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GARE E ALLENAMENTI PARTICOLARI DELL'ANNO 2018

PARTE 1

Mennea 2018

6^ PIETRO MENNEA HALF MARATHON - BARLETTA (BT) - 25/02/2018

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RESOCONTO DELLA GARA

Una giornata di sport vera e tonificante. Come il vento e il freddo che hanno accompagnato i circa 3mila partecipanti che hanno voluto onorare con sudore e sorrisi la «Pietro Mennea Half Marathon», gara podistica organizzata dalla «Asd Barletta Sportiva» targata 2018.

Tutti hanno corso i 21,097 chilometri indossando una canotta emozionante. La «copia» di quella indossata da Pietro Mennea il 28 luglio 1980, quando a Mosca vinse la medaglia d'oro nei 200 metri delle Olimpiadi. Sul retro la scritta «La fatica non è mai sprecata. Soffri ma sogni». Un gran successo a Barletta questa seconda edizione che ha convinto tutti e permesso di correre in lungo e in largo nella città che diede i natali proprio a «Pietro lo Zar». Perfetto il lavoro svolto dai vigili urbani, dal Vespa club, dai tanti volontari e dai sanitari coordinati dal dottor Vito Sardaro con il prezioso ausilio della collega Giovanna Villani e dell’infermiera dottoressa Valentina Di Pierro.

Encomiabile l’impegno dell’Avser e dell’Oer e della Croce Rossa. Ben undici gli interventi.

Sul gradino più alto del podio, posizionato nei giardini del castello, Pasquale Rutigliano (Asd Olimpiaeur Camp) con il tempo di un’ora, 12 minuti e 7 secondi. Alle spalle di Rutigliano, già primo nell’edizione 2017, Alberico Di Cecco (Asd Vini Fantini) con un’ora tredici minuti e quaranta secondi. Al terzo posto Emanuele Coroneo (La Mandra Calimera) con il tempo di un’ora quattordici minuti e 45 secondi.

In ambito femminile sul podio più alto Ilaria Covelli (Polisportiva Molise Campobasso), che ha fermato il cronometro in un’ora, 26 minuti e 48 secondi. Medaglia d’argento a Lorella Buzzelli della Asd Pietro Mennea un’ora 31 minuti e 34 secondi. Raffaella Filannino della Atletica Disfida Barletta ha concluso, piazzandosi al terzo posto, in un’ora trentuno minuti e 36 secondi.

Bello ammirare numerosi numerosi ragazzi rifugiati impegnati in questa corsa dai tanti significati. Il colpo d’occhio della partenza alle 9 dal Castello Svevo meraviglioso. Al pari del passaggio al suo interno. Unici gli sbandieratori e chi suonava i tamburi. Emozionanti le medaglie con la faccia di Pietro che finiranno nelle case dei tanti atleti giunti dal tutta Italia. Nel pacco gara anche una cartolina dell’Avis di Barletta con uno specifico invito a donare sangue. Impeccabili i giudici di gara. Da imitare gli spingitori che con il loro progetto “Con le ali... fino al traguardo” hanno realizzato il sogno di Tommaso e Spiry di vivere una giornata all’insegna dello sport. [Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno]

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LA MIA GARA

La mia prima gara del 2018 coincide con l'esordio con la nuova società di cui sono da poco entrato a far parte: la ASD Dojo Judo Running Valle del Savuto, giovane società calabrese in forte crescita che in soli 3 anni ha già avuto modo di affermarsi sia a livello individuale che di squadra.

Avevo programmato da mesi questa trasferta con la mia famiglia a Barletta, in quanto quella zona della Puglia era per me sconosciuta, pur essendo molto ambita a livello turistico. I miei compagni di squadra invece hanno scelto di partecipare in massa alla mezza maratona di Lecce, in quanto molti di loro avevano già preso parte alla gara di Barletta ed erano quindi alla ricerca di una nuova sfida da affrontare.

In realtà questa mezza rappresenta per me solo una gara di passaggio per arrivare al mio primo obiettivo stagionale: una 6 ore primaverile che dovrebbe essere quella di San Giuseppe a Putignano (BA) subito dopo metà marzo. Come preparazione specifica ho svolto infatti solo 3 sedute intervallate di una settimana, dedicando invece il resto degli allenamenti a fare fondo lento o lunghi trail, in modo da rendere le mie gambe più resistenti a correre per più ore, nonostante i pochi chilometri di corsa settimanali che riservo ad esse.

La mia trasferta ha inizio sabato poco prima di mezzogiorno, sotto una forte pioggia che, insieme alle previsioni meteo per il weekend, non mi fa ben sperare, non tanto per per la gara in se stessa ma per la gita con la famiglia che sarebbe molto limitante da fare sotto un temporale.

Ma non appena arrivato al confine calabro come per incanto la pioggia cessa e, a tratti, appare anche un timido sole. Le previsioni meteo restano ancora brutte per le ore e il giorno successivi, ma sono più ottimista.

In effetti le quasi 4 ore di viaggio procedono tranquille e all'asciutto, così non appena giunti a Barletta andiamo a depositare i bagagli all'hotel ed usciamo in esplorazione della città, approfittando delle residue ore di luce solare.

L'albergo dista solo 600 m dal centro storico di Barletta che comprende il castello, la cattedrale e, solo per l'occasione, il centro di smistamento dei pettorali e dei pacchi gara. 

Ritiro quest'ultimi in maniera rapida e ci dirigiamo al castello che si trova subito difronte. La visita del castello, che è talmente in buono stato che sembra essere stato costruito negli anni 2000, dura un'oretta circa e spazia dalle terrazze sulle mura ai bui sotterranei, passando per la mostra di tele e oggettistica del passato al primo piano. 

Usciti dal castello ci rechiamo all'antistante spettacolare cattedrale, ammirandone sia la facciata esterna col campanile adiacente sia gli interni in stile gotico. 

Prossima metà segnata come "da vedere" è il famoso Colosso denominato Eraclio: gigantesca statua di bronzo alta 4,5 metri che si trova in una delle vie principali della città. La statua è veramente enorme vista da vicina, ma molto ben rifinita. Approfittiamo del bar difronte ad essa per osservarla mentre sgranocchiamo dei dolcetti locali.

Dopo quasi 4 ore di giro turistico, ritorniamo in hotel per cenare e prepararci per la lunga giornata di domenica. 

La nottata passa stranamente tranquilla e mi sveglio ben prima delle programmate 6:00, così faccio colazione e mi preparo con molta calma. 

Apro la finestra e invece della prevista pioggia trovo il cielo nuvoloso ma non da nubifragio in arrivo. Le raffiche di vento invece sono abbastanza forti e si fanno sentire.

Fino all'ultimo istante sono indeciso su cosa indossare sotto la canotta e alla fine decido di fare come le ultime due mezze: metto i soli manicotti così in caso di caldo li potrò raccogliere ai polsi. Niente termica, niente antivento, niente impermeabile usa e getta da utilizzare fino al momento della partenza. 

Esco dall'hotel alle 8:35 e il vento è veramente freddo e violento. Dovevo incontrarmi con gli amici di Running Forum davanti il castello, ma credo di essere in forte ritardo (in realtà nessuno andrà all'appuntamento...).

Inizio subito a correre in modo da riscaldarmi e incontro subito centinaia di atleti intendi a prepararsi per la gara. Mi riscaldo per un paio di chilometri girando un po' nel centro storico di Barletta e alle 8:50 mi avvicino al gonfiabile della partenza. Vorrei correre ancora ma c'è già tanta gente accalcata vicino lo start e non voglio finire nel fondo del gruppo e dover poi superare nei primi chilometri centinaia di atleti più lenti di me, con un inutile dispendio di energie.

Fortunatamente gli atleti sono tanti e siamo talmente compressi che il freddo si avverte poco, nonostante la partenza avvenga con qualche minuto di ritardo dovuto alla chiusura ritardata del traffico da parte delle autorità locali.

Ma alle 9:04 si parte! I primi 100 metri credo siano di solo cammino perchè la calca di persone è importante e la strettoia del gonfiabile rispetto alla sede stradale rende il passaggio al suo interno ancora più complesso e il rischio di cadere più elevato. 

Ma man mano che ognuno acquisisce il proprio ritmo, il gruppo si allunga e c'è un po' di spazio in più per riuscire a correre bene.

I primi 4 chilometri circa si svolgono nel centro storico e quindi gli spazi sono sempre ristretti in relazione al numero di persone presenti in gara. Inaspettatamente, perchè il primo chilometro l'ho corso abbastanza lento, sono intorno ai 4'30''/km e vedo a un centinaio di metri da me il palloncino azzurro della pacer dell'ora e 35'.

I successivi 4-5 km si svolgono invece in ampie strade cittadine e si riesce a correre benissimo e ad un buon ritmo tant'è che vedo avvicinarsi sempre più il rincorso palloncino. 

Tra l'8° e il 9° km si ritorna nel centro storico, quindi si torna a correre sulle pavimentazioni in pietra, talvolta di porfido e talvolta della bianca pietra di Trani (credo), ma sempre con fondo duro e meno facile da gestire rispetto l'asfalto. 

Intorno all'11° km si arriva invece su lungomare e qui, oltre alle prime raffiche di vento di benvenuto, trovo la gradita sorpresa della mia dolce famiglia intenta ad aspettarmi al freddo pur per un rapido saluto. 

