi attira e che ogni anno me la fa inserire nelle gare da fare. Perchè Curinga non è una gara, ma una sfida contro se stessi e una messa alla prova del proprio fisico e della propria testa a continuare a muoversi per 6 ore, qualsiasi cosa accada a cercare di farti fermare.
In questa gara la mia priorità è percorrere almeno 42 km, che è il minimo per entrare in classifica. Poi farne sopra i 45 affinchè il mio risultato sia inserito del DUV. Per il resto poco importa, cerco di godermi la gara il più possibile e di finirla in buone condizioni fisiche, cosa che in passato non è mai successa. Negli ultimi mesi ho fatto come lungo solo un trail in sila a inizio giugno di 42 km e un lungo a luglio di 30 km, con molti tratti camminando, quindi non ci arrivo con chissà che allenamento. In più ho la pubalgia sempre presente che dopo 20-30 km torna sempre a farmi compagnia.
Nel 2017 dopo 4 ore di gara non riuscivo più neanche a camminare dalla stanchezza e ho trascorso parecchi minuti seduto o sdraiato sui muretti ai lati del percorso.
Nel 2018 un mal di pancia mi ha fermato ai box e spezzato le gambe.
Nel 2019 un'infiammazione al tensore dell'alluce sinistro, che mi ha accompagnato anche nei mesi successivi.
Nel 2021 ci sono arrivato quasi fermo causa pubalgia e dopo 3 dai dolori in pratica ho più camminato che corso.
Quest'anno per la prima volta ho ben 2 compagni di squadra a partecipare con me alla gara (Alessandro e Luca) e la compagnia e l'assistenza del nostro presidente Carmine.
Arriviamo sul posto intorno alle 17 e andiamo a ritirare pacco gare e pettorale. Alessandro si accorge subito che sui numeri di pettorale c'è qualcosa che non va e infatti controlliamo sul sito e non corrispondono con quelli che ci hanno dato, così ce li facciamo cambiare.
Dopo le foto di rito fatte da Carmine, ci posizionamo in zona partenza, quest'anno senza gonfiabile per "problemi autorizzativi".
Alle 18 parte la gara e con Alessandro e Luca facciamo il primo giro tutto di corsa, compresa la salita di San Rocco. Siamo fin troppo veloci e con Alessandro ci imponiamo di rallentare e soprattutto di camminare la parte ripida della salita per non sprecare inutilmente energie.
Luca, dopo aver fatto 2 gare da 100 km e una da 50 giusto una settimana prima, ha un altro ritmo e dopo un po' prende il largo.
Quest'anno è tornato ad esserci il ristoro sui tavoli, dopo le limitazione applicate nel 2021 causa Covid, così ad ogni giro bevo qualche liquido (acqua, coca cola e bibita al caffé) mentre per i sali bevo quelli che mi sono portato dietro da casa e che ho lasciato alla mia postazione. Quest'anno hanno inserito come presenza fissa al ristoro anche la birra, che inizio a bere già dopo qualche giro. Purtroppo però non sempre riesco a trovarla fresca quindi spesso viro su altri liquidi.
Per quanto riguarda il cibo invece prendo dai ristori solo frutta, mentre per altro mangio sempre quello che mi sono portato da casa. Non ho voglia di ripetere l'esperienza del 2018...
Ma torniamo a parlare dell'andamento della gara.
Con Alessandro procediamo regolarmente e, come già successo in passato con Carmine nel 2018 e Catia nel 2019, il tempo scorre via in fretta e piacevolmente. Corriamo sempre fianco a fianco e parliamo del più e del meno.
Nella prima ora percorriamo 9,6 km e nella seconda 9,7. Nella terza ora i km si riducono a 9 e nella quarta 8,3. Non ricordo bene quando, ma intorno a quest'ora dico ad Alessandro di proseguire da solo. Dal 20° mi è arrivato il solito fastidio sopportabile agli adduttori, ma dal 30° mi è venuto pure il dolore all'inguine che è molto più fastidioso, soprattutto in discesa. Lui vorrebbe aspettarmi ma lo convinco ad andare avanti, perchè per me continuare con certi ritmi porterebbe troppa sofferenza. E poi essendo già sicuro di raggiungere il traguardo minimo dei 42 km sono già soddisfatto così.
Inizio quindi a prendermela con calma e gli altri due giri lunghi li faccio tranquilli, approfittando ancora di più dei ristori e fermandomi spesso a fare stretching per la zona inguinale.
Quando sta per scoccare la 5a ora di gara, mi fermo (come al solito) subito prima del traguardo, in modo da evitare di fare di nuovo il giro lungo. Qua trovo il mio compagna di squadra Luca che sta male con una crisi di stomaco, assistito da Carmine e Alessandro.
Scoccata le 5a ora, ci rimettiamo a camminare tutti verso il traguardo, in modo da iniziare a percorrere il giro breve per i restanti 60 minuti. Dopo un po' riproviamo a correre, ma io non riesco e mi lascio superare dagli altri. Inizio però a bere la birra i freddi bicchieroni di birra che ad ogni passaggio dal traguardo spillano direttamente sul percorso. Dopo un paio di bicchieroni ho la testa che mi gira e incredibilmente mi torna anche l'energia  per correre. Sul giro piccolo la pendenza non è molta se non nel breve tratto dopo il ristoro, così il mio inguine dolorante non è troppo sollecitato. Quindi faccio divido il giro più o meno in due, facendo di corsa la parte da dopo il traguardo fino all'inizio della parte in salita e la restante tratta in modalità camminata. Così mentre nella quinta ora di gara la mia percorrenza è stata di soli 6,6 km , nella sesta ne faccio 7,3 con un passo migliore proprio in un tratto dell'ultimo giro di 4'37''/km.
Chiudo la gara col mio record di 50,506 km e 19° su 48 uomini giunti al traguardo, nonchè quarto di categoria dietro ai miei compagni di squadra Luca (52,625 km) e Alessandro (51,791 km) che ha portato a casa un ottimo risultato all'esordio nel mondo delle ultra.
Dopo esserci cambiati, ci rechiamo nella zona premiazioni dove c'è inizia lauto rinfresco, del quale non prendo nulla in quanto ho lo stomaco chiuso. Dopo una lunga attesa iniziano finalmente le premiazioni, dove andiamo a premio tutti e 3 (premiano i primi 5 di ogni categoria a patto che ci siano almeno 10 arrivati al traguardo). In teoria dovrebbero darmi anche il piattino per le 5 partecipazioni alla manifestazione, ma se ne dimenticano e mi dicono che me lo faranno avere...
Così con i nostri "ricchi" premi possiamo finalmente ripartire in macchina per tornarcene a casa, per goderci il meritato riposo.