Al giro di boa del lungomare ho i palloncini blu a soli 20 metri da me, ma purtroppo iniziano i problemi perchè il vento contrario è veramente molto forte e mi risulta impossibile riuscire ad evitarlo perchè non ho nemmeno atleti tanto vicini con cui fare gruppo e ripararmi un po'. Il passo ne risente e dal 12° al 17° km il mio ritmo sarà compreso tra 4'35'' e 4'40''/km. In questo tratto è molto suggestivo il passaggio all'interno dello sterrato cortile del castello (lo storico fossato credo), con la gente che fa il tifo dall'alto delle mura.

All'ennesimo giro di boa a nord del lungomare, finalmente l'effetto contrario del vento svanisce e ricomincio a correre con meno fatica. Oramai i palloncini blu sono lontanissimi ma invece di tirare i remi in barca cerco di accelerare.

I restanti 4 km comprendono due km di lungomare e due km di risalita all'interno del centro storico. La pendenza dei gli ultimi km è poca ma a causa della stanchezza accumulata è sufficiente a farla sembrare come una scalata. Supero diversi atleti oramai sfiniti e finalmente giro intorno alla cattedrale e attraverso il traguardo davanti all'ingresso del castello.

La ragazza dietro di me mi chiede che tempo abbiamo fatto e io, non avendone idea, prima di risponderle sono costretto a controllare l'orologio: 1h35'55'' mi segna, mentre il tempo ufficiale sarà 3 secondi in meno. Dopo due mesi circa ho quindi fatto il mio nuovo PB sulla distanza, stavolta però senza una chissà che specifica preparazione. 

Mi mettono la medaglia al collo, mi metto in fila per il ritiro di un pacco gara e per un tè caldo e poi, proprio prima di andare via, intravedo il mio amico Silvio di Running Forum. Ci salutiamo, scambiamo qualche parola e poi me ne scappo perchè il raffreddamento corporeo arriva in maniera repentina, specie sotto l'effetto del gelido vento.

Mi faccio di corsa i 600 m che mi separano dall'albergo e subito mi immergo nella doccia calda, che come al solito tutta la stanchezza porta via.

Poco prima delle 12 siamo fuori dall'albergo e le prime gocce di pioggia cominciano a cadere, ma il nostro tempo a Barletta è finito. Ci mettiamo in macchina e ripartiamo, direzione Trani e poi Gioia del Colle. Ho ancora molte zone della Puglia da visitare e quest'anno farò in modo di vederne parecchie col calendario gare che ho in programma! 

data: 25/02/2018
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distanza: 21,097 km 
n° finisher: 2.516
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tempo:     Vittorio    1h35'52''    (4'31''/km)

posizione: Vittorio    596 su 2.516

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Vincitore: Pasquale Rutigliano  1h12'07''  (3'30''/km)

Vincitrice: Ilaria Novelli            1h26'48'' (4'07''/km)  

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Costa Viola '18

2^ COSTA VIOLA RUN - SCILLA/BAGNARA (RC) - 08/04/2018

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RESOCONTO DELLA GARA

Il vento del mattino sulla Marina Grande di Scilla increspa la tavolozza azzurra del mare con onde che vanno verso nord: un grecale che si alza impetuoso a folate, sembra abbia capito la direzione da seguire: soffia verso Bagnara, soffia verso l’arrivo. Il porto e Chianalea regalano l’odore delle reti, fra i moli e le barche si snoda il serpentone dei corridori, sotto le loro suole scivola via velocemente il ciottolato dei vicoli e gli applausi dei primi spettatori. Sulla Statale si apre lo scenario della Costa, lo sguardo si perde ad inseguire i primi, Favazzina e le insenature della sua spiaggia, Bagnara appare già come un miraggio, una meta, l’orizzonte da inseguire passo dopo passo, respiro dopo respiro. Il sole si affaccia prima timidamente, poi impetuoso si apre sui rettilinei, l’asfalto si scalda sotto ai piedi degli atleti, la corsa si accende, le salite tagliano fiato e gambe e i falsopiani lasciano giusto le energie residue per il gran finale: la lunga discesa, il lungomare di Bagnara, gli applausi dell’arrivo e la lunga volata. Qualcuno prende il cinque del pubblico, meritato premio dopo la fatica; qualcun altro prende in braccio il figlio, per regalarsi un’emozione in più in una giornata di sport, sudore, lacrime e gioia pura. Le terre sono quelle dell’epica omerica, le asperità lungo il tragitto sono i mostri da sconfiggere per gli atleti che, come Ulisse, sono chiamati a giungere nel minor tempo possibile alla propria Itaca: che sia la vittoria assoluta o di categoria, un personal best, il superare un “rivale” o, semplicemente, correre dall’inizio alla fine godendosi uno dei litorali più belli della Calabria e dell’Italia. È questo la Costa Viola Run: questo e molto altro ancora, che solo chi c’è stato può dire, solo chi c’è stato può capire. Alessandro Brancato (G. P. Parco Alpi Apuane) bissa il successo della prima edizione, piazzandosi al primo posto col crono di 33’18” (media 3’19”/km) sui 10km e 400 mt del tracciato; segue Marco Barbuscio (Corricastrovillari) con 34’03”, mentre il terzo gradino del podio va a Danilo Ruggiero con 34’47”. Ginevra Benedetti (Atletica Sciuto) conquista invece il primo posto fra le donne, col tempo di 39’47” (media 3’58”/km); seconda  Francesca Paone (Hobby Marathon Catanzaro) con 42’25”, terza Chiara Raffaele (Cosenza K42) col tempo di 43’19”. Grande la soddisfazione espressa dal palco delle premiazioni da parte del Presidente Fidal Calabria, Ignazio Vita, che ha sottolineato l’organizzazione certosina della manifestazione, complimentandosi a più riprese col Presidente dell’Asd Running Bagnara, Vincenzo Mollica, e con tutto lo staff che ha curato nei minimi dettagli la Ä£estione dell’evento. Soddisfazione ribadita anche dai partecipanti (296, 51 donne e 245 uomini), dal sindaco di Bagnara, Gregorio Frosina, nonché dai Presidenti delle Pro Loco delle due cittadine del basso Tirreno reggino, Aldo Bergamo (Scilla) e Bruno Ienco (Bagnara). Un successo su tutti i fronti, per una gara che si candida prepotentemente a venire annoverata fra le più importanti del panorama regionale e nazionale. [Fonte sito Strettoweb.com]​

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LA MIA GARA

Dopo quasi sei mesi dall'ultima gara in Calabria (15/10/2017 a Mangone, gara organizzata guarda caso dalla mia attuale società) e dopo un mese di marzo in cui l'influenza mi ha messo a dura prova tra febbre, tosse e raffreddore arrivati a ripetizione e a più riprese, che hanno fatto saltare il mio primo obiettivo podistico stagionale (la 6 ore di San Giuseppe di Putignano), ritorno a gareggiare nella mia terra.

La Costa Viola Run è alla seconda edizione e si svolge con partenza dal lungomare di Scilla e arrivo a Bagnara, entrambe cittadine della provincia di Reggio Calabria, rinomate per le loro splendide coste.

Purtroppo la distanza da casa mia è di circa 150 km e implica la partenza all'alba, motivo per cui ho quasi sempre evitato di fare gare in zona reggina, ad eccezione dalle mezza di Reggio a cui ho partecipato ben 3 volte.

Ma la Costa Viola Run quest'anno è la prima delle 12 gare del campionato societario master previste e con la mia società sportiva abbiamo deciso di puntarci partecipandoci in massa, quindi ho voglia dare anche io il mio contributo con la mia presenza e mi iscrivo. Inoltre, il nostro presidente Carmelo ci ha dato un ulteriore incentivo: partecipare (e arrivare al traguardo) con almeno 30 atleti in un minimo di 7 gare del campionato ci porterebbe ad vincere una porchetta da lui gentilmente offerta! 

La mia giornata di gara inizia alle 2:45 del mattino quando vado a letto... ma poteva andare peggio visto gli ultimi mesi di nottambulismo della mia bimba che è riuscita ad arrivare anche alle 5 del mattino :)

Così dopo circa 3 ore di sonno suona la mia sveglia e, più insonnato che mai, faccio velocemente colazione e mi preparo per uscire, visto che ho appuntamento con il resto della squadra a Piano Lago alle 6:40.

All'appuntamento arrivo in orario e subito saluto i miei compagni, la maggior parte dei quali conosco da mesi ma solo virtualmente e non ho avuto ancora modo di incontrare di persona. Ma il viaggio è lungo e, dopo i saluti di rito, ci mettiamo subito in viaggio: destinazione Bagnara.

Poco prima delle 8:30 siamo già sul lungomare di Bagnara e stanno ancora allestendo stands e gonfiabili. Con la squadra ritiriamo pettorali e pacchi gara e ci imbarchiamo su una delle navette presenti che ci trasporteranno nei pressi della partenza a Scilla.

Durante il tragitto abbiamo modo di valutare il percorso e ci rendiamo conto che non è affatto pianeggiante come credevamo, ma abbastanza mosso e ricco di saliscendi, seppur con pendenze abbastanza lievi e corribili.

Giunti sul lungomare di Scilla troviamo un forte vento fresco a dispetto delle alte temperature previste, tant'è che siamo costretti a trovare ripari di fortuna per non raffreddarci troppo. 

La partenza è fissata per le 10, quindi poco dopo le 9:30 iniziamo a fare un po' di riscaldamento. Come di consueto oramai negli ultimi 15 giorni sento un po' di dolore alla pianta del piede sx, ma so già che durante la gara non dovrebbe darmi particolari problemi.

Allo start cerco di posizionarmi più avanti possibile perché l'amico Alessandro mi ha riferito che quando si attraversa Chianalea, dopo neanche un km dalla partenza, si rischia l'imbottigliamento con i tanti atleti presenti. E proprio vicino agli amici Alessandro e Giovanni mi ritrovo poco prima dell'inizio della gara.

Pochi minuto dopo le 10 c'è lo sparo di pistola e partiamo! 

Sono abbastanza avanti e riesco da subito a correre bene con la mia andatura, ma già dopo qualche centinaio di metri inizia a manifestarsi quello che sarà l'andamento di tutta la gara, ossia un ripetitivo saliscendi che di sicuro non fa annoiare noi atleti ma che per le gambe è abbastanza stancante.

I primi 7 chilometri della corsa sono abbastanza simili e le uniche note particolari sono: l'attraversamento al 2° km dello splendido borgo di Chianalea, dove però bisogna fare molta attenzione a dove si mettono i piedi a causa del fondo irregolare e degli spazi molto ristretti e purtroppo non si riesce ad ammirare la bellezza del posto per quanto merita; la sempre presente visuale sulla magnifica costa Viola e sulla Isole Eolie che poco distano in via area da quel punto della Calabria; l'attraversamento di Favazzina, frazione di Scilla, in cui è presente un po' di pubblico sulle strade ad osservare curiosamente la gara podistica.

In questa prima fase di gara il mio passo medio è di circa 4'26''-27'' a km e vengo staccato da alcuni compagni di squadra, tra cui Giuseppe, che poi pian piano spariscono dalla mia vista. Invece diversi tratti li corro con l'altro compagno di squadra Alfredo, col quale abbiamo un passo abbastanza simile.

Dopo  il 7° km il percorso inizia a scendere e ne approfitto per alzare un po' il ritmo. Le gambe sembrano reagire bene e il dolore al piede, che mi aveva dato un po' di fastidio intorno a metà gara, sembra essere di nuovo sparito. Vedo il centro di Bagnara che si avvicina sempre più e cerco di tenere un'andatura più elevata possibile per evitare di perdere posizioni e relativi punti per la mia società. Ma purtroppo la mia velocità non è niente di che e 2-3 atleti mi passano sul lungo rettilineo finale tant'è che sono costretto ad aumentare ancora l'andatura nelle ultime centinaia di metri per non subire altri sorpassi dagli atleti che sento giungere alle mie spalle.

Faccio gli ultimi 3,36 km a circa 4'17'' di media e finalmente taglio il traguardo, limando qualche secondo dal mio PB sui 10 km ma sempre più convinto che gare così brevi non fanno per me.

Passo velocemente dal generoso rinfresco offerto dalla società organizzatrice ASD Bagnara Running, poi faccio un km di defaticamento di circa un km sul lungomare di Bagnara e infine ripartiamo verso Piano Lago, dopo aver velocemente salutato qualcuno dei 30 compagni di squadra presenti nei pressi del traguardo.

Prossimo obiettivo personale far guarire il piede al 100% e puntare decisamente ai trail che mi aspettano da maggio in avanti, ma nel frattempo continuare a partecipare alle gare del campionato societario master in modo da portare qualche punto alla mia società. Quindi appuntamento al Rotary di Rende per giorno 22 aprile!

data: 08/04/2018
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distanza: 10,360 km 
n° finisher: 297
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tempo:     Vittorio    45'33''    (4'23''/km)

posizione: Vittorio    123 su 297

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Vincitore: Alessandro Brancato  33'18''  (3'13''/km)

Vincitrice: Ginevra Benedetti     39'47''  (3'50''/km)  

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Rotary 2018

4^ ROTARY DAY RUN - RENDE (CS) - 22/04/2018

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RESOCONTO DELLA GARA

La 4ª edizione del Rotary Day Run, gara di 10 km svoltasi domenica 22 aprile a Rende (CS) e valevole come seconda prova del CdS master di corsa su strada, ha confermato l’ottimo stato di forma di Marco Barbuscio dell’Asd Corricastrovillari, impostosi di netto sugli avversari con il tempo di 32’26’’. L’ex azzurro di corsa in montagna, fresco del suo nuovo PB sui 10000m realizzato sabato scorso sulla pista dello stadio San Vito/Marulla di Cosenza, a metà del primo falsopiano affrontato, ha preso il comando della corsa alla media di 3’10’’ a km, mantenendolo per tutta la durata della gara e incrementando sempre più il suo vantaggio con il passare dei chilometri.

Combattuta la disputa per la conquista del secondo posto tra Antonio Amodeo dell’Asd Corricastrovillari e Antonio Bruno della Libertas Lamezia, risoltasi sul rettilineo finale di Via Rossini a vantaggio del compagno di squadra del vincitore solo a poche decine di metri dall'arrivo. 33’33’’ il crono realizzato da Amodeo. A quattro secondi dall’argento, il lametino Antonio Bruno si aggiudica il restante gradino del podio assoluto. In gara femminile prevale Francesca Paone dell’Hobby Marathon Catanzaro con il tempo di 40’24’’, davanti a Faustina Bianco della Dojo Judo Running (41’39’’) e a Chiara Raffaele della Cosenza K42 (41’51’’).

Tra i 344 atleti giunti al traguardo, per nota di cronaca quella rendese è stata una delle gara podistiche più partecipate degli ultimi anni in Calabria, si è accesa dal 5° km in poi la contesa per aggiudicarsi le migliori posizioni di categoria, finalizzate alla classifica per club. Tra gli uomini si sono aggiudicate la leadership Master: SM35 Antonio Bruno (Libertas Lamezia); SM40 Paolo Audia (Jure Sport); SM45 Michelangelo Spingola (Corricastrovillari); SM50 Francesco Turano (Cosenza K42); SM55 Federico Brancatelli (Libertas Lamezia); SM60 Giancarlo Bernardi (Libertas Lamezia); SM65 Raffaele De Marco (Hobby Marathon CZ); SM70 Benedetto Andreoli (Cosenza K42); SM75 Antonio Fantini (Milonrunners). Sul trono Master femminile sono salite: SF35 Manuela Foresta (Hobby Marathon CZ); SF40 Magdalena Chorzepa Olivia (Team Basile); SF45 Concetta Saffioti (Corri con Noi); SF50 Faustina Bianco (Dojo Judo); SF55 Maria Gabriella Bartoletti (Cosenza K42); SF60 Grazia Toma (Atletica Sciuto); SF65 Rosetta Strancone (Cosenza K42). In classifica provvisoria maschile al comando sempre la Libertas Lamezia, che si è aggiudicata anche la 2ª prova del CdS, davanti a Cosenza K42 e Hobby Marathon Catanzaro, mentre al femminile guidano la classifica Atletica Sciuto, Hobby Marathon e Dojo Judo. [Fonte sito Fidal Calabria]

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LA MIA GARA

La seconda gara del campionato societario Master si svolge nella città di Rende ed è quindi impensabile per me non poter partecipare ad un evento che si svolge così vicino a casa. 

Ho già partecipato a tre delle quattro edizioni precedenti e so bene che il percorso è abbastanza semplice da affrontare, in quanto caratterizzato da poco dislivello, lunghi tratti in cui si può spingere e poche curve (ad eccezione dei due cambi di direzione previsti). Inoltre, la buon affluenza di persone (oltre 350 iscritti) garantisce di correre sempre in compagnia, cosa che permette sempre di spingere un po' di più rispetto ai tratti corsi in solitaria.

Le ore di sonno della notte pre gara sono sempre poche, perché nonostante la partenza sia fissata per le 9:30 la mia colazione deve comunque avvenire almeno 3 ore prima. Ma almeno il viaggio stavolta è breve e mi consente di uscire di casa poco dopo le 8.

Arrivo a Rende per le 8:30, orario fissato per l'appuntamento con la squadra nei pressi della partenza che si trova proprio di fronte la Chiesa San Carlo Borromeo. Saluto i compagni di squadra, conoscendone anche qualcuno nuovo (prima o poi ce la farò a conoscerli tutti!) e ricevo dal presidente Carmelo pettorale e chip. Poi faccio un giro tra la folla presente e incontro e saluto gli amici (e avversari) Giovanni, Alessandro, Damiano e Massimino, coi quali ci scambiamo a vicenda un grosso in bocca al lupo.

Alle 9 mi dirigo verso la macchina per prepararmi e, dopo aver indossato divisa e pettorale, inizio il riscaldamento. Corro per circa 2,5 km essenzialmente a ritmo lento e con qualche allungo nel finale e inizio a rendermi conto che fa parecchio caldo. Purtroppo non trovo in zona alcuna fontana per rinfrescarmi e mi dirigo accaldato verso il gonfiabile della partenza per partire da una buona posizione.

Con qualche minuto di ritardo rispetto a quanto in programma alle 9:38 avviene la partenza.