data: 06/08/2022
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durata: 6 ore
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mia posizione tra gli uomini: 19° su 48 totali
mia posizione globale: 20° su 56 finisher
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km percorsi:   Vittorio             50,506 km  (7'08''/km)

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Vincitore: Leonardo Sestito     63,328 km   (5'41''/km)  

Vincitrice: Angela Latorre        57,548 km   (6'15''/km)

Trail Certosa 22

TRAIL DELLA CERTOSA - SERRA SAN BRUNO (VV) - 11/09/2022

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ARTICOLO SULL'EVENTO 

L’ A.S.D. Corricastrovillari e il suo presidente Gianfranco Milanese, in collaborazione con la Federazione Italiana di Atletica Leggera Comitato Regionale Calabria, l’ASI e con il patrocinio del Comune di Serra San Bruno ha organizzato la I edizione del “Trail della Certosa”, valida come 2^ prova del Trofeo dei carbonai, una gara agonistica di circa 15 km su un percorso misto di montagna e una gara a passo libero non competitiva sulla distanza di 3 km.

Tutti i concorrenti, la giuria e il pubblico si sono ritrovati presso il Piazzale Santo Stefano presso Certosa di Serra San Bruno, dove, dopo il ritiro dei pettorali per la competitiva e le iscrizioni per la non competitiva, si è dato il via alla gara che si è sviluppata su un percorso misto in mezzo ai sentieri della bellissima foresta di Serra san Bruno così che tutti i partecipati hanno potuto godere di uno spettacolo favoloso e hanno respirato ossigeno a pieni polmoni.