I primi 2 chilometri della gara si svolgono su via Rossini prima per poi proseguire su via Londra, via Mosca e via Preti. Il percorso sembra pianeggiante ma è caratterizzato da tratti in leggera salita in cui non si dovrebbe spingere molto. Io invece parto a razzo, complice forse la mancanza di dolore al piede che mi accompagnava da quasi un mese e, invece di controllare l'orologio, faccio "gara visiva" sugli atleti che conosco e che hanno un passo simile al mio. Sbagliando.

I primi 2 km escono fuori troppo veloci (4'17'') e, dopo la prima inversione di marcia su via Preti, complice un tratto in pendenza favorevole, mi viene naturale aumentare ancora di più l'andatura. Ripercorro al contrario via Preti, poi a seguire via Pellico e via Alfieri e, dopo circa 2 km, arrivo su viale Parco. Questi due km li corro con un passo di circa 4'10''/km.

Quando arrivo su viale Parco inizio a sentire già la stanchezza e un forte caldo. Anche il dolore al piede ogni tanto si fa sentire, pur se in maniera sopportabile. 

Il 5° km si svolge tutto su viale parco, direzione Cosenza, e, nonostante sia tutto in piano, impiego ben 4'33'' per correrlo. Proprio alla fine del 5° km c'è fortunatamente l'unico ristoro previsto sul percorso di gara e sfrutto il mezzo bicchiere d'acqua che sono riuscito a recuperare sia per berne una piccola quantità sia per rinfrescarmi la testa con il resto. 

Affronto più o meno bene i 500 m in salita di via dalla Chiesa e, dopo la seconda inversione di marcia, approfitto degli stessi 500 m in discesa per rifiatare, correndo questo 6° km in 4'24''. Credo che in questo km mi abbia superato il compagno di squadra Giuseppe che al giro di boa mi stava subito dietro (c'è proprio una foto fatta dall'amico Carmine a testimoniarlo).

Seguono poi altri 2,5 km su viale Parco in cui continuo a sentire troppo caldo e non riesco a spingere come nella prima parte di gara. Faccio un tira e molla con gli atleti che ho nelle vicinanze e questo un po' mi consola perché significa che anche gli altri non ne hanno più di tanto.

Dopo aver percorso circa 8,5 km di gara lascio viale Parco e risalgo per via Alfieri, per raggiungere nuovamente via Rossini. La salita di via Alfieri sembra durissima in questa fase della gara e la corro poco sotto i 4'40''/km, nonostante sia soli 500m.

Arrivato su via Rossini inizio l'ultimo km che mi porterà al traguardo. All'inizio di questo tratto mi supera il compagno di squadra Francesco che mi incita a proseguire con lui in progressione, ma mi rendo conto che non sono in grado e gli dico di proseguire da solo e provare a recuperare qualche altra posizione sugli atleti poco davanti a noi, cosa che effettivamente riuscirà a fare.

L'ultimo km prosegue spalla a spalla con un atleta della Corricastrovillari con cui mi avvicendo per quasi tutta la seconda parte della gara. Mi guardo dietro e non vedo nessuno vicino che abbia possibilità di superarmi e il mio compagno di corsa è di una categoria diversa dalla mia, quindi la mia intenzione è quella di arrivare al traguardo in scioltezza e senza sforzi ulteriori. Ma il mio "collega" atleta la pensa diversamente e pur dopo avermi chiesto la mia categoria FIDAL e aver accertato anche lui che i punti societari sarebbero rimasti invariati chiunque di noi fosse arrivato prima al traguardo, mi sta furbescamente un po' dietro e a poche centinaia di metri dall'arrivo va in progressione. Me l'avesse chiesto o fatto capire l'avrei lasciato andare, ma il modo furbesco in cui l'ha fatto mi ha dato un po' fastidio. Così appena mi rendo conto della cosa accelero il passo e cerco di recuperare i metri di vantaggio che l'altro ha già acquisito, sotto le incitazioni del compagno di squadra Luigi (che dopo aver tagliato il traguardo è venuto a sostenere tutti i nostri arrivi). L'atleta della Corricastrovillari, vedendo la mia reazione, capisce che potrei recuperarlo e accelera anche lui, ma a questo punto è una questione personale e aumento il passo ulteriormente, tant'è che lo speaker della manifestazione dice di fare attenzione a non farci male viste le tante persone presenti nei pressi del gonfiabile e il poco spazio di frenata disponibile. Alla fine taglio il traguardo per primo (della lotta a due naturalmente), lasciando l'avversario a soli 191 millesimi di secondo e senza che si sia fatto male nessuno. 

Ho chiuso la gara in 43'08'' alla media di 4'21'' sui 9,9 km misurati dal mio orologio e con 100 metri in più sarebbe stato il mio PB sulla distanza. Prendo per buono invece il PB sui primi 5 km che ho corso in 21'20'' (4'16''/km).

Potrei essere soddisfatto per il tempo fatto, inferiore di quasi 3 minuti rispetto a quello del 2016 sullo stesso percorso, ma non lo sono affatto per il calo avuto nella seconda parte di gara. Sarà stato il caldo o forse la partenza troppo forte, o anche i 25 km di trail di una settimana prima, ma comunque avrei potuto e dovuto gestire meglio una gara su un percorso facile e conosciuto come questo del Rotary. 

Nel post gara il piede mi fa un po' male, ma mi rinfresco un po', mi cambio la maglia e riparto a correre su viale Parco. La media è poco sotto i 6'/km, a questa andatura non sento caldo e potrei continuare a lungo se non sentissi ogni tanto qualche fitta al piede sx. Decido di arrivare ad 8 km di corsa lenta, che aggiunti ai quasi 10 della gara e ai 2,5 di riscaldamento mi permettono di superare almeno quota 20 km giornaliera. 

Ora per almeno un paio di settimane di nuovo sotto con uscite lente e trail, nella speranza che il piede migliori, come avvenuto nell'ultima settimana, e che io riesca presto a correre nuovamente senza alcun dolore. 

data: 22/04/2018
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distanza: 9,9 km 
n° finisher: 344
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tempo:     Vittorio    43'08''    (4'21''/km su 9,9 km)

posizione: Vittorio    138 su 344

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Vincitore: Marco Barbuscio  32'26'' (3'14''/km su 10 km)

Vincitrice: Francesca Paone 40'24'' (4'02''/km su 10 km)  

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Trail 25.04.2018

ALLENAMENTO TRAIL REMITORIO - POTAME - SANTA LUCERNA - 25/04/2018

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SCHEDA TECNICA

Difficoltà: T
Altitudini: min 907 m / max 1257 m
Dislivello: 981 m in salita / 981 m in discesa 
Lunghezza percorso: 21,10 km
Tempo in movimento (A/R): 2h 28' 49''

Passo: 7:03 min/km

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RACCONTO

Sono passati tre giorni dalla gara di Rende e ho voglia di fare un'uscita tranquilla in mezzo alla natura, evitando in tal modo di correre sul duro asfalto e affaticare ulteriormente il mio piede dolorante.

Voglio così approfittare del 25 aprile, festa della Liberazione e soprattutto giornata non lavorativa, per prendere l'auto e andare a correre sulla mia montagna. Salirvi a piedi non mi spaventa, ma la lunga e ripida discesa del ritorno sarebbe comunque terribile per il piede al momento e quindi non affrontabile.

Arrivo al Remitorio alle 8:45, indosso l'antivento, metto nello zaino il telefono, un po' di riserva alimentare (composta da 2 fruttini Zuegg e una barretta) e due borracce con integratori. Dopo circa 5 minuti sono pronto a mettermi in marcia, a stomaco vuoto come ormai faccio in tutte le lunghe uscite mattutine.

Parto senza una meta precisa e senza sapere quanti km farò, con le sole intenzioni di farne almeno una ventina e fermarmi prima in caso di eventuale dolore al piede.

La partenza non è delle migliori perchè sento le gambe terribilmente stanche. Sarà per il breve recupero dei 20 km di pochi giorni prima (con dentro la tirata gara del Rotary) o per il peso della roba che mi porto dietro (circa 2 kg tra bibite, zaino e accessori), ma le gambe fanno fatica ad ingranare e il ritmo risulta bassissimo. Ma non importa. 

Seguo inizialmente la strada sterrata che porta a Giuffrida ma, dopo poco più di 2 km, mi dirigo a sinistra verso Monte Scudiero, arrivando a quella che poi sarà la quota più alta del mio intero percorso (1257 m s.l.m.) dopo circa 1 km. Senza arrivare in cima al monte prendo la strada sterrata che scende nel bosco, percorrendola per circa 500 m. Poi arrivo ad un bivio in cui devo scegliere tra l'andare avanti e proseguire sulla stessa stradina nel bosco oppure andare a sinistra e continuare a scendere su un percorso ampio e soleggiato. Opto per quest'ultimo in quanto vedo stagliato di fronte me Monte Cocuzzo in tutta la sua imponenza.

Continuo a scendere per circa 500 m e arrivo ad una cava non utilizzata da tempo. Anche qui trovo diverse strade: devo scegliere se prendere la strada che utilizzavano i mezzi di trasporto del pietrame proveniente dalla cava che si dirige verso destra o proseguire dritto in direzione Monte Cocuzzo e Potame, che nel frattempo ho intravisto a circa 2 km di distanza dalla mia posizione ma a qualche centinaio di metri di dislivello più in basso. Scelgo ancora di proseguire dritto, anche se la pendenza è molto elevata e con fondo pietroso molto sdrucciolevole tanto che non riesco a correre in discesa ma solo cercare di scendere senza scivolare.