Durante tutta la gara l’atleta della Libertas Atletica Lamezia Antonio Maggisano ha guidato la gara ed ha tagliato per primo il traguardo con il tempo di 59:49, secondo si è piazzato l’atleta della Corricastrovillari Michelangelo Spingola 1h :04, terzo l’atleta della Marathon Cosenza Massimo Conforti.

La gara al femminile ha visto protagonista l’atleta dell’Atletica Sciuto Rosy Ciccone che ha concluso i 15 Km in 1h:18, seconda si è piazzata l’atleta della Corricastrovillari Faustina Bianco 1h:28, terza l’atleta della Violetta Club Graziella De Stefano.

Terminata la gara sono seguite le premiazioni alla presenza del Presidente Regionale Fidal Vincenzo Caira, del Presidente Provinciale Asi Michele La Rocca e del vice Sindaco della città di Serra San Bruno Rosanna Federico. [Fonte sito Correre.org]

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LA MIA GARA

L'11 settembre si è svolta la prima edizione del Trail della Certosa, gara il cui circuito si sviluppa intorno appunto alla Certosa di Serra San Bruno.
La partenza è proprio dal viale prospicente alla Certosa, ad un quota di circa 810 m, poi si sale attraversando il Bosco di Santa Maria arrivando fino a quota 1.060 per discendere di nuovo verso l'area di partenza su un circuito che è quasi ad anello se si esclude la tratta partenza/arrivo che è comune.
La partenza della gara è prevista per le ore 9:30, ma a causa dell'arrivo in ritardo del medico avverrà solo alle 10:10.
Dopo poche centinaia di metri di asfalto si entra nella strada sterrata della Certosa e si arriva a Santa Maria nel Bosco dopo circa 2 km di leggerissima salita; i partenti sono 60-70 e ci sono pochi atleti che conosco, per cui non riesco a capire se sono partito troppo forte o se sto andando ad un ritmo adeguato.
Dopo Santa Maria si inizia a salire e mantengo più meno sempre la stessa posizione, recuperando qualcuno ma essendo superato da qualcun altro.
Al quarto c'è finalmente una salita ripida e nonostante sia di poche centinaia di metri, ne approfitto per superare un paio di atleti che fanno fatica.
Al quinto raggiungiamo la strada provinciale e la percorriamo sul lato destro che è transennato per noi atleti. Si sale per altri 800 m, raggiungendo il punto più alto del percorso e poi ci si rimmette nella strada sterrata del bosco.
Qua la discesa è abbastanza dolce e la strada regolare, pertanto vengo di nuovo ripreso (e staccato) da uno di quelli che avevo superato in salita.
Per non perdere il passo sto dietro ad un atleta della Corricastrovillari: siccome il percorso è fatto di lievi salisendi, quandi si sale lui si allontana ma quando si scende lo recupero. Continuiamo così fino al 9 km quando mi arriva una fitta di dolore al solito adduttore sinistro. Di solito ho fastidio e non un dolore acuto come questo, così rallento e faccio qualche movimento per verificare se il dolore diminuisce. E per fortuna ciò avviene, così al 10° km, quando finalmente inizia la ripida discesa preavvisata dagli organizzatori, riesco a scendere tranquillamente.
Recupero subito e sorpasso l'atleta della Corricastrovillari col quale avevo corso insieme fino al km prima, perdendolo di vista. Dopo un paio di km la discesa ripida purtroppo finisce ma dietro di me non vedo e sento più nessuno.
Dopo un lungo rettilineo nel quale vedo all'orizzonte gli atleti che mi precedono, si attraversano dei punti del percorso in cui i nastri segnalatori sarebbero potuti essere posizionati un po' più chiari. Ma rallento, faccio più attenzioni e li seguo senza problemi perchè subito più avanti si ritrovano gli altri segnali del percorso.
Sento le gambe abbastanza stanche che mi fanno capire che sono al limite ma raggiungo di nuovo Santa Maria nel Bosco e so che mi mancano solo un paio di km per raggiungere il traguardo.
Non riesco ad accelerare ma almeno nemmeno dimuinisco la mia velocità, seppur sia un po' difficile schivare le orde di anziani turisti tedeschi che risalgono dal viale venendomi controsenso e non spostandosi più di tanto.
Più volte rischio di travolgerne qualcuno distratto che all'ultimo momento mi si para davanti ma in un tratto in salita in cui ero pronto a camminare, sono proprio i loro incitamenti che mi spingono a continuare a correre e così sarà poi fino al traguardo.
Chiudo molto soddisfatto di come ho gestito la gara e convinto di aver anche ottenuto un buon posizionamento.
Poi, dopo qualche giorno, con l'uscita della classifica ecco la triste verità: per fare un esempio, l'atleta che avevo staccato in discesa è arrivato al traguardo 25 posizioni prima di me... Questo perchè lui, come altri atleti, hanno tagliato in qualche punto il percorso percorrendo 3 km in meno di noi che l'abbiamo seguito tutto.
Era difficile sbagliare, ma se l'hanno fatto in tanti vuol dire che la problematica in qualche punto c'era. Resta comunque la soddisfazione di aver fatto un'ottima gara che poco si addiceva alle mie caratteristiche essendo poco tecnica e con un dislivello minimo..