Proseguo per poco meno di un km e arrivo ad un punto in cui vedo a poca distanza da me, ma molto più in basso, una strada asfaltata. Ma stavolta la pendenza è veramente troppa e mi è impossibile proseguire dritto ed essere certo di non rompermi il collo. Torno un po' indietro e prendo un'altra stradina che prima avevo aggirato. Anche qui la pendenza è notevole e arrivo giù col ginocchio destro dolorante per le sollecitazioni sostenute durante la forte discesa.

Arrivo finalmente sulla strada asfaltata e proseguo sulla destra, dopo aver però fatto una veloce perlustrazione a sinistra e ad aver individuato una cava stavolta ancora attiva a giudicare dai grossi escavatore presenti. 

Dopo circa mezzo chilometro arrivo sulla strada principale e a poche centinaia di metri giungo a Potame. Vorrei farmi un giro nella rinomata frazione di Domanico, ma i diversi cani presenti nelle case a fronte strada non abbaiano in maniera amichevole e si avvicinano minacciosamente. Faccio così dietro front e ritorno sui miei passi. Sono a 6,5 km totali di corsa.

Sento ancora dolore al ginocchio e quindi decido di non affrontare il tratto a forte pendenza da cui sono sceso, optando per la strada asfaltata che sale in direzione Scannelle.

Passo subito in mezzo ad una mandria di una decina di mucche che si spostano ai lati per farmi passare e inizio a salire a passo abbastanza lento ma regolare. La pendenza è lieve e dopo 4 km circa arrivo ai piedi di Monte Serratore. Qui piego sulla destra e prendo la strada sterrata che si ricollega al Remitorio.

Al 12° km, dopo essermi rinfrescato ad una fontanella presente a bordo strada, mi ricongiungo al percorso già affrontato in precedenza. Qui decido di tornare a salire verso Monte Scudiero ma, una volta arrivato su, stavolta prendo la strada che si dirige a sinistra, seguendo il passaggio delle tubazioni del metano di qualche tempo addietro.

Al 14° km la strada esce dal bosco e innanzi a me si apre uno splendido paesaggio: una serie di collinette con pietre e fiori con sulla sinistra il versante ovest di Monte Santa Lucerna e sulla destra il mare e Monte Cocuzzo.

Qui inaspettatamente incontro delle persone del mio paese che mi fermo a salutare e a cui chiedo informazioni su questa zona per me sconosciuta. Mi viene detto che “se me la sento” c’è un sentiero sulla destra che scende e che si ricongiunge poi con una strada sterrata che risale dal lato opposto di Santa Lucerna.

Guardo l’orologio e vedo che ancora è presto. Il ginocchio e il piede sembrano non dare problemi e così mi dirigo in direzione del sentiero. Anzi, in realtà vado prima ad esplorare un cocuzzolo pietroso che mi ritrovo di fronte, in modo da avere almeno una vaga idea visiva del giro che sto per tentare e fissare qualche punto di riferimento.

Dopo un po’ trovo il sentiero che scende proprio sul crinale della montagna e inizio scendere velocemente, evitando di inciampare nella prima parte nelle tante pietre presenti e negli arbusti nella parte di percorso nel bosco. Un paio di volte esco dal sentiero e sono costretto a tornare indietro a ritrovarlo in quanto la ricrescita della vegetazione primaverile mi impedisce di vedere bene dove proseguire. Dopo circa un km e mezzo sono fuori dal sentiero e dal bosco e mi ritrovo in una zona oggetto di disboscamento recente. Qua le strade da prendere sono tante, ma ho scelto come punto di riferimento Monte Santa Lucerna, attorno al quale sto pian piano girando, e mi dirigo verso sud-est.

Continuo ancora a scendere e a tratti mi sembra che mi stia allontanando sempre più dal mio teorico ritorno in aree conosciute. Oramai ho quasi completato il giro intorno alla montagna, ma ancora non vedo strade di ricongiungimento tra il mio versante e quello di destinazione. Scendo ancora e finalmente intravedo la strada che passa il vallone e inizia a salire dall’altro versante. Arrivo giù e sono a 907 m s.l.m. (sono sceso di oltre 300 m in 3 km), dopo aver percorso poco più di 17 km. Faccio una foto al ruscello che scorre ai piedi di Monte Santa Lucerna e attraversa la strada su cui sto correndo e inizio a salire dall’altro versante.

Qui la strada è ampia ma abbastanza ripida. Salgo per un paio di chilometri, alternando tratti fangosi dovuti alle sorgenti presenti e tratti nel fitto bosco caratteristico della zona.

Poco dopo il 19° km arrivo finalmente sulla conosciuta strada principale del Remitorio. Le gambe oramai sono abbastanza stanche e non riesco più a correre nei tratti in salita seppur lieve. Ma sono vicino alla fine dell’uscita e mi permetto di “spingere” l’ultimo km sotto i 5’40’’.

Concludo la bella corsetta con 21,1 km precisi (una mezza maratona in pratica), una cinquantina di fotografie fatte sul percorso, tanti posti nuovi esplorati, la consapevolezza di poter affrontare trail sopra i 20 km e soprattutto tanto divertimento!

Trail delle Cinque Querce: sto arrivando!

Castrovillari '18

7^ CORRICASTROVILLARI - CASTROVILLARI (CS) - 06/05/2018

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RESOCONTO DELLA GARA

E’ stata un successo la VII edizione della CorriCastrovillari a cui hanno partecipato 350 atleti provenienti da tutta la Calabria, ed anche da fuori regione. Agonisti e non si sono dati battaglia nel quadrilatero cittadino di 1,6 km percorso 6 volte per un totale di 10 km, con partenza dalla centralissima Via Roma trasformata in una vera cittadella dello sport. 
La gara organizzata dall’Asd Corricastrovillari ha visto trionfare Danilo Ruggiero della MilonRunners Crotone con il tempo di 32:26, precedendo Antonio Amodeo (Asd CorriCastrovillari) secondo con 32:28. Terzo sul podio Antonio Bruno (Libertas Lamezia) con il tempo di 32:34. La gara si è caratterizzata con un gruppetto di testa al quale hanno preso parte anche Paolo Audia (Jure sport), Michelangelo Spingola e Francesco Turano della Cosenza k42 che insieme al terzetto che ha conquistato il podio hanno dato spettacolo lungo il percorso cittadino. 
Il percorso, molto tecnico, ha visto il gruppetto marcarsi costantemente fino all’ultimo giro quando Audia ha ceduto nel ritmo insieme a Spingola mentre Ruggiero e Amodeo hanno impresso l’accellerazione decisiva che ha prima spaccato ulteriormente il gruppetto decretando la classifica finale. Bella anche la partecipazione del pubblico che lungo tutto il perimetro di gara ha incitato gli atleti. 
La gara femminile è stata vinta da Francesca Paone della Hobby Marathon CZ che con il tempo di 39:04 ha lasciato alle sue spalle Faustina Bianco (staccata di circa un minuto) e Manuela Foresta (con un’altro minuto ancora di ritardo sulla prima). La gara è piaciuta a tutti i partecipanti per il percorso e per l’eccezionale organizzazione tecnica degli uomini del presidente Gianfranco Milanese (Asd Corricastrovillari) conclusa con una splendida premiazione di ottimi prodotti locali. 
Premi speciali ad Antonio Cortese atleta giunto da Roma per correre questa gara. La gara soggetta alle nuove normative per la sicurezza ha visto la collaborazione della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dell’Asd Anpana di Paolo Tierri, del Vespa Club, dell’Associazione Carabinieri e quella della Polizia, la Polizia Municipale (coordinata dal Comandante Sonia Lo Sardo), della Croce Rossa, coordinati dall’Ispettore Rocco Botta.  [Fonte sito Ottoetrenta.it]

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LA MIA GARA

La gara CorriCastrovillari è giunta alla 7a edizione, ma questa del 2018 è per me solo la prima partecipazione. 

Conosco parte del percorso perché coincide con quello delle gara organizzata dalla ASD Tiger Running a cui ho partecipato un paio di volte. Le uniche problematiche che presenta questa gara sono: il fatto che si tratta di un circuito da ripetere ben 6 volte, la salitina di 400 m di via Berlinguer (da ripetere anch'essa 6 volte naturalmente) e la possibilità che faccia caldo viste le condizione meteorologiche di Castrovillari in questo periodo dell'anno. Fortunatamente la giornata è nuvolosa e fresca, quindi quest'ultima problematica viene subito scongiurata.

Partiamo da Piano Lago poco dopo le 7:15 e dopo un'oretta siamo già a Castrovillari. Stavolta i miei compagni di viaggio sono Daniele, Armando e il forte Pino, che nel tragitto ci racconta tanti episodi della sua lunga esperienza podistica.

Arrivati sul posto ci incontriamo col resto della squadra e procediamo al ritiro dei pettorali. Una volta fatto, andiamo in macchina a cambiarci e siamo pronti al riscaldamento pre gara.

Non conoscendo bene il percorso mi faccio un giro completo dello stesso e non mi sembra tanto arduo. Il tratto di salita c'è ma è breve e neanche tanto ripido, anche se so già che dopo qualche giro di gara si farà sentire abbastanza nelle gambe.

Procedo a fare la foto di rito con la squadra e mi dirigo alla partenza. Qui c'è un po' di caos sul posizionamento perché non ci è ben spiegato dove dobbiamo metterci.

La partenza avviene con una decina di minuti di ritardo e stranamente si parte dopo il tappeto col rilevamento chip e il gonfiabile, cosa che in una gara non mi era mai capitata prima.

Non ho voglia di fare una gara "aggressiva", memore soprattutto del recente calo di Rende, e mi posiziono sin dalla partenza nelle retrovie. La strada subito dopo la partenza è stretta e lo spazio per correre è poco; per passare qualcuno più lento sono costretto a correre il primo rettilineo sul marciapiede, zigzagando tra i vari pali dell'illuminazione presenti. 

Il primo giro lo faccio con molta calma ad una media di 4'39''/km, tant'è che vedo subito sparire all'orizzonte i compagni di squadra Tullio e Carmine. Tengo invece d'occhio a un centinaio di metri da me la coppia formata di due altri compagni di squadra Mario e Francesco, coi quali nelle ultime gare abbiamo avuto un passo molto simile.

Nel secondo giro cerco di accelerare un po' e il passo medio scende fino a 4'25''/km, ma continuo a non avere voglia di spingere e nei successivi 3 giri il mio ritmo di corsa ritorna ad essere molto vicino a quello del primo giro. Nel frattempo continuo a vedere non molto distante da me il compagno di squadra Francesco, mentre Mario ha oramai preso il largo ed è fuori dalla mia vista.

In questi giri approfitto almeno per incitare i compagni di squadra che mi doppiano e quelli che doppio io, in modo da sentirmi un po' utile alla squadra. 

All'ultimo giro, che in realtà non ero neanche sicuro che fosse l'ultimo perché i km segnati dal mio orologio erano ben inferiori a quelli indicati sul regolamento, e dopo aver chiesto a qualche altro atleta conferma di ciò, accelero un po', recuperando anche qualche posizioni sul rettilineo finale prima del traguardo. 

Finisco con un minuto in meno della gara di Rende ma su un percorso più breve. Tutto sommato neanche male in proporzione, considerando che il percorso oggi era più difficile a causa della salita presente.

Ma la mia prestazione resta comunque sottotono e di sicuro avrei potuto fare meglio. 

Ora finalmente posso salutare l'asfalto per un po' e dedicarmi in maniera quasi esclusiva alle 3-4 gare di trail che mi aspettano nei prossimi 2 mesi!

data: 06/05/2018
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distanza: 9,4 km 
n° finisher: 264
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tempo:     Vittorio    42'06''    (4'31''/km)

posizione: Vittorio    114 su 264

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Vincitore: Danilo Ruggiero  32'26'' (3'29''/km)

Vincitrice: Francesca Paone 40'24'' (4'11''/km)  

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Trail 5 Querce

7^ TRAIL DELLE CINQUE QUERCE - GRAVINA DI PUGLIA (BA) - 20/05/2018

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RESOCONTO DELLA GARA

E' stata una delle gare più attese dal mondo dei podisti pugliesi perché svoltasi in perfetta armonia con la natura e propone un percorso di rara bellezza tra i canyon di Gravina in Puglia e il Bosco Difesa Grande nel territorio del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
Domenica 20 maggio è tornato a Gravina il Trail delle 5 Querce, giunto alla sua VII edizione, la manifestazione che più di tutte ha contribuito a far esplodere il fenomeno del trail running in Puglia, dando vita al Circuito Puglia Trail. 
Per la gara podistica outdoor pugliese più dura dell'anno, all'insegna della natura e dell'avventura, non hanno fatto mancare la propria presenza oltre 600 atleti provenienti da ogni regione d'Italia, che hanno corso su un percorso di 28 km tra i sentieri variopinti del Bosco "Difesa Grande", incastonato tra gli jazzi del Parco Nazionale dell'Alta Murgia e le cavità carsiche della gravina di Gravina in Puglia, nei luoghi di una civiltà rupestre e del parco archeologico.
Assente per un infortunio occorso all'ultimo il pluricampione Luigi Zullo. Ad aggiudicarsi la gara l'atleta di Palagiano (Ta) Alessandro Belotti (Purosangue Athletics Club Roma) con il tempo di 2 ore 19' e 14''. Subito dietro di lui Giuseppe Matarrese (Amaratoneti Andriesi) con il tempo di 2 ore 22' e 58''. Sul terzo posto del podio Franco Mariano (Asd Nocincorsa) con il tempo di 2 ore 23' e 01''.
Dodicesimo posto per la campionessa italiana di Ultra Trail, Lidia Mongelli (CorrerePollino) che ha partecipato ai Campionati Mondiali di Trail Running di Penyagolosa (Spagna) su un aspro percorso di 85 km.
La gara è stata seguita da una marcia silenziosa per sensibilizzare la città e i partecipanti sul tema della violenza contro le donne: i "1000 Passi contro la violenza" si è svolto in un percorso di 3 km che è partito dalla Fiera di Gravina ed è terminato al pianoro Madonna della Stella.
Nella città candidata a diventare "Patrimonio Mondiale dell'UNESCO", nel weekend numerosi amanti di questa emozionante gara nel cuore della natura, sono giunti a Gravina da ogni parte d'Italia con gruppi numerosi provenienti anche da Abruzzo, Lombardia, Campania, Toscana, Sardegna, Lazio, Veneto e Trentino.
Il Trail running, specialità della corsa a piedi che si svolge in ambiente naturale e caratterizzata da percorsi lunghi e da dislivelli importanti, ha tra i suoi valori "etici" specifici l'autenticità: il trail è praticato in armonia con la natura e con gli altri, all'insegna della semplicità, della convivialità e del rispetto per la natura e per gli altri concorrenti. E così dall'amore per il proprio territorio (Gravina e la Murgia) e per questa disciplina, nel 2010 un giovane gruppo di amici ha costituito l'Associasione Gravina Festina Lente, impegnandosi a far conoscere in Puglia e nel Mezzogiorno questa nuova disciplina insieme alla promozione del territorio e della cultura sportiva.
Il VII Trail delle 5 Querce ha portato a Gravina nel weekend numerose iniaziative dedicate allo sport ed alle famiglie, a partire dalla Kids Run di sabato 19 giugno dove baby atleti si sono cimententati nelle loro prime esperienze di atletica leggera confrontandosi con i loro coetanei su distanze adeguate alla loro età, il tutto in un'atmosfera di gioco e ambientazione fantastica.
Il Trail ha regalato inoltre agli accompagnatori degli atleti una giornata di relax e visite guidate alla scoperta di un paesaggio incantevole, con iniziative dedicate a tutta la famiglia. Il vero protagonista dell'evento, quindi, è stato la natura: niente bottigliette di plastica o altri rifiuti lungo i percorsi, con gli atleti che parteciperanno in regime di autosufficienza, e un regolamento di gara severissimo tutelerà la flora e la fauna dell'Alta Murgia.
Il Trail ha aderito al programma ecologico "Corri senza lasciare traccia" per il rispetto del Bosco.[Fonte sito www.gravinalife.com]

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LA MIA GARA

La partecipazione alla mia 60esima gara podistica doveva coincidere con un grande evento e così è stato: il Trail delle Cinque Querce rappresenta infatti una delle gare offroad più partecipate del sud Italia e già dallo scorso anno era tra i miei obiettivi principali, ma non era stato impossibile farlo per mancanza di preparazione adeguata.

Il "ritiro" pregara è iniziato il giorno prima quando con la mia famiglia mi sono recato a Matera sia per utilizzarla come base di appoggio sia soprattutto per visitare la città. L'hotel scelto è in effetti appena fuori dal centro di Matera ma a soli 25' da Gravina di Puglia, cosa che lo rende perfetto per il mio scopo.

Il sabato pomeriggio lo passiamo a perlustrare la splendida Matera, nominata non a caso "Capitale europea della cultura 2019". Gli scorci sui rinomati Sassi lasciano a bocca aperta e le vie e i vicoli percorsi riservano spesso dei luoghi incantevoli. La città è sorprendentemente molto vivibile e abbiamo trovato parcheggio molto vicino alla piazza principale intitola a Vittorio Veneto. E' un piacere passeggiare nel centro storico, nonostante la moltitudine di turisti presenti che hanno invaso la città e che spesso obbligano a fare la fila anche per scattare una foto al panorama. 

Col passeggino non possiamo avventurarci molto negli scoscesi Sassi, quindi percorriamo le vie principali e visitiamo all'interno la bella Cattedrale, che domina i Sassi dalla sua altura.

Passeggiando si fa tardi, così prendiamo delle invitanti pucce in uno dei tanti locali presenti in centro e ci avviamo verso l'hotel. 

Qui prima di mettermi a letto mi preparo tutto l'occorrente per il risveglio mattutino che mi aspetta il giorno successivo. La sveglia è puntata alle 5:50 perché devo essere a Gravina intorno alle 7 per ritirare pacco gara e pettorale. La gara inizierà prestissimo per il forte caldo previsto (partenza ore 8:00).