data: 11/09/2022
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distanza: 14,74 km
dislivello: 391 m
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mia posizione: 35° su 63 totali (classifica falsata da tagli del percorso)
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​tempo:    Vittorio                   1h 19' 30''  (5'24''/km)

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Vincitore: Antonio Maggisano   59'49''     (4'03''/km)  

Vincitrice: Rosy Ciccone           1h 18'   (5'18''/km)

Santa Claus 22

SANTA CLAUS RUN - RENDE (CS) - 18/12/2022

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ARTICOLO SULL'EVENTO 

NON DISPONIBILE

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LA MIA GARA

Dopo aver rinunciato all'ultima gara in programma per il 2022 e essendo saltata tutta la preparazione prevista per la fine dell'anno per il Covid, questa garetta di neanche 10 km a Rende è perfetta sia come decima gara dell'anno (e 100esima della mia carriera podistica) sia per ritrovarmi con i compagni di squadra che non vedo da un bel po'. 
Non che io avessi chissà che ambizioni cronometriche, ma sarebbe comunque stato un buon test per verificare la mia attuale condizione. 
Purtroppo però nell'ultimo allenamento prima della gara sono costretto ad interrompere in anticipo la sessione perchè non mi sento tanto in forma, il giorno prima della gara ho le prime avvisaglie influenzali e la domenica mattina non mi sento affatto bene, dopo aver passato la notte con tosse e raffreddore. Dopo aver misurato la febbre con esito negativo, decido comunque di andarci, complice la giornata di bel tempo prevista.
Arrivato sul posto, parcheggio e raggiungo i compagni di squadra; poi insieme a loro ci rechiamo al punto di ritiro pettorali e pacchi gara (che essendo terminate le magliette consistono in un solo cappello di Babbo Natale, a fronte di 8 euro di iscrizione...).
Dopo una lunga fila agli stands (e siamo solo un'ottantina di partecipanti), con gli amici iniziamo il riscaldamento. Quando poi mi fanno la proposta di correre la gara tutti in gruppo per me è come una benedizione, perchè per come mi sento sarebbe stato un suicidio rincorrere la prestazione.
Così allo start ci posizionamo tutti vicini e con qualche minuto di ritardo inizia la gara.
Il percorso comprende due giri su Viale Principe, per un totale di circa 9 km. Il primo giro lo corriamo fin troppo veloce, mentre il secondo rallentiamo sufficientemente per non perdere qualcuno per strada.
Tutto sommato mi sento bene e il tempo passa piacevolmente chiacchierando con gli amici.
Per terminare la gara in bellezza decidiamo di passare il traguardo tutti insieme formando un albero di Natale, ma i giudici ci intimano più volte di distanziarci e la coreografia non ci esce tanto bene.
Per me è la prima volta che partecipo ad una gara senza impegnarmi; alla fine è stato divertente e comunque per le mie condizioni di salute è stato meglio così. 
Ora è tempo di programmare la nuova stagione!

data: 18/12/2022
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distanza: 9,02 km
dislivello: 66 m
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mia posizione: 75° su 81 uomini (gara corsa a ritmo lento coi compagni di squadra)
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​tempo:    Vittorio                    48'29''  (5'23''/km)

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Vincitore: Luigi Altomare          29'23'' (3'15''/km)  

Vincitrice: Raffaella Altomare    40'41'   (4'31''/km)

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