Alle 6:30 parto dall'hotel e intorno alle 7 ho già parcheggiato nella zona fiera di Gravina, dove appunto avverrà la partenza della gara. Qua purtroppo iniziano le disavventure di giornata. Dopo aver fatto mezz'ora di fila mi consegnano una busta con dentro il pettorale e io chiedo all'organizzatore "ma il chip?". Il tizio mi fa: "E' tutto nella busta". Io controllo meglio nella busta e continuo a trovare solo il pettorale, ma guardandolo meglio mi accorgo che dietro al pettorale c'è uno spessorino e mi autoconvinco che si tratti del chip. Quindi mi avvio verso l'auto per prepararmi e nel frattempo guardo gli atleti già pronti che quasi tutti indossano il chip personale. Sono sempre un po' dubbioso ma è tardi quindi arrivo velocemente in macchina, indosso la divisa e lo zaino e mancano soli 5 minuti alle 8.

Mi metto già a corricchiare sia per riscaldarmi sia per arrivare al traguardo in tempo (anche se quasi tutti gli atleti sono ancora lì al parcheggio o in avvicinamento alla partenza) e mi rendo conto subito dell'errore che ho fatto con la scelta dell'idratazione (la gara è in autosufficienza ad eccezione per due rifornimenti idrici presenti sul percorso): correre con due borracce piene poste anteriormente allo zaino significa farmi male per i continui sbattiti al petto. A dire che in allenamento le avevo testate, ma forse complici i ritmi più blandi non ho avuto tanti problemi per lo sballottamento delle borracce. Non ho alternative e mi rassegno, vuol dire che le terrò ferme con le mani nei tratti in cui dovrò correre più velocemente o in discesa e riposerò le braccia in salita. Tanto sono soli 28 km...

Mi metto a ridosso delle ultime posizioni nella griglia di partenza e guardandomi in giro mi rendo conto di un altro problemino: molti atleti hanno i chip personali, ma altri hanno ai piedi i chip usa e getta. Il mio quindi dov'è???

Convinto quindi che alla fine neanche entrerò in classifica, mi preparo scoraggiato a iniziare una gara di trail di ben 28 km su un percorso a me sconosciuto. E ancora le note negative non sono neanche finite.

Con qualche minuto di ritardo inizia la gara. 

Il primo km è in discesa e si svolge all'interno dell'area fiera, quindi su asfalto. Subito dopo il via vengo raggiunto e riconosciuto dall'amico di Running Forum Leonardo (che ancora non so come abbia fatto a trovarmi in mezzo a tutti gli atleti presenti!) e proseguiamo insieme per qualche km, poi lui mi staccherà e lo rivedrò solo dopo l'arrivo.

Al secondo km si passa sulle gravine attraverso il caratteristico Ponte Acquedotto e ci si immerge nelle colorate campagne pugliesi. Da qui fino a circa il 10° km si sale e si scende continuamente lungo i percorsi collinari offerti dal territorio. Tutto molto corribile e sempre sotto un forte sole sopra la testa, due fattori con cui non vado per niente d'accordo.

Attorno al 10° km iniziano ad alternarsi tratti al sole con tratti nel bosco e a questo punto sono oramai certo dell'altro mio errore di giornata, ossia la scelta delle scarpe da trail: il terreno è sempre asciutto e compatto; i tratti fangosi sono facilmente evitabili dai lati; le discese sono tutt'altro che pericolose. Le scarpe normali da strada sarebbero state più che sufficienti e, cosa più importante, avrei ancora due unghie dei piedi intatte e una vescica sotto il piede destro in meno. Ho i piedi doloranti e mancano ancora 18 km...

Al 14° km, dopo un tratto sotto il solito sole cocente entriamo in un buio bosco. Neanche il tempo di rallegrarmi per il fresco che inciampo ad una pietra che fuoriesce dal terreno e per poco non finisco a terra. Sento una fitta al retro coscia sinistro che mi fa temere il peggio, ma fortunatamente posso continuare a correre e man mano il dolore si affievolisce e scompare del tutto. Ringrazio lo sconosciuto atleta dietro di me che mi ha chiesto se andasse tutto bene e che si è preoccupato per me. 

Tra gli sterrati saliscendi che sembrano sempre uguali, poco dopo il 19° km si esce dal bosco e si inizia di nuovo a salire sotto il sole per poi discendere poco dopo il 21° km al punto in cui è ubicata la cisterna d'acqua per il secondo e ultimo rifornimento idrico sul percorso. Faccio la mia seconda fermata giornaliera (la prima era stata sempre al primo rifornimento idrico del quale non ricordo l'ubicazione) e mi bagno per bene la testa, prima di ripartire con scarse energie nelle gambe.

Il percorso sale di nuovo per circa 3 km e la maggior parte degli atleti che ho intorno camminano. Me compreso. Qua parlando vengo messo in guardia dagli ultimi km nelle gravine: mi dicono di non forzare che a causa delle gambe stanche i crampi arriveranno quasi di sicuro. Approfitto di questo tratto per mangiare un fruttino Zuegg che mi ero portato dietro. Avevo anche una barretta energetica ma mi sarà caduta da qualche parte durante il percorso...

Al 24° si scende lungo una ripida strada in cemento. Qui recupero qualche posizione nonostante le gambe stanche. La discesa è sempre stata uno dei miei pezzi forti e riesco a spingere sempre con facilità.

Dal 25° si entra finalmente nelle famose ma per me sconosciute gravine, una serie di scoscese cavità naturali e pareti rocciose al di sotto delle quali scorre un fiumiciattolo e al di sopra delle quali domani il centro abitato di Gravina. 

Per circa 2 km mi arrampico su pareti di roccia, passo in cunicoli tra grandi massi, oltrepasso ponticcioli di legno, sempre con a lato il burrone sul sottostante fiume. Correndo riesco a passare in punti in cui camminando non ce la farei mai a causa delle vertigini di cui soffro.

Ho le gambe stanche ma mi diverto. Riesco anche a sorpassare qualcuno perché questi sono i tipi di percorso che preferisco. Potrei passare più persone, ma lo spazio di sorpasso è pressocché nullo quindi spesso sono costretto a seguire in fila indiana chi mi precede. Ogni volta che sollevo le gambe per arrampicarmi sento però che i crampi ai polpacci sono lì pronti a bloccarmi, ma non forzo e li tengo a bada.

Al 27° usciamo dalle gravine dal lato opposto alla cittadina e c'è un tratto in piano che si potrebbe correre: ci provo ma mi arrivano i crampi. Mi stiracchio e continuo a camminare. Qui purtroppo mi recuperano tanti atleti che prima avevo distanziato.

Ma le fatiche non sono terminate. Dopo circa 500 metri si riscende ripidamente nelle gravine e si oltrepassa il fiume e qui inizia la parte più dura del percorso: un muro da scalare che dal fiume riporta al centro abitato soprastante. E il 28° km è già iniziato.

Vedo tanti atleti seduti a riprendere forza per proseguire e i volontari tirarne su di peso altri. 

Cerco di salire lentamente ma sono costretto spesso a fermarmi per riprendere fiato. Salgo però da solo, senza accettare l'aiuto di nessuno. Anzi, mi offro di portare ad un atleta in difficoltà una bevanda offerta da una gentile volontaria per non fare arrampicare lei. 

Dopo mille sforzi sono su e arrivo di nuovo nelle strade dell'area fiera. Riesco solo a camminare ma, alla vista del traguardo, mi rimetto a correre per concludere in bellezza. Ma a 5 metri dal traguardo i crampi ad entrambe le gambe mi fanno varcare il gonfiabile dell'arrivo in maniera lentissima, come se corressi al rallentatore. Ho impiegato oltre 14 minuti per percorrere gli ultimi 600 m!

Ma è finita. Mi mettono la medaglia al collo e neanche ho la forza di guardarla. Lo farò solo dopo una decina di minuti.

Vado avanti nel percorso guidato, prendo tutto ciò che gli organizzatori mi porgono: due bicchieri di sali, una bottiglia d'acqua, un Maxibon, una busta con frutta e una birra Peroni!

Risaluto il mio amico Leonardo arrivato diversi minuti prima di me e mi vado a sedere a terra, vicino ad altri atleti. I successivi 10 minuti sono di relax completo: mangio e bevo quasi tutto ciò che mi è stato dato mentre avviso mia moglie e i miei compagni di squadra che anche questa è fatta!

Temporeggio e aspetto l'affissione dei risultati da parte dell'organizzatore e incredibilmente compaio in classifica. Vado dagli organizzatori a chiedere spiegazioni e mi dicono che sono stato fortunato perché pur non avendo indossato il chip alla scarpa era comunque presente il chip secondario al pettorale e mi ha rilevato tutti i passaggi. Finalmente una buona notizia!

Concludendo, e' stata una gara più dura e soprattutto meno bella di quanto avessi immaginato e al momento non ho intenzione di rifarla nel prossimo futuro. Ma col tempo i ricordi sbiadiranno e gli aspetti negativi si dimenticheranno... quello che tornerà in mente saranno solo le note liete di questa gara. Quindi chi lo sa...

data: 20/05/2018
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distanza: 28,62 km 
n° finisher: 501
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tempo:     Vittorio    3h16''51''    (6'53''/km)

posizione: Vittorio    189° su 501

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Vincitore: Alessandro Belotti  2h19'11'' (4'52''/km)

Vincitrice: Lidia Mongelli       2h31'05'' (5'17''/km)  

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CorrerePollino 2018

15^ TROFEO CORREREPOLLINO - CHIAROMONTE (PZ) - 02/06/2018

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RESOCONTO DELLA GARA

Una festa della Repubblica all’insegna dello sport, turismo e tradizione. Nel pomeriggio odierno in quel di Chiaromonte ha tenuto banco la XVª edizione del trofeo “CorrerePollino” messo in piedi, come sempre, dall’associazione sportiva dilettantistica “CorrerePollino” guidata da Antonio Figundio che azzecca in pieno tutti i pronostici. A laurearsi campione infatti, di quest’avvincente gara, valida per il “Fidal Mountain Running Grand Prix Sud 2018, è stato proprio Egidio Lo Vaglio. L’atleta episcopiota ha fermato il crono sui 55.26, mentre al secondo posto si piazza Giuseppe Buffone dell’Asd “Dojo Running”con 57.21 [NDR Primo fino all'ultimo km ma poi bloccato dai crampi, tant'è che è giunto al traguardo camminando] . Bronzo invece, per Franco Mariano dell’Asd “Nocinncorsa” con un personale di 59.13. Per il quarto anno consecutivo sbanca ancora la campionissima Lidia Mongelli anch’essa del team chiaromontese che sale sul podio femminile con un personale di 1.00.29. Seconda Valentina Maiolino, “Corricastrovillari” che viene staccata da Lidia di ben tredici minuti e terza Angela Azzone Asd “Marathon Massafra” con 1.18.30. 
Ai nastri di partenza, 137 atleti professionisti ed amatori i quali nonostante la canicola, si sono dati battaglia lungo il tipico percorso di salite e discese di ben 11 chilometri tra strada asfaltata, sterrato e sentieri immersi nel cuore del Parco Nazionale del Pollino. La gara agonistica è stata anticipata da gare promozionali su strada per categorie esordienti, ragazzi e cadetti di 3km e per allievi di 5km.

Il trofeo “Correrepollino” quest’anno è tappa “CorriBasilicata” e campionato regionale di società corsa in montagna 2° prova valevole come gara per selezionare la rappresentativa regionale al prossimo trofeo delle regioni UISP 2018 al Trail del Falterona, nonché valevole come gara indicativa per selezionare la rappresentativa interregionale al campionato per regioni cadetti di Corsa in Montagna. Soddisfatto ed orgoglioso il presidente Figundio sia per la gara che ogni anno diventa sempre più avvincente e ovviamente, sia per il successo ottenuto dagli atleti del suo team. [Fonte Sito Basilicata Notizie]

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LA MIA GARA

Come secondo trail annuale scelgo di fare il Trofeo CorrerePollino di Chiaromonte, a cui in passato avevo tentato di partecipare più volte ma per vari motivi alla fine non sono mai riuscito ad essere presente alla partenza.

In realtà quest'anno proprio non avrei dovuto prendervi parte sia perchè le gambe ancora risentono dal Trail delle 5 Querce di 2 settimane prima e soprattutto perchè la settimana successiva dovrei fare un altro trail ben più lungo e impegnativo. Ma mi autoconvinco di prenderlo come un allenamento senza spingere eccessivamente in salita e all'ultimo minuto mi iscrivo.

Siamo solo in due della squadra a partire per Chiaromonte (quasi tutta la Dojo ha scelto di partecipare alla gara Capocolonna-Crotone), io e il fortissimo Pino che nei trail arriva quasi sempre a podio. All'ultimo minuto viene con noi anche il giovane figlio di Pino.

La gara parte alle 17 quindi sono costretto a pranzare poco dopo mezzogiorno. Le gare pomeridiane sono molto rare e ho sempre mille dubbi su cosa e quando mangiare, così per non rischiare mi faccio bastare un piatto di riso in bianco, consumato alle 12:30.

Il viaggio scorre via veloce e io ne approfitto per chiedere a Pino consigli su come affrontare il tracciato di gara che lui conosce bene. 

Senza alcun contrattempo intorno alle 15:30 siamo già in zona partenza. Salutiamo il presidente della società organizzatrice Figundio e diversi atleti della Corricastrovillari (unica società calabrese presente oltre alla nostra), tra i quali i fortissimi Michele Spingola (che però correrà da infortunato per un problema ad una costola) e Valentina Maiolino, che casualmente poi taglieranno il traguardo insieme.

Tra un saluto e l'altro, dopo aver ritirato pettorale e pacco gara andiamo a cambiarci. 

Fa parecchio caldo e quando intorno alle 16:30 iniziamo a riscaldarci, cerchiamo di sfruttare ogni zona d'ombra che incontriamo.

Finite le gare promozionali giovanili, ci posizioniamo poco prima delle 17 vicino il gonfiabile della partenza. Io mi metto abbastanza dietro mentre Pino giustamente lo vedo in prima fila pronto a lottare per una buona posizione.

Addirittura un paio di minuti prima delle 17 arriva inaspettato lo sparo, tant'è che riesco a far partire il gps solo qualche secondo dopo.

Le prime centinaia di metri sono in leggera discesa e si esce dalla zona abitativa nuova di Chiaromonte. Ma si inizia subito a salire verso il caratteristico centro storico e lo si attraversa completamente. Nella salita il gruppo si è un po' allungato fortunatamente perchè appena usciamo dal paese (siamo a 1,5 km di gara) si inizia a scendere e serve più spazio possibile per correre in sicurezza. La discesa dura 1 km e mezzo ed è a tratti abbastanza ripida (pendenza media dell'ultimo km pari al 19,3%) e su terreno sconnesso e insidioso. Tanto ripida che credo di non poterla fare in spinta (non posso neanche provarci perchè ho atleti davanti troppo vicini) e quindi cerco di tenere a freno le gambe, anche se in tal modo le affatico ancor più che spingendo. 

Finita la discesa mi aspetta un km di dura salita (pendenza media 13,6%). Penso alla gara che dovrò fare la settimana successiva e la cammino quasi tutta. Non che avrei potuto fare chissà quanto più veloce, ma in condizioni normali ci avrei almeno provato.

Trascorsi i primi 4 km di gara devo affrontare la seconda e ultima discesa presente sul percorso di circa 3 km, composta da un primo tratto a lieve pendenza finalmente abbastanza corribile e da un secondo tratto di 1,5 km con punti a forte pendenza (circa 12% la pendenza media dell'ultimo km). Anche questa discesa la corro in frenata per i motivi su esposti, e stanchezza e dolore da sforzo fanno compagnia ai miei quadricipiti.

Arrivo quindi al chilometro 7 e si ricomincia a salire. Anche in questo tratto la salita è a tratti abbastanza dura e cerco di affrontarla nella maniera più soft possibile. Il mio buon proposito di gestire questa gara come allenamento già è andato a farsi benedire a causa delle difficoltà del percorso, ma almeno cerco di ridurre al minimo i dispendi energetici. 

La salita dura circa 3 km con una pendenza media del 9%. Molti tratti del percorso sono sotto il sole e fa tanto caldo, ma fortunatamente in uno dei ristori presenti prendo una bottiglietta d'acqua e per tutta la salita mi bagno continuamente la testa rinfrescandomi. Un ulteriore rinfresco lo devo ai gentili chiaromontesi che vicino la loro abitazione hanno predisposto un getto d'acqua fresca di cui noi atleti potevamo usufruire.

Subito dopo il 10° km termina la dura salita e sono contentissimo di trovarmi di fianco al cimitero comunale: la partenza è avvenuta a poche centinaia di metri dallo stesso e di conseguenza il traguardo il vicino.

Finita la leggera salita della strada che costeggia il cimitero, si scende per un centinaio di metri e poi si risale verso l'area della partenza. Avendo un atleta vicino e convinto che il traguardo coincidesse con la partenza vado in progressione e lo stacco. Peccato però che l'arrivo è in piazza e che bisogna ancora girare intorno a tutto l'isolato... Ma l'alto atleta si è nel frattempo arreso e taglio il traguardo con 14 secondi di vantaggio su di lui.

Chiudo la gara in 53esima posizione quindi sempre nella solita fascia dal 30 al 50% della classifica su cui mi sono assestato ultimamente. Sono soddisfatto della gestione tenuta in gara, un po' meno di aver sottovalutato la durezza del percorso e di aver comunque inserito questo trail in mezzo ad altri due ben più impegnativi.

Il mio compagno di squadra Pino ha invece dominato tutta la gara, trovandosi in prima posizione fino all'ultimo km. Poi un attacco di crampi l'ha costretto a camminare fino al traguardo e ad essere nel frattempo superato dall'atleta che gli era dietro, arrivando quindi solo al secondo posto.

Riguardo in generale la gara potrebbe essere divertente rifarla per correrla a tutta in discesa e cercare di corricchiare il più possibile in salita, ma nel caldo periodo in cui si svolge ogni anno e col tipo di terreno presente non credo si possa poi fare chissà che miglioramento. Quindi per il futuro se dovessi scegliere una gara da fare in Basilicata credo proprio che sceglierei quella del Trofeo dei Briganti di San Severino (o quella di Terranova che però non ho ancora mai fatto).

Ora una settimana di relax con obiettivo recuperare il più possibile freschezza nelle gambe per Sala Consilina!

data: 02/06/2018
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distanza: 10,93 km 
n° finisher: 129
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tempo:     Vittorio    1h15''52''    (6'57''/km)

posizione: Vittorio    53° su 129

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Vincitore: Egidio Lo Vaglio     55'26'' (5'05''/km)

Vincitrice: Lidia Mongelli    1h00'05'' (5'30''/km)  

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